Roma

L'emergenza rifiuti a Roma, Ama: bilanci e raccolta nel mirino dei pm. Giallo su 150 milioni

Indaga la Corte dei Conti e la Procura ha aperto un fascicolo sull'azienda privata che faceva finta di ritirare i sacchi dopo il video delle Iene. L'ex cda: "Il Campidoglio ci remava contro"
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 L'inerzia del Campidoglio sul trasferimento ad Ama di quasi 150 milioni di euro, gli obiettivi irrealizzabili imposti dal Comune alla municipalizzata dell'ambiente con una delibera di giunta del 2017, il flop della direzione acquisti tra affidamenti diretti e proroghe in serie. Nel racconto ( a tinte fosche) tratteggiato dall'ormai ex consiglio di amministrazione dell'azienda di via Calderon de la Barca al pm contabile Massimo Lasalvia si dipanano 104 giorni di assoluta tensione: " Da agosto in poi la sindaca non ci ha più parlato e l'amministrazione si è posta in contrasto con Ama invece di appoggiarla. Non si può offrire alcun servizio ai romani senza avere il socio per alleato".

Nel corso dell'audizione è tornato il tema dei 18,3 milioni di euro di vecchi servizi cimiteriali contesi tra il Comune e la sua controllata. Un falso problema secondo l'ex cda presieduto da Luisa Melara, visto che la cifra è stata neutralizzata in un fondo ad hoc. Piuttosto, secondo i vertici che si sono dimessi rovesciando i ruoli e sfiduciando la sindaca Virginia Raggi, il Campidoglio avrebbe dovuto pensare a sistemare altre due partite per evitare di chiudere il bilancio delle polemiche, il 2017, in rosso.

La prima è quella che riguarda i 104 milioni del contratto di servizio 2014. Per un errore contabile, palazzo Senatorio ha sempre ritenuto di aver già pagato quelle fatture. Che, invece, mancano all'appello. Poi c'è lo scambio con la gestione commissariale del debito storico di Roma Capitale: Ama deve ricevere 168 milioni e saldarne 120. La differenza, al netto di interessi e spese, è di quasi 40 milioni a favore dell'azienda. Con il commissario pronto a pagare, nessun dirigente del Comune si è pero mai preso la responsabiltà di firmare le determine del pagamento. Pura inerzia.
Poi le direttive capitoline alla partecipata. " Irrealizzabili " , secondo il cda che si è visto chiedere la riduzione del volume di rifiuti prodotti dai romani ( da 1,7 milioni di tonnellate l'anno a 1,5) oltre che l'aumento della differenziata almeno al 65%. Obiettivi irrealizzabili.

Anche perché sui fondi a disposizione della municipalizzata ha inciso a lungo la confusione e le tante " falle " del settore acquisti: tante, troppe, le gare in proroga. Alcune oltre ogni previsione di legge. Bandi e procedure pesano per oltre 200 milioni l'anno dalle parti di via Calderon de la Barca. E da 15 giorni, sul servizio da 130 milioni che regola la raccolta dei rifiuti prodotti da ristoranti e negozi, ha aperto un fascicolo la procura. Ad avviare le indagini sono state le denunce degli operatori: " Questa gara è una truffa " . Il ritiro, infatti, avviene di notte, a saracinesche chiuse. Il che, di fatto, vuol dire che non si fa. Nonostante questo, però, alcuni addetti, strisciando con il palmare il codice a barre dell'utenza, certificano falsamente la raccolta. Insomma che tutto è regolare.

Per questo il procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, ipotizza una fattispecie fraudolenta, probabilmente frode in pubbliche forniture. I magistrati dovranno ora capire se, come ipotizzato dalla trasmissione Le Iene, questo sia un comportamento sistematico che ha come vittime, oltre ai cittadini appestati dai rifiuti, l'amministrazione subissata dalle proteste dei commercianti.

Cinque mesi fa, a maggio, una seduta della commissione Ambiente è stata dedicata proprio all'appalto affidato dal Comune a quattro imprese con l'obiettivo di toccare 85mila utenze. Già prima dell'estate, dopo un anno di servizio, gli esercenti serviti erano poco più di 50mila. E peraltro infuriati per modalità e orari. Adesso, come se non bastasse il flop, spunta l'ipotesi di una frode. La sindaca Virginia Raggi ieri ha dato mandato all'avvocatura capitolina di presentare un esposto sulla presunta truffa. Non solo: il Comune ha smosso anche Ama che ha già contestato 300 mila euro di disservizi le aziende guidate da Roma Multiservizi, sua partecipata che serve il centro storico.
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