InTheArt: Squallore, Mmarla

“Squallore” è un quadro lontanissimo da tutti i miei lavori precedenti. In squallore  non è presente uno scontrino, che è il mio tratto caratterisco, ma al contrario c’é una tela e della carta velina strappata.

Ho scelto di staccare quest’opera dallo scontrino perché avevo bisogno di riempirla, come se dipingere quel quadro servisse a riempire un vuoto interiore che determinati gesti e determinate parole mi avevano causato e con lo scontrino non avrei potuto farlo. Per quanto riguarda invece l’utilizzo della carta velina, mi piaceva  che il nome del materiale riprendesse il concetto del velo di Maya, quindi L’ho utilizzato come velo su tutta l’opera , scrivendoci sopra “bla bla bla” a simboleggiare quanto a volte le parole creino un velo di illusione e non ci permettano di vedere realmente chi abbiamo davanti.

Cos’è “Squallore”?

Squallore è un quadro che esprime un concetto banale: “bisogna curare bene gesti se si vuole bene a qualcuno perché sono quelli che si sostituiranno alle parole”.

Direi banale, ma non scontato, ma in realtà è sia banale sia scontato. Quello che credo l’abbia reso così apprezzato è la verità con cui l’ho dipinto. Come ho risposto a chi mi ha chiesto di venderglielo, è un pezzo di cuore, non potrei.

E come nasce?

Nasce dalla delusione di un’amicizia finita nel peggiore dei modi e nasce dall’esigenza di sbattere in faccia a me stessa quanto io abbia avuto per anni un velo di maya davanti agli occhi.

Apri quest’opera con la descrizione: “Vi volevo informare che ogni riferimento a fatti o persone è puramente fatto apposta”. Perché questa affermazione?

Che dire, io non lascio nulla al caso. Come dico in tutto lo scritto che accompagna l’opera, io ho sempre messo la faccia in tutto, non mi sono mai nascosta, perché farlo adesso? Sarebbe andato contro la trasparenza che mi contraddistingue artisticamente e non.

Qual è il soggetto ritratto e perché hai deciso di focalizzarti proprio su questo?

Il quadro si compone di elementi essenziali: una mano che rappresenta un parallelismo con i gesti e Della carta velina strappata con scritto bla bla bla che per lo stesso principio rappresenta le parole.

È stato importante per me ridurre l’opera al minimo, all’essenziale, a pochi elementi conosciuti e conoscibili da tutti. Io ho scelto proprio elementi con queste caratteristiche, perché non volevo lasciare la possibilità di interpretazione, come le altre volte. Questa volta non ero aperta a nuove visioni del quadro volevo che la gente vedesse quello che io volevo che vedesse. Per questo motivo ho giocato molto sulle evidenze la mano e il “bla bla bla”, anche per trasmettere l’idea che alcune volte ci sono dei comportamenti brutti o inopportuni così palesi che non possiamo nasconderci nel “non me ne ero mai accorto”, perché è IMPOSSIBILE, come è impossibile in questo caso non cogliere l’idea del quadro; quest’evidenza serviva quasi a farci dare a tutti una svegliata ed entrare nell’ottica che se non me ne sono accorto è perché non me ne sono voluto accorgere, che altro non è che l’alibi perfetto per farci fare del  male.

La comunicazione è al centro di Squallore: come credi di aver ottenuto questo risultato?

Credo proprio di sì. “Squallore” nasce e si è rivelato un quadro POP, cioè è del ”popolo”, a differenza di altre opere mie e non che sono invece piu nicchia, “Squallore” no, “Squallore “ è di tutti. A tutti è successo almeno una volta e TUTTI CI SI POSSONO RIVEDERE.

Oltre che comunicare, cosa vuoi che gli altri vedano attraverso questo disegno?

Vorrei e credo anche sia successo dai feedback ricevuti, che la gente nella mano di squallore ci vedesse la mano di qualcuno, un volto, una persona precisa come esempio dello squallore di avere una pochezza d’animo tale per essere pensata/o davanti ad un quadro del genere. Del resto davanti a “Squallore” ogni riferimento NON PUÓ essere casuale.

Su Instagram c’è una bella descrizione che segue vari scatti dell’opera. Ti andrebbe di raccontarci queste parole?

Quelle parole non sono altro che un messaggio che avrei dovuto inviare al diretto interessato, ma fortunatamente mia madre mi ha insegnato a rimanere indifferente davanti alla gente che vale poco.

Quando ho deciso di postare il quadro ho deciso che fosse doveroso accompagnarlo con quel messaggio, ovviamente riadattandolo, non so in realtà darvi una motivazione precisa del perché ho voluto inserirlo, ma sentivo che completasse l’opera e probabilmente lo reinserirei.

Cosa rappresenta per te “Squallore”?

Per me squallore rappresenta un pezzo di cuore che so che ho dato e che so che non mi tornerà mai più indietro.

C’è un legame tra questo tuo disegno e tutti quelli passati?

Sì, c’è un legame di totale distacco emotivo e differenza nello stile rispetto agli altri lavori. Se si Guarda il mio feed di Instagram si può notare come prima di “Squallore” il nero non è mai stato un colore portante dei miei disegni, anzi…

Stesso discorso che vale per lo stile che non è mai stato minimal, negli altri ci sono   mille significati dietro qualsiasi soggetto, o colore utilizzato, voluti per lasciare spazio all’interpretazione o anche solo per capire chi fosse abbastanza sensibile per cogliere determinati dettagli o ancora anche solo per capire chi VEDESSE e chi OSSERVASSE.

Da Squallore in poi ho pubblicato altri due quadri dove il colore che prevale è invece il nero e l’essenziale, questo a riconferma di quanto sia sentito quel quadro e in generale la mia arte. Io faccio arte quando ho qualcosa da dire quando qualcosa mi stride dentro e devo farlo uscire. Credo che la sofferenza e il dolore provochino dei periodi bui che inevitabilmente si riversano nell’utilizzo del colore nero tant’è che l’ultima opera è intitolata proprio così, e credo anche che il dolore ti porti a capire cosa sia realmente importante e da questo credo che derivi l’essenzialità delle nuove opere.

Ad oggi non so dirti se torneranno colorate o sempre piu nere o senza il rosso al centro o magari con un altro colore centrale, non so, dipenderà solamente dai miei stati d’animo. Il che non ci risponde a nulla visto che vivo sulle montagne russe.

Stai già lavorando a qualche nuovo progetto?

Assolutamente. Non mi fermo mai. Ci sono tanti progetti in cantiere. Uno totalmente nuovo, strano, assurdo a tratti, in collaborazione con un’artista che stimo molto, e altre mille folli idee che spero di riuscire a tramutare in arte.

Artiket for Siloud

Instagram: @artiket_, @mmarla_

Intervista a Silvia Macaluso: InTheArt: Silvia Macaluso (Artiket), interview

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