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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 06:51.

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Il tridimensionale gioca con l'iPhoneIl tridimensionale gioca con l'iPhone

Il videofonino è ormai uno strumento "preistorico" e chi si limita a scattare banali fotografie con il proprio sofisticato cellulare merita di essere esposto al pubblico ludibrio. Chi vuole sentirsi al passo con i tempi non può lasciarsi sfuggire l'occasione di scolpire un bassorilievo dei migliori amici o di qualche scena di vita quotidiana.

Niente martello e scalpello per dar forma al soggetto scelto: è arrivata la prima applicazione per iPhone che trasforma il telefonino in uno scanner tridimensionale. Basta meno di un dollaro (99 centesimi per l'esattezza) per entrare in possesso di un tool davvero divertente che funziona alla stregua di costosissime attrezzature scientifiche e che permette di fare scansioni 3D che – senza bisogno di una stampante corrispondente – possono essere spedite in posta elettronica o via sms oppure condivise negli spazi virtuali di social network e siti tradizionali.

È una delle ultime invenzioni del Georgia Tech, l'istituto superiore di tecnologie americano che viene considerato una sorta di paradiso terrestre per la ricerca informatica interdisciplinare in cui si incastona il quasi leggendario Gvu. Dietro questa sigla si cela il Graphics Visualization & Usability Center, struttura nata nel 1988 dai professori Hodges and Ribarsky e oggi portata a livelli sbalorditivi dal dottor Jim Foley che è il motore di una rara condivisione di idee e di risorse.

L'applicazione si chiama "Trimensional", funziona con iPhone 4 o iPod Touch di quarta generazione ed è in grado di acquisire istantaneamente i modelli 3D dei soggetti ripresi con l'obiettivo riconoscendo le ombre dei volti e trasformandole in rilievi. Ma chi è riuscito in una simile impresa? Il prodigio è stato inventato da Grant Schindler, scienziato della Georgia Tech da anni impegnato in progetti avveniristici. Se qualcuno fatica a trovarne una effettiva utilità pratica, va detto che in ogni caso il divertimento è assicurato.

La bizzarra "app" rispecchia lo spirito dei ricercatori che l'hanno sviluppata: l'obiettivo del Gvu è quello di aiutare l'integrazione delle comunità e agevolarne il collegamento per far sì che l'interconnessione sia l'opportunità per imparare, creare, condividere, esprimere, migliorare. A considerare certi propositi anche chi guarda con sospetto e timore l'incedere dell'evoluzione tecnologica è pronto a gioire e sorridere: le pieghe del suo viso potrebbero essere immortalate in uno smagliante sorriso 3D da chi ha già installato Trimensional.

umberto@rapetto.it
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