La reciprocità nei rapporti

Il principio della reciprocità è il collante sociale che arricchisce le nostre relazioni. Si tratta di un’azione semplice e complessa al tempo stesso; per esempio, fare qualcosa di carino per qualcuno affinché facciano lo stesso per noi.

È un do ut des disinteressato, ma al tempo stesso volto a disseminare il nostro ambiente sociale di valori nobili e altruismo. La maggior parte di noi avrà vissuto un’esperienza simile: un amico o uno sconosciuto che ha fatto qualcosa di altruista per noi.

Arriva sempre il momento di ricambiare un bel gesto a qualcuno, di ripetere quel comportamenti altruistico e sincero che non è solo un beneficio per l’altro. Fa piacere anche a noi.

Per quanto possa sorprenderci, la reciprocità è una dimensione che orchestra la nostra condotta da tempo immemore. Il cervello conosce i suoi benefici e lo ha reso parte della nostra evoluzione e della nostra storia da sempre.

Il principio della reciprocità si basa su tre principi fondamentali: intenzione, empatia e credibilità. Affinché un gesto gentile, buono e utile sia credibile, bisogna percepire la chiara intenzione di fare del bene.

Quando percepiamo un interesse nascosto dietro un gesto altruista, viene meno la credibilità. Naturalmente, anche l’empatia gioca un ruolo fondamentale, perché ci consente di percepire i bisogni di chi abbiamo di fronte.

Lungi dall’essere un comportamento falso e imposto, la reciprocità ha un impatto positivo sugli altri perché è credibile. Senza questi tre fattori, il principio della reciprocità non potrebbe esistere o comunque perderebbe la sua efficacia.

Tutte i rapporti interpersonali più importanti si basano sulla legge della reciprocità: l’amicizia, le relazioni di coppia, i rapporti con i colleghi e persino con i parenti.

Possiamo affermare che questa legge non scritta è il pilastro fondante di tutti i legami sociali e costituisce le fondamenta della cultura umana. La danza tra l’atto del dare e del ricevere è ciò che rende le nostre relazioni più soddisfacenti.

Non appena percepiamo che non ci viene ricambiato ciò che facciamo per gli altri, proviamo sofferenza. Quando diamo amore, mostriamo di avere buone intenzioni ed eseguiamo azioni volte a generare benessere in chi ci circonda, lo facciamo sempre con il cuore, in modo autentico.

È naturale aspettarsi che ci venga restituito all’istante. In realtà, ciò che ci aspettiamo è rispetto, considerazione e lo stesso livello di affetto.

L’influenza emotiva della legge della reciprocità nelle relazioni interpersonali. Anche il settore del business e del marketing utilizza questa strategia: la conosce, ne conosce l’impatto, sa che è un collante sociale e quindi la usa per fidelizzare i clienti.

In questo caso c’è un interesse economico dietro, ma anche così è comunque interessante conoscere questo processo. Per capirlo, faremo un esempio ben noto a tutti.

La nostra compagnia telefonica ci chiama per avvisarci che se continuiamo ad essere i loro clienti ci darà i minuti illimitati e uno sconto mensile sulla bolletta.

Quando ascoltiamo questa proposta, non veniamo attratti solo dallo sconto. In molti casi, sentendo il termine “regalo” e la frase “gratuito per essere nostro cliente” siamo spinti a rispondere positivamente anche a quel gesto. È ancora un do ut des, ma in questo caso ci sono degli interessi economici dietro e la parola gratis non è mai reale.

La reciprocità è un meccanismo che facilita l’evoluzione umana. Condividere le risorse, adottare comportamenti pro-sociali e aiutare per essere aiutati ha permesso alla specie umana di progredire.

Quindi non siamo gli unici. Anche molti animali hanno quell’istinto che li aiuta a riconoscere che a volte aiutare ha più benefici che costi. Perché allora non dare la priorità a questo comportamento?

Quando è ben intenzionato, contribuisce al nostro benessere emotivo, sociale e culturale. Teniamolo a mente.

Felicità!