Torino

Nei disegni di Bessoni la Mole è uno scrigno di stupore e meraviglia

Nei disegni di Bessoni la Mole è uno scrigno di stupore e meraviglia
Apre domani la mostra al Museo del Cinema che celebra la sua fondatrice Maria Adriana Prolo
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Qual è il filo rosso che unisce personaggi di epoche e ambiti differenti come Maria Adriana Prolo, Alessandro Antonelli, Charles Darwin, Cesare Lombroso e Peter Greenaway? "La vocazione di raccogliere e catalogare oggetti e idee" racconta Stefano Bessoni che tra illustrazioni, burattini, oggetti e reperti, li interpreta e li racconta all'interno della Mole Antonelliana nella mostra "Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie" che inaugura domani.

"Ho seguito la logica dello stupore e della meraviglia" spiega il regista, illustratore e animatore romano, curatore della mostra, la prima dedicata al suo genio creativo, insieme al direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano. Centocinquanta le opere esposte - provenienti dall'archivio privato di Bessoni e dalle collezioni del Museo - che raccontano gli ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al mondo della scienza, dalle illustrazioni all'animazione stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino al grande amore per il cinema.

"Ho voluto raccontare la Mole Antonelliana come una mastodontica camera delle meraviglie, progettata e costruita da quell'architetto visionario che era Alessandro Antonelli, sognatore di un'architettura colossale e dal simbolismo drammatico - racconta il regista - . E come per magia, La Mole si trasforma veramente in wunderkammer della Settima Arte quando, all'inizio del nuovo secolo, viene destinata a Museo del Cinema, includendo tra le tante meraviglie il frutto della raccolta instancabile di Maria Adriana Prolo autentica e sincera cacciatrice di mirabilia e memorabilia legate all'arte del cinema e fondatrice del museo".

"Una ragazza colta, raffinata, curiosa e testarda" la descrive Bessoni nella presentazione dell'albo illustrato "Maria Adriana Prolo - La signorina del cinematografo", edito da Logos Edizioni, pubblicato in occasione della mostra.


Dalla fondatrice, la cui scrivania originale ai tempi di Palazzo Chiablese troneggia al centro dell'esposizione, il percorso si snoda, al piano di accoglienza della Mole, lungo le fascinazioni e le suggestioni di Bessoni. Il visionario architetto Antonelli, l'esploratore naturalista Darwin e l'antropologo criminale Lombroso, nella cui sezione sono esposti busti frenologici, modelli didattici sull'anatomia, antiche fotografie identificative dei criminali e un'elaborazione grafica dei disegni originali di tatuati conservati dall'Archivio del Museo di Antropologia criminale a lui intitolato. Fino al maestro del cinema britannico Peter Greenaway, a cui l'artista romano ha dichiarato di essersi ispirato, che nei prossimi mesi sarà al Museo pe una masterclass.

"Considero il mio lavoro, in ogni sua accezione, una camera delle meraviglie dove rinchiudere tutto quello che in me desta stupore e meraviglia - racconta ancora Bessoni - e trovo peculiare che la cinepresa sia chiamata camera, perché permette di catturare, immagazzinare e conservare, vincendo, in maniera del tutto aleatoria, il concetto di morte".


Completano l'allestimento le teche con i pupazzi realizzati dall'animatore per la tecnica di stop-motion, oltre che scheletri, animali tassidermizzati, conchiglie e preparati zoologici provenienti dalle collezioni naturalistiche del Liceo Classico e Linguistico "V. Gioberti" di Torino, ripuliti, studiati, catalogati e rivalorizzati dagli studenti e dagli insegnanti del liceo.

"Bessoni è un vero talento del cinema italiano - dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema che ha curato l'allestimento insieme all'autore - . La sua libertà creativa e il suo stile hanno costruito un universo fiabesco personale, affascinante e inquietante al tempo stesso".

"Questa mostra rende omaggio a tutto quello che il cinema rappresenta per Torino - aggiunge Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema - È racconto in forma divertente e affasciante della storia del museo, che è anche la storia della nostra città, oltre che un omaggio alla nostra fondatrice Maria Adriana Prolo. Proprio quest'anno ricorrono i 70 anni dall'istituzione della sua associazione".

Bessoni e la sua arte saranno protagonisti anche venerdì 12 maggio alle ore 10 con la masterclass nel Palazzo del Rettorato dedicata a "Stop-motion. L'anima nera dell'animazione". Alle 20.30, invece, il regista introdurrà al Cinema Massimo la proiezione del lungometraggio "Krokodyle".