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Biennale Tecnologia

Un nucleare pulito (e più economico) può salvare anche i posti di lavoro? Cosa dicono Buono (Newcleo) e gli Industriali

La questione della transizione energetica mette in difficoltà l'industria: il caso Stellantis e Mirafiori

Energia e Innovazione: Il Futuro dell'Economia tra Rinnovabili, Nucleare e Biocombustibili

Stellantis e Mirafiori sono un po’ il convitato di pietra, al convegno “Energie possibili” dell’Unione Industriali a Biennale Tecnologia: l’argomento tocca indirettamente, con la questione della transizione ecologica che sta chiedendo un duro prezzo all’industria e ai lavoratori. "Tutti noi siamo convinti che la neutralità climatica sia necessaria. Ma deve anche essere sostenibile e spiego questo che può apparire un paradosso. La transizione ecologica non deve lasciare indietro nessuno" dice Giorgio Marsiaj presidente dell'Unione industriali. "La decarbonizzazione - continua - deve essere raggiunta attraverso più strade, ovvero attraverso la neutralità tecnologica, altrimenti si rischia di tagliare fuori dal mercato intere filiere produttive e quindi di lasciare a casa migliaia di persone".

Gli investimenti nelle energie rinnovabili sono in costante crescita da 20 anni a livello globale. Nel 2022, l'energia elettrica rinnovabile ha fatto risparmiare, secondo Irena, 521 miliardi di dollari nel mondo, di cui 25 miliardi solo in Italia. Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, sottolinea che l'Italia "può e deve fare di più" per raggiungere i 142 GW di potenza rinnovabile entro il 2030.

Il nucleare, tornato prepotentemente all'interno del dibattito politico nella sua veste "pulita", di quarta generazione, merita un posto d'onore nel mix energetico necessario per l'autonomia. Stefano Buono, founder e ceo di Newcleo - la start up che punta al miliardo di euro e ha trovato finanziamenti anche dalla Exor di John Elkann - sostiene che il nucleare "non è competitivo rispetto ai fossili", ma la modularità e gli investimenti privati potrebbero cambiare la situazione. "ciò che aiuta di più è quanto si investe: stiamo passando da un nucleare governativo a un nucleare finanziato privato e i privati hanno bisogno di un ritorno dell’investimento rapido", per puntare su piccoli impianti. Per poi annunciare che "stiamo organizzando un meeting dell'industria nucleare del G7 qui a Torino. Che è un po' il termometro dell'interesse anche dell'Italia sul tema. Quindi ci sarà una dichiarazione degli industriali del G7 che verrà ufficializzata poco prima dell'inizio del meeting dei ministri. Il nostro meeting sarà il giorno prima e metteremo in evidenza quali sono i temi più importanti per noi in questa fase storica".

Dal nucleare alla chimica e ai biocombustibili, sfruttando una risorsa inedita: i rifiuti. "Il rifiuto è il petrolio del nostro millennio", afferma Fabrizio Di Amato, founder di Maire Tecnimont. Raffaella Lucarno, head of bio refining & supply biometano di Enilive, annuncia che il loro biocarburante costa 10 centesimi alla pompa in meno del gasolio normale, con identica tassazione.

Per essere competitivi a livello globale, è necessario reperire risorse per finanziare la ricerca. Fondamentale è la collaborazione tra pubblico e privato, tra imprese grandi e piccole, con le università, associazioni, istituti di ricerca e startup. Questo è il messaggio finale di Marsiaj, che ripete come la transizione ecologica non debba lasciare indietro nessuno. Neppure quei lavoratori considerati di troppo, ormai, nella produzione di auto elettriche.

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