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Damiani

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“Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo”

sonetto 267-p.378

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Domande

Testo e parafrasi

Laura

Trasfigurazione di Laura: 1) Da viva Laura era caratterizzata da un carattere complesso, ambiguo, capriccioso, per certi versi incomprensibile da parte del poeta; 2) Da morta Laura sembra dare spiegazioni circa i suoi comportamenti sulla terra, e i conti cominciano a quadrare. Inoltre La figura di Laura diventa attiva: di sua iniziativa conforta il poeta, lo consola, lo incoraggia ad attendere un futuro ricongiungimento in cielo. Cambiamenti nell’io lirico: l’io lirico, riconsidera il suo rapporto con Laura, e quindi anche Laura stessa, sotto una nuova ottica e la sua morte fa in modo che Petrarca diventi più risoluto nel perseguire il desiderio di perfezione cristiana. In Particolare: 1) Il rifiuto di Laura, che tanto faceva soffrire Petrarca, in realtà lo ha salvato dalla perdizione: tutta la vicenda è quindi riletta in chiave provvidenzialistica; 2) La tensione erotica, il desiderio sessuale di Petrarca scompare, e viene sostituito da una tensione unicamente religiosa. Laura morta è colei che è in grado di accompagnare Petrarca in questo nuovo percorso religioso.

Autore: Francesco Petrarca; Raccolta: Canzoniere; Anno: 1348; Retroscena (fonte http://machiave.blogspot.com/): E' il primo componimento del Canzoniere in morte di Laura, quello in cui si annuncia l'evento. Laura morì ad Avignone il 6 aprile 1348, intorno all’ora prima, a ventun anni esatti dall'incontro con il poeta. Questi apprese la notizia a Parma soltanto il 19 maggio, e subito la annotò sulla prima pagina della sua edizione delle opere di Virgilio: «Laura, illustre per le sue virtù e lungamente celebrata nelle mie poesie, apparve per la prima volta ai miei occhi al principio della mia adolescenza, l’anno del Signore 1327, il sei di aprile nella chiesa di Santa Chiara in Avignone, di prima mattina; e nella stessa città, nello stesso mese d’aprile, nella stessa ora prima del giorno sei dell’anno 1348, la luce della sua vita è stata sottratta alla luce del giorno». La rievocazione di Laura passa dal generico compianto per la bellezza perduta al ricordo specifico dell’ultimo incontro con lei, eccezionalmente pieno di speranze destinate a essere cancellate dalla sorte. Struttura: ABBA, ABBA, CDE, CDE; Figure retoriche: L’allitterazione iniziale del suono S, accompagnata dalle vocali A e O da una musicalità intensa ai primi due versi. L’anafora ai primi tre versi con “oimè” è molto evidente nei primi tre versi

Testo “Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo”, sonetto 267-p.378: 4 8 11 14 Oimè il bel viso, oimè il soave sguardo, oimè il leggiadro portamento altero; oime il parlar ch'ogni aspro ingegno et fero facevi humile, ed ogni huom vil gagliardo! et oimè il dolce riso, onde uscio 'l dardo di che morte, altro bene omai non spero: alma real, dignissima d'impero, se non fossi fra noi scesa si tardo! Per voi conven ch'io arda, e 'n voi respire, ch'i' pur fui vostro; et se di voi son privo, via men d'ogni sventura altra mi dole. Di speranza m'empieste et di desire, quand'io parti' dal sommo piacer vivo; ma 'l vento ne portava le parole. Oimè il bel viso, oimè il dolce sguardo, oimè il portamento raffinato e nobile; oimè le parole con cui rendevi umile ogni carattere duro e selvatico, e coraggioso ogni uomo vile. e oimè il dolce sorriso, con cui mi scagliaste la freccia dalla quale ormai non spero di ottenere altro bene che la morte: o anima regale, degna dell’impero, se non foste nata tanto tardi! E’ bene che io vi ami, che io viva per voi, perché io sono stato sempre vostro; e voi ora non ci siete più, per ogni altra sventura provo meno dolore. Quando sono andato via da voi suprema gioia ancor viva, mi avete riempito di speranza e di desiderio, ma il vento portava via le parole.

Trasfigurazione di Laura: 1) Da viva Laura era caratterizzata da un carattere complesso, ambiguo, capriccioso, per certi versi incomprensibile da parte del poeta; 2) Da morta Laura sembra dare spiegazioni circa i suoi comportamenti sulla terra, e i conti cominciano a quadrare. Inoltre La figura di Laura diventa attiva: di sua iniziativa conforta il poeta, lo consola, lo incoraggia ad attendere un futuro ricongiungimento in cielo. Cambiamenti nell’io lirico: l’io lirico, riconsidera il suo rapporto con Laura, e quindi anche Laura stessa, sotto una nuova ottica e la sua morte fa in modo che Petrarca diventi più risoluto nel perseguire il desiderio di perfezione cristiana. In Particolare: 1) Il rifiuto di Laura, che tanto faceva soffrire Petrarca, in realtà lo ha salvato dalla perdizione: tutta la vicenda è quindi riletta in chiave provvidenzialistica; 2) La tensione erotica, il desiderio sessuale di Petrarca scompare, e viene sostituito da una tensione unicamente religiosa. Laura morta è colei che è in grado di accompagnare Petrarca in questo nuovo percorso religioso.

Domande pag 379, 380: 1. Inizialmente, per preparare il lettore al duro colpo riguardante la morte di Laura, Petrarca usa molte esclamazioni malinconiche con “oimè” nei primi tre versi descrivendo il suo aspetto soave e utilizza i verbi al passato in particolare nei versi 4, 10 e 12. Ciò che però fa intendere ancora di più il destino di Laura è la frase al verso 10, in cui Petrarca dice di essere privo di lei. 2. Il termine “privo” al verso 10 che segna la morte di Laura, fa rima con “vivo” al verso 13, di completo significato opposto, rappresentando l’essere vivi, condizione opposta di quella di Laura in quel momento. 3. Al verso 12 è presente un’anastrofe che inverte l’ordine naturale della frase, in modo che “desire” rimi con “respire” al verso 9. 4. Di Laura sono rievocati al primo verso il viso e lo sguardo, nel secondo il portamento, nel terzo e nel quarto la voce, e nel quinto e sesto il sorriso. Come tratti morali è nominata l’anima nel settimo e ottavo verso, reale e “degna di nominare un impero”. In vita riempiva le persone di speranza e desiderio, e proprio come definito dalla tradizione stilnovista, è rappresentata quasi come una donna-angelo, intermediaria tra uomo e Dio, capace di sublimare il desiderio maschile purché l'uomo possegga un cuore gentile attraverso lo scambio di un'occhiata fugace. 5. La poesia si divide in due parti: 1) due quartine dove Petrarca si rivolge ad alcuni caratteri di Laura personificati, ed esprime il dolore per il fatto di non poterli più rivedere; 2) due terzine dove si rivolge sempre alle stesse entità, ma guardando al passato. Nell’ultima terzina rievoca l’ultimo incontro che ebbe con Laura mentre era ancora viva, il quale aveva, in via eccezionale, lasciato al poeta qualche speranza di corresponsione; Dal punto di vista tematico, il contenuto delle due quartine si differenzia da quello delle due terzine. Se nelle prima si ha la rievocazione della donna nel suo aspetto fisico e morale, nelle seconde, Petrarca parla di se stesso e riflette sullo stato in cui lo ha lasciato la morte della donna amata. 6. Nelle frase “ma ‘l vento ne portava le parole” dell’ultimo verso, il vento svolge la funzione di colui che fa scomparire nel nulla le ultime parole di Laura e con loro la speranza e il desiderio dell’autore, e questo “portare” le parole è enfatizzato proprio dall’uso della figura di suono della paronomasia tra queste due simili parole. 7. Quest’opera di Monteverdi rispecchia a pieno le emozioni che suscita la poesia e aiuta ancor di più a capire l’animo dell’autore nel momento della scrittura. Trasmette talmente tanto il sentimento di angoscia e vuoto che ricorda quasi una canzone funebre, tipica della chiesa, con l’uso di più voci corali che accentuano ancor di più l’uso degli “oimè”