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Transcript

la libertà della manifestazione del (non) pensiero

Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789), Art.11: " La libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell'uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge."

Introduzione

Quando si parla di diritti della persona, trattiamo tematiche recenti per quanto concerne costituzioni, trattati e dichiarazioni sovranazionali.La libertà è strettamente collegata al potere e se questo appartiene al popolo, il popolo comincia ad essere libero di coltivare il dibattito, di dialogare e ad avere un'enorme garanzia di democrazia.Democrazia non vuol dire "pace" perchè non tutti vanno d'accordo, anzi, la democrazia necessita di posizioni e pensieri diversi. Si parla di sovranità popolare, ovvero la capacità di un essere umano di produrre informazioni e opinioni e metterle insieme agli altri con la capacità di farle coesistere.Non può esserci libertà di parola se quello che dici e fai tenta di negare quello stesso diritto ad un'altra persona.

Chi può parlare al potere?

Per Mastroianni la libertà di espressione è un'illusione ed è dannosa per la libertà stessa. Paragona la società ad un bosco che tramite i suoi ostacoli blocca la nostra capacità di movimento.Quando parliamo siamo costantemente influenzati dal contesto nel quale ci troviamo: in casa, a scuola, in un ospedale, a lavoro, ecc.Siamo camaleontici, la nostra libertà viene influenzata dal contesto; abbiamo sempre gli stessi pensieri ma li esprimiamo in modo differente, il che significa che non siamo del tutto liberi.Siamo consapevoli di quello che diciamo ma sappiamo che possiamo muoverci all'interno di una determinata struttura, fisica o digitale. Al di fuori di essa non si è più liberi.

Bruno Mastroianni, filosofo contemporaneo, in un convegno reperibile attraverso il podcast "Il Trascendetale" ha dichiarato:

Se tutti possiamo parlare questo potere è condiviso; se invece può parlare solo qualcuno, gli altri sono sudditi di quel potere. Quindi io sono libero di dire qualcosa nello stesso spazio in cui un'altra persona è libera di dire qualcos'altro, se così non fosse violerei uno spazio democratico.Ma quindi una libertà di espressione che giustifica l'uso della violenza è o non è democratica? Deve essere limitata?Dobbiamo sempre considerare che quando vi è un messaggio, vi è anche una persona ed un luogo in cui viene detto quel messaggio. Se il messaggio è giusto, ma il luogo e la persona non lo sono bisogna porci delle domande. Facciamo un esempio:Una ginecologa consiglia ad una donna alternative agli assorbenti, più ecologiche, economiche, e le spiega come utilizzarle; la ginecologa sta facendo informazione.Se lo stesso consiglio viene dato da un politico uomo, favorevole a non detassare l'IVA sugli assorbenti, non è la stessa cosa. Il politico sta interferendo con una scelta privata di una donna senza darle strumenti e/o agevolazioni.Non è più un'informazione, ma un'interferenza.

Posso esse libero di dire tutto quello che mi pare: una visione illusoria e dannosa della libertà di espressione....Quando ti esprimi ciò che dici non è più solo tuo, ma diventa anche di tutti gli altri che sono coinvolti"
Tutti i social dovrebbero garantire la libertà di espressione?

Libertà di espressione online

Elon Musk rispose: " E' davvero molto importante che le persone abbiano la percezione di essere e siano realmente in grado di parlare liberamente entro i limiti stabiliti dalla legge."

Ad Aprile del 2022 Chris Anderson pose ad Elon Musk questa domanda:"Cosa farai con Twitter se lo dovessi comprare?

C'è una soluzione?

Un'altro punto importante di Mastroianni è quello inerente il fatto che quando una persona esprime un pensiero, questo diventa possesso di chi lo ascolta.La libertà di espressione è una responabilità che ha come conseguenza l'autoconsapevolezza.

Con l'avvento di internet la libertà di espressione è stata vista come un miraggio divenuto realtà. Tutti potevano esprimersi.Man mano che internet diventava sempre più popolare e accessibile, centinaia di milioni di utenti con visioni politiche, religioni, geografie, ecc, avevano la possibilità e la necessità di potersi esprimere liberamente; e con i social network ancora di più.Il problema però non è tecnologico, ma umano: è difficile immaginare un'umanità che parli in modo pacifico, educato, pacato su qualsiasi tema, anche il più banale, senza che qualcuno abbia la presunzione di constatare che la sua opinione risulti quella corretta a prescindere dalle altre.

Il contratto sociale di Hobbes

Quali sono i limiti stabiliti dalla legge?

Huemer asserisce quindi che qualsiasi intervento da parte delle autorità senza adesione, involontaria, nella mia vita privata, non è mai legittimato, ma "sopportabile". Non potendo demandare la mia libertà a qualcuno che riconosco come più competente, sopporto la limitazione della mia libertà; sopporto che lo Stato intervenga in alcuni campi della mia vita, fermo restando che quella è e rimane "sopportabilità", non "legittimità".

Huemer ci fa comprendere come la legittimazione del potere politico non è un qualcosa al quale i cittadini aderiscono volontariamente, ma vi si trovano immersi perché vivono in un determinato territorio. Esistono accordi tra individuo e società, individuo e comunità che però non poggiano sulla base di un'adesione volontaria.Il grande problema della legittimità politica è proprio questa: il fatto che esiste un "contratto sociale", ma in realtà questo contratto non esiste fisicamente e proprio a seguito di questa motivazione non tutti gli Stati sono democratici ma nel tempo si sono creati Stati totalitari, Monarchie, ecc.

"La teoria del contratto sociale è la più accreditata spiegazione dell'autorità, secondo la quale si ritiene che esista una relazione contrattuale tra lo Stato e i suoi cittadini...Hobbes tuttavia sostiene che lo Stato non deve nulla ai cittadini perché non è una delle parti del contratto, egli considera il contratto sociale un accordo tra cittadini."

Michael Huemer, professore di filosofia dell'Università del Colorado, nel suo trattato "Paradosso dell'autorità" citando "Il Contratto Sociale" di Hobbes sostiene:

Cosa è legittimo o sopportabile online, allora?

VS

Prendiamo l'esempio del blocco della pagina Facebook di Casapound da parte della società stessa e partiamo dal presupposto che quelle opinioni, idee, pensieri esistevano già da prima che venissero esposte pubblicamente. Erano forse più nascoste, ma c'erano.Dal momento che fanno accesso nella "nazione" Facebook, queste idee avrebbero dovuto comunque sottostare ad una determinata policy che impedisce ai promotori delle pagine di diffondere idee nocive e/o pericolose. Una policy regolamentata, scritta, accettata e firmata.Facebook ha tutto il diritto di oscurare o cancellare una pagina se viola le policy accettate contrattualmente.Dovrebbe intervenire lo Stato sulle scelte compiute da una piattaforma online privata come un social network?Per far sì che lo stato intervenga dovremmo avere uno Stato come quello immaginato da Robert Nozick, ovvero uno stato dove "la società ha la preminenza sullo Stato e questo esiste per difendere quei diritti e quei beni individuali....che pone l'accento sul diritto di partecipazione".

Le società private, come Facebook o Twitter, hanno qualche obbligo morale o giuridico quando limitano le libertà di soggetti, organizzazioni, associazioni, ritenute pericolose o odiose?

VS

Applichiamo al presente l'idea di Stato di Nozick.Facciamo finta che Facebook decidesse che tutte le persone che portano un baffo che assomiglia a quello di Hitler non possono stare sulla piattaforma. Secondo Nozick lo Stato dovrebbe intervenire e dire:"No! Io esisto per salvaguardare la libertà di scelta del singolo cittadino, qualunque essa sia!"E' realmente difficile pensare che sia possibile uno Stato del genere in questo mondo; non vi sono i presupposti per come si vive il potere politico affinché si legittimi l'intervento dello Stato sulle libertà delle piattaforme private.Ad oggi possiamo reputare sconveniente il fatto che un social network decida quale pagina, commento o persona possa restare all'interno dello stesso; ma lo sarebbe ancora di più se lo Stato si intromettesse in una politica aziendale privata.Forse.

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CASI DI CRONACA

PROPAGANDA
Quale parola risalta all'occhio nella lettura di quella legge?

Questo decreto legge è basato sull'hate speech, ovvero sull'odio razziale, ma non solo; può riguardare anche sesso, religione, cultura, ecc.

Una fake news del 2017 accusò una ragazza Rom di aver provato a rapire un bambino. Questa fece scandalo sul web dando vita a una serie di commenti sulla comunità Rom offensivi, ingiuriosi, estremisti, obbligando la polizia postale di Genova a fare indagini ed infine a condannare alcune persone, sulla base dell'art. 3 della legge n. 654 del 1975.

Io non esprimo solo il mio pensiero, faccio propaganda e cerco di convincere l'altro delle mie idee.
Quando divulghiamo un pensiero, questo diventa di tutti.

Quel diritto finisce nel momento in cui vi è una diffamazione. Io non posso ledere con le mie espressioni la reputazione di un'altra persona, perché protetta dall' Art 2 della Costituzione. Che vince sull'Art. 21, in questo caso.

Quando si parla di libertà di espressione, questa deve essere bilanciata con il principio di uguaglianza ed il divieto di discriminazione, concetto che sta alla base del principio di ordine pubblico.Ma quindi l'Art. 21 della Costituzione?

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

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Art. 2 della Costituzione

Art. 21 della Costituzione

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione.

Leggi a tutela della libertà di espressione e il caso Noam Chomsky

Art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea:"Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.

Art. 29 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo:"Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale di una società democratica. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.

Art. 10 della Convenzione Europea dei diritti umani:"Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera."

L'art. 10 della CEDU, comma 2:"La libertà d'espressione comporta doveri e responsabilità. Può essere sottoposta a formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all'integrità territoriale o alla pubblica sicurezza; alla difesa dell'ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l'autorità e l'imparzialità del potere giudiziario.

Art. 19 della Dichiarazione Universali dei Diritti umani:"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espresione inlcuso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Tra le leggi più importanti sono da annoverare:

Per Popper la tolleranza deve essere tutelata basandoci sui principi di uno Stato democratico. Ma come fa una società tollerante a limitare i pensieri, le parole e le azioni di una persona che ne fa parte, esplicitamente intollerante?Fin quando una società tollerante può tollerare l'intolleranza?

"La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi."

Nell'affrontare la tematica della libertà di espressione, emerge un rapporto dialettico tra l'esercizio pieno del diritto fondamentale ed i limiti imposti sul diritto stesso.Viene in mente il paradosso della tolleranza che teorizzò Karl Popper.

Il commento di Chomsky al riguardo è rilevante:“Anche se Faurisson fosse per ipotesi un antisemita scatenato o un filonazista fanatico...ciò non avrebbe assolutamente alcuna conseguenza sulla legittimità della difesa dei suoi diritti civili...a dover essere più strenuamente difeso è proprio il diritto ad esprimere liberamente le idee più spaventose; è troppo facile difendere la libertà d’espressione di coloro che non hanno bisogno di essere difesi.”

Sulla base di queste leggi, prendiamo come esempio un evento accaduto nel 1980, quando Noam Chomsky scrisse la prefazione del libro "Mémoire en défense" di Robert Faurisson.Il libro in questione negava la maggior parte delle evidenze storiche inerenti lo sterminio degli ebrei, l’esistenza delle camere a gas, il Terzo Reich, ecc., ma il punto sul quale vorrei focalizzarmi non è inerente il libro in sé per sé, ma sulla prefazione, curata da un filosofo, linguista, accademico, scienziato cognitivista, teorico della comunicazione, attivista politico e saggista statunitense e per giunta ebreo, Noam Chomsky.

La loro influenza si avvicina a quella di uno Stato, appropriandosi di spazi e amministrandoli con regole proprie. Questo sta ridisegnando i confini dei poteri e la natura stessa di internet.

La decisione a posteri dimostra il fatto che viviamo in un contesto labile dove su cosa essere tolleranti o no, in base alla democrazia, viene deciso quando, dove e perché da privati.

Viene cancellato il social network "Parler" frequentato da sostenitori repubblicani. Sullo stesso si erano sostenuti ed alimentati ed avevano organizzato l'assalto, sostenuti da Trump.

In questa data tantissime piattaforme online, tra cui Google e Facebook, hanno preso una posizione riguardo all'assalto a Capitol Hill, bloccando l'account del presidente Trump.

"Voi non ve ne accorgete, ma state subendo una programmazione. Ora, però, dovete decidere a quanta della vostra indipendenza intellettuale siete disposti a rinunciare"Chamat Palihapitiya

Le parole dell'ex vicepresidente di Facebook illuminano su come queste ziende online possono accentrare il potere economico e politico nelle mani di poche persone

Il potere autoritativo si è consolidato nel momento in cui hanno potuto bloccare il presidente degli Stati Uniti d'America, dimostrando che possono decidere "chi, come, quando e perché" nel mondo online.

Tutti i social erano stati inizialmente passivi riguardo la violenza verbale, le fake news, le bolle filtro, permettendo la creazione di un contesto "malato" ed opacizzato.

08/01/2021 - Data "Punto Zero"

Ma come ho già detto all'inizio, il problema non è dei social network, ma nostro: siamo noi che abbiamo disatteso la capacità di saperli usare al meglio.

Il fatto che vi sia uno sviluppo tecnologico non significa che debba essere abbandonato a se stesso senza una guida, né limiti.I social hanno illuso gli utenti di poter offrire una "community" con un senso irreale e irraggiungibile di perfezione", ma hanno portato anche al costituirsi di un odio "democratico" in cui ognuno si sente libero e legittimato di esprimere il proprio dissenso arrivando a insultare e minacciare gli altri

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Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione.

"La soluzione di questo paradosso si trova nella più pratica delle applicazioni democratiche: il sistema dei pesi e dei contrappesi...Quando questi contrappesi vengono messi in discussione da istanze intolleranti, allora la società aperta deve attivarsi per "isolare" il gruppo che le porta avanti; non con la censura, ma attraverso mezzi democratici. Questi possono essere difensivi (istituti giudiziari che tutelano gli individui e le istituzioni) o attivi (l'educazione dei cittadini a una cultura tollerante ed inclusiva, la comprensione delle ragioni che hanno spinto un gruppo di individui ad abbracciare una fede intollerante e la loro riabilitazione nel sistema democratico)."

Ma quindi, l'affermazione di Musk è giusta?

Potenzialmente sì. In che misura? Non è possibile dare una definizione perché vorrebbe dire dare concretezza al paradosso della tolleranza, al quale fin'ora, dal 1945, non sono riuscite nemmeno leggi e normative.Il pensiero più vicino al mio è quello della giornalista Antonella Serrecchia, la quale, nel giornale online "The Vision" ha proposto questa soluzione:

Università degli studi di Modena e Reggio EmiliaCorso magistrale in Media Education delle discipline letterarie e l'editoria.Esame di Diritto delle tecnologie digitali.
Daniele Trombetta

Grazie