Da eco a ego: il distacco dalla Natura

Caspar D. Friedrich, Viandante sul mare di nebbia. Nel suo dipinto c'è un uomo che contempla l'immensità della natura. oggi perdendola, passiamo da eco a ego secondo vivereinmovimento
"Volgi lo sguardo agli astri, ai loro giri pei cieli; seguili, compiendo quasi insieme con loro, il rapido corso; ininterrottamente poi considera le vincendevoli mutazioni degli elementi l'uno nell'altro. Il pensiero rivolto a questi motivi rende infatti pura da sozzure questa vita sulla terra". Marco Aurelio 7-47

Forse è per questo che oggi stiamo perdendo la nostra anima, i valori, la connessione con la natura. Guardiamo di giorno un sole appannato e di notte un cielo coperto dalle luci della città o da una nebbia di inquinamento. Le stagioni sono miti, e quando fa freddo ci chiudiamo in casa con il riscaldamento o quando fa caldo al chiuso con il condizionatore. Ci spostiamo a velocità incomprensibili e vediamo il cibo impacchettato senza raccoglierlo dalla terra o senza sentire il sacrificio dell’animale.

Non vedendo tutto ciò non possiamo comprendere la maestosità dell’universo e della natura. Ci rifugiamo in noi stessi e ci creiamo una realtà fittizia mettendo la nostra persona al centro di tutto. Qualsiasi cosa ci accade ora ha un significato profondo, la morte ci spaventa e le sofferenze vanno evitate come le malattie. Essendo noi stessi i protagonisti del mondo, vediamo le sozzure sulla terra come attacchi personali. Anzi, ci riempiamo il campo visivo di sozzure.

Per Marco Aurelio la soluzione sarebbe semplice: scappa nella natura e osserva i cambiamenti e la grandezza di essa. Non ne sei al centro ma ne sei parte.