NikolajAleksandrovi9Vasil’ev
Logicaimmaginaria
AcuradiVenanzioRaspaeGabriellaDiRaimo
Caroccieditore
TraduzionedalrussodiGabriellaDiRaimo
conlacollaborazionediVenanzioRaspa
Questovolumeèstatorealizzatoconilcontributo
delDipartimentodiScienzedell’Uomo
dell’UniversitàdegliStudidiUrbino“CarloBo”
aedizione,ottobre
©copyrightby
CaroccieditoreS.p.A.,Roma
Finitodistamparenell’ottobre
dallaLitografiaVaro(Pisa)
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compresalafotocopia,ancheperusointerno
odidattico.
Indice
Premessa
11
1.
Una vita inquieta
di Venanzio Raspa e Gabriella Di Raimo
17
1.1.
1.2.
1.3.
1.4.
1.5.
1.6.
Kazan’
La famiglia
Infanzia e formazione
L’università
Insegnamento e ricerca
La guerra, la malattia, la morte
17
18
19
20
20
22
2.
L’opera storico-letteraria di N. A. Vasil’ev
di Gabriella Di Raimo
25
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6.
La concezione della storia
L’idea del bene: Tolstoj e Solov’ëv
La ricerca dell’armonia
L’inganno della realtà
Altri mondi
L’unione degli opposti
25
27
28
29
31
32
3.
Pensare la contraddizione. L’opera logica di N. A. Vasil’ev
di Venanzio Raspa
37
3.1. Il contesto storico-culturale
37
3.1.1. In Russia / 3.1.2. In Europa occidentale / 3.1.3. Letture
7
INDICE
3.2. La logica del concetto
46
3.2.1. Le forme del giudizio in Christoph Sigwart / 3.2.2. Il giudizio particolare come giudizio accidentale / 3.2.3. Il triangolo delle opposizioni e la
legge del quarto escluso / 3.2.4. Un dibattito sulle proposizioni particolari
3.3. La logica non-aristotelica
62
3.3.1. Un perenne contemporaneo: Aristotele / 3.3.2. Isaac Husik / 3.3.3.
Jan Łukasiewicz e Alexius Meinong
3.4. La logica immaginaria
75
3.4.1. Contro l’unicità della logica e l’assolutezza dei princìpi logici / 3.4.2.
Un nuovo concetto di negazione / 3.4.3. Due leggi riguardanti la contraddizione / 3.4.4. Il giudizio indifferente / 3.4.5. Sillogismi indifferenti / 3.4.6.
Logica immaginaria e geometrie non-euclidee / 3.4.7. Interpretazioni alternative della logica immaginaria / 3.4.8. La metalogica
3.5. Le interpretazioni
103
3.5.1. I primi lettori, le prime critiche / 3.5.2. La riscoperta di Vasil’ev e
l’interpretazione polivalente della logica immaginaria / 3.5.3. L’interpretazione paraconsistente / 3.5.4. Ricostruzioni sillogistiche della logica immaginaria / 3.5.5. Letture storico-sistematiche della logica immaginaria /
3.5.6. Meinong e Vasil’ev: un connubio non impossibile
Nota alla traduzione
133
Nikolaj Aleksandrovič Vasil’ev
Logica immaginaria
Sui giudizi particolari, sul triangolo delle opposizioni,
sulla legge del quarto escluso
143
Logica immaginaria (Sintesi di una lezione)
181
Logica immaginaria (non-aristotelica)
187
Logica e metalogica
225
Logica immaginaria (non-aristotelica)
(Tesi presentate al V Congresso Internazionale di Filosofia)
253
8
INDICE
1.
2.
3.
4.
Note del curatore
257
Bibliografia
271
Scritti di N. A. Vasil’ev
Letteratura su N. A. Vasil’ev
Opere di altri autori (citate da N. A. Vasil’ev)
Altre opere
271
276
286
293
Indice dei nomi
301
9
Avvertenza
Le opere vengono citate secondo la data di pubblicazione. Nei riferimenti agli
scritti di Vasil’ev, i numeri fra parentesi quadre rinviano alle pagine del presente volume. Le traduzioni, quando non sia indicata fra parentesi quadre quella corrispondente italiana, sono di chi scrive. Le opere collettive, così come le
traduzioni e i commentari delle opere di Aristotele, appaiono sotto il nome del
curatore. Sono state inoltre utilizzate le seguenti sigle:
Ak.
CP
GA
W
Kants gesammelte Schriften
Collected Papers of Charles Sanders Peirce
Alexius Meinong Gesamtausgabe
G. W. F. Hegel, Werke in zwanzig Bände
Premessa
Esattamente un secolo fa, il logico russo Nikolaj Aleksandrovič Vasil’ev (1880-1940) pubblicava un saggio, Logica immaginaria (nonaristotelica), in cui argomentava a favore della possibilità di una logica
«diversa dalla nostra», «una logica senza la legge di contraddizione»,
facendosi in tal modo sostenitore del pluralismo logico. Egli muoveva
dall’ipotesi che, in un mondo immaginario, proprietà negative (come
non-rosso) e oggetti contraddittori (che sono contemporaneamente rossi e non-rossi) siano percepibili allo stesso modo in cui lo sono, nel nostro mondo, il libro che state leggendo in questo momento o il rosso
del nostro sangue. Il contributo di Vasil’ev alla logica consiste, infatti,
nell’aver proposto alcuni abbozzi di sistemi, ancora improntati alla logica formale tradizionale, validi per un simile mondo immaginario, nel
quale si troverebbero, oltre a oggetti contraddittori e proprietà negative, anche i soggetti in grado di percepirli. Per analogia, si potrebbe
pensare a una mappa topografica molto dettagliata, che consente di
orientarsi in una regione ampia e sconosciuta – solo che la regione rappresentatavi non esiste, oppure si trova in un mondo fantastico, ma non
nel nostro. Che farsene di una simile mappa? E ugualmente, a cosa serve la logica immaginaria? A questa domanda Vasil’ev risponde in maniera secca: «A separare, nella nostra logica, gli elementi empirici (che
si possono eliminare) da quelli non-empirici, che non si possono eliminare» (cfr. infra, p. 184; cfr. anche pp. 216, 255), in quanto questi ultimi sono validi non soltanto in tutti i mondi possibili, ma anche in
quelli stravaganti, che contengono oggetti contraddittori.
Oggi non è inusuale sentir parlare di oggetti contraddittori e di
mondi impossibili, sebbene sia controversa la loro accettazione; mentre
è un dato di fatto accertato che si dia una pluralità di logiche. Ma quel
che può apparire ovvio oggi non lo era allora. E se l’aver lavorato a
una reinterpretazione radicale della logica tradizionale ha collocato Vasil’ev ai margini di quel grande movimento che, tra la seconda metà
11
VENANZIO RASPA
dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, ha portato al costituirsi
della logica matematica, d’altronde proprio la lettura dei suoi scritti
fornisce un sostanziale contributo per una più attenta comprensione di
quel periodo, invitando a riconoscere che la stessa logica tradizionale
era ricca di suggestioni e nuove problematiche, in parte già indirizzate
in senso non-classico.
I testi qui raccolti, che vengono per la prima volta presentati in traduzione italiana, propongono idee in corso di elaborazione. Ai tre saggi
principali, Sui giudizi particolari, sul triangolo delle opposizioni, sulla
legge del quarto escluso (1910), Logica immaginaria (non-aristotelica)
(1912) e Logica e metalogica (1912-13), sono stati aggiunti due scritti
molto brevi, Logica immaginaria (1911) e Logica immaginaria (nonaristotelica) (1925), simili fra loro per il carattere sintetico ed espositivo, piuttosto che argomentativo. Se si considera che quest’ultimo testo
non aggiunge nulla di nuovo rispetto agli altri, ma si limita a elencare
sinteticamente i risultati conseguiti, sembra che la riflessione logicofilosofica di Vasil’ev si sia esaurita nell’arco di pochi anni. Eppure egli
muore alla fine del 1940! Tuttavia, se si pone attenzione alle date di
pubblicazione dei suoi scritti, si noterà che la ricerca logico-filosofica
di Vasil’ev si è sviluppata negli anni, certo non facili, immediatamente
antecedenti allo scoppio della Prima guerra mondiale. Egli stesso fu
costretto a interrompere la ricerca e l’insegnamento per recarsi al fronte – oltre che filosofo era medico, e come tale poteva senz’altro rendersi più utile. Ma la guerra, gli orrori della guerra lo faranno uscire di
senno. Una serie di crisi psichiche lo porteranno, dopo alterne vicende,
ad essere infine internato in una clinica psichiatrica.
Immediatamente dopo la loro pubblicazione, gli scritti di Vasil’ev
vennero letti, recensiti e discussi, suscitando non poco interesse in
Russia. Come avrebbe potuto continuare a svilupparsi, se non fosse
stata drammaticamente interrotta, la riflessione logico-filosofica di Vasil’ev? La varietà delle interpretazioni che, dopo la sua riscoperta, sono
state date della logica immaginaria, di volta in volta ritenuta anticipatrice delle logiche polivalenti o delle paraconsistenti, delle logiche intensionali o delle teorie dei mondi impossibili, assume le sembianze di
una risposta implicita a tale domanda e mostra come molti temi trattati
da Vasil’ev abbiano trovato riscontro nella logica contemporanea, ispirando, in alcuni casi, anche nuovi indirizzi di ricerca (su quantificatori,
modalità, negazione, oggetti incompleti e contraddittori). Chiaramente
moderna è poi l’accentuazione posta da Vasil’ev sulla base ontologica
della logica formale, la sua ipotesi che questa contenga elementi che
riflettono la nostra comprensione del mondo e dei tipi di oggetti che
trattiamo, l’idea che un sistema logico è valido per un determinato dominio di oggetti di riferimento.
12
PREMESSA
Ci sono molti modi di leggere un autore, uno di questi sta nell’assumerlo come guida per lo studio di un grappolo di teorie e per la conoscenza di un mondo o, meglio, di una porzione di mondo. Così, partendo da Vasil’ev, possiamo rileggere un frammento di storia della logica,
specificamente della logica tradizionale, risalendo fino ad Aristotele;
siamo ovviamente portati a indagare anche il periodo in cui Vasil’ev
vive e scrive, ma, allo stesso tempo, ci accostiamo, almeno quanto
all’idea, alle successive logiche non-classiche.
Esaminare il contesto storico-culturale nel quale un autore si è formato e ha poi sviluppato la propria riflessione è necessario, sia perché le sue
teorie e quelle con le quali egli si confronta portano i segni del periodo
storico in cui sono state elaborate, sia perché – e ciò è tanto più importante se si vogliono evitare imbarazzanti malintesi – il linguaggio e la terminologia utilizzati sono spesso storicizzati. Vasil’ev usa, ad esempio, il
termine “metalogica”, che però non va inteso nell’accezione oggi corrente, bensì in analogia al significato tradizionale del termine “metafisica”:
La metafisica è la conoscenza dell’essere indipendentemente dalle condizioni
dell’esperienza. La metalogica è la conoscenza del pensiero indipendentemente dalle condizioni dell’esperienza1.
Ancora, egli usa il termine суждение (suždenie) – che abbiamo tradotto con “giudizio” e non con “proposizione”2 – secondo il significato
attribuito al giudizio nel corso dell’Ottocento: il giudizio è collegato
alla mente che lo formula, reca in sé una caratterizzazione psichica, che
invece manca alla proposizione, la quale è invece l’espressione linguistica del giudizio. Anche ammettendo un platonismo che considera le
teorie come esistenti in sé, indipendentemente dai soggetti che le formulano, è pur vero che nel nostro mondo ‘sublunare’ – come lo chiamerebbe Aristotele – noi veniamo in contatto con le teorie attraverso le
opere e i discorsi di quegli esseri finiti, dotati di mente e corpo, che sono gli autori. L’idealismo va allora temperato con un po’ di materialismo, che ci riporti dall’iperuranio alla terra, e quindi a considerare come, nell’elaborazione delle teorie, giochino un ruolo non irrilevante le
condizioni storiche e materiali, non soltanto quelle generali, ma anche
quelle particolari in cui l’autore si è trovato a operare.
Nel caso specifico andranno quindi considerati, sebbene succintamente, lo stato della logica, sia in Russia sia in Europa occidentale, a cavallo fra Ottocento e Novecento, ma soprattutto i modi in cui Vasil’ev ha
recepito e rielaborato gli apporti e le suggestioni che gli venivano dall’esterno. Diventa così rilevante, accanto alla storia esterna, la storia interna, ossia le letture e gli incontri che sono risultati importanti per la formazione e lo sviluppo della riflessione filosofica del nostro autore. In certi
casi, le affinità con alcuni filosofi e logici contemporanei non trovano
13
VENANZIO RASPA
riscontro in citazioni testuali nei suoi scritti, ma tanto più evidenziano un
interesse generalizzato, in quel periodo, per determinati argomenti.
Come facciamo a tracciare queste coordinate? Non possiamo partire
dal generale e proiettarlo semplicemente sul particolare, perché non
sarebbe esplicativo, in quanto le condizioni generali sono comuni a tutti (o quasi tutti) i logici e i filosofi del tempo. Dobbiamo invece partire
dal particolare, dall’individuo Vasil’ev, e da lui muovere verso l’identificazione di un contesto generale, di un mondo, che è il mondo di Vasil’ev o, meglio, quello al quale abbiamo accesso per suo tramite. Per
fare questo, partiamo da una sintetica esposizione della sua biografia,
che presenta caratteri a dir poco drammatici, se si considera che Vasil’ev vive la Prima guerra mondiale, la Rivoluzione d’ottobre, lo stalinismo e, per almeno un terzo della sua vita, il manicomio.
Vasil’ev è noto soprattutto come logico, in particolare per i suoi articoli sulla logica da lui stesso denominata “immaginaria”; in realtà, si
occupò anche di poesia, psicologia, storia e critica letteraria. Non che
abbia raggiunto dei vertici in ciascuno di questi campi: le sue poesie,
scritte secondo uno stile che presenta motivi comuni al simbolismo
russo, non hanno lasciato il segno nella letteratura russa; come psicologo, Vasil’ev ha soprattutto insegnato, ma non ha prodotto una propria
teoria; i suoi contributi alla storia e alla critica letteraria sono quantitativamente limitati, perché possano essere ritenuti considerevoli; il filosofo è strettamente legato al logico, nel senso che – almeno negli scritti
pubblicati – le teorie esposte cadono, se non nell’ambito della logica,
in quello della filosofia della logica. E tuttavia, se è in logica che Vasil’ev ha conseguito i risultati maggiormente degni di nota, è pur vero
che non si può trascurare la poliedricità della sua produzione, se si
vuole avere un’immagine il più possibile completa della sua figura di
studioso e intellettuale; ma anche se si vuole comprendere appieno come egli sia giunto a elaborare l’idea di una logica immaginaria e qual è
il senso che le conferisce. Pertanto, sebbene gli scritti di Vasil’ev qui
tradotti siano esclusivamente quelli di logica e filosofia della logica,
abbiamo ritenuto opportuno estendere il nostro sguardo anche alle altre
discipline con le quali egli si è cimentato. Innanzi tutto forniremo – come preannunciato – le linee generali della biografia di Vasil’ev (CAP.
1), quindi ci occuperemo della sua attività di storico e letterato (CAP.
2), per poi passare a esaminarne la produzione logica (CAP. 3). Questa
viene dapprima inquadrata nel suo contesto storico-culturale (PAR. 3.1)
e poi esposta in forma sistematica (PARR. 3.2, 3.4); un paragrafo intermedio (PAR. 3.3) tratterà dei tentativi coevi di sviluppo di logiche nonaristoteliche che presentano delle affinità con la logica immaginaria;
seguirà, infine, una rassegna delle interpretazioni che, negli ultimi cento anni, sono state date della logica immaginaria (PAR. 3.5).
14
PREMESSA
Gabriella Di Raimo e io abbiamo iniziato a lavorare insieme alla traduzione degli scritti di Vasil’ev circa dieci anni fa. Essa viene pubblicata
solo ora a causa dei nostri diversi impegni di lavoro e di ricerca, che
non ci hanno permesso di procedere con la desiderata continuità. Sia
nell’introdurre che nel curare i testi di Vasil’ev si riflettono le nostre
rispettive competenze, linguistiche e letterarie dell’una, filosofiche e
logiche dell’altro. La traduzione è stata condotta da Gabriella Di Raimo con la collaborazione di chi scrive, che è l’autore delle note aggiunte ai testi di Vasil’ev, nelle quali si danno riferimenti bibliografici
e indicazioni sulle fonti da lui utilizzate, che mancano nell’edizione
russa.
La pubblicazione del presente volume significa per me aver adempiuto un impegno che mi ero assunto nel dare alle stampe In-contraddizione. Il principio di contraddizione alle origini della nuova logica
(1999): approfondire lo studio di un gruppo di autori (Meinong, Łukasiewicz, Vasil’ev) risultati interessanti per l’analisi del principio di
contraddizione e dei problemi ad esso connessi, e rendere disponibili al
lettore italiano i loro testi. Negli anni ho avuto modo di discutere della
logica immaginaria di Vasil’ev in diverse occasioni: al Convegno triennale della Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze tenutosi a Cesena e Urbino nel febbraio 1999; nel corso di un seminario su
Aristotele e la nascita delle logiche non-aristoteliche nel maggio 2002
presso l’Istituto di Filosofia dell’Università di Urbino; al Convegno La
conoscenza come rete di modelli svoltosi ad Alghero nel settembre
2004; nel seminario su La logica immaginaria di N. A. Vasil’ev, che ho
tenuto presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze umane dell’Università di Macerata nel marzo 2009; e durante le lezioni tenute, sempre
nel marzo 2009, presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di
Ljubljana.
Nel frattempo abbiamo contratto diversi debiti. La bibliografia e le
note di commento agli scritti di Vasil’ev non avrebbero visto la luce
– non nella forma attuale – se non mi fosse stato possibile lavorare
presso la Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz di Berlino usufruendo del suo ampio patrimonio librario. Giuseppe Ambrogi e Francesca Di Ludovico della Biblioteca Centrale Umanistica dell’Università di Urbino ci hanno procurato con prontezza e solerzia ogni libro o
articolo richiesto. Silvio Bozzi e Cristina Santinelli hanno letto e commentato l’introduzione, dandoci preziosi suggerimenti. Da Emanuele
Marini e Giovanna Moracci abbiamo ricevuto utili consigli nel corso
della revisione finale della traduzione. Jola Słowińska ci è stata d’aiuto
nella lettura dei testi in polacco. Domenico Mancuso ci ha aiutato per
la rappresentazione dei diagrammi e delle figure. Fabio Frosini, col
quale abbiamo condiviso la stessa sede di lavoro durante i nostri incon15
VENANZIO RASPA
tri del venerdì, si è prestato a discutere con noi vari problemi di resa
lessicale. Uguale disponibilità ci hanno dimostrato Italo Cubeddu e
Marco Dorati. Grazie a tutti. Siamo ovviamente noi gli unici responsabili di eventuali errori di traduzione e/o di interpretazione, che speriamo non siano né molti né gravi.
Urbino, giugno 2012
Venanzio Raspa
Note
1. Vasil’ev (1911/1989: 130 [184]; 1912: 242 = 1989: 89 [215]; 1912-1913a: 73 =
1989: 115 [242]; 1925: 109 [255]).
2. Cfr. la Nota alla traduzione, p. 136.
16
1
Una vita inquieta
di Venanzio Raspa e Gabriella Di Raimo
1.1
Kazan’
La città di Kazan’, attualmente capitale della Repubblica del Tatarstan
(una repubblica autonoma della Federazione Russa), è un importante
porto fluviale della Russia centrale europea, sito alla confluenza del
fiume Kazanka con il Volga. Fu fondata dai Mongoli dell’Orda d’Oro
alla fine del XIV secolo e divenne in breve tempo la capitale di un potente khanato tataro. Nel 1552, sotto lo zar Ivan IV il Terribile, Kazan’
fu conquistata dai Russi; nel 1774, nel corso di una rivolta delle truppe
del cosacco Pugačëv, la città venne in gran parte rasa al suolo, ma fu
ricostruita subito dopo, durante il regno della zarina Caterina la Grande. Vi ha sede una prestigiosa università, fondata nel 1804, dove studiarono fra gli altri Lev Nikolaevič Tolstoj e, anche se per soli tre mesi, Vladimir Il’ič Ul’janov (Lenin). Secondo Valentin A. Bažanov, pur
essendo ai margini dell’attività accademica sia europea sia russa, Kazan’ – un piccolo centro universitario, se paragonato a Mosca o a San
Pietroburgo – offriva tuttavia agli studiosi la libertà necessaria per sviluppare le proprie idee. Ciò spiegherebbe come mai proprio lì siano
state elaborate concezioni “eretiche” quali la geometria non-euclidea di
Nikolaj Ivanovič Lobačevskij, la logica non-aristotelica di Vasil’ev, la
poesia futurista di Velimir Vladimirovič Chlebnikov, ciascuna recante
l’appellativo di “immaginaria”1.
A Kazan’ nasce, il 29 giugno 1880, Nikolaj Aleksandrovič Vasil’ev,
primogenito di Aleksandr Vasil’evič Vasil’ev e Aleksandra Pavlovna
Maksimovič2. Entrambi provengono da famiglie di studiosi e intellettuali non indifferenti all’impegno politico. Quanto ciò sia rilevante per
la formazione del nostro Vasil’ev diverrà chiaro fra breve, per il momento cerchiamo di conoscere più da vicino la sua famiglia.
17
VENANZIO RASPA / GABRIELLA DI RAIMO
1.2
La famiglia
Il nonno paterno, Vasilij Pavlovič Vasil’ev (1818-1900), era un noto sinologo, autore di un volume dal titolo Buddizm, ego dogmaty, istorija i
literatura [Il Buddismo: dogmi, storia e letteratura] (1857), nonché docente di Lingua e cultura cinese presso l’Università di Kazan’ fino al
1855, quando, in seguito alla chiusura del Dipartimento di Studi Orientali, fu trasferito insieme ad altri docenti a San Pietroburgo, dove continuò
l’attività di insegnamento e divenne anche membro dell’Accademia delle
Scienze. Nel 1852, Vasilij Pavlovič Vasil’ev aveva sposato Sof’ja Ivanovna Simonova, figlia di Ivan Michajlovič Simonov (1794-1855), che
fu astronomo, anch’egli membro dell’Accademia delle Scienze di San
Pietroburgo, collega di Lobačevskij e successore di questi nella carica di
rettore dell’Università di Kazan’3. Il nonno materno di Nikolaj, Pavel
Pavlovič Maksimovič (1817-1892), fu un importante sostenitore della
cultura popolare, per la quale si adoperò molto, organizzando corsi di
alfabetizzazione e fondando a Tver’ una scuola femminile per maestre4.
Il padre di Nikolaj, Aleksandr Vasil’evič Vasil’ev (1853-1929), fu
un valente matematico. Durante gli anni del liceo aveva mostrato, in
un primo tempo, una grande passione per la chimica, ma in seguito i
suoi interessi si volsero decisamente verso la matematica. Nel 1870 si
iscrisse alla Facoltà di Matematica dell’Università di San Pietroburgo,
laureandosi brillantemente, tanto che già nel 1874 iniziò a insegnare
come libero docente all’Università di Kazan’. Nel 1879 sposò Aleksandra Pavlovna Maksimovič e l’anno seguente nacque il loro primogenito Nikolaj. Sempre nel 1879, A. V. Vasil’ev perfezionò i suoi studi
sotto la guida dei matematici Leopold Kronecker e Karl Th. W. Weierstrass5. Ben presto iniziò a interessarsi all’opera di Lobačevskij, sul quale
scrisse vari lavori, compresa una monografia6. E anche questo – vedremo – sarà importante per la formazione e lo sviluppo del pensiero di N.
A. Vasil’ev. Nel 1899, Aleksandr Vasil’evič divenne ordinario di Matematica pura all’Università di Kazan’. Egli diede un importante impulso
alla vita culturale della città, aprendo ben presto la sua dimora a studiosi
di matematica e intellettuali come Aleksandr Petrovič Kotel’nikov, Dmitrij Matveevič Sincov, Vladimir Leonidovič Nekrasov e Evgenij Ivanovič
Grigor’ev, che il venerdì erano soliti riunirsi per discutere delle più varie
questioni scientifiche. Tra le altre figure di spicco si ricorda il già citato
poeta Chlebnikov, personalità poliedrica e geniale del futurismo russo; a
lui, che da A. V. Vasil’ev trasse importanti suggestioni e stimoli creativi
legati al suo forte interesse per la matematica, si deve l’invenzione del
cosiddetto zaumnyj jazyk (linguaggio transmentale)7.
18
1. UNA VITA INQUIETA
A. V. Vasil’ev fu molto apprezzato dai suoi studenti e fu tra i fondatori della Società Fisico-Matematica di Kazan’, di cui rimase presidente fino al 1905. Conobbe numerosi matematici del tempo, fra i quali Jules-Henri Poincaré e Bertrand Russell8. A quest’ultimo, durante un
suo viaggio in Russia, Vasil’ev ebbe modo di consegnare una copia del
suo volume Prostranstvo, vremija, dviženie: istoričeskoe vvedenie v
obščuju teoriju otnositel’nosti [Spazio, tempo, moto. Introduzione storica alla teoria universale della relatività] (1922)9, che fu successivamente pubblicato in inglese con un’introduzione dello stesso Russell10.
Per nulla indifferente alle questioni sociali, A. V. Vasil’ev fu amico
di Aleksandr Il’ič Ul’janov, personaggio di spicco del movimento rivoluzionario degli anni ’80, tra gli organizzatori del fallito attentato allo
zar Alessandro III nel 1887, nonché fratello di Lenin. La loro amicizia
risale al 1885. Nel 1887 Aleksandr Vasil’evič fece politica attiva: pur
non divenendo un rivoluzionario, prese parte a diverse riunioni organizzate presso l’Università di Kazan’, alle quali partecipò anche Lenin11.
Nel 1907 A. Vasil’evič si trasferì all’Università di San Pietroburgo
e nel 1923 all’Università di Mosca, dove ebbe modo di approfondire il
sodalizio scientifico e umano con Vladimir Ivanovič Vernadskij, già
conosciuto precedentemente12.
Il fratello minore di Aleksandr Vasil’evič, Nikolaj Vasil’evič Vasil’ev (1857-1920), si impegnò invece pienamente nella lotta rivoluzionaria. Viaggiò molto, si recò in Svizzera e a Londra, dove conobbe Karl
Marx; presto divenne uno dei fedelissimi di Georgij V. Plechanov, con il
quale ebbe stretti contatti. Nel 1905 tornò in Russia e nel 1917 partecipò
alla Rivoluzione d’ottobre; morì pochi anni dopo, nel 192013.
È evidente che l’ambiente familiare in cui crebbe Nikolaj Aleksandrovič Vasil’ev fu altamente acculturato, ricco di stimoli e variegati
interessi. Non mancarono nemmeno amici scrittori, e lo stesso Vasil’ev
– come abbiamo detto – si dedicò alla letteratura.
1.3
Infanzia e formazione
Aleksandr Vasil’evič Vasil’ev si prese personalmente cura dell’educazione intellettuale del piccolo Nikolaj fino al suo settimo anno, avviandolo già in tenera età allo studio della matematica. Quando aveva
solo quattro anni, Nikolaj Aleksandrovič apprese dal padre come costruire un triangolo equilatero. A otto anni conosceva il tedesco, in seguito imparò il francese e l’inglese, e poi il greco, il latino e l’italiano.
Lesse in originale i racconti di E. T. A. Hoffmann e le pièces teatrali di
19
VENANZIO RASPA / GABRIELLA DI RAIMO
Molière. Ben presto, ancora giovanissimo, Nikolaj cominciò a tenere
un diario, sul quale riportava riflessioni e appunti scaturiti dalle molteplici letture a cui si dedicava: Sofocle, Dante, Boccaccio, Goethe, per
citare solo alcuni autori. Al 1893 risalgono le sue prime osservazioni di
carattere filosofico. Un anno dopo, N. A. Vasil’ev iniziò a interessarsi
di logica: studiò la Logika (1872, 18812) di Michail I. Vladislavlev e,
nel 1897, The Logic of Relatives (1897) di Charles S. Peirce. Nel frattempo, oltre ai poeti simbolisti russi Konstantin D. Bal’mont, Aleksandr A. Blok e ad autori stranieri come Henrik Ibsen, Maurice P. M.
B. Maeterlinck e altri, il giovane Vasil’ev aveva letto Anna Karenina
(1877), un romanzo che lasciò in lui una forte impronta, tanto da spingerlo, venti anni dopo, a scrivere un articolo su Tolstoj14.
1.4
L’università
Al termine di una brillante carriera scolastica, nel 1898 Vasil’ev si
iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Kazan’. Continuò
tuttavia a coltivare i suoi interessi psicologici e filosofici, nati in lui già
durante gli anni scolastici. Nel 1901 partecipò ad alcune sommosse
studentesche organizzate dal movimento rivoluzionario dell’Università
di Kazan’15. Nel 1904 Vasil’ev si laureò, e a maggio dello stesso anno
sposò Ekaterina Stepanovna Zav’jalova, appassionata di teatro e disegno, in seguito dedita anche alla letteratura e alla filosofia. Dalla loro
unione nacque, nel 1907, il figlio Julian16. Dopo aver esercitato per un
breve periodo la professione di medico, Vasil’ev, che si andava interessando sempre più di filosofia e psicologia, decise di iscriversi alla
Facoltà di Filologia e Storia dell’Università di Kazan’. Nel 1906 si laureò con una tesi intitolata Vopros o padenii Zapadnoj Rimskoj Imperii i
antičnoj kul’tury v istoriografičeskoj literature i v istorii filosofii, v
svjazi s teoriej istoščenija narodov i čelovečestva [Il problema della caduta dell’Impero Romano d’Occidente e della cultura antica nella letteratura storiografica e nella storia della filosofia in relazione alla teoria
del declino dei popoli e dell’umanità]17.
1.5
Insegnamento e ricerca
Nell’autunno del 1906 Vasil’ev insegnò Lingua e Letteratura russa al
Liceo scientifico di Kazan’. Nel 1907 stipulò un contratto di lavoro trien20
1. UNA VITA INQUIETA
nale con l’università della sua città e ricevette una borsa di studio per
occuparsi di filosofia, psicologia e logica. Tra gli argomenti di logica
raccomandati vi erano la sillogistica di Aristotele (in particolare gli
Analitici primi) e la logica induttiva di John S. Mill (esposta in A
System of Logic). In quegli stessi anni, Vasil’ev insegnò anche Psicologia presso la Scuola Superiore Femminile di Kazan’.
Nell’estate e nell’autunno del 1908 Vasil’ev soggiornò in Germania. In questo periodo abbandonò la psicologia per dedicarsi prevalentemente alla filosofia e, in special modo, alla logica. A Heidelberg, dove seguì, dal 31 agosto al 5 settembre 1908, i lavori del Terzo Congresso Internazionale di Filosofia18, Vasil’ev concepì per la prima volta
l’idea di una logica alternativa alla logica tradizionale. Su ciò influì soprattutto l’incontro avuto con Gregor Itelson, che all’epoca aveva già
elaborato la sua idea di una teoria degli oggetti (cfr. infra, p. 75). Sappiamo che, con Itelson, Vasil’ev si era intrattenuto a lungo, nel corso di
una partita a scacchi, a ragionare sulla natura delle leggi del pensiero, e
anche se l’idea vera e propria della logica immaginaria si deve far risalire agli anni 1911-1912, si può a ragione ritenere che le idee fondanti
da cui essa si svilupperà – riguardanti soprattutto i giudizi particolari,
la necessità di introdurre una terza classe di giudizi accanto a quelli affermativi e negativi, e quindi il rifiuto del principio del terzo escluso –
si formarono in questo periodo. Sempre a Heidelberg, Vasil’ev aveva
iniziato a interrogarsi anche sulla natura del pragmatismo. In particolare, nel tentativo di individuarne le radici socio-culturali, giunse alla
convinzione che tale indirizzo filosofico fosse stato espresso al meglio
da inglesi e americani, poiché riteneva questi due popoli dotati di uno
spirito pratico superiore rispetto agli altri19.
Nel 1909, oltre al saggio Značenie Darvina v filosofii [Il significato
di Darwin in filosofia], Vasil’ev pubblicò dei lavori su Algernon Charles Swinburne, di cui tradusse anche alcune poesie20, e dedicò un articolo a Nikolaj Vasil’evič Gogol’ in occasione del centenario della sua
nascita21. Nel complesso, l’impegno letterario di Vasil’ev fu molto forte nel primo decennio del Novecento, ma – come vedremo meglio più
avanti (cfr. PARR. 2.2-2.6) – non cessò nemmeno nel decennio successivo.
Il 18 maggio 1910, durante una lezione di prova per la libera docenza, Vasil’ev espose per la prima volta le sue posizioni in logica:
non parlò della logica immaginaria, ma si occupò di quella che chiamerà “logica del concetto” (su cui cfr. PAR. 3.2). All’inizio del 1911, in
qualità di libero docente di Filosofia, tenne il suo primo corso di lezioni dal titolo I problemi fondamentali della logica e un loro breve excursus storico. Qualche mese prima, nel dicembre 1910, Vasil’ev aveva chiesto un anno sabbatico per andare di nuovo in Germania e dedicarsi a una ricerca sui giudizi negativi e il principio di contraddizione.
21
VENANZIO RASPA / GABRIELLA DI RAIMO
La sua domanda fu accolta e, grazie a una borsa di studio, nell’estate
del 1911 poté recarsi, insieme alla moglie e al figlio Julian, prima a
Berlino, poi a Monaco. Nel 1912 Vasil’ev tornò a Kazan’, dove riprese
l’insegnamento. Al 1913 risale il corso dal titolo Lettura di alcuni brani dell’Organon di Aristotele, mentre l’anno seguente, insieme a due
colleghi, Vasil’ev tenne il corso Zone di confine fra logica e filosofia
della matematica22.
Nel frattempo aveva pubblicato i suoi maggiori articoli di logica:
nel 1910, rielaborando il testo della lezione di prova per l’abilitazione
alla docenza tenuta all’Università di Kazan’, pubblicò Sui giudizi particolari, sul triangolo delle opposizioni, sulla legge del quarto escluso,
nel 1912 Logica immaginaria (non-aristotelica) e nel 1912-1913 Logica e metalogica. È del 1911 un breve testo, Logica immaginaria, la
sintesi di una lezione tenuta, nello stesso anno, sempre all’Università di
Kazan’. Un ultimo articolo, scritto sulla falsariga di quello appena menzionato e recante il titolo Logica immaginaria (non-aristotelica), è la
comunicazione che Vasil’ev inviò, molti anni dopo, al V Congresso Internazionale di Filosofia che si tenne a Napoli dal 5 al 9 maggio 1924.
1.6
La guerra, la malattia, la morte
Nell’autunno del 1914, scoppiata la Prima guerra mondiale, Vasil’ev
fu arruolato come medico militare. Nel 1915 fu decorato con la croce
di San Stanislao, ma già l’anno successivo si manifestarono in lui i
problemi mentali che da allora in poi lo avrebbero afflitto per il resto
della vita e che lo portarono ad essere internato in un sanatorio. Sarà
solo il primo di una lunga serie di ricoveri.
Nel 1917, Vasil’ev è a Mosca durante la Rivoluzione d’ottobre. In
una lettera alla moglie, egli vanta la superiorità militare e organizzativa
dei bolscevichi e, come suo padre, giudica la rivoluzione «una tappa
legittima e indispensabile dello sviluppo della Russia»23. In autunno
riprese l’insegnamento all’Università di Kazan’, ma nel 1918, insieme
alla moglie e al figlio, Vasil’ev si trovò nel bel mezzo dei sanguinosi
combattimenti scatenati dall’Armata Bianca, che tentava di occupare la
cittadina di Svijažska. Le vicende di cui fu testimone e la preoccupazione per la sua famiglia contribuirono a scatenare in lui una nuova crisi psichica. Nel 1920, Vasil’ev poté riprendere gli studi e tornare a insegnare Psicologia all’Università di Kazan’. Nel trimestre primaverile
del 1921 insegnò varie discipline, fra cui Logica e metodologia, Psicologia sociale e Storia della Weltanschauung. Nel trimestre autunnale
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1. UNA VITA INQUIETA
tenne lezioni sulla storia della filosofia russa, sull’idealismo tedesco e
sulla Poetica di Aristotele24.
Nel 1922, in seguito all’introduzione di alcuni cambiamenti nell’assetto degli insegnamenti all’Università di Kazan’, la Facoltà di Scienze
sociali – in cui Vasil’ev insegnava in qualità di professore di Logica e
di Pedagogia – fu abolita, ed egli fu messo a capo del gruppo di ricerca
in Psicologia dell’età infantile. Il progetto di riorganizzazione dei vari
dipartimenti non andò a buon fine, anche se Vasil’ev vi dedicò molte
energie. In particolare, egli si distinse per un intervento alla Prima conferenza regionale sull’educazione dei ciechi, nonché per una ricerca in
ambito psicologico, un’“inchiesta sui gusti”, che comprendeva quaranta domande finalizzate a un’analisi dei desideri. Tra i suoi studenti vi
era il futuro psicologo Aleksandr Romanovič Lurija, il quale, a distanza di anni, ricorderà il suo professore con sentimenti di gratitudine e
stima. A Vasil’ev si deve, inoltre, la prefazione al manoscritto del primo testo scientifico di Lurija, Prinzipy real’noj psichologii [I princìpi
della psicologia reale], rimasto inedito25. Ma a giugno dello stesso anno
una nuova crisi psichica pose definitivamente fine alla carriera di Vasil’ev: dapprima fu ricoverato nell’ospedale dell’Università di Kazan’,
dove venne diagnosticato come maniaco depressivo, quindi abbandonò
l’insegnamento, per essere successivamente trasferito in una clinica
psichiatrica vicino Kazan’. Qui riuscì a lavorare nei periodi di lucidità
e nel 1924, nel corso di uno di questi momenti, inviò al V Congresso
Internazionale di Filosofia di Napoli la già menzionata comunicazione
sulla logica immaginaria. Vasil’ev non prese personalmente parte al
congresso, ma la sua comunicazione fu pubblicata l’anno seguente negli Atti. Fu la sua ultima pubblicazione.
Negli anni successivi, stando alle lettere inviate alla moglie e al figlio Julian, Vasil’ev studiò logica, matematica, filosofia e continuò a
interessarsi di letteratura26. Morì a Kazan’ il 31 dicembre 1940.
Note
1. Cfr. Bažanov (2001: 208-209).
2. La fonte principale per la biografia di Vasil’ev è stata a lungo il testo di Bažanov
(1988a), sul quale si basano le brevi biografie dello stesso Bažanov (1990a: 334-336),
di Cavaliere (1992-1993: 14-22) e di Vergauwen & Zaytsev (2003: 166-174); cfr. anche la recensione di Duffy (1990: 71-74). Di recente è apparsa una nuova monografia di
Bažanov (2009), che riprende, aggiorna e amplia la precedente. Nel prosieguo ci si riferirà prevalentemente a quest’ultima.
3. Cfr. Bažanov (2009: 10).
4. Cfr. Bažanov (2009: 25).
5. Cfr. Vergauwen & Zaytsev (2003: 166-167), Bažanov (2009: 13).
6. Cfr. A. V. Vasil’ev (1894a; 1914; 1992).
23
VENANZIO RASPA / GABRIELLA DI RAIMO
7. Cfr. Bažanov (2009: 14-15).
8. Cfr. Bažanov (2009: 17).
9. Cfr. A. V. Vasil’ev (1922); su cui cfr. anche Bažanov (2009: 20, 56).
10. Cfr. A. V. Vasil’ev (1924).
11. Cfr. Bažanov (2009: 16).
12. Cfr. Bažanov (2009: 21-22).
13. Cfr. Bažanov (2009: 11-12).
14. Sui diversi momenti della vita culturale del giovane Vasil’ev, cfr. Bažanov
(2009: 27-33).
15. Cfr. Bažanov (2009: 34-35).
16. Cfr. Bažanov (2009: 37, 43).
17. Cfr. Bažanov (2009: 38).
18. Cfr. Vasil’ev (1909f).
19. Cfr. Bažanov (2009: 100-101).
20. Cfr. Vasil’ev (1909b; 1909e).
21. Cfr. Vasil’ev (1909d).
22. Cfr. Bažanov (2009: 41-44).
23. Bažanov (1988a: 33).
24. Cfr. Bažanov (2009: 46-47).
25. Cfr. Bažanov (2009: 52-53).
26. Cfr. Bažanov (2009: 59).
24