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La propensione di Dante all’autoesegesi e all’autoreferenza rende l’opera del fiorentino uno degli esempi più straordinari di tali pratiche filologiche nella letteratura del medioevo. È noto che Dante stesso, infatti, sollevò numerose problematicità relative all’interpretazione delle proprie opere, nonché ai rapporti intertestuali tra esse. Lo scopo di questo intervento è di analizzare la successione della sequenza lirica nelle Rime com’è reinterpretata e ridefinita da Dante nella Vita nova, nel Convivio e nel Purgatorio. Cominciando dal cuore del significato originale dei poemi della sequenza lirica, quest’analisi deluciderà la forma della sequenza come fu originariamente prevista da Dante, prima delle allegorizzazioni e rivalutazioni successive conferite dal poeta nella Vita nova, nel Convivio e nella Commedia, in modo da immaginare la trasformazione poetica di Dante nel corso della successione futura della sequenza lirica, la quale costituirà il fulcro della restante analisi. Questa successione, nei cinque capitoli dediti alla ‘donna gentile’ nella Vita nova, nel commento alle tre canzoni che forma la base del Convivio, e, infine, nella riorganizzazione di queste prove poetici passati nel Purgatorio, sarà esaminata globalmente al fine di comprendere lo scopo e la direzione della trasformazione lirica di Dante. Più volte Dante reinventa la propria poesia, tentando continuamente di assicurarsi che i suoi lettori ne interpretino ‘correttamente’ il significato. L’obiettivo di questo studio è di analizzare l’evoluzione del Dante poeta e di confrontarne gli spostamenti drastici nello sviluppo lirico, al fine di riconoscere la natura non interamente prestabilita del suo viaggio.
Qual è la caratteristica principale dei dialoghi nella Commedia? La loro intensità. Quest’intensità dipende infatti dalla straordinaria unicità di ogni incontro nell'aldilà, essendo il protagonista ancora vivo e destinato a tornare nel mondo dei vivi. Le anime che se ne accorgono sono spesso curiose di scoprire la sua identità, e gli scambi vertono sempre su fatti o punti di riflessione essenziali. I dialoghi diventano però particolarmente drammatici quando toccano certi punti critici della vita passata di Dante. Permettono infatti di metterli a nudo di fronte al lettore, come se gli fosse offerta la possibilità di entrare sempre più a fondo nella mente del protagonista, con l’aiuto del narratore, fino a svelare quello che il poeta non avrebbe mai confessato facilmente né agli altri né a se stesso. Questa forma dialogica si presenta quindi come una modalità espressiva particolarmente adatta ad accreditare presso il lettore un commento o una riflessione di Dante su se stesso in senso autocritico. Il dialogo diventa pure una modalità privilegiata nella Commedia per incrementare la capacità autocritica del protagonista, fino a liberare la sua coscienza dalle colpe più pesanti. Due dialoghi ci sembrano significativi da questo punto di vista: quello con Francesca da Rimini sotto la guida di Virgilio (Inf. V), e quello con Beatrice sotto la protezione degli angeli in cima al purgatorio (Purg. XXX-XXXI). Le loro similitudini e le loro specificità saranno oggetto del nostro intervento a Roma.
Ergastolo ostativo. Percorsi e strategie di sopravvivenza"
Saitta, P. (2022) Autoetnografia. Note sulla narrazione di sé nelle scienze sociali. In: S. Curatolo, "Ergastolo ostativo. Percorsi e strategie di sopravvivenza", Rubbettino, Soveria Mannelli, pp. 7-28.2022 •
L’autoetnogra!a è anche una scrittura autobiografica, ma è distinguibile da quest’ultima perché non pretende di parlare in primo luogo dell’individuo che si racconta, ma di utilizzare il personale per dire qualcosa del mondo. Ossia delle forze sociali che determinano esperienze intense, dense e di segno per lo più – ma non esclusivamente – negativo. Si tratta dunque di una pratica di scrittura che può avere caratteri terapeutici, volti a riequilibrare le componenti irrisolte di una biografia e a risolvere i conflitti dell'individuo col contesto socioculturale, al fine di risanare attraverso la narrazione variegate forme di “trauma”. ; ma è anche un esercizio sociologico-antropologico di comprensione del reale.
In questo tema viene esplorato il fenomeno dell'autoinganno, che appartiene alla famiglia della cosiddetta " irrazionalità motivata ". Ripercorreremo i nodi problematici principali su cui la discus-sione filosofica si concentra, tra i quali il problema di stabilire se l'autoinganno sia o non sia intenziona-le; affronteremo il problema del contenuto motivazionale dell'autoinganno, riassunto dalla domanda " Che cosa vuole chi si autoinganna? " ; cercheremo di aggiudicare la questione se l'autoingannato sia davvero convinto della verità di quel che va raccontandosi. Vedremo anche che cos'è che l'autoingannato non sa di sé mentre si autoinganna e analizzeremo come dobbiamo giudicare l'autoinganno in qualità di osservatori esterni.
L'Io e l'autocoscienza in Fichte
L'Io e l'autocoscienza in Fichte (UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI CIVILTÀ E FORME DEL SAPERE Corso di laurea in Filosofia )2019 •
Chi non conosce il mito di Narciso? Il mito di quel bel figlio della ninfa Liriope, che già appena nato meritava di essere amato. Proprio lui, Narciso — dal greco Nàrkissos che i più riconducono a Nàrké, stupore — portava fin dalla nascita, come spada di Damocle, un responso oracolare che lo invitava a non conoscere se stesso se mai avesse voluto arrivare a vecchiaia. Nonostante le diverse versioni del mito, tutti sanno che quel consiglio non verrà seguito. Infatti, per aver rifiutato l’amore della ninfa Eco e dopo che questa lo aveva maledetto, un giorno, trovandosi nei pressi di una fonte limpida, dalle acque argentee e trasparenti, spossato dalle fatiche e cercando di placare la sete, un’altra sete gli nasce. Si sporge verso la fonte per bere dall’immagine che vede riflessa e si innamora di quel corpo che solo ombra è. Attonito, non riesce ad allontanare i suoi occhi da quell’immagine: desidera, ignorandolo, sé stesso, amante e oggetto amato, mentre brama, si brama, e insieme accende ed arde. Si chiede in continuazione chi possa essere, fino a quando, struggendosi, non arriva alla conclusione che quello che vede e per il quale brama altro non è che se stesso. A tale scoperta, l’esclamazione non può non essere “Io, sono io!”.
Tra gli scritti specificamente letterari dei 'Quaderni del carcere', la «nota dantesca» sul Canto degli eretici (Q 4, 78-88) rappresenta una chiave di accesso preziosa alla vicenda intellettuale, umana e politica di Antonio Gramsci. Il lungo saggio sul Canto X dell’Inferno fu redatto da Gramsci in più riprese nel corso del biennio 1930-1932, dopo la svolta totalitaria di Stalin e la drammatica rottura del leader sardo con il collettivo comunista del carcere di Turi. Gramsci, sensibile filologo e critico letterario, mette in discussione, fino a capovolgerla, l’estetizzante interpretazione di Benedetto Croce, che scindendo struttura e poesia, letteratura e vita, nega l’unità del Canto. È il primo passo dell’articolata critica a Croce, svolta nel Quaderno 10, e l’originale interpretazione gramsciana del motto gentiliano «Ritorniamo al De Sanctis», il critico ottocentesco prediletto per l’esemplare interazione tra attività intellettuale e prassi di vita. Affetti privati, passione politica, ricerca teorica e battaglia culturale sono fusi nella scrittura in una straordinaria praxis del carcere che, mentre la solitudine si radicalizza per l’abbandono da parte dei compagni di lotta, si fa sempre più universale.
Il volume raccoglie gli atti della prima edizione di AlmaDante - Seminario dantesco internazionale per dottorandi, tenutasi all'Univesità di Bologna nel maggio 2013. Premessa di Giuseppe Ledda; interventi di Elisa Maraldi, Maria Rita Traina, Silvia Tranfaglia, Leyla M.G. Livraghi, Andrea Manzi, Vera Ribaudo, Giuliana Ortu, Elena Gurioli, Anna Gabriella Chisena, Annarita Placella, David Bowe, Beatrice Priest, Luigi Martelli, Fabrizio Crasta, Filippo Zanini. È il volume n. 7 della collana "Petali", diretta da Federica Rossi. Si offre qui il testo integrale del volume.
Transactions of the Royal Society of Tropical Medicine and Hygiene
Resistance to chloroquine and sulfadoxine-pyrimethamine in Plasmodium falciparum in Muheza district, Tanzania1999 •
2020 •
1995 •
The Educational Forum
Ideal Images of Educational Leadership in Mexico City and South Texas2006 •
2007 IEEE Wireless Communications and Networking Conference
A Comparative Study of Deterministic and Stochastic Sum-of-Sinusoids Models of Rayleigh-Fading Wireless Channels2007 •
Jurnal Pertanian Presisi (Journal of Precision Agriculture)
PENGARUH KADAR AIR TANAH TERSEDIA DAN PENGELOLAAN PUPUK TERHADAP PERTUMBUHAN MENIRAN (Phyllanthus niruri)2021 •
Physical Review D
Exploring the dark energy redshift desert with the Sandage-Loeb test2007 •
2002 •
Art of the Orient, Vol. 1 2012. S. 119-135.
Tradycja u progu nowoczesności : kobiety w malarstwie KalighatInternational Journal of Medical Informatics
Bring-your-own-device in medical schools and healthcare facilities: A review of the literature2018 •
European Transactions on Telecommunications
Digital interference cancellation for DSL using information from the RS decoder2008 •
Marine Fisheries : Journal of Marine Fisheries Technology and Management
Class Improvement Strategies for the Binuangeun Fish Landing Base in Lebak Regency, Banten1998 •
1987 •
2021 •
Cognizance Journal of Multidisciplinary Studies
Exploring the Impact of Mobile Gaming on Oral Communication Skills among Intermediate LearnersArchives & Museum Informatics
An open-ended tool to compose movies for cross-cultural digital storytelling: Textable Movie2004 •