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Tracce di facciate dipinte nella Milano medievale: tra il Palazzo Arcivescovile e la Corte dell’Arengo Santina Novelli L’articolo [pubblicato in Arte lombarda, nuova serie, CLXXXVI-CLXXXVII, 2019 (2020), fasc. 23, pp. 33-48 e figg. 8-12 dell’inserto “Tavole a colori”] propone uno studio sulle decorazioni pittoriche in esterno nel periodo medievale che è incentrato sulla ristretta porzione urbana milanese sulla quale insistono l’Arcivescovado e Palazzo Reale. I due edifici principali sono oggetto di una ricognizione materiale e documentaria volta a recuperarne e comprenderne l’aspetto esteriore trecentesco, ascrivibile, di caso in caso, a scelte operate da Giovanni, Azzone e Gian Galeazzo Visconti. Tale ricognizione è condotta alla luce di ciò che si conosce della prassi e di quello che sulle facciate dipinte viene teorizzato nei trattati di architettura. Il Palazzo arcivescovile viene considerato quale fabbrica architettonica voluta da Giovanni Visconti: se ne analizzano le sopravvivenze materiali distinguendo tra quelle pertinenti all’assetto originario e quelle riferibili a campagne pittoriche successive, che vengono indagate nella loro componente formale. L’analisi delle testimonianze letterarie e fotografiche relative a quella che fu la Corte dell’Arengo porta all’attenzione soprattutto le scelte culturali operate da Azzone Visconti, evidenziandone la tendenza all’emulazione della prassi antica.