WORKING PAPER SERIES
Il ruolo della
Information Communication
Technology nelle politiche locali.
Applicazioni e casi di studio
Antonio Caperna
International Society of Biourbanism
Rome, 2011
http://www.biourbanism.org | www.biourbanistica.com
Il ruolo della
Information Communication Technology nelle politiche locali.
Applicazioni e casi di studio
Antonio Caperna
International Society of Biourbanism
© 2004 Copyright TIPUS
Dr. Antonio Caperna, MSc. Ph.D., PG Cert., PG Dip.
antonio.caperna@biourbanism.org
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
Pagina
ISB WORKING PAPER SERIES
Antonio Caperna, PhD
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Antonio Caperna, PhD
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1
Introduzione
Il presente capitolo tratterà di alcune esperienze, sia europee che italiane,
concernenti la gestione, da parte delle pubbliche amministrazioni, del possibile
ruolo di strumenti innovativi nella gestione del flusso informativo/comunicativo,
con particolare riguardo verso tematiche tendenti ad incrementare processi di
sostenibilità, sia attraverso politiche di integrazione delle nuove tecnologie con i
mezzi tradizionali si con politiche volte ad incrementare l’efficienza della
macchina amministrativa, la sua trasparenza e a processi democratici sempre
più allargati.
Il tentativo è volto, quindi a ricercare quelle condizioni che possono promuovere
una politica tendente alla sostenibilità economica e sociale.
Da un punto di vista generale si distinguono quattro tipologie di approccio nelle
politiche urbane e volte a favorire l’accesso alla ICT da parte del maggior
numero di cittadini. Ovvero:
1. un approccio strutturato sulla creazione di punti di accesso alla ICT, ed in
particolare accesso ad internet;
2. fornitura, gratuita, di accesso ad internet operata attraverso gli edifici
pubblici;
3. fornitura, a carattere gratuito per tutti, dell’accesso ad internet;
4. fornitura dell’accesso ad internet operata a carattere locale e su porzioni di
territorio, in particolare le periferie, dove maggiori sono i divari sociali ed
economici.
Nel seguito verranno analizzate le differenti esperienze europee che daranno
una sintesi delle applicazioni della ICT nell’ambito locale.
2
La percezione del ruolo della ICT in rapporto alle politiche locali:
l’esperienza Olandese
Un elemento interessante emerso in vari studi, è quello inerente il ruolo della
ICT nelle politiche locali. Ebbene, in linea generale possiamo dire che se da un
lato negli ultimi anni si è sempre più assistito ad un forte ruolo della ICT come
una delle componenti fondamentali delle politiche locali, dall’altro sono emerse,
proprio nel rapporto dialettico tra azione politica ed ICT, una serie di aree grigie:
cioè aree dove i rapporti devono ancora maturare onde poter fornire azioni
politiche chiare e proficue. In particolare sono emerse, in differenti studi, le
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seguenti zone d’ombra (van Geenhuizen, 2001; Gibbs e Tanner, 1996; Cohen,
van Geenhuizen e Nijkamp, 2001):
una frammentazione della conoscenza, relativamente alla ICT, nelle
amministrazioni locali, nonché l’attuazione di politiche non coordinate;
assenza o scarso sviluppo di direttive strategiche volte all’attuazione di
politiche inerenti l’uso della ICT;
insufficiente educazione e conoscenza delle basi della ICT, sia nel
mondo degli affari che in quello politico e della società in generale.
Questo quadro di situazione dà luogo, il più delle volte, ad azioni od iniziative
singole e senza un chiaro progetto politico. Un interessante analisi,
relativamente ai fattori che incidono nel rapporto tra l’azione del processo
decisionale e una politica in favore della ICT, è stata fatta in Olanda da
professor Nijkamp, il quale ha presentato un modello concettuale di un’azione
politica attraverso la ICT, evidenziandone i caratteri essenziali e con particolare
attenzione a quella che è la percezione politica che i decision-makers hanno
verso la ICT e le sue possibilità di dare vita a nuove opportunità per il progetto
della città.
Figura 1. Fattori ed attori che interagiscono ed influenzano l’azione politica nell’attuazione di
azioni rivolte alla ICT (Fonte: Cohen e Nijkamp, 2001)
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
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L’analisi in questione è stata svolta in ventisette città olandesi, tra le quali
Amserdam, Rotterdam, Den Haag e Utrecht, quest’ultime formanti il Randstad.
Ogni città ha avuto minimo tre interlocutori che si sono prestati allo studio. Gli
interlocutori sono stati scelti non solo tra i componenti di dipartimenti che
avevano familiarità con la ICT, ma anche tra i componenti di altri dipartimenti
comunali e tra gli eletti ai vari consigli comunali, per un totale di centotrenta
intervistati.
La figura 9-1 vuole esplicitare, attraverso il modello, i fattori e gli attori che
influenzano il processo di policy-making riguardante la ICT (Nijkamp, Cohen e
Geenhuizen, 2001). Questo modello intende analizzare quelli che sono i fattori
che influenzano la percezione dell’azione politica inerente la ICT sui decisionmakers. In tal senso la percezione, rappresentata dal rettangolo principale
(Decision makers’ perceptions), viene intesa come elemento di connessione tra
la realtà e la conoscenza (Kellman e Arterberry, 1998; Nijkamp, Cohen e
Geenhuizen, 2001) permettendo di individuare due aspetti: un primo
riguardante i problemi della città; ed un secondo inerente la percezione delle
opportunità offerte dalla ICT per attuare possibili cambiamenti. Tali aspetti sono
influenzati da elementi provenienti dal settore privato e dal background dei
decision-makers, cioè da sensazioni provenienti da differenti ambiti, quali le
esperienze pregresse, contesti socio-economici e politici differenti, etc.
Con riferimento alla possibile influenza della ICT sulle amministrazioni cittadine,
la ricerca svolta da Nijkamp, Cohen e Geenhuizen fa emergere un sostanziale
accordo circa la possibilità di rendere più efficiente l’azione politica per mezzo
della ICT, seppure vi sia una grossa fetta di decision-makers (32%) che non
sono d’accordo con questa affermazione. Altro punto interessante, e dove ben il
53,1% è in disaccordo, è quello concernente il ruolo della ICT nei processi di
ricuciture sociali. Cioè la maggior parte degli intervistati non crede che politiche
strutturate essenzialmente sulla ICT possano permettere più opportunità di
lavoro o migliori servizi sociali, o garantire a tutte le classi le stesse opportunità,
tanto in termini di lavoro che di relazioni sociali. Viceversa vi è una forte
percentuale di accordo riguardo al fatto che la ICT produrrà dei cambiamenti nel
processo di policy-making e che questa azione anzi può essere più efficiente
potenziando non solo la comunicazione verso i cittadini o i servizi per i cittadini,
ma favorendo la trasparenza (ad esempio l’acceso ai procedimenti
amministrativi) o la partecipazione, nonché una maggiore qualità di servizi per
la cultura o per le professioni (come, ad esempio, per mezzo del telelavoro).
Altro punto estremamente interessante analizzato dalla ricerca riguarda la
valutazione di politiche o strategie correlate alla ICT. Per valutare tali azioni
analizziamo le tabelle 9-2 e 9-3.
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Tabella 1. Percezione del ruolo della ICT (Fonte: Urban planning and Information
Communication Technology, Nijkamp, Cohen e Geenhuizen, 2001)
Perceptions
of
ICT
/
Percezione del ruolo della ICT
ICT will change the policymaking
process
in
our
municipality.
ICT
will
make
political
decision-making
processes
more efficient.
The implementation of policies
is more efficient with ICT
ICT improves communication
within our city administration.
ICT improves the ability of our
city administration to serve the
citizens.
ICT improves citizens’ access
to useful information
ICT gives the administration
better access to public opinion
ICT will lead the administration
to take greater account of
public opinion in forming
policies.
ICT will increase citizen
participation in the policy
process.
ICT provides all segments of
the population with equal
access
to
education,
employment
and
social
services.
ICT
increases
the
gaps
between poor and rich.
ICT enables people to have
better access to professional
services without living in a
city.
ICT enables people to have
better access to urban cultural
life without living in a city.
ICT will reduce the need for
people to travel.
ICT improves the quality of
social relationships.
ICT will increase working at
home in our city.
Strongly
agree
Agree
Disagree
Strongly
disagree
I don’t
know
39.1%
50.8%
7.0%
-
3.1%
15.6%
45.3%
32.0%
1.6%
5.5%
59.4%
18.0%
3.1%
7.0%
25.0%
56.3%
14.1%
-
4.7%
46.9%
49.2%
2.3%
0.8%
0.8%
58.6%
39.8%
0.8%
-
0.8%
20.3%
60.9%
13.3%
2.3%
3.1%
6.3%
43.8%
33.6%
2.3%
14.1%
6.3%
53.9%
28.1%
1.6%
10.2%
3.1%
23.2%
53.1%
14.1%
5.5%
9.4%
36.7%
38.3%
7.8%
7.8%
18.8%
70.3%
5.5%
3.1%
2.4%
10.9%
69.5%
14.1%
1.6%
3.9%
3.1%
11.7%
51.6%
29.7%
3.9%
-
13.3%
59.4%
14.8%
12.5%
14.1%
69.5%
8.6%
0.8%
7.0%
12.5%
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Tabella 2. Obiettivi per una politica della ICT (Fonte: Urban planning and Information
Communication Technology, Nijkamp, Cohen e Geenhuizen, 2001)
Direct goals of ICT policies
Improving
telecommunication
infrastructure
Promoting or supporting computer
availability in public places
Promoting research about ICT
Promoting or supporting ICT
training
Supplying municipality information
via telecommunications
Promoting municipality services via
telecommunication
Promoting ICT use in the planning
process
Using ICT in transport planning
Promoting
or
supporting
teleworking programs
Promoting or supporting telemedicine
Promoting or supporting teleeducation
Very
much
To some
extent
A little
Not at all
Don’t
know
+NA
35.9%
40.6%
11.7%
4.7%
7.0%
21.1%
41.4%
25.0%
3.9%
8.6%
10.9%
21.1%
24.2%
18.8 %
22.7%
13.3%
40.6%
0.8%
7.0%
15.0%
48.4%
39.8%
9.4%
1.6%
0.8%
48.4%
14.1%
3.1%
1.6%
30.5%
43.0%
13.3%
2.3%
11.0%
16.5%
38.6%
23.6%
5.5%
6.3 %
% 26.6%
38.3%
22.7 %
15.8%
6.3%
1.6%
10.9%
24.2%
28.9
%
5.5%
17.2%
25.0%
31.3 %
32.8%
34.2%
21.1%
Riguardo alla tabella 9-2, essa è suddivisa in tre gruppi di domande. Il primo
gruppo riguarda il rafforzamento di aspetti legati alle infrastrutture e di quelli
correlati alla formazione. Come si vede dalla tabella i punti che risaltano
riguardano essenzialmente il potenziamento delle infrastrutture per le
telecomunicazioni e aspetti legati alla promozione della formazione e della
disponibilità di luoghi pubblici attrezzati con punti informatizzati. Il secondo
gruppo di obiettivi concerne tematiche estremamente sensibili, come la
comunicazione o i servizi per arrivare all’uso della ICT nei processi di progetto
urbano. Da tale analisi si evince in modo chiaro che obiettivi come il sostegno
nel processo informativo od in quello di supporto ai servizi, ma anche lo stesso
uso della ICT nei processi di progetto, sono considerati obiettivi primari ed
essenziali dagli intervistati. Infine l’ultimo gruppo riguarda la promozione di
politiche relative all’educazione, telelavoro o alla telemedicina. Quest’ultimo
gruppo è chiaramente quello che presenta i valori più alti relativamente alla
scarsa importanza attribuita alle tematiche.
Emerge, quindi, dall’analisi dei dati che chiaramente i decision-makers olandesi
attribuiscono importanza primaria ai primi due gruppi di obiettivi, e ciò
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probabilmente perché su queste due aree i governi locali sono molto interessati
e coinvolti che non in processi relativi ad obiettivi a scala più grande.
Dall’esame, invece della seconda tabella, ovvero quella relativa a strategie
politiche inerenti la ICT da attuare nei centri urbani, emerge chiaro il fatto che
sostanzialmente non vi sono vere e proprie strategie organiche o che,
comunque, vi è un alto numero di persone che o non risponde dichiara di non
sapere. La stessa situazione emerge nella seconda domanda, ovvero quella
relativa alla presenza delle tematiche legate alla ICT all’interno dei documenti di
piano. Quale significato dobbiamo attribuire a questa sorta di ambiguità nel
rapporto tra politiche urbane ed ICT che emerge in queste risposte?
Tabella 3. Strategie della ICT nell’ambito urbano (Fonte: Urban planning and Information
Communication Technology, Nijkamp, Cohen e Geenhuizen, 2001)
ICT strategy in the city
yes
no
Don’t know +
no answer
Is there a formal strategy plan/program on ICT
on your city?
39.8%
39.8%
20.3%
Are ICT issues integrated in any way onto the
urban master/development plan?
34.4%
39.8%
25.8%
Ebbene dalla ricerca emergono differenti fattori che possono dare una risposta
all’interrogativo di cui sopra. Innanzitutto emerge che il più delle volte non vi
sono strategie riguardanti la ICT per il semplice motivo che si delinea un profilo
relativo a singoli progetti. Un altro dato importante che emerge è il fatto che a
detenere il primato, tanto in termini di azioni che in quello del know how, sono
soggetti privati, delineando, in tal modo, una evidente carenza di conoscenza di
base da parte degli attori pubblici, con tutte le inevitabili conseguenze tanto di
ordine socio-economico che in termini di strategie politiche. Emerge, quindi, un
quadro frammentario, soprattutto in termini di conoscenza, che come
conseguenza finisce con il dare vita a progetti indipendenti l’un l’altro e che il
più delle volte danno luogo a scarsi benefici in rapporto con i costo sostenuti.
Per concludere possiamo dire che dall’analisi di questa indagine emerge chiaro
un aspetto: se da un lato i decision-makers si rendono conto dell’influenza della
ICT sulla città, dall’altro non si riesce a delineare un quadro unitario di
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conoscenze in modo tale da definire un programma di strategia politica che
possa usare ed indirizzare la ICT all’interno di parametri e modelli non solo
speculativi e di mercato, ma anche all’interno di programmi che abbiano
obiettivi legati alla sostenibilità.
3
3.1
Le applicazioni della ICT in alcune città europee
Eindhoven e L’Aja
Il programma attuato ad Eindhoven è essenzialmente rivolto alle periferie (eneighbourhoods). Il progetto elaborato, denominato e-city (in olandese
kenniswijk1) fu lanciato nel 2000 dal Governo olandese, in particolare dal
Ministero dei Trasporti e Telecomunicazioni, ed ha come obiettivo quello di
avviare un progetto di sviluppo per le aree periferiche delle città - knowledge
neighborhood - attraverso l’utilizzazione della ICT nei settori dei servizi, della
rete infrastrutturale e nell’applicazione di nuove tecnologie (il motto era: better
living, better working and better learning). L’area urbana oggetto del progetto
ha una popolazione residente di circa 85.000 abitanti, dilatandosi tra Eindhoven
ed Helmond (vedi mappa) e l’obiettivo che ci si proponeva e ci si propone
consiste nel connettere, attraverso la banda larga, il maggior numero possibile
di famiglie, in modo tale da promuoverne l’uso e la conoscenza tra i cittadini
della ICT e, in particolare, di internet.
Si tratta di un’area che, oltre ai due nuclei centrali di Eindhoven ed Helmond,
include zone commerciali, zone ad uffici ed il campus del TU-e (Technische
Universiteit Eindhoven). Il progetto si fondava sul tentativo di promuovere uno
sviluppo più equilibrato attraverso:
1. un incremento dello sviluppo urbano;
2. rafforzamento delle risorse;
3. maggiore capacità organizzativa;
4. azioni sinergiche tra pubblico e privato.
1
Maggiori dettagli ed informazioni possono trovarsi agli indirizzi web:
http://www.kenniswijk.nl/personal/en/jsahtml/statichomepage/jsptemplates/index.jsp oppure
http://www.minvenw.nl/cend/dco/home/data/international/gb/eng0701.htm#Telecommunications
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Figura
9-2.
L’area
interessata dal progetto
concerne la parte est
della città di Eindhoven
fino a Helmond
Il primo punto vuole essere un obiettivo nella direzione dello sviluppo, ovvero
better living, better working and better learning. Quindi come lo slogan
suggerisce le nuove tecnologie sono viste come opportunità per il
miglioramento della vita di tutti, cittadini ed operatori economici. Difatti, per il
raggiungimento di tali obiettivi si punta molto sullo strumento ICT per
incrementare l’efficienza della macchina amministrativa, sperimentare nuove
forme di e-democracy, rivitalizzare il commercio degli operatori per mezzo
dell’e-commerce e sulla possibilità di accedere a più ampi servizi e nuove
conoscenze. La riuscita di un tale ed ambizioso progetto darà all’area di
Eindhoven un ruolo di leadership nel campo delle nuove tecnologie nella
Regione del Brabante.
Il secondo punto ha come obiettivo la stimolazione degli operatori delle ICT
nello sviluppare politiche di sviluppo tendenti non solo ad incrementare il
numero di possessori di PC, ma anche quello di sviluppare attività formative
volte all’alfabetizzazione informatica della popolazione a costi, per così dire,
politici. Anche nel campo sociale si è puntato molto sull’uso delle nuove
tecnologie, sia attraverso la creazione di virtual community, che attraverso una
sorta di punto informativo a cui tutti potranno chiedere informazioni sulle
politiche e sulle opportunità formative 24 ore al giorno.
L’aspetto legato alla capacità organizzativa è un elemento essenziale
nell’attuazione del progetto. Come si è accennato sopra, il progetto è partito da
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un progetto governativo basato su una specie di concorso nazionale al cui
vincitore veniva fornito il danaro per applicare il miglior programma che andasse
nella direzione indicata dal bando. E’ stato quindi necessario creare un ufficio
comunale che si occupasse di tutte le varie fasi del progetto, dalla
partecipazione al concorso, fino alla creazione di una sorta di cronoprogramma
delle fasi attuative del progetto. Durante le fasi pre-attuative l’amministrazione
locale contattò tutti gli operatori economici, in particolare quelli dei settori ICT,
del territorio, al fine di quantificare il numero di aziende disposte a partecipare al
programma. Dall’analisi di queste fasi pre-progettuali prima e in corso d’opera
poi, sono emerse molte problematiche: una prima problematica ha riguardato il
rapporto tra pubblico e privato. Il settore privato si è dimostrato, nella fase preprogettuale, poco incline ad assumersi rischi di impresa, assumendo una
posizione di attesa per vedere poi come gli eventi evolvevano. Ancora nelle fasi
in cui il progetto è partito le tempistiche si sono invertite: il privato voleva tempi
brevi e risultati immediati e concreti, mentre il settore pubblico aveva tempi molti
dilatati nel tempo ed una tendenza a visioni più utopiche ed astratte. Riguardo,
invece, all’atteggiamento dei cittadini esso si è dimostrato impaziente o del tutto
disinteressato, facendo anche emergere carenze nei processi comunicativi sul
progetto.
Purtroppo, allo stato dei fatti, non si sono raggiunti tutti risultati previsti ed il
numero degli utenti è risultato notevolmente inferiore alle aspettative. Inoltre si è
visto che vi sono notevoli difficoltà nella gestione dei rapporti tra operatori
pubblici e quelli privati, soprattutto perché vi sono visioni economiche
totalmente differenti. Anche se molti di questi operatori, soprattutto quelli che
investono in nuove tecnologie, hanno avuto momenti difficili dovuti al crollo della
new economy degli scorsi anni o con l’enorme debito che molti di essi hanno
subito a seguito dell’acquisto delle licenze UMTS, resta da dire che non sempre
privato è meglio di pubblico, soprattutto quando in gioco vi sono interessi
economici e gli equilibri sociali. Al momento il progetto è ancora in fase di
attuazione e saranno, quindi, i prossimi anni a dirci se è riuscito e se è stato un
fallimento.
Riguardo invece a l’Aja (The Hague), la politica scelta dalle autorità locali è
stata incentrata sul libero accesso alla rete per tutti i cittadini direttamente dalle
loro abitazioni attraverso il progetto Residentie.net. Al fine di consentire il
massimo numero di accessi possibile, le autorità hanno stipulato un accordo
con alcuni operatori del settore delle telecomunicazioni per garantire l’accesso
gratuito alla rete e, per coloro che non possedevano un PC, permettere un
accesso via teletext, per i quali era necessario il telefono e il televisore. Il
progetto era volto essenzialmente a permettere alla maggioranza dei cittadini di
accedere ai servizi delle autorità locali direttamente via web, con una migliore
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qualità del servizio ed una disponibilità di informazioni a trecentosessanta gradi.
In sintesi un portale web urbano dal quale potranno informarsi sulla politica
locale, il mercato del lavoro, i servizi offerti, il commercio, i trasporti locali, etc.
A sintesi dell’esperienza possiamo di dire che: da un lato ha dato buoni risultati
sia da un punto di vista dell’e-government favorendo efficienza e trasparenze,
che più opportunità alle classi svantaggiate in quanto ha reso disponibili, in
modo pressoché gratuito, una banca dati infinita ma anche una opportunità di
accesso alle nuove tecnologie. Dall’altro lato, invece, ha creato alcune difficoltà
di ordine economico, poiché la città era il principale investitore, ciò ha
comportato notevoli esborsi in termini economici, ed inoltre le compagnie che
hanno aderito al progetto hanno imposto prezzi alti per alcuni servizi, come le
telefonate o gli help desk.
3.2
L’esperienze di Manchester ed Helsinky
L’approccio operato a Manchester si realizza per mezzo di una politica volta
all’apertura di centri di ICT il cui obiettivo è quello di fungere sia da polo di
aggregazione sociale che da supporto nell’offerta verso quella parte della
popolazione che ha poca o nulla conoscenza delle nuove tecnologie. E’
strutturato essenzialmente per l’accesso ad internet e alle tecnologie
multimediali. Un esempio in tal senso ci è fornito dalla municipalità di
Manchester (UK), la quale è stata una delle prime città europee ad attuare una
politica volta alla realizzazione di questi centri, denominati “Electronic Village
Halls” (EVH’s; http://www.manchester.digicity.org.uk/ ). Essi furono sviluppati
nei primi anni ’90, basandosi sui rural community teleservices provenienti dalla
cultura scandinava. All’interno di questi centri vi sono sia punti di accesso ad
internet che programmi finalizzati all’alfabetizzazione della popolazione verso
l’informatica. Vi sono tre centri, dei quali due sono localizzati direttamente
presso aree del territorio urbano dove vi sono situazioni sociali difficili (forte
immigrazione, disoccupazione, disagio sociale, etc.).
Il secondo esempio è quello che costituisce punti libero di accesso alla ICT in
edifici pubblici. Un esempio in tal senso viene da Helsinki e dalla stessa
Manchester, dove le biblioteche pubbliche svolgono anche questa funzione.
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Helsinky ha nel centro della città una speciale biblioteca elettronica2. Essa
funge sia da punto informativo che da punto di incontro. Anche in questi centri
vengono offerte non solo l’accesso alla rete ed alla posta elettronica, ma
programmi di alfabetizzazione informatica diretto a tutti i cittadini. Va segnalata
una iniziativa particolare: in uno degli edifici (per l’esattezza il Lasipalatsi
buiding), hanno creato un sofisticato sistema elettronico che permette
l’interazione tra utente e sistema in alcune operazioni di vita quotidiana. Per
esempio nei tavoli del bar vi sono schermi interattivi attraverso i quali si può
ordinare la consumazione.
Figura 3. Il sito di Manchester. Un portale dal quale è possibile accedere a differenti servizi.
Figura 9-4 e 9-5. Due immagini della biblioteca elettronica - Cable Book Library - di Helsinky
2
Cable book library; per maggiori dettagli si
http://www.lib.hel.fi/page.asp?_item_id=3060&_lang_id=EN
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visitino
le
pagine
web
all’indirizzo:
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4
Sintesi delle diverse esperienze europee
A conclusione del presente paragrafo credo sia importante spendere alcune
righe sui risultati mostrati nella tabella sottostante.
La tabella 9-4 vuole essere un tentativo, seppure parziale, di fornire un’analisi
sulle varie politiche adottate attraverso un quadro comparative delle esperienze
illustrate. Questa è stata realizzata attraverso un limitato numero di interviste,
per cui il risultato và letto con molta cautela.
Sulla prima colonna di sinistra è visibile la composizione degli obiettivi analizzati
in due gruppi: il primo rappresentato dal contributo agli obiettivi di politica
urbana (contribution to urban goals) ed un secondo gruppo (Strengthening of
resource of target groups) focalizzato sul rafforzamento delle risorse e di
obiettivi a carattere sociale. Dall’analisi del primo gruppo di obiettivi emerge un
andamento generale che va dal neutro alla positività dell’apporto della ICT. In
particolare il progetto E-neighborhoods di Eindhoven sembra essere quello che
al momento presenta un complessivo apporto positivo. Dall’analisi degli altri
progetti sembra emergere una sostanziale neutralità sullo sviluppo economico e
poca influenza sull’e-government. Ciò potrebbe essere spiegato con il fatto che
obiettivi primari dei progetti sviluppati a l’Aia, Manchester e Helsinki hanno
essenzialmente una natura volta sostanzialmente al sociale e solo
indirettamente agli altri aspetti. E difatti, seppure di poco, la seconda fascia di
obiettivi sembra avere avuto un maggiore impatto positivo sulla società. Se è
chiaramente positivo l’aspetto riguardante la crescita economica, risulta
altrettanto positivo riscontrare come in Eindhoven e Manchester vi sia stata una
crescita culturale de fasce più svantaggiate. Ancora incerto appare il risultato
sugli aspetti sociali, volti a sanare o, comunque, a rimarginare fenomeni di
disagio. Molto interessante, soprattutto per gli aspetti di criticità scaturiti, è la
situazione relativa alla capacità organizzativa delle amministrazioni pubbliche e
la capacità, tra settore pubblico e privato, di interagire in modo sinergico.
Questa è sicuramente la parte che presenta le maggiori lacune, segnando
addirittura effetti negativi in città come l’Aia ed Helsinki. Risulta quindi
necessario porre estrema cautela nella definizione di politiche volte
all’attuazione di indirizzi di crescita nelle nuove tecnologie. Dovendo
necessariamente, per motivi finanziari, richiedere l’apporto dei privati è
necessario avere una struttura organizzativa ed un progetto politico chiaro.
Risulta altresì necessario avere le idee chiare sugli obiettivi, sociali ed
economici, poiché il settore privato tende essenzialmente a mirare all’aspetto di
crescita economica, il quale se non accompagnato da una pari crescita sociale,
può innescare ulteriori fenomeni di esclusione sociale con conseguente
aumento di conflittualità.
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Strengthening Contribution
of resource of to urban goals
target groups
Tabella 4. La tabella opera una comparazione tra le differenti esperienze fatte dalle quattro città
(Fonte: W. Van Winden, 2003)
PROJECT
Eneighborhoods
CITY
Eindhoven
ICT centre
(EVH) for
deprived
groups
Manchester
●
Social equality
Free internet
access for
all
Internet access
in public
buildings
The Hague
Helsinki
N
N
N
●/ N
●●
●
●
e-government
●
N
●●
N
Material
●
●
●
●
Cognitive
resource
●
●●
N
N
Social
resource
●
N
●
N
●
●
●
●
N
N
●
N
Economic
development
Alignment with
private sector
initiative
Organising
capacity
Value scale: ●● very positive; ● positive; N neutral; ● negative
In conclusione possiamo dire che la rivoluzione legata alla ICT, può certamente
creare nuove opportunità, sia in ambito economico che in quello socio-politico e
certamente la città è e sempre più sarà il luogo dove tale rivoluzione sarà
attuata. Per generare processi tendenti ad obiettivi sostenibili è, quindi
necessario attuare una politica volta ad una intelligente applicazione delle
nuove tecnologie. Non, quindi, progetti isolati e inutili, ma progetti che tendano
a ridisegnare le azioni di governo verso obiettivi di crescita della conoscenza
dei cittadini, di maggiore efficienza dell’amministrazione locale e di integrazione
della ICT nelle strutture socio-economiche al fine di produrre maggiore
efficienza, maggiori opportunità e maggiore tutela dei cittadini svantaggiati.
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
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Antonio Caperna, PhD
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La percezione del ruolo della ICT in rapporto alle politiche locali nel
contesto della “rete città strategiche”
L’indagine è stata svolta su di un campione di sette delle città che compongono
la “rete delle città strategiche”. Il questionario è stato inviato presso gli uffici per
il piano strategico, ed è stato compilato dagli operatori di detti uffici. Lo scopo di
questa indagine, seppure fatta su di un campione ridotto di utenza (hanno difatti
aderito e partecipato solo sette comuni su ) è quello di capire quale
atteggiamento vi è da parte di un utenza, che per le sue caratteristiche culturali
e di ruolo, dovrebbe essere quella meglio preparata alla sfida delle nuove
tecnologie in applicazioni di piano. Nel seguito sono state riportate le tabelle
con l’indicazione dei risultati delle risposte, dai quali sarà possibile dedurne,
seppure in modo puramente indicativo, valutazioni ed indicazioni.
La prima tabella concerne la percezione del ruolo della ICT, inteso come
possibilità offerta dalle nuove tecnologie sia nel contesto socio-economico che
in quello politico. Vediamo i risultati ottenuti:
Dall’analisi della tabella, nonché dell’allegato grafo di sintesi, emerge, da parte
degli intervistati, un sostanziale ottimismo (53% degli intervistati) relativamente
ad un possibile ruolo positivo della ICT. Vanno comunque sottolineate alcuni
dati estremamente interessanti. In particolare si evidenziano aspetti di
sostanziale accordo degli intervistati sul ruolo positivo della ICT su differenti
componenti:
aspetto legato ai servizi sia generici che professionali;
aspetto legato all’informazione, sia in senso generale, ovvero
relativamente ad aspetti culturali o sociali, sia nella componente interna
alle amministrazioni pubbliche che di rapporti tra cittadini ed
amministratori;
aspetto politico, ovvero possibilità di facilitare l’interazione tra
amministrazione e cittadinanza.
Viceversa le componenti negative possono così sintetizzarsi:
aspetti socio-economici, ovvero l’uso della ICT non garantirà le stesse
opportunità per accedere all’educazione, ai servizi sociali ed al mercato
del lavoro, né permetterà di ridurre il divario tra ricchi e poveri. Inoltre
non garantirà una maggiore qualità delle relazioni sociali.
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Tabella 5. Percezione sul ruolo della ICT
Molto
In
totale
D’accordo
d’accordo
disaccordo disaccordo
ICT cambierà l'azione dei
processi decisionali politici nel
nostro comune
ICT renderà il processo
decisionale molto più efficiente
L'azione politica è più efficiente
attraverso la ICT
ICT aumenterà la comunicazione
all'interno della nostra
amministrazione
ICT fornirà all'amministrazione gli
strumenti per dare un migliore
servizio ai cittadini
ICT permetterà ai cittadini di
accedere a molte più
informazioni
ICT permetterà alla pubblica
amministrazione di conoscere
l'opinione dei cittadini per le più
svariate questioni
ICT permetterà agli
amministratori di includere nei
programmi politici l'opinione dei
cittadini
ICT garantirà una maggiore
partecipazione alla vita politica
dei cittadini
ICT darà a tutte le classi sociali
eguali opportunità per accedere
all'educazione, ai servizi sociali e
al mercato del lavoro
ICT permetterà di ridurre il
divario tra ricchi e poveri
ICT permetterà ai cittadini di
accedere in modo più efficiente ai
servizi professionali senza per
questo vivere in città
ICT darà ai cittadini più
informazioni sulla vita culturale
delle città, anche se non vivono
nelle stesse
ICT ridurrà la necessità degli
spostamenti
ICT aumenterà la qualità nelle
relazioni sociali
ICT aumenterà le opportunità di
telelevoro
Non sa' +
non
risponde
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
16,67%
66,67%
16,67%
0,00%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
16,67%
83,33%
0,00%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
0,00%
33,33%
66,67%
0,00%
0,00%
0,00%
16,67%
33,33%
50,00%
0,00%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
0,00%
16,67%
50,00%
16,67%
16,67%
0,00%
16,67%
50,00%
16,67%
16,67%
33,33%
50,00%
16,67%
0,00%
0,00%
33,33%
66,67%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
16,67%
0,00%
66,67%
0,00%
16,67%
0,00%
83,33%
0,00%
0,00%
16,67%
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
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Riguardo invece alla seconda tabella, attinente la percezione delle
problematiche urbane, un quadro riassuntivo fa emergere come problematiche
più forti quelle relative a:
fattori socio-economici, quali occupazione, invecchiamento della
popolazione, problematiche del sistema educativo;
problematiche ecologiche, come i fattori di inquinamento.
Appare, in tale tabella, una sostanziale situazione di bilanciamento tra accordo
e disaccordo relativamente alla percezione delle tematiche poste. Tale aspetto,
indicativo di una non univoca percezione della problematica analizzata, traspare
chiaramente allorquando si tratta di temi come quello del mercato immobiliare o
delle tematiche con aspetti più attinenti alla composizione della città, come, ad
esempio, il ruolo delle aree verdi o dell’immagine della città nel suo complesso.
Tabella 6. La tabella mostra quali sono le problematiche urbane più impellenti.
in
Non sa' +
molto
d’accord
totale
disaccor
non
d’accordo
o
disacc
do
risponde
25,00%
50,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Congestione da traffico
25,00%
25,00% 50,00% 0,00%
0,00%
Carenza di alloggi
0,00%
50,00% 50,00% 0,00%
0,00%
Scarsità di terreni
50,00%
50,00% 0,00%
0,00%
0,00%
Disoccupazione
25,00%
25,00% 0,00% 25,00% 25,00%
Declino del settore industriale
50,00%
25,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Invecchiamento della popolazione
0,00%
50,00% 50,00% 0,00%
0,00%
Sub-urbanizzazione o periferie
25,00%
50,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Declino del centro storico
25,00%
50,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Segregazioni socio-spaziali
75,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Problematiche del mercato immobiliare 0,00%
25,00%
25,00% 50,00% 0,00%
0,00%
Scarsità di aree verdi aperte
0,00%
50,00% 50,00% 0,00%
0,00%
Immagine negativa della città
16,67%
50,00% 25,00% 0,00%
0,00%
Inquinamento
0,00%
25,00% 75,00% 0,00%
0,00%
Deficit di bilancio
25,00%
25,00% 25,00% 0,00%
25,00%
Problematiche nel sistema educativo
Riguardo invece alle aspettative dello sviluppo urbano nei prossimi dieci anni
possiamo dire che vi è un sostanziale e corposo aspetto positivo verso la ICT.
In particolare, posiamo individuare nella componente network l’elemento
caratterizzante di questa scheda. Abbiamo già accennato nei capitoli precedenti
al concetto di network society con i relativi sub-strati sociologici ed urbanistici
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
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che tale concetto ingloba. E’, quindi, forte la volontà di essere divenire più
visibili come entità anche attraverso la ICT Alla luce della prima componente,
ovvero quella di network, è possibile interpretare questo aspetto legato alla
aspirazione di crescita di importanza come elemento .
Tabella 7. Le aspettative dello sviluppo urbano nei prossimi 10 anni
L'importanza della nostra
città…
In generale l'importanza
per i piccoli centri..
In generale l'importanza
per i grandi centri…
La competizione tra la
nostra città e le altre…
La cooperazione tra la
nostra città e le altre…
Il potenziale della nostra
città nell'attrarre
investimenti …
Il potenziale della nostra
città nell'attrarre
investimenti industriali …
Il potenziale della nostra
città nell'attrarre nuovi
residenti…
In generale, l'importanza di
un distretto di affari nella
nostra città …
Le problematiche della
sub-urbanizzazione …
Le problematiche legate a
fenomeni di segregazione
socio-spaziale…
Il traffico nella nostra
città…
Il traffico merci …
La mobilità delle persone
…
La protezione dell'ambiente
urbano…
aumenterà
notevolmente
aumenterà
in alcune
parti o
settori
non
cambierà
diminuirà
Non sa' +
non
risponde
50,00%
50,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
100%
0,00%
0,00%
0,00%
16,67%
16,67%
66,67%
0,00%
0,00%
33,33%
16,67%
33,33%
0,00%
0,00%
66,67%
16,67%
16,67%
0,00%
0,00%
33,33%
66,67%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
50,00%
33,33%
16,67%
0,00%
0,00%
66,67%
16,67%
16,67%
0,00%
16,67%
83,33%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
66,67%
16,67%
0,00%
16,67%
0,00%
33,33%
33,33%
16,67%
16,67%
16,67%
16,67%
33,33%
33,33%
0,00%
0,00%
83,33%
16,67%
0,00%
0,00%
16,67%
66,67%
16,67%
0,00%
0,00%
33,33%
66,67%
0,00%
0,00%
0,00%
Altrettanto interessante è la tabella 4. In essa si cerca di capire in che modo e
secondo quali componenti è possibile sviluppare una politica sulla ICT. In tale
ottica emerge un quadro di sostanziale accordo con le aree individuate. In
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particolare si ritiene che lo sviluppo della ICT sia più che mai legato allo
sviluppo economico, sia in termini macro-economici che delle realtà produttive,
con tutte le conseguenze socio-politiche che questo comporta. Altro elemento
importante è quello politico. Cioè la ICT ha le potenzialità per garantire una
maggiore interrelazione tra le amministrazioni locali e i cittadini, sia in termini
amministrativi che di sviluppo di procedure di progettazione partecipata.
Tabella 8. Obiettivi di politiche strutturate sulla ICT
molto
in
Non sa' +
d’accord
totale
d’accord
disaccord
non
o
disacc
o
o
risponde
Lo sviluppo economico è un area
strategica per la ICT
Le nuove imprese sono un soggetto
molto importante per l'utilizzo della ICT
L'applicazione della ICT potrà
permettere maggiore trasparenza nei
processi politici ed amministrativi
Nel confronto con altre realtà urbane la
ICT potrà fornire alla nostra città più
opportunità
Una maggiore interrelazione tra
amministrazione locale e cittadino è la
base sulla quale è possibile sviluppare
una politica per la ICT
L'uso della ICT nel progetto urbano
agevola processi di progettazione
partecipata
L'uso della ICT permette una migliore
relazione con altre città
42,86%
57,14%
0,00%
0,00%
0,00%
57,14%
42,86%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
85,71%
14,29%
0,00%
0,00%
14,29%
57,14%
0,00%
0,00%
28,57%
0,00%
100%
0,00%
0,00%
0,00%
28,57%
71,43%
0,00%
0,00%
0,00%
42,86%
42,86%
14,29%
0,00%
0,00%
La penultima tabella (Tab.9), cerca di capire in che termini e secondo quali
componenti è possibile strutturare una politica sulla ICT. In tal senso sono
emerse le seguenti componenti:
aumento e potenziamento della rete infrastrutturale, in particolare i
problemi connessi alla banda larga, la quale consentirebbe maggiori
potenzialità in termini di multimedialità;
attività di promozione e supporto della ICT nel settore dell’educazione
(sia in termini di alfabetizzazione informatica che di e-learning), in quello
sanitario e del lavoro;
azioni ne potenziamento della rete dei trasporti, soprattutto in termini di
efficienza.
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OBIETTIVI DI POLITICHE STRUTTURATE SULLA ICT
4,08%
0,00%
I don’t know + no
answer
Strongly disagree
4,08%
disagree
65,31%
agree
26,53%
0,00%
20,00%
40,00%
60,00%
80,00%
Figura 6. Il grafico mostra una sostanziale positività verso l’attuazione di politiche strutturate
sulla ICT
Tabella 9. Gli obiettivi da raggiungere attraverso una politica della ICT
Aumento delle infrastrutture di
telecomunicazione
Promozione e supporto di azioni orientate
all'uso delle nuove tecnologie in spazi o luoghi
pubblici
Promuovere la ricerca nel settori della ICT
Promuovere e supportare politiche volte
all'educazione nella ICT
Fornire informazioni sulla Amministrazione
per mezzo delle telecomunicazioni
Promuovere i servizi dell'Amministrazione via
ICT
Promuovere l'uso della ICT nei processi di
progetto urbano
Uso della ICT nel progetto della rete dei
trasporti
Promuovere e supportare politiche di
telelavoro
Promuovere e supportare operazioni di
telemedicina
Promuovere e favorire processi educativi via
ICT
Molto
importante
Abbastanza
imp.
poco
Per
niente
Non sa' +
non
risponde
71,43%
28,57%
0,00%
0,00%
0,00%
57,14%
42,86%
0,00%
0,00%
0,00%
71,43%
28,57%
0,00%
0,00%
0,00%
57,14%
42,86%
0,00%
0,00%
0,00%
28,57%
71,43%
0,00%
0,00%
0,00%
42,86%
57,14%
0,00%
0,00%
0,00%
57,14%
42,86%
0,00%
0,00%
0,00%
57,14%
28,57%
0,00%
0,00%
14,29%
42,86%
42,86%
14,29%
0,00%
0,00%
28,57%
42,86%
14,29%
0,00%
14,29%
42,86%
28,57%
28,57%
0,00%
0,00%
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
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Tabella 10. Strategia della ICT nella politica cittadina
si
Esiste nella tua città una strategia od un progetto con la ICT
volto ad attuare un piano o un programma?
All'interno dei documenti che compongono il PRG è
contemplato l'uso o l'attuazione di piani inerenti la ICT?
no
Non sa' +
non risponde
57,14% 14,29%
28,57%
14,29%
85,71%
0,00%
A conclusione del presente paragrafo, possiamo dire che emerge un quadro
che se per certi versi fa emergere un sostanziale ottimismo verso la ICT,
dall’altro lato mostra situazioni fortemente contrastanti. In tal senso, ad
esempio, è emerso che se la ICT può permettere una maggiore partecipazione
dei cittadini, questo non implicherà una automatica possibilità di includere le
loro opinioni in processi progettuali. E’ anche emersa la scarsa fiducia in
possibili miglioramenti in termini sociali e di pari opportunità per tutte le classi
sociali. Infine, la tabella 6 ha mostrato una sintesi significativa della situazione:
esiste una strategia nell’attuazione della ICT nelle politiche di piano ma… nel
contempo nei documenti che compongono il piano gli stessi interlocutori non
sanno dare risposte sull’eventuale uso della ICT.
6
6.1
L’esperienze italiana di Reggio Emilia3
Quadro generale
All’interno del processo di Agenda 21 Locale a Reggio Emilia sono stati
sviluppati differenti progetti, tra i quali il progetto O.R.D.IN.@.R.E. (ovvero,
Osservatorio Reggiano degli INdicatori Ambientali di Reggio Emilia) riguardante
un sistema di indicatori utili a pianificare e programmare un modello urbano
sostenibile e che indirizzerà ed impegnerà il futuro processo decisionale
3
Per la stesura del presente paragrafo si ringrazia l’Ufficio Reggio Sostenibile del Comune di Reggio
Emilia. Tel. 0522-456116; e-mail: reggio.sostenibile@municipio.re.it
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dell’Amministrazione comunale e provinciale. Il modello urbano sostenibile
sottintende la volontà di porre l'ambiente come cardine dello sviluppo
(economico, sociale e culturale) della comunità locale volto ad arrestare il
degrado ambientale, a soddisfare i bisogni non solo della popolazione presente
ma anche di quella futura al fine di a raggiungere una maggiore qualità della
vita ed una maggiore equità tra le attuali generazioni.
Gli obiettivi che tale progetto si è posto riguardano:
l'implementazione delle procedure di rilevazione e di gestione dei
dati ambientali di rilevanza per l’ente (accounting);
l'integrazione e trasversalità dei nuovi strumenti partecipativi, di
supporto alla governace locale e di gestione del territorio (Ag. 21,
contabilità ambientale, certificazione EMAS, Bilanci ambientali, etc.);
il potenziamento dell’accesso alle informazioni ambientali in termini
di trasparenza e comunicazione.
Le attività previste inizialmente dal progetto vertevano sui seguenti argomenti:
1) calcolo dei “10 Indicatori Comuni Europei - Verso un profilo della
sostenibilità locale” (ECI);
2) sperimentazione della rilevazione dei dati relativi all’indagine
“Osservatorio ambientale sulle città” promosso da ISTAT;
3) selezione di un set di idonei indicatori considerati più significativi per
la nostra realtà locale e/o idonei a valutare l’orientamento alla
sostenibilità;
4) creazione di un sistema di indicatori integrati e di sintesi rispetto agli
strumenti di gestione e programmazione ambientale degli Enti
(contabilità ambientale, analisi settoriali sullo stato dell’ambiente,
certificazioni, Agenda 21,...) denominato “Sistema di Indicatori per la
Sostenibilità”;
5) condivisione del sistema di indicatori con gli stakeholder interni ed
esterni (Forum di Agenda 21) e sviluppo di un sistema di
comunicazione-accessibilità dei dati attraverso strumenti multimediali
(inserimento nei siti web dei Comuni del “Sistema di Indicatori per la
Sostenibilità”, pubblicazione di newslwetters informative).
I risultati ed i benefici attesi dal progetto riguardavano:
la sistematizzazione della raccolta dei dati ambientali;
la messa a sistema delle informazioni ambientali rilevanti per le
attività dell’Ente;
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lo stimolo della partecipazione degli stakeholder, ed in generale di tutti
i cittadini, verso sistemi di monitoraggio delle azioni messe in campo nei
piani di azione delle Ag21;
la maggior efficacia nel monitoraggio delle proprie politiche ed azioni
volte al miglioramento delle performance in campo ambientale;
l'integrazione degli strumenti di gestione del territorio e di supporto
alla governance locale attraverso lo sviluppo di un sistema informativo
di indicatori univoco;
lo sviluppo di processi di trasparenza e credibilità della Pubblica
Amministrazione;
la migliore efficienza nella comunicazione
dell’andamento delle politiche ambientali dell’Ente.
6.2
verso
l’esterno
Gli indicatori messi a sistema
Il sistema messo a punto a Reggio è strutturato su di un elevatissimo numero di
dati ambientali. Ciò lo si è ritenuto essenziale in quanto, per far fronte alle
richieste che provenivano sia dall’interno dell’Ente (sistema di contabilità
ambientale, analisi ambientale del territorio, etc.) che dall’esterno (iniziative
promosse da ISTAT, Legambiente, etc.). Tra gli indicatori, sono stati anche
inseriti i dieci indicatori individuati dalla Commissione Europea per valutare
l’orientamento alla sostenibilità locale delle città (Indicatori Comuni Europei – o
European Commun Indicators, appresso indicati come ICE).
L’elevato numero di dati da rilevare (oltre 500) deriva dal fatto che molti
indicatori, pur essendo simili, possono essere richiesti con modalità differenti
(ad esempio diversa unità di misura) o con specifiche differenti – sottoindicatori
(es. estensione del verde pubblico scorporata in parchi pubblici, verde di
arredo, aree umide, etc.). Tali dati sono quindi stati accorpati in un set di circa
170 indicatori, che costituiscono il cosiddetto “Sistema di indicatori integrati e di
sintesi”, catalogati in 8 aree tematiche e selezionati anche in funzione di scelte
strategiche operate nel Forum dell’Agenda 21 come più significativi per la realtà
locale e/o idonei a valutare l’orientamento alla sostenibilità. A tale set è stato poi
aggiunto l’elenco completo degli Indicatori Comuni Europei. Di seguito
elencheremo le aree tematiche che si sono coperte con questo set di indicatori,
fornendo in alcuni casi, elementi esplicativi.
a) Sistema di indicatori integrati e di sintesi:
1) verde pubblico, privato e sistemi naturali;
2) mobilità sostenibile e qualità dell’aria;
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3) sviluppo urbano sostenibile, ovvero dati riferiti all’uso del suolo (quindi
correlato anche all’indicatore europeo nr.9), ai servizi disponibili, alla
presenza degli strumenti urbanistici, etc. ;
4) risorse idriche;
5) rifiuti;
6) energia;
7) informazione e partecipazione, inteso come progetti di educazione
ambientale dedicati alle scuole, campagne informative e promozionali su
temi ambientali, fasi di attuazione del processo di Agenda 21 Locale,
progetti realizzati con metodologia partecipata, etc. ;
8) inquinamento acustico ed elettromagnetico;
9) sistemi di gestione ambientale e buone pratiche ambientali;
10) tutela dei diritti degli animali.
b) Indicatori Comuni Europei
Il Comune di Reggio Emilia ha aderito formalmente al progetto nel 2001 e ciò al
fine della promozione dell’utilizzo dei dieci indicatori europei presso le autorità
locali italiane.
Di questi, il Comune di Reggio Emilia ha attivato nel 2002 il calcolo degli ICE n.
1, 3 e 4, secondo la metodologia predisposta nelle schede metodologiche
ufficiali e, quindi, nel 2003, il progetto si è arricchito degli indicatori n. 5, 6, 7 e
10.
Vediamo in sintesi alcuni risultati:
Indicatore Comune Europeo N. 1 (soddisfazione dei cittadini con
riferimento alla comunità locale).
Per la rilevazione dei dati, come suggerito dalla scheda metodologica, il
Comune di Reggio Emilia ha effettuato un sondaggio tramite
questionario su un campione rappresentativo della popolazione residente
di età superiore ai 16 anni, gestito con interviste personali (o telefoniche).
Il questionario utilizzato è composto da una serie di domando attinenti li l
grado di soddisfazione della comunità urbana, gli standard abitativi, le
opportunità di lavoro, la qualità e quantità dell’ambiente naturale, la
qualità dell’ambiente edificato, il livello dei servizi sociali, sanitari,
culturali, ricreativi e per il tempo libero, lo standard delle scuole, il livello
dei servizi di trasporto pubblico, le opportunità di partecipazione alla
pianificazione locale ed ai processi decisionali e il livello di sicurezza
personale.
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I risultati ottenuti dalle interviste sono qui sotto illustrati e riportano in
dettaglio il grado di soddisfazione calcolato per ognuno degli 11 aspetti
della comunità locale che sono stati oggetto di intervista.
Figura 9-7. Grado di
soddisfazione
complessiva per gli 11
aspetti della comunità
locale
oggetto
di
intervista
Figura 9-8. Il diagramma mostra le modalità di
spostamento dei cittadini
Il ruolo della ICT nelle politiche locali: applicazioni e casi di studio
Figura 9-9. Sopra. I motivi degli spostamenti
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Figura 9-10. Le motivazioni che induco all’uso
dell’automobile
Figura 9-11. La figura rappresenta il numero
medio di passeggeri per auto
Indicatore Comune Europeo N. 3: Mobilità Locale e Trasporto
Passeggeri
L’Indicatore Comune Europeo n. 3 intende valutare il numero di
spostamenti giornalieri effettuati dai residenti all’interno dell’area di
pertinenza dell’autorità locale e il tempo impiegato pro capite per motivo
e per modo di trasporto utilizzato; inoltre misura la distanza totale media
pro capite percorsa quotidianamente per tipo di spostamento e per modo
di trasporto. I risultati ottenuti dalle interviste sono qui sotto illustrati. E’
senz’altro interessante analizzarne, da parte di chi legge, i risultati.
Indicatore Comune Europeo N. 4: Accessibilità delle aree verdi
pubbliche e dei servizi locali
L’Indicatore Comune Europeo n. 4 intende valutare la percentuale dei
residenti che vive in prossimità di spazi ricreativi accessibili al pubblico e
di altri servizi di base.
Per la rilevazione dei dati, come suggerito dalla scheda metodologica, si
è determinata la distribuzione degli stessi (residenti, aree ricreative,
servizi, per categoria) mediante un Sistema Informativo Geografico (GIS)
dal Servizio Informativo Territoriale del Comune di Reggio Emilia. I
risultati ottenuti dalle elaborazioni sono qui sotto illustrati:
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Tabella 11. La tabella illustra, per mezzo di operazioni di buffering tramite GIS, la distanza
media da luoghi di servizio
abitanti residenti nel raggio di 300 m dalle aree verdi maggiori di 5.000 mq,
fruibili per uso ricreativo e accessibili al pubblico gratuitamente (parchi
pubblici, giardini o spazi aperti pubblici ad esclusivo uso ciclabile o pedonale,
aree private, attrezzature per sport all’aria aperta)
abitanti residenti nel raggio di 300 m dalle aree verdi fruibili per uso ricreativo
e accessibili al pubblico gratuitamente (parchi pubblici, giardini o spazi aperti
pubblici ad esclusivo uso ciclabile o pedonale, aree private, attrezzature per
sport all’aria aperta)
abitanti residenti nel raggio di 300 m dai servizi sanitari pubblici di base
(medici generici e pediatri, strutture sanitarie)
abitanti residenti nel raggio di 300 m dai negozi alimentari (centri
commerciali e negozi/supermercati)
abitanti residenti nel raggio di 300 m dalle scuole pubbliche dell’obbligo
(elementari e medie inferiori)
abitanti residenti nel raggio di 300 m dalle linee di trasporto collettivo
(fermate linee urbane autobus e minibus e nodi di interscambio)
n. 85.003
70 %
n. 99.398
81 %
n. 81.148
66 %
n. 85.684
70 %
n. 47.867
39 %
n.
102.608
84 %
Figura 12. L’immagine è relativa ad alcuni dati riferiti alla tabella 9-11. Essa permette di
mostrare il grado di accessibilità delle aree verdi pubbliche e dei servizi locali nel territorio
comunale attraverso una elaborazione GIS. (Fonte: Comune di Reggio Emilia)
● Fermate linee urbane di autobus e minibus
▲ Nodi interscambio linee urbane di bus e minibus
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Indicatore Comune Europeo N. 5: Qualità dell’aria locale
L’Indicatore Comune Europeo n. 5 intende quantificare il numero di
superamenti dei valori limite per determinati inquinanti atmosferici e
verificare l’esistenza e il livello di attuazione del piano di
risanamento/gestione della qualità dell’aria.
Così come le altre città europee che hanno aderito al progetto, anche
Reggio Emilia non presenta superamenti dei valori limite per gli
inquinanti SO2, NO2 e CO. Allo stesso modo, è ben più critica la
situazione per l’ozono ed il particolato sottile, i cui limiti sono quasi
costantemente superati anche nelle altre città monitorate.
Anche per l’ozono, i valori più critici si verificano nelle città italiane e
Reggio Emilia non fa eccezione. Il Comune di Reggio Emilia è
consapevole che i problemi derivanti dall’inquinamento atmosferico non
si risolvono con la sola applicazione della circolazione a targhe alterne e
per questo ha messo a punto nell'ultimo anno una serie articolata di
interventi strutturali. Due, in particolare, gli obiettivi perseguiti: da un lato
sensibilizzare e informare i cittadini sulle cause e gli effetti provocati
dall'inquinamento, dall'altro impostare e realizzare, anche attraverso lo
strumento partecipativo di Agenda 21, progetti capaci di incidere
stabilmente sulla riduzione dell'inquinamento urbano, affrontando in
modo efficace e duraturo i nodi critici della mobilità. A tal fine, è stato
messo a punto un Piano degli Interventi del Comune articolato in misure
di governo, misure tecniche, misure infrastrutturali e misure
organizzative, per un totale di 65 interventi, tutti in fase di attuazione.
Figura 9-13. La
figura illustra il
numero
di
superamenti
dei
limiti
relativi
a
sostanze inquinanti
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Indicatore Comune Europeo N. 6: Spostamenti casa–scuola dei
bambini
L’Indicatore Comune Europeo n. 6 intende valutare le modalità di
trasporto usate dai bambini per viaggiare da casa a scuola. Per la
rilevazione dei dati, come suggerito dalla scheda metodologica, il
Comune di Reggio Emilia ha effettuato nella primavera 2003 un’indagine
rivolta ai genitori dei bambini e ragazzi di età compresa fra i 3 e i 14 anni,
svolta tramite un apposito questionario la cui distribuzione è avvenuta
attraverso le scuole.
Così come richiesto, è stato individuato un campione di scuole che fosse
rappresentativo dal punto di vista della distribuzione sul territorio
comunale, tenendo conto del loro contesto (aree centrali, semiperiferiche
e periferiche) e coinvolgendo:
-
almeno un complesso scolastico (scuola dell’infanzia, elementare e
media inferiore) per ogni tipologia di zona;
-
un intero ciclo per ogni complesso scolastico individuato (ad esempio
una sezione che comprenda i tre anni di una scuola dell’infanzia, una
sezione che comprenda i cinque anni di una scuola elementare, una
sezione che comprenda i tre anni di una scuola media inferiore).
Figura 9-15. I mezzi usati negli spostamenti
verso la scuola durante il periodo primavera
estate.
Figura 9-16. I mezzi usati negli spostamenti
verso la scuola durante il periodo autunno
inverso.
Si è quindi deciso, per l’indagine a Reggio Emilia, di operare a livello di
Circoscrizione e per ognuna di esse di coinvolgere possibilmente
nell’indagine una scuola dell’infanzia, una scuola elementare e una scuola
media localizzate in area centrale, semiperiferica e periferica; in totale si
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sono coinvolte 12 scuole medie, 17 scuole elementari e 15 scuole
dell’infanzia con la distribuzione di circa 4.000 copie dei questionari.
L’elaborazione dei questionari ha mostrato che per la metà delle risposte,
l’automobile privata è il mezzo preferito anche se c’è bel tempo; la
cosiddetta “mobilità alternativa” (spostamenti a piedi o in bicicletta o con
mezzi pubblici o in carpooling) complessivamente ammonta però a poco
meno del 50% delle risposte. La percentuale relativa all’uso dell’auto con la
brutta stagione sale al 62%, aumenta di due punti l’uso del trasporto
collettivo/pubblico, mentre diminuisce nettamente la percentuale di
spostamenti a piedi o in bicicletta.
Figura 14. Il questionario inviato alle scuole relativo agli spostamenti
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L’eccessiva distanza casa-scuola e la mancanza di tempo a disposizione
abbinate alla mancanza di mezzi di trasporto alternativi rappresentano la
metà delle cause che costringono all’uso dell’auto anche con la bella
stagione; nella categoria “Altro”, prevale nettamente il fatto che spesso si
portano i bambini a scuola e si prosegue per andare al lavoro. Di seguito,
vengono riportati alcuni dati di dettaglio non richiesti espressamente
dalla scheda metodologica. Tra le modalità di trasporto alternative
all’auto, prevale con la bella stagione l’andare a piedi, seguito dalla
bicicletta, mentre in caso di maltempo, diminuisce drasticamente la
bicicletta a vantaggio dell’andare a piedi e del car pooling; i mezzi
pubblici confermano la percentuale sia con la bella che con la brutta
stagione.
Indicatore Comune Europeo N. 7: gestione sostenibile dell’autorità
locale e delle imprese locali
L’Indicatore Comune Europeo n. 7 intende quantificare la percentuale di
organizzazioni pubbliche e private (PMI ed grandi imprese), presenti sul
territorio comunale, che adottano ed utilizzano una forma di gestione
sociale e ambientale.
Le procedure di gestione ambientale e sociale si riferiscono a EMAS e
ISO 14000/14001, SA8000 (definito da CEPAA, il “Council on Economic
Priorities Accreditation Agency”, standard internazionale relativo alle
condizioni sul luogo di lavoro nelle “supply chains” ispirato all’ILO,
International Labour Organization), etc.
Indicatore Comune Europeo N. 10: prodotti sostenibili
L’Indicatore Comune Europeo n. 10 intende valutare il consumo
percentuale di prodotti “sostenibili” rispetto al totale dei consumi
all’interno della popolazione residente nel Comune di Reggio Emilia, la
disponibilità ed offerta di mercato di prodotti “sostenibili” e la percentuale
di “acquisti verdi” della pubblica amministrazione.
Per “prodotti sostenibili” si intendono i prodotti realizzati con criteri
ecologici caratterizzati dalla certificazione europea “eco-label”, o prodotti
ottenuti applicando metodi di agricoltura e allevamento biologici
caratterizzati da certificazione europea o nazionale; oppure quelli ad alta
efficienza energetica, quelli certificati come provenienti dal mercato di
produzione e distribuzione definito “equo e solidale” ed infine i derivati
del legno certificati FSC (Forest Stewardship Council), ovvero il marchio,
che identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in
maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali,
economici e sociali (gestione “sostenibile”).
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6.3
Il sistema informativo del Comune di Reggio Emilia ed il progett
S.I.S.Te.R
Il Comune di Reggio Emilia, considerando l’alto numero di dati (oltre 500
indicatori rilevati), ha realizzato un database per mezzo del software Access® di
Microsoft appositamente realizzato dal Dipartimento Interateneo Territorio del
Politecnico di Torino. L’obiettivo è stato, quindi, quello di realizzare il passaggio
da un “sistema informativo” ad un “sistema informatico”, garantendo che i dati
raccolti venissero conservati in modo permanente ed aggiornati e che
l’elaborazione degli stessi avvenisse attraverso procedure automatiche. Lo
stesso database, opportunamente adattato, ha costituito la base per la versione
web da inserire nel sito del Comune di Reggio Emilia e sulla scorta della quale
è stato varato, in collaborazione con il Dipartimento Interateneo Territorio del
Politecnico di Torino il progetto S.I.S.Te.R., ovvero una sperimentazione di un
indice per la quantificazione del grado della qualità ambientale dello spazio
residenziale urbano, intendendo, per tale, lo spazio costituito dalle abitazioni e
dai servizi di base. L’indice è stato predisposto dal prof. Carlo Socco nell’ambito
dell’attività di ricerca dell’Osservatorio Città Sostenibili del Dipartimento
Interateneo Territorio del Politecnico e dell’Università di Torino.
Essendo lo spazio residenziale quello a più diretto servizio delle famiglie e
costituendo gran parte del territorio urbanizzato, si può affermare che un indice
della sua qualità è sufficientemente rappresentativo del livello qualitativo
dell’ambiente urbano che ospita la vita quotidiana della popolazione.
Il progetto ha teso a mettere a punto uno strumento che risultasse d’uso
agevole e applicabile nella normale attività di formazione dei piani urbanistici,
perché è a livello del piano urbanistico comunale che il tema della ricerca di
un’elevata qualità ambientale dello spazio residenziale può essere affrontato in
modo adeguato, ed è con riferimento a questo tema che la valutazione
ambientale strategica del piano urbanistico deve cercare di misurarsi,
individuando indicatori ed indici appropriati, costruendo sistemi di monitoraggio
e impegnandosi in un’attività di reporting mirata ad informare la popolazione
sulle condizioni dell’ambiente in cui vive e a rendere più consapevoli le scelte
dell’amministrazione locale.
L’indice che viene presentato all’interno della pubblicazione “Valutazione della
qualità ambientale dello spazio residenziale in un’area del Comune di
Reggio Emilia” è uno strumento tecnico per compiere questa analisi e per
valutare gli effetti degli interventi di pianificazione urbanistica, prendendo come
unità spaziale di riferimento, la singola unità fondiaria, poiché è ad essa che
vengono riferiti i valori di qualità ambientale dello spazio residenziale.
La qualità degli spazi residenziali viene considerata come composizione di
quattro componenti:
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1) l’ambito dell’abitazione,
pertinenza;
costituito
dall’unità
edilizia
e
dalla
sua
2) il contesto ambientale percepibile dall’abitazione;
3) i servizi di base riferibili all’unità di quartiere e il loro contesto ambientale;
4) la rete dei percorsi casa-servizi di base.
La qualità ambientale dello spazio residenziale dipende dalla qualità di questi
quattro tipi di spazi; dove, i primi due costituiscono lo spazio dell’abitazione, e i
secondi due lo spazio dei servizi sociali di base. Per cui la struttura dell’indice
può essere così rappresentata:
QSR
QSS
QSA
QA
QC
QS
QP
dove:
QSR = indice di qualità dello spazio residenziale;
QSA = indice di qualità dello spazio abitativo;
QSS = indice di qualità dello spazio di servizio;
QA = indice di qualità dell’abitazione;
QC = indice di qualità del contesto ambientale percepibile dall’abitazione;
QS = indice di qualità dei servizi sociali di base;
QP = indice di qualità dei percorsi casa - servizi sociali di base.
Quindi alla base vi sono quattro indici (QA, QC, QS e QP), ciascuno dei quali è
ottenuto attraverso una sommatoria ponderata del tipo:
Qi = f(A1+A2+A3+A4)
Successivamente, risalendo il triangolo attraverso una serie di sommatorie
ponderate si otterrà un indice finale che indicherà o lo stato complessivo
dell’area analizzata.
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Figura 9-17. Cartografia di base di una porzione residenziale di Reggio
Emilia
LEGENDA
Viabilità
Cortili
Percorsi pedonali
Servizi
Residenze
Aree verdi
Bassi fabbricati
Verde per sport
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Figura 9-18. Mappa relativa all’indice di qualità dell’offerta dei servizi (i
valori oscillano da 1, valore ottimale, a valori prossimi allo zero, quindi
non ottimali)
Legenda
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