Le mappe letterarie del sacro e del profano
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Le mappe letterarie del sacro e del profano nei racconti di viaggio delle scrittrici
del Fondo Gino Doria (Biblioteca Nazionale di Napoli)
di Manuela SCARAMUZZINO
Biblioteca umanistica d’Ateneo
Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
Riassunto: In uno dei tavolini del Caffè Vacca a Napoli, di fronte alla Villa Comunale, in un caldo pomeriggio estivo del 1927
o 1928, è seduto un uomo ben vestito, piccolo e raccolto, dallo sguardo benevolo e sornione, che gustando uno spumone
osserva le scene di vita che si svolgono dentro e fuori la Villa. Quest’uomo è Gino Doria, umanista e giornalista di professione,
bibliofilo per natura. La sua collezione libraria (10.400 volumi testimoni autorevoli della sua personalità) per volontà
testamentaria fu donata alla Biblioteca nazionale di Napoli. Il Fondo ha una struttura ricca e complessa dalla quale il lavoro di
ricerca ha fatto emergere le opere femminili: 411 scritti di donne, 18 operette anonime “sulle donne” e 2 riviste d’argomento
femminile. Molti i racconti di viaggio che documentano soggiorni o brevi permanenze che le donne presenti nella raccolta
libraria, fra il XVIII ed il XX secolo, fecero in tutta Italia. Ma quali furono le loro mete? Luoghi sacri, siti archeologici, paesaggi
naturalistici… le mappe letterarie disegnate dalle scrittici del Fondo raccontano una rottura della vita quotidiana, un recupero
di una nuova e più alta sensibilità per il reale. Il viaggio diventa un moto connaturato al desiderio di trasformarsi, di non restare
sempre identiche a se stesse e di non chiudersi a ciò che sta intorno. Le nostre viaggiatrici, per lo più aristocratiche, conoscono
altre culture ed affermano la loro libertà come soggetti: nelle pratiche di abbigliamento e nel loro stile di vita, nella scelta
religiosa, intellettuale ed amorosa. Oltrepassano non solo frontiere territoriali… rompono quelle culturali.
Abstract: In one of the tables of the Caffè Vacca in Naples, in front of the Villa Comunale, on a hot summer afternoon of 1927
or 1928, a well-dressed man is sitting, small and collected, with a benevolent and sly look, enjoying a spumone observing the
scenes of life that take place inside and outside the Villa. This man is Gino Doria, humanist and journalist by profession,
bibliophile by nature. His book collection (10.400 volumes of authoritative witnesses of his personality) by testamentary will
was donated to the National Library of Naples. The Fund has a rich and complex structure from which the research work has
brought out female works: 411 women's writings, 18 anonymous women's operatives and 2 women's reviews. Many travel
stories documenting stays or short stays that the women present in the book collection, between the eighteenth and twentieth
century, did throughout Italy. But what were their goals? Sacred places, archaeological sites, naturalistic landscapes ... the
literary maps drawn by the writers of the Fund recount a rupture of everyday life, a recovery of a new and higher sensitivity
for reality. The journey becomes a movement inherent in the desire to transform itself, to not always remain identical to
oneself and not to close oneself to what is around. Our travelers, mostly aristocratic, know other cultures and affirm their
freedom as subjects: in clothing practices and their lifestyle, in religious, intellectual and love choice. Beyond not only territorial
borders ... they break cultural ones.
Keywords: Travel - Women - Naples
doi.org/10.26337/2532-7623/SCARAMUZZINO
Introduzione
Gino Doria ed i suoi 10.00 libri: l’uomo, il bibliofilo ed il suo amore per Napoli
Don Gino nacque a Napoli il 26 ottobre 18811, in via Carrozzieri alla Posta ed una “singolare
coincidenza” segnò il suo futuro di scrittore e bibliofilo2: vide la luce e crebbe nella stessa casa in cui un
secolo prima Giuseppe Valletta aveva raccolto la sua sterminata biblioteca3. Su quelle stesse teche e
scansie, il padre Eduardo, noto avvocato, sistemò la sua raccolta di libri, composta al contempo da testi
giuridici e classici della letteratura e da volumi di storia dell’arte e di musica (queste ultime furono le
passioni della madre, Giuseppina Minieri4). L’infanzia e la fanciullezza di Doria trascorsero tra la nascente
passione per i libri e le lunghe passeggiate fatte col fratello minore, Mario, ed il padre, instancabile guida
1
U. PISCOPO, Gino Doria in Dizionario biografico degli italiani, vol. 41, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1992, pp. 297299.
2 M. GATTA, Bibliografia degli scritti di Gino Doria, Napoli, Colonnese, 1998, p. 11.
3 G. DORIA, Peccata Iuventutis meae (Ricordi e ritratti) in ‘Nferta ossia strenna napoletana 1956, a cura di M. Vajro, Napoli, Azienda
Autonoma di Soggiorno e Cira e Turismo, 1956.
4 B. NICOLINI, Profilo di Gino Doria, Napoli, Grimaldi & Cicerano, 1985, p. 5.
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delle strade, dei monumenti e delle leggende di Napoli, dal quale di certo il figlio apprese ad amare la
città5. A dispetto della tradizione giuridica familiare, Doria intraprese studi letterari ed umanistici, ed
abbracciò la professione di giornalista, assecondando la sua naturale e spiccata curiosità per il mondo6. E
proprio la professione e la curiosità lo condussero nel 1910 in America Latina, dove rimase fino al 1918,
rimpatriò a cavallo degli anni ’20 e per circa 7-8 anni lavorò senza sosta per molti quotidiani nazionali,
uno fra tutti il Giorno sotto la direzione di Matilde Serao7.
La produzione giornalistica di questi anni è intensa, la scrittura tocca tematiche varie, dalla politica
alla critica d’arte. La penna di Doria giornalista non si posò che per brevi momenti sulla scrivania fino
all’insediarsi del regime fascista. Nel 1927, infatti, all’interno della rivista Fiera letteraria, diretta allora da
Umberto Fracchia, apparve un suo articolo Romolo, Remo e Compagni, dal contenuto e dal tono antifascista,
caustico e raffinato insieme, che mandò su tutte le furie Mussolini e che gli valse l’espulsione dall’albo dei
giornalisti professionisti. Stette così vent’anni fuori dall’esercizio professionale, nutrendo e perfezionando
la sua competenza di storico e letterato, e mantenendo sempre fermo, a dispetto delle circostanze, il suo
impegno antifascista. In questi anni strinse i suoi più importanti rapporti d’amicizia, con il suo maestro
Benedetto Croce, con l’editore Riccardo Ricciardi8 e con il poeta Salvatore di Giacomo9. Di
quest’esclusione dal mondo dei giornali serbò quasi gratitudine al regime, oramai caduto, scrivendo a
Giovanni Artieri: ‹‹…questi venti anni di ostracismo furono per me una benedizione: mi riportarono agli studi e mi
diedero l’immenso privilegio di vivere gomito a gomito con don Benedetto››10. D’allora, con maggior intensità, si dedicò
ai libri ed a Napoli, a quel “tarlo”, come lui stesso scrisse11 ‹‹che ancora e sempre mi consuma della storiografia (in
tono minore) e della bibliografia, che mi tiene sospeso a mezz’aria››. Napoli, che tanto amava, fu al centro dei suoi
studi: ne ha narrato la storia12, ne ha illustrato le strade13, seguendo financo il napoletano che le
attraversa14, calcando i suoi passi fino ad entrare con le gambe della mente nei palazzi aristocratici sette e
ottocenteschi, partecipando ai ricevimenti nobiliari, nei quali immaginò di conversare con ospiti
autorevoli come Stendhal, Rossini, Walter Scott15. Lo sforzo di Doria fu di definizione del senso di Napoli
e dell’essenza del napoletano, cercando di promuovere e riscoprire un’interpretazione della città diversa
e fuori del falso colore locale16 da cartolina illustrata, fuori del colore turistico fatto di sole, miserie e
canzoni popolari.
Napoli e la storia non furono gli unici suoi tarli, anche il “virus” della bibliofilia ingombrò sempre
la sua mente, facendo del “libro in quanto tale” un altro motivo ricorrente dei suoi scritti. Durante il
ventennio fascista, rafforzò la sua preparazione bibliografica ed il suo gusto antiquario per il libro. Si
formò gradualmente ed inarrestabile fino agli ultimi giorni di vita la sua biblioteca, collezionando opere
rare - classici e non - accogliendo gli omaggi di autori a lui contemporanei, fino a formare un complesso
di 10.400 volumi. Parte della raccolta la dedicò alla letteratura di viaggio, ossia all’altro suo grande amore:
5
NICOLINI, Profilo di Gino Doria, pp. 5-6.
GATTA, Bibliografia degli scritti, p. 12.
7 NICOLINI, Profilo di Gino Doria, p. 7.
8 Riccardo Ricciardi fu l’amico-editore di Doria, colui che lo accompagnava sempre nelle visite alle biblioteche di Napoli e di
altre città; lo stesso costituiva, soprattutto, una preziosa fonte di ricordi ed aneddoti sia popolari che colti. L’omaggio maggiore
che Doria fece per lui fu, nel 1952, il catalogo I primi 45 anni della Casa Editrice Ricciardi, edito da Ricciardo stesso. Si veda anche:
G. DORIA, Ricciardi e i tipografi, Napoli, Colonnese, 1974.
9 L’amicizia con di Giacomo fiorì negli anni in cui il poeta dirigeva la sezione Lucchesi-Palli della Biblioteca Nazionale di
Napoli; un legame destinato a restare vivo nel tempo perché cementato dal medesimo amore per il libro “bello e raffinato”.
All’amico e al poeta dedicherà molti scritti, articoli, saggi, sempre in una raffinata veste grafica, come amava di Giacomo;
insieme a Cecilia Ricottini curò ed introdusse nel 1966 la Bibliografia di Salvatore di Giacomo di Franco Schlitzer, edita da Sansoni.
10 G. ARTIERI, Ritratto borghese di Gino Doria in Napoli, punto e basta? Divertimenti, avventure, biografie, fantasie per napoletani e non,
Milano, Mondadori, 1980, pp. 268-292.
11 Ivi, p. 273.
12 G. DORIA, Storia di una capitale: Napoli dalle origini al 1860, Napoli, Guida, 1936.
13 G. DORIA, Strade di Napoli, Napoli, Ricciardi, 1943; G. DORIA, Il napoletano che cammina e altri scritti sul colore locale aggiuntavi la
canzone del Guarracino, Napoli, Ricciardi, 1957.
14 NICOLINI, Profilo di Gino Doria, p. 10.
15 G. DORIA, Del colore locale e altre interpretazioni napoletane, Bari, Laterza, 1930.
16 ARTIERI, Ritratto borghese, p. 277-279.
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
i viaggiatori stranieri in Italia17. Mentre si dedicò a codesti studi, sopraggiunse la fine della guerra e la
caduta del fascismo: Doria ritornò subito in auge. Nel ’44 fu nominato caporedattore del Risorgimento e
nel giugno 1945 nominato direttore del Museo di San Martino e successivamente, nel 1949,
sovrintendente delle Gallerie. Fece parte del comitato dell’Approdo presso la RAI e pubblicò i suoi libri
più belli18, tra cui la biografia di Murat19. Si spense il 12 gennaio del 1975 e per sua volontà testamentaria
la biblioteca personale fu data in dono alla Biblioteca nazionale di Napoli e la collezione di dipinti ed
incisioni al Museo di San Martino e alla Villa Floridiana20.
Difficile restituire un ritratto del suo temperamento …
La biblioteca e la scrittura femminile
Sono proprio i suoi 10.400 libri i testimoni più autorevoli della sua personalità. Una volta confluiti
nella Biblioteca nazionale di Napoli, l’allora direttore Alberto Guarino ed il bibliotecario Antonio Laurino
si fecero garanti del rispetto delle clausole e dell’integralità dei beni librari: la sistemazione dei volumi in
due sale intestate a Gino e a Mario Doria; i libri accessibili solo alla consultazione interna e non al prestito;
il rispetto dell’integralità del fondo, nel senso di renderlo “chiuso”, non sottoposto ad aggiunte o
sottrazioni successive. Attualmente il fondo è depositato al II piano di Palazzo Reale, accanto al fondo
Arcuno ed al Fondo Aosta, ma le sale in cui è collocato non sono accessibili al pubblico; i volumi restano
non ammessi al prestito e le collocazioni sono ancora oggi le medesime allestite da Gino Doria21, ad
eccezione di una sezione postuma “Rari Doria”. I reparti più cospicui sono quello dedicato agli storici
napoletani e quello sui libri stampati a Napoli; ad essi va aggiunto il reparto sui viaggiatori stranieri in
Italia, antichi e moderni, con i loro diari, impressioni, memorie, litografie ed acqueforti. A partire da
questa complessa e ricca struttura bibliotecaria, il lavoro di ricerca ha avuto come finalità di portare in
evidenza le opere femminili collezionate da Doria. Non creò una sezione dedicata esclusivamente alla
scrittura di donne; la produzione femminile è disseminata all’interno delle singole sezioni tematiche. Dallo
spoglio degli inventari sono emerse 411 opere di donne, 7 opere di autori vari con contributi di donne al
loro interno, 18 operette anonime “sulle donne” o operette celebrative e trattatelli, 2 riviste d’argomento
femminile e 2 opere maschili, inserite nell’elenco per stabilire dei raccordi e dei collegamenti con alcune
scritture femminili. Si è formato così un elenco di 442 opere. Va comunque menzionata la cospicua
presenza di biografie femminili, soprattutto di regine e nobildonne del Settecento e dell’Ottocento e di
alcune poetesse italiane. Queste opere dimostrano l’esigenza documentaria che il nostro storico ebbe nei
confronti delle personalità femminili del passato. Ad aprire l’elenco è l’operetta celebrativa sulle donne,
pubblicata a Venezia dal tipografo de’ Ferrari nel 1549, Della nobiltà et eccellenza delle donne, dalla lingua francese
nella italiana tradotto. Con una oratione di M. Alessandro Piccolomini in lode delle medesime. Al XVII secolo
appartengono tre opere: una novella anonima sulle «donne astute e curiose» edita da Antonio Bulifon a
Napoli nel 1688 e due raccolte di poesie, di Adriana Basile e di Vittoria Colonna, edite sempre da A.
Bulifon. Al XVIII secolo sono riconducibili 10 opere: dalle biografie su Gregorio VII, sul Cardinale
Richelieu, sulla principessa di Condé e la marchesa d’Urfé scritte da Catherine Durand Bedecien,
pubblicate a Colonia proprio nel 1700 al racconto di viaggio sui generis di Ellen d’Exeter del 1798 in tre
volumi. In questo secondo gruppo è inserito il primo epistolario di viaggio; si tratta di 40 lettere di M.me
17
Risultati di questo suo amore letterario saranno la traduzione del Il Corricolo di A. Dumas, edito da Ricciardi nel 1950, e, tra
il 1960 e il 1971, una serie di articoli sui grandi viaggiatori stranieri a Napoli raccolti in prima edizione sul Carnet del Turista;
questi articoli verranno pubblicati postumi da Guida nel 1984 nel volume Viaggiatori stranieri a Napoli, ma già nel 1948 Doria
aveva dedicato all’argomento un breve scritto dal titolo Viaggiatori stranieri al San Carlo, curato da R. Ricciardi.
18 NICOLINI, Profilo di Gino Doria, p. 9.
19 G. DORIA, Murat re di Napoli, Cava de’ Tirreni, Di Mauro, 1966.
20 Di questa passione restano alcuni cataloghi tra cui Il paesaggio napoletano nella Pittura straniera (1962)
21 Meritano di essere segnalati alcuni gioielli del Fondo: il “Decameron di messer Giovanni Boccaccio cittadino fiorentino, sì come lo diedero
alle stampe gli SSri Giumbi, l’anno 1527 impresso in Amsterdam MDCLXV”; un “Ortis” con dedica autografa di Foscolo al Sign.
Knight stampato a Londra nel 1817; una “Histoirex du Royaume de Naples ” stampata a Parigi nel dire con un sorriso di compiacimento.
I volumi erano, pertanto, ordinati a mezzo di uno schedario pressoché perfetto; inoltre ciascuno scaffale aveva il suo elenco, completo di autore e titolo,
secondo l’ordine di sistemazione. Trovare un libro nella biblioteca di «don Gino», risultava facilissimo. Dallo schedario bastava prelevare il numero
dello scaffale, consultare l’elenco e nello spazio di non più di 30 secondi il volume richiesto emergeva dal «mare magnum» di carta stampata” da I
diecimila libri di Gino Doria, pp. 143-146, in: G. INFUSINO, Napoli in terza pagina, Napoli, Guida, 1980.
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du Boccage sui suoi viaggi in Francia, Inghilterra, Olanda. In modo particolare è presente la figura di Maria
Carolina di Borbone. Apre l’elenco delle opere pubblicate nel XIX secolo il racconto di Amalie Winter,
Michaelo and the Twins: a tale of the Lazzaroni in Naples (Bath, Binns and Goodwin), storia di un giovane
lazzarone napoletano elevata a paradigma di un tipico scenario dell’Italia di fine Settecento. Le opere
pubblicate nel XIX secolo sono 102 e si chiudono con il romanzo Les malheurs de Sophie della contessa
Sophie de Segur. Le opere pubblicate nel XX secolo sono 317, dal 1900 al 1973; apre l’elenco il Codice
delle rime di Vittoria Colonna appartenuto a Marguerite d’Angoulême e chiude l’elenco il saggio di storia
della miniatura Miniatura napoletana del Rinascimento di Antonella Pututaro Murano. Sono state inserite
nell’elenco anche un gruppo di opere femminili, facenti parte del Fondo, che non si trovano più [BATTY,
Elizabeth (Miss)]. Italian scenery from drawings made in 1817 by Miss Batty, London, published by Rodwell
& Martin, 1820; MORTON, Harriet. Protestant vigils or Evening records of a journey in Italy in the years 1826 and
1827 by Harriet Morton, London, published by R.B. Seeley and W. Burnside, 1829; AUCLAIR, Marcelle.
Enfances et mort de Garcia Lorca, Paris, Ed. du Seuil, 1968 e AGNOLOTTI, Enza. Idea e realtà dell’America,
Roma, s. n., s. d.
Le autrici, le opere anonime e le riviste femminili
Le scrittici del Fondo Doria sono 320 dalle poetesse del ‘500 (Laura Terracina, Adriana Basile e
Vittoria Colonna) alle saggiste e romanziere contemporanee di Doria (Cinzia Petiti Fagnano, Francesca
Sanvitale e Natalia Ginzburg). L’assoluta particolarità che ci offre la raccolta è che, seppur la quantità
degli scritti sia minima rispetto alla totalità del Fondo (442 su 10.400 volumi), la varietà delle scrittrici,
l’anonimato dei loro nomi, la versatilità dei generi letterari, rendono quest’insieme di opere unico.
Le personalità presenti sono soprattutto nobildonne fino a metà del XIX secolo: margravine,
principesse, contesse, anche cortigiane e nobili artiste. Scrivono soprattutto epistolari, memorie e racconti
di viaggio. Ci sono, nell’edizione parigina del 1826 di Arthus Bertrand, le memorie di Elisabeth Berkeley,
margravina d’Anspach, scritte sul finire del XVIII sec., che, oltre al registro autobiografico, propongono
un excursus storico del casato del Brandeburgo. Un’altra margravina (di Bareith) presente nella raccolta è
Frédèrique Sophie Wilhelmine, sorella di Federico il Grande, re di Prussia, la quale ci narra anch’essa le
sue memorie (1706-1758)22, estendendo il racconto agli aneddoti della corte di Berlino, da lei considerati
fondamentali per comprendere i giochi di potere. L’attenzione, che Gino Doria dimostra nei confronti
delle narrazioni femminili sulle corti reali, investe chiaramente la storia del regno di Napoli ed in modo
particolare la figura di Maria Carolina di Borbone. Della regina delle due Sicilie è presente un carteggio
con lady Hamilton, integrato da documenti inediti e da un sommario storico della rivoluzione partenopea
(1799), curato da Raffaele Palumbo23. Le lettere intime ed amichevoli fra le due donne sono scritte in
francese24, e, oltre a contenere le relazioni sugli eventi politici del periodo, rivelano il profondo stato di
malessere e crisi nervosa di cui Maria Carolina era affetta. Sono presenti anche delle memorie della
Regina25, vero e proprio racconto del duello politico che ci fu tra Maria Carolina e lord William Bentinck,
negli anni 1810-1813, al centro della grande crisi politica. La particolarità di questo volume è la seguente
nota manoscritta di Doria, posta sulla controcoperta: «questo memoriale attribuito a Maria Carolina, è
probabilmente opera del principe di Cassaro», firmato GD, che dimostra il lavoro critico e filologico che
don Gino intraprese nella stesura della storia di Napoli26. La lista di personalità nobiliari è lunga: da
22
Edizione del 1910, curata dall’editore H. Barsdorf di Berlino.
Epistolario stampato da Nicola Iovene, Napoli, 1907.
24 Si tratta del carteggio originale conservato presso il British Museum di Londra.
25 Edizione a cura della Oxford university press del 1912.
26 Contestualmente alle memorie ed al carteggio di Maria Carolina e ad altre narrazioni memorialistiche femminili, nelle quali
è presente la regina, ho inserito una delle due opere maschili dell’elenco. Un’orazione funebre che Emanuele Taddej scrisse
per le esequie della regina, dedicandole a Ferdinando IV. Ho inserita quest’opera per due ragioni: la prima per esemplificare,
attraverso questa testimonianza, il doppio lavoro di raccolta libraria di Doria (scritti di … e scritti su…); la seconda per
evidenziare un genere letterario che sembra essere stato molto a cuore allo studioso/bibliofilo: orazione e commemorazione
funebre.
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Alessandra Macinghi Strozzi (1406-1471) a Marguerite d’Angoulême27, regina di Navarra (1492-1549);
dalla Granduchessa di Toscana, Margherita d’Orléans (1645-1721) alla marchesa lady Mary Wortley
Montagu (1689-1762); da M.me Louise Florence D’Epinay (1726-1783) a Luigia Stolberg, contessa
d’Albany (1752-1824); dalla regina d’Olanda, Hortense Eugenie de Beauharnais (2783-1837) a Louise
Murat, figlia di Gioacchino e contessa Rasponi (1805-1889) fino alla più attuale Maria José di Savoia
(1906-2001). Affiancano queste donne, illustri per casato, altre donne, che devono la loro fama non alla
nobiltà delle origini, ma alla loro eccellenza artistica: è il caso della già citata M.me Anne-Marie du Boccage
(1710-1802), scrittrice di professione, e della pittrice M.me Elisabeth Vigeè Lebrun (1755-1842).
Spostandoci verso il XX secolo, fatta eccezione per Maria Josè di Savoia, le scrittrici non hanno nobili
origini, sono borghesi, studiose di professione: dalle romanziere alle saggiste. Dalle più note Matilde Serao
e Alda ed Elena Croce fino a nomi poco conosciuti al gran pubblico di lettori, si dipana un panorama
bibliografico articolato, specchio dei molteplici interessi del nostro bibliofilo. Molte sono biografe, tra cui
Mary James Darmesteter con una biografia su Marguerite D’Angoulême; Marie Antoine de Reiset
biografa delle regine; ed ancora Luisa Gasparini che ha ricostruito la storia d’amore di Garibaldi con
Speranza Von Schwartz. Altri settori curati da Doria furono quelli della storia dell’arte e della storia del
libro. Le studiose di queste discipline sono numerose: Adelaide Cirillo Mastrocinque; Olga Elia; Marina
Causa Picone e Paola Barocchi. Una segnalazione più puntuale va fatta per un repertorio bibliografico
crociano di Ortensia Ruggiero: La letteratura francese nella critica di Benedetto Croce: repertorio bibliografico, nel
quale la studiosa elabora una ricca introduzione sui rapporti di Croce con la letteratura francese, un elenco
cronologico delle opere crociane, il repertorio bibliografico diviso per epoche ed una interessante
appendice sulle traduzioni francesi delle opere di Croce. Il volume è stato donato, con dedica e firma,
dalla studiosa a Gino Doria28. Delle sette opere di autori vari: due sono raccolte di lettere, una è un
catalogo di pittura, una è un saggio sulle donne a più mani, una è una celebrazione nuziale e due sono
commemorazioni funebri (genere letterario caro a Doria). Vanno, infine, menzionate le 18 operette
anonime, dalla prima già citata novella del 1688 sulle donne astute, alla quale seguono delle lettere Sopra
la forza dell’immaginazione delle donne incinte del 1751 fino alla canzone popolare La cena della sposa, edita nel
1932. Completano il corredo bibliografico tre annate della rivista Madame, rivista mensile di notizie femministe
ed un’annata del 1932 dell’Almanacco della donna italiana (rivista letteraria femminile) sul frontespizio del
quale vi è una dedica manoscritta della redattrice Silvia Bemporad: «al valoroso collaboratore Gino Doria,
coi migliori auguri». Fra gli articoli del numero figura proprio un intervento di Doria su Garibaldi e le
donne. Questa è sintetica carrellata di personalità femminili e rarità librarie, che emergono dal Fondo.
Generi letterari e luoghi della scrittura femminile
Le opere rappresentano molteplici generi letterari. Quello maggiormente presente è la biografia
con 65 opere, a seguire la poesia (28 op.), gli epistolari (26 op.), i racconti di viaggio (22 op.), i saggi
letterari (20 op.) e i romanzi e i saggi di storia dell’arte (19 op.). Questi numeri sembrano avvalorare tutto
ciò che si è detto sulla personalità di Gino Doria, appassionato di poesia, assiduo ricercatore di rarità
bibliografiche sui personaggi del passato e sulla letteratura di viaggio, estimatore della narrativa e cultore
di storia dell’arte. Le opere pubblicate nel primo periodo (1549-1798) sono soltanto 15 sul totale; quelle
del secondo (1800-1899) sono 103; ed infine le ultime (1900-1973, più le sei opere non datate) 324, e
costituiscono oltre il 65% del’intera raccolta. Sebbene si debba ragionare in relativo, appare evidente che
la pubblicazione della letteratura femminile soltanto nel XX secolo acquisisce maggiore visibilità. Anche
la rivalutazione dell’ingegno femminile del Sette-Ottocento è un’operazione relativamente attuale, e non
stupisce di ritrovare quindi, nell’elenco gli epistolari di nobildonne del passato, pubblicati nel primo
trentennio del novecento. In questo periodo si colloca l’unico esemplare di “dialogo”, scritto da Tullia
d’Aragona dal titolo Dell’Infinità dell’amore. Le pubblicazioni di secondo periodo (1800-1899) mostrano un
27
L’Heptameéron des nouvelles de trés haute et trés illustre principesse Marguerite D’Angoulême, reine de Navarre. […], pubblicato a Parigi
da Auguste Eudes nel 1880. L’opera è una singolare analisi della condizione femminile. Sembra ricalcare apparentemente il
Decameron di Boccaccio, ma in realtà il tema dell’amore, fondamentale nelle novelle dell’Heptameéron, introduce alla descrizione
della posizione delle donne nella quale gli scambi amorosi vanno dal più delicato corteggiamento allo stupro.
28 Edito a Napoli da Armanni nel 1955.
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
sostanziale equilibrio tra scrittura creativa e scrittura scientifica. A ben altra dimensione ci rimandano le
opere dell’ultimo periodo, la maggior parte rimanda a scritture scientifiche (saggi, articoli e biografie). La
biografia è il genere più attraversato dalla scrittura femminile novecentesca, confermando anche il dato
rilevato dalla totalità delle opere; seguono la poesia ed il saggio letterario, poi il romanzo e l’epistolario.
La scrittura autobiografica e auto-rappresentativa sembra divenire marginale; le donne scrivono da
studiose, docenti, professioniste nei diversi saperi, non si raccontano, ma tendono a raccontare (le
biografe) e ad analizzare fenomeni culturali, artistici, sociali (le saggiste). Scorrendo l’elenco delle opere,
gli occhi collegano i nomi che si ripetono, le tematiche che ricorrono maggiormente, i personaggi più di
una volta oggetto d’indagine; si sollevano molti interrogativi sulla presenza o assenza di alcuni generi
letterari, di molti nomi di autorevoli scrittrici, di come e perché quest’accumulo librario abbia preso
proprio questa forma culturale e non un’altra. La biblioteca privata nel suo insieme e nel suo sedimentarsi
sollecita molte domande, ma ancor di più la formazione dei volumi delle scritture femminili all’interno di
essa si pone in una posizione assolutamente interrogativa. Questa raccolta rappresenta un focolaio di
potenziali ricerche nel settore dei “Gender’s Studies”; un punto di partenza per affrontare il tema della
scrittura e delle donne nei saperi di antica e moderna formazione, dell’inserimento delle studiose nel
canone letterario e scientifico, e non ultimo della storia dell’editoria in rapporto alla produzione
femminile.
Doria, Napoli ed i viaggiatori: storia di sue passioni. Napoli vissuta e raccontata dalle
viaggiatrici raccolte e collezionate da don Gino
È un fatto che io amo questi miei napoletani, e che, amandoli, sento il bisogno continuo di comprenderli nel loro presente e
nel loro passato, o meglio di comprendere il loro presente con il loro passato, o ancora di studiare il loro passato servendomi
del presente. Non è una metodologia storica perfettamente sicura, ma io non pretendo di fare la storia di questo popolo29.
Questo sentimento emerge da tutte le cose che Gino Doria fece e scrisse per Napoli e per i
napoletani. In particolare si è tentato di mettere in relazione l’amore che Doria ebbe per Napoli, il suo
interesse per i viaggiatori stranieri e la presenza nel fondo librario di numerosi resoconti di viaggio, redatti
dalle viaggiatrici e dedicati al loro soggiorno partenopeo. Della vasta produzione di Doria, dedicata alla
città, due operette meglio di altre ci restituiscono le riflessioni, talvolta amare, e le emozioni forti che
hanno guidato la mente e la mano dello scrittore; si tratta del libello satirico La città delle favole e della
raccolta Del colore locale ed altre interpretazioni napoletane. La storia della città, per Doria, è immersa nella
favola, fatta di incongruenze, di contraddizioni e anomalie. Dalla favola spunto il “NAPOLETANO”,
non solo quello fatto di vigorosa originalità di pensiero e coraggio civile, ma il Napoletano Anonimo …
la massa di attori. Secondo Doria non vi è niente di più difficile da definire che questo “personaggio
collettivo”, nulla di più difficile che tentare di spiegare la ragione del suo “sconcertante manifestarsi”.
L’attenzione verso i viaggiatori in rotta su Napoli e le loro impressioni fu un’altra costante
dell’attività intellettuale di Gino Doria, coltivata attraverso la scrittura ed attraverso la collezione delle
loro opere di viaggio, da quelle più celebri e conosciute fino alle vere rarità bibliografiche. Grazie al suo
talento di erudito ricercatore raccolse per il Carnet del turista a Napoli (una pubblicazione curata dalla locale
Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno) una gran mole di notizie/schede sui viaggiatori stranieri poi
raccolti nel 1984 dall’editore Mario Guida in un unico volume30 che contiene una grande quantità di
notizie sui viaggiatori stranieri che, nel corso dei secoli, lasciarono traccia delle loro impressioni sulla visita
e sul soggiorno partenopei. In considerazione di queste due passioni (Napoli ed i viaggiatori), che
accompagnarono in tutta la vita Gino Doria, come scrittore e letterato e come uomo, si è voluto, in questa
sede, porre lo sguardo sulle viaggiatrici straniere a Napoli. All’interno delle 442 scritture femminili del
Fondo sono state selezionate 22 narrazioni di viaggi, soggiorni o brevi permanenze fra il XVIII ed il XX
secolo. Si tratta di racconti di viaggio, epistolari di viaggio, ma anche memorie, diari e, per il XX sec.,
anche di guide turistiche redatte a seguito di un viaggio.
29
G. DORIA, Del colore locale e altre interpretazioni napoletane; a cura e con nota di E. Giammattei, Napoli, Libreria Dante &
Descartes, 2001, pp. 7-8.
30 G. DORIA, Viaggiatori stranieri a Napoli, prefazione di A. Ghirelli, Napoli, Guida, 1984.
45
Le mappe letterarie del sacro e del profano
Si propone un elenco delle 22 viaggiatrici, corredato di alcune indicazioni sintetiche ed ordinato in
base all’anno nel quale è stato compiuto il viaggio:
- Racconto di viaggio del XVIII secolo: [4 viaggiatrici]
Lady Mary Wortley Montagu [Inglese] (1689-1739), nata Pierrefont (figlia del duca di
Kingston)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: novembre-dicembre 1740
Opera: Letters from the right honourable Lady Mary Wortley Montagu. 1709 to 1762.
Edizione: London, J.M. Dent & Co [New York, E.P. Dutton & Co.], 1906
Genere: Epistolario di viaggio
Madame Anne-Marie du Boccage [Francese (scrittrice di professione)] (1710-1802), nata
La Page Figuet
Viaggio/Soggiorno a Napoli: ottobre 1757
Opera: Lettres de Madame du Boccage contenant ses voyages en France, en Angleterre, en Hollande et en
Italie, faits pendant les années 1750, 1757 et 1758
Edizione : Dresden, G. Conrad Walter, 1771
Genere: Epistolario di viaggio
Elisabeth Berkeley (Craven) [Inglese (scrittrice occasionale)], margravina d’Anspach (17501828)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1° 1770 circa; 2° dopo il 1820 (morì a Napoli)
Opera: Mémoires de la Margrave d’Anspach, écrits par elle-même, les observations recueillies par cette princesse
dans les diverses cours de l’Europe, ainsi que des anecdotes sur la plupart des princes et autres personnages célèbres de
la fin du XVIII siècle, traduit de l’anglais par J. T. Parisot.
Edizione: Paris, Arthus Bertrand, 1826
Genere: Memorie
Madame Louise Elisabeth Vigée-Lebrun [Francese (pittrice di professione)] (1755-1842)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: inverno del 1790
Opera: Souvenirs de Madame Louise Elisabeth Vigée Lebrun, de l’Académie royale de France, de Rome et
d’Arcadie, de Parme et de Bologne, de Saint-Pétersbourg, de Berlin, de Genève, Rouen et Avignon.
Edizione: Paris, H. Fournier, 1836
Genere: Epistolario
- Racconto di viaggio del XIX secolo: [12 viaggiatrici]
Lady Sidney Morgan [Irlandese (scrittrice)](1776-1859), nata Owensen
Viaggio/Soggiorno a Napoli: inverno del 1820
Opera: L’Italie par Lady Morgan, traduit de l’Anglais.
Edizione: Bruxelles, Auguste Wahlen, 1821
Genere: Racconto di viaggio
Madame Caroline de la Grandville [Francese] (XVIII-XIX sec.)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: febbraio 1823
Opera: Souvenirs de voyage, ou lettres d’une voyageuse malade.
Edizione: Paris, Ad. Le Chère et C.ie, 1836
Genere: Epistolario di viaggio
Contessa Anna Potocka [Polacca] (1775-1863)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: marzo-aprile 1827
Opera: Voyage d’Italie (1826-1837), publié par Casimir Stryienski. Lettres inédites de Caroline, reine de
Naples, de Catherine, reine de Westphalie, etc.
Edizione: Paris, E. Plon-Nourriet et Cie, 1899
Genere: Epistolario di viaggio
Paolina Augustus Craven [Francese (scrittrice)] (XIX-1890), nata La Ferronays
Viaggio/Soggiorno a Napoli: lunghi soggiorni fra il 1833 e il 1876
46
Le mappe letterarie del sacro e del profano
Opera: Souvenirs d’Angleterre et d’Italie. Réminiscences.
Edizione: Paris, Perrin et Cie, 1912
Genere: Memorie
Mrs. [s.n.] Ashton Yates [Inglese?] (XIX sec.)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: aprile 1843-44 circa
Opera: A winter in Italy in a series of letters to a friend.
Edizione: London, Henry Colburn, 1844
Genere: Epistolario di viaggio
Ida Pfeiffer [Austriaca] (1797-1858)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: ottobre-novembre 1843
Opera: Visit to the Holy-Land, Egypt, and Italy by M.me Ida Pfeiffer. Translated from the German by W.
Dulckem.
Edizione: London, Ingram, Cooke and Co., 1853
Genere: Racconto di viaggio
Adèle Revel [Francese o portoghese (?)] (XIX sec.)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1853
Opera: Naples, Rome et Florence. Impressions de voyage (abrégé d’un journal écrit pour ma famille) par Adèle
Revel.
Edizione: Torino, Unione tipografica-editrice, 1863
Genere: Racconto di viaggio
Iulia Kavanagh [Irlandese] (1824-1877)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1857-58 circa
Opera: The two Sicilies by Julia Kavanagh.
Edizione: Leipzig, Bernhard Tauchnitz, 1858
Genere: Racconto di viaggio
Louise Colet [Francese (scrittrice)] (1810-1876)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1860
Opera: L’Italie des italiens par M.me Louise Colet.
Edizione: Paris, E. Dentu, Librairie de la Société des gens de lettres, 1862 [1864]
Genere: Racconto di viaggio
Mrs. Annie Brassey [Inglese] (1839-1887)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1° 1875, 2° 1878
Opera: Voyages d’une famille a travers la Méditerranée, a bord de
son yacht LE SUNBEAM
racontés par la mère, traduits
de l’anglais par J. Butler.
Edizione: Paris, M. Dreyfous, 1880
Genere: Racconto di viaggio
Cesira Pozzolini Sicialiani [Italiana (di Firenze)] (1839-1914)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1876 circa
Opera: Napoli e dintorni: impressioni e ricordi di Cesira Pozzolini Siciliani.
Edizione: Napoli, A. Morano, 1880
Genere: Racconto di viaggio
Viaggiatrice anonima M.me C. de la B**** [Francese (parigina)] (XIX sec.?)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: giugno 1881
Opera: Impressions de voyage d’une parisienne en Espagne, Algérie et Italie par M.me C. De la B***.
Edizione: Paris, Dentu, 1882
Genere: Racconto di viaggio
- Racconto di viaggio del XX secolo: [6 viaggiatrici]
Elise Lathrop [Inglese o americana (?)] (XIX-XX secc.)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 19..?
Opera: Sunny days in Italy.
Edizione: London, T. Werner Laurie,[19..?]
47
Le mappe letterarie del sacro e del profano
Genere: Racconto di viaggio
Augustine (1862-1930) & Sybil (XIX-XX secc.) Fitzgerald [Americane, sorelle]
Viaggio/Soggiorno a Napoli: maggio 1904
Opera: Naples, painted by Augustine Fitzgerald. Described by Sybil Fitzgerald.
Edizione: London, Adam and Charles Black, 1904
Genere: Racconto di viaggio (Augustine dipinge acquerelli, Sybil scrive)
Anne Hollingsworth Wharton [Americana (storica)] (1845-1928)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: marzo 1905
Opera: Italian days and ways by Anne Hollingsworth Wharton, with illustrations.
Edizione: Philadelphy/London, J.B. Lippincott Company, 1906
Genere: Epistolario di viaggio
Clara Elisabeth Laughlin [Americana (giornalista, esperta di viaggi)] (1873-1941)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1925
Opera: So you’re going to Italy!
Edizione: London, Methuen & Co. Ltd., 1925
Genere: Racconto di viaggio/guida turistica
Bettina Seipp [Tedesca] (XX sec.)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1937-38
Opera: Neapel und Sizilien: als land der Griechen erlebt.
Edizione: Leipzig, Im Insel, 1938
Genere: Racconto di viaggio/guida turistica
Yvonne Labande-Mailfert [Francese (professoressa)] (1906-1997)
Viaggio/Soggiorno a Napoli: 1953-54 [con il fratello Edmond-René Labande]
Opera: Naples et la Campanie.
Edizione: Paris, Arthaud, 1954
Genere: Racconto di viaggio/guida turistica (libro scritto a quattro mani)
Incrociando i dati delle ventidue viaggiatrici presenti nel Fondo, con quelli delle donne curate da
Doria nella raccolta, risulta che solo dieci delle ventidue sono state anche descritte nel Carnet:
1. Lady Mary Wortley Montagu
2. Madame A.M. Du Boccage
3. Madame Elisabeth Vigée Lebrun
4. Lady Sidney Morgan
5. M.me Caroline de la Grandville
6. Elisabeth Berkeley, Margravina d’Anspach
7. Contessa Anna Potocka
8. Paolina Craven
9. Louise Colet
10. Annie Brassey
Le restanti dodici, non presenti nell’opera, sono:
1. Mrs. Ashton Yates
2. Ida Pfeiffer (con 2 opere di viaggio raccolte)
3. Julia Kavanagh
4. Adèle Revel
5. Cesira Pozzolini Siciliani
6. C. de la B***** (viaggiatrice francese anonima)
7. Elise Lathrop
8. Augustine e Sybil Fitzgerald
9. Anne Hollingsworth Wharton
10. Clara E. Laughlin
11. Bettina Seipp
48
Le mappe letterarie del sacro e del profano
12. Yvonne e Edmond-René Labande
La letteratura, che concerne il tema del viaggio e del Grand tour in Italia, è vasta ed abbraccia molti
campi d’indagine. Viaggio e documenti di viaggio sono stati oggetto di ricerca da parte di letterati, di
storici, di geografi e recentemente anche da parte di sociologi e psicologi. Da Bacone a Goethe, da
Lalande a Smollett, dai resoconti alle lettere, dai dipinti alle carte geografiche, dalle guide all’abbigliamento
del viaggiatore, ogni tema è stato approfondito. Ma in questa lunga sequela noi vorremmo porre
l’attenzione alle donne in viaggio.
Il viaggio è un tema universale, evocatore di importanti metafore; è ricerca, trasformazione ed
educazione alla tolleranza. La storia del viaggio è la storia del passaggio dalla necessità di arrivare ad una
meta alla libertà di raggiungerla; è storia di un movimento dal noto verso l’ignoto e di un ritorno al noto
con una consapevolezza nuova.
Per le donne, oggetto della nostra discussione, può rappresentare un momento di ricostruzione del
percorso accidentato e non lineare che le ha condotte all’emancipazione31.
Il viaggio si configura come trasformazione della vita quotidiana, come recupero di una nuova e
più alta sensibilità per il reale. Estraniata dal suo contesto abituale, la realtà appare in una luce differente
e sorprendente, le nostre viaggiatrici – ad esempio – portano nel cuore – come ricordo confortevole - i
tramonti e le luci del golfo di Napoli. Il viaggio diventa un moto connaturato al desiderio di trasformarsi,
di non restare sempre identiche a se stesse e di non chiudersi a ciò che sta intorno. L’immaginazione,
stimolata dal viaggio, talvolta trasforma il passato, creduto sterile e superato, in un presente pieno e
dinamico. Il viaggio fa dell’immaginazione l’elemento di attiva trasformazione del reale32. Non c’è viaggio
che rassomigli a un altro, e ancorché i viaggi si concludano a volte negli stessi posti, storie personali,
bagagli umani, luoghi e città appaiono, attraverso i ricordi, sempre diversi. Ma viene da chiedersi: può,
allora, la scrittura di viaggio essere un valido documento di ricostruzione storica? Possono i diari e le
lettere di viaggio essere delle fonti attendibili? Il documento di viaggio, la testimonianza di persone che
hanno ritenuto utile lasciare scritte le loro impressioni sui paesi attraversati, rappresenta una fonte spesso
insostituibile per la ricerca nel campo delle scienze umane. E proprio questa sua natura oscillante tra
storia, finzione ed autobiografia permette di introdurci nel campo d’indagine che si collega alla storia delle
idee. I viaggiatori dei secoli passati tendono a riproporre la cultura propria del loro tempo, a ricalcare gli
stereotipi allora in corso, e ciò permette di verificare la personale sensibilità del viaggiatore stesso, la sua
capacità di lettura e di interpretazione della realtà visitata e di ricostruire gli atteggiamenti culturali ed
ideologici di una specifica epoca e non ultimo vedere come il documento di viaggio interviene con
successo o meno nell’opera di definizione dello spirito scientifico dei periodi trascorsi33.
Tutte le relazioni di viaggio sono testimonianze di “geografie private”. L’analisi di questi racconti
ci induce a riflettere sul peso che i paradigmi culturali hanno ed hanno avuto nello spiegarci la realtà,
inquadrandola in maniera da permetterci di cogliere specifici elementi e negandoci altri forse non meno
interessanti. Il diario di viaggio è un documento personale che risponde prima di tutto ad una
preoccupazione di conservazione: di questa avventura, che è stata il viaggio, di questa occasione rara di
sensazioni, si vuole conservare il ricordo per sempre e fare partecipi gli altri -la famiglia, gli amici, i
colleghi- delle delizie del ricordo. Le donne in viaggio non furono affatto indifferenti al desiderio di
lasciare memoria delle loro avventure; il nesso tra scrittura e viaggio per costoro è intenso, inscindibile.
Le schede di Gino Doria e le opere che egli ha raccolto avvalorano questo binomio. Ma di cosa parlano
le viaggiatrici di Doria? Esse documentano il loro viaggio in Italia ed il tour dei luoghi visitati, di cui Napoli,
con i suoi dintorni, fu una tappa privilegiata e obbligata. Si tratta di donne per lo più aristocratiche,
viaggiatrici del XVIII secolo, o comunque di alta estrazione culturale, le viaggiatrici erudite del XIX secolo
e le studiose del XX. Provengono da tutta Europa, dall’America, e testimoniano i loro soggiorni italiani
– in particolare partenopei - utilizzando diversi generi letterari e storiografici: le viaggiatrici nobili del
XVIII secolo scrivono lettere, memorie, diari; le intraprendenti escursioniste del XIX secolo, in rotta
31
Donne in viaggio. Viaggio religioso, politico, metaforico, a cura di M. L. Silvestre - A. Valerio, Roma - Bari, Laterza, 1999.
L. BORGHI - N. LIVI BACCI - U. TREDER, Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento, Firenze, Libreria delle donne,
stampa 1988.
33 Geografie private: i resoconti di viaggio come lettura del territorio, Milano, Edizioni Unicopli, 1985.
32
Le mappe letterarie del sacro e del profano
49
sull’Italia animate da spiriti rivoluzionari, producono racconti di viaggio; le scrittrici del XX secolo
sperimentano sia la scrittura diaristica sia il resoconto, ma si esercitano anche in progetti editoriali, quali
le guide turistiche, affiancando alle parole le immagini pittoriche o fotografiche. Il viaggio, per molte di
loro, s’inserisce nella fase finale dell’educazione delle ragazze di buona famiglia legata alla pratica delle
lingue straniere. Grazie al viaggio conoscono altre culture ed affermano la loro libertà come “soggetti”:
nelle pratiche di abbigliamento e nel loro modo di vita, nella scelta religiosa, intellettuale ed amorosa34.
Nelle loro parole spesso si sente l’attraversamento di un doppio confine: le frontiere territoriali da un
parte e quelle del sesso, soprattutto per coloro che intrapresero da sole il viaggio. La discesa a Napoli,
con le sue meraviglie ed i suoi drammi, è un evento atteso, sul quale gravano stereotipi, ansie e grandi
aspettative; è la storia di una percezione che una parte del mondo femminile ha provato nell’attraversare
le strade di Napoli e nel parlare con le persone, testimoniato attraverso le narrazioni di viaggio.
Le schede che seguono, e che ricalcano per certi versi lo schema che propose Gino Doria nel Carnet,
ci introducono nel viaggio di ogni singola donna. Viene proposta per ognuna di loro una biografia
essenziale, viene presentato l’iter del viaggio ed il soggiorno a Napoli.
Ma è possibile costruire un paradigma femminile del viaggio, sia pur provvisorio ed incompleto? Il
richiamo ad una quotidianità spesso noiosa e svalutata, il dispiegarsi di un ventaglio di temi che
oltrepassano l’autoreferenzialità maschile (molto frequentemente legato all’archetipo dell’itinerario
cognitivo della ricerca di sé) e l’inclusione di una pluralità di soggetti, animali e piante, ma anche cose,
potrebbero configurare la specificità dell’approccio femminile al viaggio, o meglio al modo in cui le autrici
lo hanno inteso35. Molte delle nostre viaggiatrici vivono il viaggio come momento di nascita del sé, oppure
come negazione e autocancellazione.
Nei risultati della pratica del viaggio s’individua il principale corpus di documenti sui quali si esprime
il sapere geografico delle donne. Viaggio e scrittura di viaggio furono gli strumenti di realizzazione delle
loro inclinazioni ai saperi scientifici in campo geografico. Il legame tra viaggio e scrittura intesa, questa,
non solo come esercizio letterario di redazione di un journal intime, ma come intenzionale registrazione di
informazioni e riflessioni critiche relative all’itinerario percorso, consentono di affermare che il viaggio
femminile è andato di gran lunga oltre una versione “rosa” del Grand Tour. Laddove il Grand Tour si
configura come viaggio di rottura di schemi, esso rivela una mobilità femminile inattesa, uno slancio a
notazioni e riflessioni antropologiche e sociologiche senza schermi e velature di pensiero. Le narrazioni
spaziano dalla dimensione storico-archeologici a quella paesaggistica, dall’analisi di dinamiche storicopolitiche e quelle sociali e culturali. Tutto viene osservato, ma vediamo nel dettaglio i profili
biobibliografici di alcune tra le viaggiatrici meno note, presenti nella raccolta Doria.
Viaggiatrici del Fondo Doria: quadri bio-bibliografici
Viaggiatrici del XVIII secolo
LADY ÉLISABETH <CRAVEN> BERKELEY, MARGRAVINA
[presente nel Carnet di Doria]
D’ANSPACH
Biografia
Élisabeth Berkeley nacque a Spring-Garden (Gran Bretagna) il 17 dicembre del 1750 dal conte di
Berkeley e da madre non dichiarata in nessuna fonte. Fu una nota letterata inglese, che già a diciassette
anni compose un poema e, più tardi, alcuni pezzi teatrali. Sposò lord William Craven, dal quale ebbe ben
sette figli. Abbandonata dal marito, ella stessa sollecitò il divorzio da lui e lasciò l’Inghilterra per viaggiare.
Fu accolta con stima e calore da tutte le Corti d’Europa, e dopo diverse tappe e soggiorni, fissò la sua
residenza presso il margraviato d’Anspach, nel cuore della Germania. Élisabeth ed il Margravio Frederik
Cristhian Charles Alexander coltivarono una segreta passione reciproca, che scaturì in matrimonio,
celebrato a Lisbona, non appena entrambi furono vedovi dei rispettivi coniugi nel 1790. Durante questi
34
35
G. DUBY - M. PERROT, Storie delle donne in Occidente. L’Ottocento, Roma-Bari, Laterza, 1998.
A. DE CLEMENTI - M. STELLA, Viaggi di donne, Napoli, Liguori, 2002.
Le mappe letterarie del sacro e del profano
50
anni di passione lady Craven Berkeley ed il Margravio fecero un bel viaggio in Italia e Napoli fu una tappa
importante. Una volta sposati si trasferirono in Inghilterra. All’indomani della morte del marito, nel 1806,
Élisabeth ricominciò nuovamente a viaggiare, stavolta da sola e si trasferì a Napoli, dove, fino al suo
ultimo giorno di vita (13 gennaio del 1828), frequentò senza sosta gli ambienti mondani ed intellettuali.
Lascia della propria vita delle ampie Memoires, molto interessanti, che hanno goduto di grande diffusione
nell’Ottocento e che furono tradotte in diverse lingue. Curiosa è l’immagine che Gino Doria ci offre della
donna «…le piacque fino all’ultimo ostentare in modo pietosamente ridicolo una gioventù che era
irrimediabilmente trascorsa da un pezzo. Una viaggiatrice polacca [la contessa Anna Potocka], che la vide
l’anno prima della morte, descrive atterrita la maschera policroma di cosmetici che le intonacava il volto
avvizzito». Ciononostante Doria non nega alla scrittrice acume e acribia nell’osservare Napoli ed i
napoletani.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Al primo soggiorno napoletano del 1780 circa è dedicato il capitolo VIII delle Memoires, presenti
nel Fondo Doria Edizione: parigina curata da Arthus Betrand del 1826. Le memorie hanno un impianto
narrativo fortemente dedicato alla descrizione della Corte napoletana e dei reali; difatti, ampio spazio
occupa il racconto della calorosa accoglienza che la Corte riservò agli ospiti, motivata – dice Élisabeth dalla grande stima che Ferdinando IV nutriva per il principe Frederik. Ferdinando IV è oggetto di una
lunga digressione somatica e caratteriale da parte di Lady Berkeley …. «Mi ha fatto l’effetto di un paesano
messo sul trono per scommessa, ma di un campagnolo onesto e con buone intenzioni, nient’affatto
indegno di un simile onore». Sottolinea spesso la simpatia e l’ammirazione che i coniugi reali hanno nei
suoi confronti e non manca di accostare in parallelo le due figure, rimarcando con savoir faire inglese i
pregi ed i limiti di entrambi. Lady Berkeley si reca al teatro di San Carlo e ne fa una precisa descrizione.
Apre, poi, in seno al dibattito sulle arti una piacevole parentesi sulle danzatrici. Contemporaneamente alla
vita mondana effettua il tour della Campania felix (tomba di Virgilio, Paestum, Pompei, Ercolano, Campi
Flegrei), talvolta constatando in tono polemico un certo incipiente stato d’abbandono dei luoghi. Ma la
nostra attenta osservatrice non può celare anche una profonda amarezza nel constatare la
contraddittorietà del popolo napoletano, pazzo per spettacoli e feste e vile per la povertà. A tal proposito
si riporta lo stesso passo che Gino Doria, nella sua scheda sulla margravia, ha segnalato come di grande
interesse:
A Napoli, dove il governo non fa nulla per risollevare le sorti dei sudditi e dove nessuno è ricco, perché il lusso che accompagna
i diversi strati sociali conduce tutti alla povertà; dove la miseria pubblica è mascherata sotto la pompa nazionale, e dove
l’indigenza abita i palazzi dei grandi con il tugurio del contadino; tutti corrono dietro agli spettacoli, le feste ed i giuochi e vi si
è radicato un gusto generale per tutti i divertimenti pubblici. Se d’improvviso si spandesse a Napoli un milione di sterline,
questa somma non servirebbe se non a rendere gli abitanti più inquieti, meno economi e meno sedentari; sarebbero
infinitamente più poveri di prima. L’opulenza non risiede nelle ricchezze, ma nei costumi di una nazione.
Questa triste nota, però, non smorza la simpatia che la margravia nutrì per la popolazione; lo
dimostra il fatto che, dopo vent’anni, amò ritornavi per vivere il resto della sua vita.
Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di lady Élisabeth Berkeley (Craven), Margrave
d’Anspach:
A fashionable day ... [of Elizabeth Craven], London, Kearsley & Faulder, 1780
The miniature picture; a comedy in three acts: performed at the Theatre-Royal, Drury Lane [of Elizabeth Craven],
London, Riley, 1781
A journey through the Crimea to Constantinople. In a series of letters from the Right Honourable Elizabeth lady
Craven, to His Serene Highness the Margrave of Brandebourg, Anspach, and Bareith. Written in the year 1786, London,
G. G. J. & J. Robinson, 1789
Le mappe letterarie del sacro e del profano
51
Voyage de Milady Craven a Constantinople, par la Crimée, en 1786. Traduit de l'anglois, par M. D***, Paris,
Durand, Père & Fils, 1789
Voyage en Crimée et a Constantinople, en 1786. Par Miladi Crauen; traduit de l'anglois, par m. Guedon de
Berchere, notaire a Londres. Enrichi de plusieurs cartes & gravures, Londres; Paris, Maradan, libraire, 1789
Journey through the Crimea to Constantinople. Russian [from old catalog], Moskva, Ridigera i Klaudii,
1795
A journey through the Crimea to Constantinople in a series of letters from the Right Honourable Elizabeth Lady
Craven, to His Serene Highness the Margrave of Brandebourg, Anspach, and Bareith, Vienna, Sammer, 1800
O mistress mine: a favorite madrigal [of Elizabeth Craven], s.l., s.n., 180Mémoires de la Margrave d’Anspach, écrits par elle-même, les observations recueillies par cette princesse dans les
diverses cours de l’Europe, ainsi que des anecdotes sur la plupart des princes et autres personnages célèbres de la fin du
XVIII siècle, traduit de l’anglais par J. T. Parisot, Paris, Bertrand, 1826
Memoirs of the margravine of Anspach, London, Colburn, 1826
The beautiful Lady Craven: the original memoirs of Elizabeth baroness Craven afterwards margravine of An spach
and Bayreuth and princess Berkeley of the Holy Roman Empire (1750-1828), edited with notes and a bio graphical and
historical introduction containing much unpublished matter by A. M. Broadley & Lewis Melville, London, Lane, 1914
A journey through the Crimea to Constantinople, New York, Arno Press, 1970
Mémoires [de] Elizabeth Craven, princesse Berkeley, édition présentée et annotée par Jean-Pierre
Guicciardi, Paris, Mercure de France, 1991
Bibliografia delle opere, dei saggi e degli studi editi e riediti dedicati a lady Élisabeth Berkeley
(Craven), Margrave d’Anspach (monografie):
CAZACU, MATEI. Des femmes sur les routes de l'Orient: le voyage a Constantinople au XIX siècle, Genève:
Georg, 1999
MADAME LOUISE ÉLISABETH VIGÉE LE BRUN [presente nel Carnet di Doria]
Biografia
Élisabeth Vigée nacque a Parigi il 16 aprile del 1755 da una famiglia della nascente borghesia
parigina. Il padre, Louis, fu un apprezzato pittore pastellista; della madre si dice che fu bella e saggia.
Élisabeth prese tutte le doti dei genitori: fu una famosa pittrice, fra i più noti e grandi ritrattisti del suo
tempo, e fu assai lodata anche per le sue virtù di bellezza e saviezza. Entrò all’età di sei anni nel collegio
del convento parigino della Trinità, e lì iniziò a manifestarsi il suo talento artistico. Il padre, ammirato ed
estasiato dalle sue piccole opere d’arte, la tolse, ad undic’anni, dal convento e la riportò a casa, dove le
insegnò il mestiere del pittore. In piena adolescenza era già una pittrice professionista affermata, le
commissionavano molti ritratti. Godette sin dall’inizio dell’appoggio e della protezione di due grandi
donne: Madame de Verdun e la Duchessa di Chartres. Divenne altrettanto conosciuta per le sue doti di
donna virtuosa e poco incline al vizio. Nel 1770 Maria Antonietta, giunta in Francia per sposare Luigi
XVI, sentì molto parlare di lei e delle sue tante doti e la volle a corte. Negli anni a seguire ottenne molti
riconoscimenti. Élisabeth oramai viveva completamente “del e per” il suo lavoro. Negli stessi anni si
Le mappe letterarie del sacro e del profano
52
sposò con Jean Baptiste Pierre Le Brun, pittore di poco talento, ma grande mercante di quadri, che molto
contribuì alla carriera della moglie e dal quale si separò vent’anni più tardi. Maria Antonietta aveva fatto
di lei la sua pittrice favorita, sicché Élisabeth ebbe fino agli albori della Rivoluzione una grande familiarità
e popolarità negli ambienti di corte. Nell’estate del 1789, però, proprio questa sua condizione di
privilegiata le si ritorse contro, e la pittrice decise di abbandonare Parigi (nella notte fra il 5 ed il 6 ottobre)
insieme alla figlia. Iniziò il suo tour d’esilio che la condusse in giro per tutte le corti d’Europa, invitata a
dipingere ovunque: a Roma, a Napoli, a San Pietroburgo, a Londra. Dieci anni più tardi, nel 1800, fu
cancellata dalla lista degli émigrés, ma tornò a Parigi soltanto due anni più tardi. Nel 1835 pubblicò, a
ottant’anni, le sue memorie di vita (Souvenirs), che ebbero grande successo di pubblico e che rappresentano
un’importante fonte storica dell’epoca. Il 30 marzo del 1842 si spense a Louveciennes.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Élisabeth Vigée Le Brun venne in visita a Napoli due volte: nell’inverno del 1790 e nella
primavera/estate del 1791. Ai due soggiorni sono dedicati i capitoli 5-7 del II volume dei suoi Souvenirs,
contenuti nel Fondo Doria Edizione: parigina di Fournier in 3 volumi del 1836, ossia la prima edizione
dell’opera. Come si informa Gino Doria, nella scheda a lei dedicata, Élisabeth «risiedeva a Roma da otto
mesi quando, nel 1790, le venne naturale desiderio di conoscere la vicina Napoli». Nell’incipit dei suoi
ricordi descrive il lungo e stancante viaggio verso il regno. Poi, come d’incanto, all’ingresso nella città
«questo sole così brillante … la distesa del mare … le isole … il Vesuvio … e questa popolazione così
viva e in movimento» la rianimarono. L’hotel Marocco, nella zona panoramica di Chiaia, fu il suo primo
alloggio, al quale seguirono nei mesi successivi una casetta bagnata dal mare verso Mare Chiaro e poi un
appartamentino nuovamente nella zona centrale vicino al palazzo reale. I suoi primi contatti furono con
l’ambasciatore di Russia, il conte Scawronski e poco dopo con lord Hamilton. Ad entrambi i personaggi
sono dedicati descrizioni ed accurati racconti. Molte pagine sono, poi, incentrate sulla figura di lady
Hart/Hamilton, della quale restò sgradevolmente colpita. Le altre due figure importanti del suo soggiorno
partenopeo furono il barone de Talleyrand, ambasciatore di Francia, e la regina Maria Carolina. La pittrice
non ebbe un soggiorno vacanziero, tutt’altro, a Napoli lavorò moltissimo; le furono commissionati ritratti
e dipinti da tutta la nobiltà napoletana. Con la regina, soprattutto nel suo secondo soggiorno, ebbe grande
confidenza, probabilmente giustificata dalla confidenza e familiarità che aveva avuta con la sorella Maria
Antonietta: «Questa regina, della quale si è detto e scritto tanto male, era di un affetto naturale e molto
semplice d’indole: la sua generosità era veramente regale». Rapita dal ricordo, si sofferma sul ritratto che
fece a Paisiello e sulle disavventure avute nella realizzazione, causate dal freddo invernale. Le note
paesaggistiche sono ricorrenti: «Napoli bisogna vederla come una lanterna magica rilucente», la città
l’affascina, come sottolinea anche Doria, ed i luoghi che la circondano (Vesuvio, Pozzuoli, le isole, i
Campi Flegrei) la rendono ancor più spettacolare ai suoi occhi. La natura e la storia della città ispirano la
sua vena artistica. Non mancano quindi le tappe fisse del tour partenopeo: da Paestum ed Ercolano a
Baia e Miseno. Delle tradizioni popolari ammira molto la danza tarantolata e le feste della Madonna di
Pomigliano d’Arco e di Piedigrotta. Come ogni turista assiste al miracolo di San Gennaro. Le note sulla
popolazione sono esclusivamente dedicate ai lazzaroni: «la parte di popolazione più curiosa da osservare
sono i lazzaroni; costoro si sono semplificati così tanto la vita che la trascorrono tra la ricerca di un posto
per dormire e quella di qualcosa da mangiare». Interessante è, infine, il parere di lord Hamilton sulle
donne dell’alta società napoletana, che la nostra pittrice riporta, un po’ divertita ed un po’ infastidita:
secondo lui le Napoletane sono di un’ignoranza sorprendente, non leggono niente; sicché un giorno, andando da una di loro,
la vide con un libro in mano messo sottosopra. Private di ogni istruzione, molte, secondo lui, non sanno che esistono altri
paesi oltre a Napoli; la loro unica occupazione è l’amore che, per loro, cambia spesso oggetto del desiderio.
Senza dichiarare apertamente nulla, la Vigée Le Brun ci fa notare, però, che un uomo così, che
sembra tanto un ottimo osservatore dell’universo femminile, è ugualmente caduto nella trappola amorosa
di una donna identica a quelle da lui spregiate: lady Hamilton.
Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di M.me Louise Élisabeth Vigée Le Brun:
53
Le mappe letterarie del sacro e del profano
Souvenirs de madame Louise-Elisabeth Vigée-Lebrun, 3 vol., Paris, Fournier, 1836
Souvenirs de madame Vigée Le Brun, de l'Académie Royale de Paris, de Rouen, de Saint Luc de Rome et
d'Arcadie, de Parme et de Bologne, de Saint-Pétersbourg, de Berlin, de Genève et Avignon, 2 vol., Paris, Charpentier,
1869
Souvenirs d'une artiste, choix [de] M.me Vigée-Lebrun, Paris, Vienne, [19..]
Madame Vigée Le Brun, notice biographique par m.me Carette, Paris, Société d'éditions littéraires et
artistiques, 19089
Souvenirs de M.me Louise-Elisabeth Vigée Le Brun, notes et portraits, 1755-1789, publiés avec une
introduction de Pierre de Nolhac, Paris, Fayard, [1910?]
Memorie di una ritrattista di Elisabeth Vigée Le Brun, introduzione di Benedetta Craveri, traduzione dal
francese di Giovanna Parodi, Milano, Mursia, 1990 e Milano, Abscondita, 2006
Souvenirs [de] Elisabeth Vigée Le Brun, une édition féministe de Claudine Herrmann, 2 vol., Paris, Des
femmes, 1986
Memoires d'une portraitiste: 1755-1842 [de] Elisabeth Vigée Le Brun, Paris, Scala, 1989 e Paris, Scala,
2003, con préface de Jean-Pierre Cuzin
Memoirs of Madame Vigée Lebrun, translated by Lionel Strachey, introduction by John Russell, New
York, Braziller, 1989
Ricordi dall'Italia di Elisabeth Vigée Le Brun, a cura di Marina Premoli, Palermo, Sellerio, 1990
Viaggio in Italia di una donna artista, i Souvenirs di Elisabeth Vigée Le Brun, 1789-1792, a cura di Fernando
Mazzocca, note critiche di Anna Villari, Milano, Electa, 2004
Souvenirs d'une artiste, choix [de M.me Vigée-Lebrun], Paris, : Baudiniere, [s.d.]
Souvenirs d'une artiste [de] M.me Vigée-Lebrun, Paris, Gautier, [s.d.]
Bibliografia delle opere, dei saggi e degli studi editi e riediti dedicati a Madame Louise Élisabeth
Vigée Le Brun (monografie):
HOTEL DROUT <CASA D'ASTE>. Oeuvre importante de F. H. Drouais portrait du Comte de Vaudreuil, très
beaux pastels par Mme E.L. Vigée Le Brun: Hôtel Drouot, le vendredi 20 mai 1881, Paris, Pillet et Dumoulin,
1881?
PILLET, CHARLES. Madame Vigée-Le Brun par Charles Pillet, Paris, Librairie de l'art, 1890
Vigée Le Brun: huit reproductions facsimile en couleurs, Paris, Lafitte et C.ie editeurs, [19??]
MACFALL, HALDANE. Vigée Le Brun by Haldane Macfall, London, T. C. & E. C. Jack, New York,
Stokes, [1909?]
NOLHAC, PIERRE <DE>. Madame Vigée-Le Brun, peintre de Marie-Antoinette [de] Pierre de Nolhac,
Paris, Goupil, 1912
Le mappe letterarie del sacro e del profano
54
KERTANGUY, INES <DE>. Madame Vigée-Le Brun, Paris, Librairie Academique Perrin, [1994]
WINN, COLETTE - LARSEN, ANNE (eds). Writings by pre-revolutionary French women [from Marie de France
to Elisabeth Vigée-Le Brun], New York, Garland, 2000
PITT-RIVERS, FRANÇOISE. Madame Vigée Le Brun [de] Françoise Pitt-Rivers, Paris, Gallimard, [2001]
MAY, GITA. Elisabeth Vigée Le Brun: the odyssey of an artist in an age of revolution, New haven, London,
Yale University press, 2005
Viaggiatrici del XIX secolo
MADAME ET COMTESSE CAROLINE DE LA GRANDIVILLE [presente nel Carnet
di Doria]
Biografia
Non si conosce nulla della vita di Caroline de La Grandville: né i dizionari biografici, né altre fonti
enciclopediche ne fanno menzione. Le uniche risorse informative provengono dai suoi stessi ricordi
(pubblicati in forma epistolare), dai quali anche Gino Doria attinse nel redigere la scheda dedicata a questa
viaggiatrice. Doria c’informa che Caroline nacque de Beaufort, che divenne Comtesse del La Grandville solo
dopo le nozze, che visse sotto la Restaurazione e che «la sua grazia e la sua intelligenza non brillarono
molto nella Parigi di Carlo X perché, insidiata dalla tisi, se ne andò cercando altrove climi più benigni per
la sua scossa salute».
La malattia fu, appunto, il movente per i suoi viaggi: in Svizzera nel 1819, in Italia nel 1822 con
tappa in Toscana ed a Roma, nuovamente in Italia nel 1823 soggiornando a Roma ed a Napoli. Pare,
inoltre, che abbia soggiornato, prima d’intraprendere tutti questi spostamenti, in Provenza e che, negli
anni seguenti il 1823, sia stata anche nei Pirenei. Appuntamento obbligato di ogni tappa e di ogni giornata
di viaggi e visite era la scrittura epistolare, unica fonte di scambio con la sua famiglia. Da queste lettere
ricaviamo che Caroline aveva due nipoti (Alfred ed Amedeo) ed una sorella (Adele) molto amati, nei
confronti dei quali lamenta la lontananza forzata.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Nel mese di febbraio del 1824 la contessa Caroline fece un breve soggiorno a Napoli, testimoniato
da un gruppo di sette lettere raccolte nell’opera Souvenirs de voyage ou lettres d'une voyageuse malade, contenuta
nel Fondo Doria nell’edizione in due volumi curata da Le Clère di Parigi e pubblicata nel 1836. Le lettere
napoletane (nn. 12°-18°) si trovato nel II volume. I destinatari sono i due nipoti, la sorella ed il padre.
Nel loro complesso le narrazioni hanno sempre un doppio registro: tutte le descrizioni dei luoghi, dei
paesaggi naturalistici, dell’architettura e dei monumenti sono, da una parte, associate a frequenti cenni
storici e, dall’altra, a pensieri personali sul proprio stato di salute e su come questo influisca sulla sua
percezione di visitatrice. Contrariamente al cliché della traversata “Roma-Napoli” stancante e disastrosa,
Caroline dichiara di aver fatto un viaggio estremamente piacevole e rilassante, assolutamente privo di
disavventure. Nella seconda lettera (XIII), indirizzata al padre, denuncia il suo pessimo stato d’animo (la
mia immaginazione non riesce a colorare i miei ricordi) che mal si abbina alle strade napoletane gremite di popolo
e carrozze. Conclude la sua lettera, sempre in tono mesto, denunciando che nella gran folla si vedono
molti venditori di cibarie e poche librerie e «ciò dà la misura dei bisogni intellettuali di questo popolo,
comparati ai bisogni di altra natura». I toni cupi e irritati delle prime epistole vengono sostituiti, nelle
successive, da atmosfere solari e rilassate, evidentemente frutto del benessere che il clima benigno di
Napoli ebbe sulla sua salute. La malinconia che la nostra viaggiatrice aveva portato con sé dal soggiorno
romano viene superata dalla sintonia che instaura con le persone napoletane, delle quali scrive: «…uno
scambio continuo di idee ravviva il mio animo; sentire non è più unicamente una sofferenza per me, è
55
Le mappe letterarie del sacro e del profano
un piacere per l’intelletto ed il cuore». Nonostante la salute cagionevole, Caroline non saltò nessuna tappa
del tour campano: tutte le più belle chiese di Napoli, le passeggiate aristocratiche di Chiaia e Posillipo, il
Museo Borbonico, il Vesuvio, la costiera sorrentina (Portici, Ercolano, Pompei, Cava dei Tirreni) ed il
golfo di Pozzuoli (Baia, Miseno, Cuma). Colpisce in modo particolare la grande sensibilità che la nostra
viaggiatrice dimostra nei confronti delle altrui sofferenze: lo strazio di una giovane madre che piange il
figlioletto morto; le crudeltà perpetrate nella Grotta del cane di Pozzuoli nei confronti degli animali; lo
sguardo di sufficienza delle sue compagne di viaggio verso i mendicanti napoletani. Di questo suo diverso
sentire anche Doria resta colpito e riporta le impressioni della contessa allorquando fu circondata da un
gruppetto di poverelle:
Sulla ridente spiaggia di Mergellina fummo assaliti da uno sciame di ragazzine, belle mendicanti, allegre indigenti, che ci
chiedevano la carità con tono più malizioso che supplichevole. La loro voce melodiosamente accentuata, la loro fisionomia
espressiva e animata, il loro personale svelto e leggiero formavano una nuova armonia nel grazioso paesaggio, nella cornice di
una natura di così fresca purezza.
Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di M.me Caroline de La Grandville: sono state
rintracciate due edizioni dei Souvenirs, del 1836 e del 1856, ed un’altra opera di viaggio sui Pirenei, in
diverse edizioni.
Souvenirs de voyage ou lettres d'une voyageuse malade [de M.me C. de La Grandville], 2 vol., Paris, Le Clère et
C., 1836
Souvenirs de voyage, ou Lettres d'une voyageuse malade: la Suisse, Le Piemont, Nice, Rome, Naples, toute l'Italie,
2 vol., Lille, Lefort, 18562
Retour des Pyrénées, suivi de fragments et de pensées diverses, par l'auteur du ″Voyage aux Pyrénées″ [la C.tesse de
La Grandville], Lille, Lefort, 1841
Voyage aux Pyrénées, fragments de l'ouvrage intitulé ; ″De la Loire aux Pyrénées″ [par la C.tesse de La
Grandville], Lille, Lefort, 1841 e 1854
De la Loire aux Pyrénées [Texte imprimé] par la comtesse de La Grandville, Lille: Lefort, 1876, 1882 e
Nîmes, Lacour, 1992
MADAME PAULINE <AUGUSTUS> CRAVEN [presente nel Carnet di Doria]
Biografia
Pauline de La Ferronnays, di nobili origini, nacque in Francia nel 1809. Sin da bambina viaggiò e
visse fuori dei confini francesi a causa delle cariche diplomatiche rivestite dal padre. Gino Doria, nella
sua scheda, ne sottolinea l’elevatezza di spirito e la varietà della cultura. Negli anni dopo il 1820, in cui
visse a Napoli, conobbe l’inglese Augusto Craven, figlio di Keppel Craven, a sua volta figlio della già
citata margravia d’Anspach, Elisabeth Berkeley Craven. I due giovani si sposarono nel 1834, superando
l’opposizione di Keppel, rigido protestante, che non gradiva nella sua famiglia la presenza di una fervente
cattolica, quale fu Pauline. Parte della sua vita da sposa la trascorse, assecondando le esigenze della carriera
diplomatica del marito, tra Bruxelles, Lisbona e Londra. A Napoli ritornò sia nel 1851 sia nel 1861,
vivendo il cruciale momento dell’Unità d’Italia proprio nella tanto amata città. Napoli non fu soltanto
una tappa di viaggio, ma un caro luogo di residenza, per lunghi periodi compresi tra il 1833 e il 1876.
Proprio a Napoli si fece promotrice del movimento pietista, che influì molto anche sulla sua attività di
scrittrice. Ivi, con la cara amica Teresa Ravaschieri, si dedicò con fervore alla filantropia. All’arrivo di
Garibaldi a Napoli, nel settembre 1860, Pauline si prodigò come infermiera, decidendo di curare i feriti
di entrambi gli schieramenti. Nel Fondo Doria, oltre ai suoi souvenirs, sono custodite due opere importanti
Le mappe letterarie del sacro e del profano
56
sulla sua vita: la biografia scritta da Maria Catherine Bishope e quella scritta dalla sua amica Ravaschieri36.
Restano di lei molte opere letterarie tra saggi, romanzi, ricordi e biografie. A proposito di quest’ultimo
genere letterario, osserva Maria Angarano37, la Craven ebbe una particolare caratteristica:
l’inclinazione a disegnare ed approfondire, più che ambienti e paesaggi, figure di donne. Donne di cui è amica e che hanno
vissuto [come lei] al di sopra della media, lasciando come traccia della propria esistenza qualcosa di più che bei vestiti e
conversazioni piacevoli.
Difatti alla Ravaschieri ha dedicato gran parte dei Souvenirs su Napoli. Trascorse gli ultimi anni della
sua vita, oramai vedova, nella terra natale – la Francia - e morì a Parigi nel 1890.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Madame Craven trascorse in maniera discontinua molti anni della sua vita a Napoli, sicché lo stesso
G. Doria, nel presentarla, non la definisce una viaggiatrice nello stretto senso della parola e, per chiarire
la sua particolare posizione, cita le parole della stessa Pauline, tratte dalla prefazione ai Souvenirs: «Io ho
piuttosto soggiornato in paesi stranieri sicché non mi si può propriamente chiamare viaggiatrice».
Tuttavia, dei suoi soggiorni partenopei lascia dei ricordi, contenuti nei capitoli IV, V e VI dell’opera
Souvenirs d’Angleterre et d’Italie: réminiscences, presente nel Fondo Doria con l’edizione parigina del 1912
curata dall’editore Perrin. Gran parte della narrazione è dedicata alla triste storia di Lina, la figlia di Teresa
Ravaschieri. La bimba, ammalata di tisi, dopo lunghe sofferenze, muore nelle braccia della madre. Alle
parole della Craven seguono le pagine, tradotte in francese, del diario giornaliero che Teresa Ravaschieri
scrisse nel convento delle Dorotee di Bologna, dove si ritirò all’indomani della morte della figlia. Il VI
capitolo, intitolato La Carità a Napoli, ha come fonte d’ispirazione e di studio l’omonimo libro che la
Ravaschieri scrisse nel 1876. Dopo un excursus sulle origini della filantropia partenopea, Pauline dedica
due schede alle opere pie della Casa Santa dell’Annunziata e di Santa Maria del Popolo; termina la
narrazione presentando le qualità letterarie e morali del libro dell’amica Teresa.
Il testo non racconta escursioni, visite, gite; il viaggio napoletano di Pauline è un percorso d’amicizia
ed un itinerario nelle opere di carità che Napoli offre ai diseredati, ai poveri, alle donne in pericolo.
Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di Pauline Craven:
Osservazioni agli opuscoli ed articoli dell'architetto Felice Abate intorno al progetto della nuova distribuzione delle
acque alla città di Napoli per Augusto Craven, Napoli?, (tip.) Rossi, 18..?
Recit d'une sœur, souvenirs de famille recueillis par M.me Augustus Craven, 2 vol., Paris, Librairie académique
Perrin et Cie, 1852, Paris, Didier et Cie, 187933, Paris, Perrin, 189544 e Paris, Perrin, 191855
Anne Severin [par]M.me Augustus Craven née La Ferronnays, Paris, Didier, 18684, Paris, Perrin, 189825
Adelaide Capece Minutolo par M.me Augustus Craven, Paris, Didier, 1869, Paris, Librairie Académique
Didier et C.ie, 18704, Paris: Didier, 18744, Paris: Didier, 18778
Fleurange [par] Mme Augustus Craven née La Ferronays, Paris, Didier, 187718, Paris, Perrin, 189330, Paris:
Perrin et Cie, 1920
La jeunesse de Fanny Kemble [par] Madame Aug. Craven, Paris, Didier, 18802-3 e Paris, Perrin et Cie,
5
1888
Réminiscences, souvenirs d'Angleterre et d'Italie [de] M.me Augustus Craven, Paris, Perrin, 18845
36
37
T. FIESCHI RAVASCHIERI (FILANGIERI), Paolina Craven e la sua famiglia, Napoli, Morano, 1892.
M. ANGARANO, Resoconti di viaggio dell’Ottocento napoletano, in Donne in viaggio. Viaggio religioso, politico e metaforico, pp. 168-176.
57
Le mappe letterarie del sacro e del profano
Lucia (Le Valbriant) by mrs Augustus Craven, translated by Herbert of Lea, 2 vol., London, Hurst &
Blackett, 1886
Le Valbriant [de] M.me Augustus Craven, Paris, Perrin, 18865
Lady Georgiana Fullerton, sa vie et ses œuvres par Mme Augustus Craven, ouvrage précède d'une lettre du cardinal
Newman, Paris: Perrin et C.ie, 1888, Paris, Librairie academique Didier; Perrin et C.ie, 18895, Paris, Perrin
et C.ie, 18919
Studii sull'antico Sebeto, s.l., s.n., 1863 [Napoli: Iride]
Le mot de l'enigme [par] M.me Augustus Craven, Paris, Didier, 1874
Eliane, a novel by mrs. Augustus Craven; translated by Georgiana Fullerton, 2 vol., Leipzig, Tauchnitz, 1882
Il p. Damiano, traduzione dal francese, Torino, Tip. Giulio Speirani e Figli, 1890
Frédéric Ozanam, sa vie et ses œuvres précédées de quelques pages inédites de Mme Augustus Craven, née La
Ferronnays, Paris, Perrin et C., 1892
Eliane [de] Mme Augustus Craven née La Ferronays, Paris, Perrin, 189111
The inner life of lady Georgiana Fullerton with notes of retreat and diary [basata sulla versione di Pauline
Marie Craven de la Ferronays], London, Burns & Oates; New York, Benziger, 1899
Racconto d'una sorella, 2 vol., Torino, Marietti, 1900
Valbriant, romanzo, Brescia, Tip. Centrale, 1905
Fiorangela, romanzo [di] Madama Augusto Craven, traduzione di Alice Bosisio, Milano, Mantegazza,
[19..?], Alba, Pia Società San Paolo, [1931], Roma, Società San Paolo, stampa 1945
Souvenirs d'Angleterre et d'Italie, réminiscences, Paris, Perrin, 1912
Racconto d'una sorella [di] Paolina Augusto Craven, 2 vol., Torino, Marietti, 1927
Anna Severin, romanzo [di] Madama Augusto Craven, Milano, Mantegazza, stampa 1930
Eliana [di] Paolina Craven, Firenze, Salani, 1929, ristampa 1937
Fiorangela [di] Paolina Craven, Firenze, Salani, 1930, ristampa 1941
I casi di Gabriella, Catania, Edizioni paoline, 1969
Bibliografia delle opere, dei saggi e degli studi editi e riediti dedicati a Pauline Craven:
FILANGIERI FIESCHI RAVASCHIERI, TERESA. Paolina Craven e la sua famiglia, Napoli, Morano, 1892
BOSHOP, MARIA CATHERINE. A memoir of Mrs. Augustus Craven (Pauline de la Ferronnays), author of “Le
récit d’una soeur”, with extracts from her diares and correspondence, London, Bentley & Son, 1895
GIOVANNOZZI, GIOVANNI. Paolina Craven de La Ferronays, conferenza tenuta pel primo suo centenario il 7
aprile 1908 a benefizio della Pia Opera di Soccorso per l'infanzia sofferente, Firenze, Alfani e Venturi, 1908
Le mappe letterarie del sacro e del profano
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MRS. ASHTON YATES
Biografia
Della sig.ra Ashton Yates non si conosce alcun dato biografico, purtroppo nemmeno il nome di
battesimo (solo le lettere puntate “F.M.L.”) e non è neanche presente tra le viaggiatrici a Napoli descritte
da Gino Doria, che tuttavia collezionò la sua opera di viaggio nella propria biblioteca. Probabilmente fu
la moglie dello scrittore abolizionista inglese John Asthon Yates (1782-1863). Ricaviamo delle notizie
scarne soltanto dell’opera che racconta il viaggio intrapreso in Italia: fu probabilmente d’origine inglese,
vissuta nel pieno Ottocento e compì due viaggi importanti, nell’autunno del 1841 in Svizzera e
nell’inverno del 1843 (1844) in Italia. La tappe furono molteplici: Perugia, Roma, Cisterna, Napoli,
Firenze, Ferrara, Padova, Venezia, Cortina, Innsbruck. L’attenzione è volta ai luoghi ed alla loro storia,
soprattutto a quella antica, della quale mostra di essere grande appassionata e conoscitrice; in modo
particolare discorre delle tombe etrusche. Come molte altre viaggiatrici, che nell’Ottocento visitarono
l’Italia, mrs. Yates fu molto attenta al fenomeno del brigantaggio, del quale essa stessa fu vittima lungo la
strada per Perugia. Trascorse il Natale a Roma, del quale descrive accuratamente i rituali ed i
festeggiamenti sacri che si svolsero a S. Pietro.
Grande attenzione è data all’universo femminile italiano, attraverso descrizioni dei costumi
legislativi e sociali, ma anche sottolineando la presenza nell’università di Bologna di famose docenti
donne: Clotilde Tambroni (docente di letteratura greca), Lucia Morandi (docente di anatomia) e Laura
Bassi (docente di fisica).
Viaggio e soggiorno a Napoli
Mrs. Yates soggiornò a Napoli nell’aprile del 1843 o 1844. Racconta la sua permanenza partenopea
in un gruppo di sette lettere (nn.18^-24^), indirizzate ad un amica a noi sconosciuta e raccolte
nell’epistolario di viaggio A winter in Italy in a series of letters to a friend edito a Londra da Henry Colburn nel
1844.
L’ingresso a Napoli, via mare, è meraviglioso; la nostra viaggiatrice ne trasmette tutto l’incanto della
baia e spera che la sua amica/destinataria possa godere, attraverso le sue parole, di questo spettacolo della
natura. Il soggiorno partenopeo è ricco di visite ed escursioni: Baia, Capo Miseno, Cuma, Puzzuoli,
Procida. Ogni sito è un’occasione per lunghe ricostruzioni di storia antica e descrizioni minuziose.
Durante la visita al lago Fusaro osserva attonita le condizioni di vita delle popolazioni del luogo e scrive:
«La guida li chiama “i miserabili”. Essi sono così poveri da aver trasformato le antiche tombe, ricavate
nelle cave lì intorno, in abitazioni». L’isola di Procida le risulta particolarmente cara, sia per l’austerità e
la bellezza composta delle donne, sia per lo splendore del luogo ed il clima incantevole. Parla di un antico
palazzo trasformato in prigione (lo chiama il Muro Merlato), dove venivano rinchiusi i Carbonari di
vent’anni prima. La questione dei detenuti italiani la investe in maniera particolare, più di altre nazioni.
Forse tale sensibilità nasce dal contrasto fra tanta tristezza e la bellezza estrema del paese. Approdando
da Procida a Pozzuoli assiste al canto dell’equipaggio, che intona la canzone “Il pescatore”. Dice:
È un costume napoletano quello di cantare non appena si ritorna a casa, un modo di trasmettere alle mogli e ai bambini in
ansia la gioia del loro ritorno. Toccata la banchina, tutto si fa silenzio, eccetto il brusio delle onde ed i rintocchi delle campane
che annunciano il Vespro.
Nel proseguire il tour (Vesuvio, Resina, Pompei) si sofferma sul carattere religioso delle classi alte
napoletane. Non emette giudizi, ma dice che non si può negare che sembri più una religiosità di apparenza
che di sostanza, fatta di eccessivo devozionismo.
Vede tutte le bellezze della città. Poi, via mare, gira per Capri, Sorrento, Castellammare, Amalfi,
Ravello fino a Paestum: per la nostra viaggiatrice tutto è meraviglioso e carico di storia e significati. E poi
arriva il giorno della partenza, lasciare la città triste: «Addio Napoli. La tua soffice brezza non mi carezzerà
più, deliziando i miei sensi. Tutte le tue meraviglie saranno solo un ricordo».
Le mappe letterarie del sacro e del profano
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Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di Mrs. Ashton Yates: sono state rintracciate
soltanto le due opere di viaggio in due sole edizioni. Nulla è stato scritto su di lei.
Letters written during a Journey to Switzerland in the Autumn of 1841, s.l., Bernays, 1843
A winter in Italy in a series of letters to a friend, London, Colburn, 1844
MRS. ANNIE BRASSEY
Biografia
La signora Annie Allnutt (1839-1887) fu una bella ed elegante donna inglese del periodo vittoriano.
Sposò Tom Brassey, membro della Camera dei Comuni e noto personaggio della marina militare e
mercantile della Gran Bretagna. Mrs. Brassey condivise col marito la passione per i viaggi in nave, in
particolare amò armare il suo yacth Sunbeam, imbarcarsi insieme con tutta la sua famiglia ed intraprendere
lunghi viaggi esplorativi. Il primo avvenne nel 1874 e toccò mete lontanissime, fino ai confini polari. Nel
1875 la signora Brassey si mosse nuovamente, esplorando tutto il Mediterraneo; le tappe principali furono
l’Italia, la Grecia, il Bosforo e le isole Eolie. Il fascino dell’itinerario ed i ricordi intensi la spinsero, nel
1878, ad intraprendere il medesimo viaggio, visitando stavolta con più calma l’isola di Cipro. In entrambe
le occasioni, la famiglia Brassey fece tappa a Napoli; la prima volta (1875) facendo una sosta non
premeditata e di brevissima durata; la seconda (1878), invece, soggiornandovi volutamente per una
settimana circa. La Brassey annotava regolarmente sul suo diario di bordo le vicende dei suoi viaggi con
scrupolo e con acume. Queste note confluirono in un discreto numero di libri, pubblicati prima a Londra
ed in un secondo momento in Francia. La scrittura della nostra viaggiatrice fu corredata da svariate
illustrazioni fatte dal suo inseparabile compagno di viaggio, il signor A.Y. Bingham. Per la qualità delle
osservazioni e la particolarità del genere narrativo (diario di bordo), Gino Doria collezionò la sua opera
Voyages d’une famille à travers la Méditerranée …[etc] e curò una bella scheda su di lei, inserita nella raccolta
Viaggiatori stranieri a Napoli. Non si conosce altro della sua vita.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Come si è già detto la famiglia Brassey fece tappa a Napoli in due occasioni: a metà dicembre del
1875 e dal 24 al 31 ottobre del 1878. Le note di bordo della Brassey, relative ai due soggiorni partenopei,
sono racchiuse nell’opera sopraccitata Voyages d’une famille à travers la Méditerranée, a bord de son yacht le
SUNBEAM racontés par la mère, traduits de l’anglais par J. Butler, che è presente nel Fondo Doria Edizione:
parigina curata da M. Dreyfous del 1880. Nel dicembre del 1875 lo yacht dei Brassey intraprese la
circumnavigazione della penisola italiana, dopo aver lasciato la penisola balcanica. All’altezza di Lipari, il
Sunbeam fu assalito da una tempesta, che costrinse al fortunoso attracco nel vicino golfo di Napoli. Il
soggiorno fu breve (dal 16 al 18 dicembre), ma pieno di visite: il Museo Nazionale, San Martino e il
Vesuvio. La Brassey descrive sommariamente la visita al Museo, mentre si sofferma maggiormente sullo
stato dei monaci di San Martino, ormai rimasti in pochi e costretti a mendicare. L’escursione sul Vesuvio,
allora in attività, fu particolarmente emozionante: i signori Brassey, in carrozza, raggiunsero la vetta
partendo dalla penisola sorrentina e restarono immobili ad osservare i percorsi insoliti tracciati dalla lava.
La nostra viaggiatrice nota che, a parte il fascino delle colate, la valle aveva un aspetto tormentato, fatto
di case crollate, muri demoliti e desolazione, testimonianza dell’inarrestabile forza del vulcano.
L’indomani, 19 dicembre, lo yacht salpò da Napoli alla volta della Corsica. Nel 1878 i Brassey percorsero
nuovamente il Mediterraneo, partendo da Cadige e Siviglia, per arrivare a Cipro ed a Costantinopoli.
Verso la metà di ottobre lasciarono Gibilterra per approdare a Cagliari; da lì viaggiarono verso il golfo di
Napoli, soggiornandovi dal 24 al 31. Le pagine di bordo, in questa particolare occasione, sono incentrate
su temi propriamente tecnici, relativi alle imbarcazioni ed alle loro diverse strutture. Una nota piacevole
turisticamente è quella su Capri, della quale tutta la famiglia rimase incantata, comprese le due giovani
Le mappe letterarie del sacro e del profano
60
figlie di Annie: Mabel e Munie. All’indomani della gita isolana, i Brassey salparono per Messina, godendosi
lo spettacolo del golfo di Napoli che lentamente scompariva tra le onde.
Opere, edizioni, riedizioni e traduzioni di opere di Mrs. Annie Brassey: sono state rilevate tutte le
opere della Brassey che riguardano i suoi viaggi in yacht e le diverse edizioni che sono state pubblicate.
A cruise in the "Eothen" [by Annie Brassey], London, s.n., 1873
Around the world in the yacht 'Sunbeam,' our home on the ocean for eleven months, by Mrs. Brassey. With
illustrations. Chiefly after drawings by the Hon. A.Y. Bingham, New York, Holt and Company, 1878
Voyage d'une famille [de] Lady Brassey, autour du monde, à bord de son yacht le Sunbeam raconté par le mère et
traduit de l'anglais par J. Butler, Paris, Dreyfous, 1878, ouvrage illustré de 130 dessins par A.Y. Bingham et
de 2 cartes en couleur, Paris, Dreyfous, 1880?
A voyage in the Sunbeam: our home on the ocean for eleven months by Mrs. Brassey, London, Longmans,
Green, and Co., 18783, upwards of 100 illustrations chiefly from drawings by the Hon. A. Y. Bingham,
London, Longmans, Green and Co., 1880
Sunshine and storm in the East, or cruises to Cyprus and Constantinople by Mrs. Brassey, 2 vol., Leipzig:
Tauchnitz, 1880
In the trades, the tropics and the roaring forties by Lady Brassey, 2 vol., Leipzig: Tauchnitz, 1885
Le Tour du monde en famille: voyage de la famille Brassey dans son yacht Le sunbeam raconté par la mère, traduit
da l'anglais par m. Richard Viot, Tours, Alfred Mame et fils, 18852
Lady Brassey's three voyages in the Sunbeam, London, Longmans, Green, 1887
The last voyage [by] Annie Brassey, 1887, London, New York, Longmans, Green, 1889
Bibliografia delle opere, dei saggi e degli studi editi e riediti dedicati a Mrs. Annie Brassey:
WRIGHT, BRYCE M'MURDO. Description of the collection of gold ornaments from the "huacas" or graves of some
aboriginal races of the north western provinces of South America, belonging to Lady Brassey, London, Whittingham
and co., 1885
MICKLEWRIGHT, NANCY. A Victorian traveller in the Middle East, the photography and travel writing of
Annie Lady Brassey, Aldershot; Burlington, s.n., 2003
MADAME C. DE LA B****
Biografia
Gino Doria collezionò l’operetta di viaggio, ma non redasse alcune scheda sull’anonima
viaggiatrice, della quale ci rimangono solo le iniziali. Sappiamo solo che si tratta di una viaggiatrice parigina
e che in pieno Ottocento compì il suo viaggio nel Mediterraneo intorno al 1881.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Questa signora parigina intraprese nel mese di marzo del 1881 un viaggio lungo le coste del
Mediterraneo meridionale, organizzato da un gruppo di suoi amici. Le note e le osservazioni, che ne
Le mappe letterarie del sacro e del profano
61
ricavò, furono pubblicate nell’opera Impressions de voyage d’une parisienne en Espagne, Algérie et Italie par M.me
C. de la B***, della quale esiste soltanto l’edizione parigina, curata da Dentu e pubblicata nel 1882. È
presente nel Fondo Doria una copia di questo racconto. Il viaggio ebbe come punto di partenza Parigi e
la prima tappa fu la Spagna. Le note, pur essenziali, sono soprattutto incentrate su ciò che catturò
l’attenzione della nostra viaggiatrice, che a Burgos restò particolarmente impressionata dal fascino del
carnevale spagnolo, a Madrid dai musei e dal Teatro Reale, a Toledo dalle moschee, a Siviglia dalle danze
andaluse. Madame C. ci regala, poi, una suggestiva immagine della traversata dello stretto di Gibilterra e
delle escursioni che fece in Marocco, Algeria e Tunisia. Dalla Tunisia giunse in Italia, visitando Palermo,
Siracusa, Catania, le rovine d’Agrigento, tutta la Calabria, fino ad arrivare a Napoli. Il soggiorno
partenopeo durò quasi due settimane, dal 1 al 16 giugno circa. Poi, partì alla volta di Roma, proseguendo
poche ore dopo per Milano, facendo, infine, ritorno a Parigi. Il viaggio durò circa quattro mesi. La parte
dedicata a Napoli è piena di toni entusiastici. Per la nostra viaggiatrice il soggiorno partenopeo fu il più
charmante. Le piacciono le strade piene di gente e di vita: «un mondo in continuo movimento». La gaiezza
del popolo rende anche lei felice. Fuori dai toni allegri è una nota sull’assenza di rispetto e protezione
degli animali: osservando la magrezza dei cavalli dei corricoli ed il modo truce col quale i vetturini li
trattavano, dice: «Si vede che in questo paese non esiste una Società protettrice degli animali, e non è così
in Francia, dove certo non soffrono tali brutalità». Le note animaliste sono diffuse, sia quando salì
sull’asinello alla volta del Vesuvio, sia quando vide la sofferenza dei cani della Grotta del Cane di Pozzuoli.
Il soggiorno campano, che comprese varie tappe della Campania felix le è restato nel cuore. A chiusura del
volume, scrive con nostalgia:
Il viaggio è stato più lungo del previsto; ma che paesi interessanti abbiamo visto! Che meraviglie ho registrato nella mia
memoria! E che piacere sarà poter rievocare durante le lunghe serate invernali i ricordi di tanto splendore! È tutto così
affascinante, un incoraggiamento a progettare nuove escursioni.
Opere di Madame C. de la B***: nonostante le varie ricerche, è stato rintracciato soltanto il libello
qui preso in esame, che, comunque, è stato pubblicato soltanto nel 1882; non sono state trovate altre
edizioni o traduzioni.
Impressions de voyage d’une parisienne en Espagne, Algérie et Italie par M.me C. De la B***, Paris, Dentu,
1882
Viaggiatrici del XX secolo:
ELISE LATHROP
Biografia
Di Elise Lathrop non si conosce nulla, né gli estremi cronologici, né la nazionalità. Dalla bibliografia
delle sue opere, dalla lingua nella quale furono scritte e dai luoghi di pubblicazione, si può ipotizzare che
visse a cavallo tra XIX e XX secolo, che fu d’origine anglo-americana e che fu professionalmente
interessata all’architettura coloniale degli Stati Uniti ed a quella delle chiese anglicane e protestanti. Si può,
altresì, ipotizzare che viaggiò molto. Gino Doria collezionò l’opera di viaggio Sunny days in Italy, che
contiene anche delle interessanti annotazioni sul soggiorno che ella fece a Napoli, ma non scrisse nessuna
scheda biografica sulla scrittrice, nella già citata raccolta Viaggiatori stranieri a Napoli.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Elise Lathrop fece, forse nei primi anni del XX secolo, un viaggio in Italia, dal quale ricavò un
racconto di viaggio, Sunny days in Italy, pubblicato a Londra da Werner Laurie, sicuramente dopo il 1900.
Il tour della Lathrop partì dalle Alpi e costeggiò tutto il litorale tirreno fino a Napoli; da lì, poi, risalì verso
il litorale adriatico e gli Appennini. Le note della viaggiatrice sono veramente varie ed interessanti, volte
sia ad evidenziare le bellezze dei luoghi, sia ad affrontare temi di carattere sociale. Ad esempio, mentre
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
descrive con cura la cattedrale di Milano, apre una lunga parentesi – reiterata anche in altri punti del
racconto – sui treni italiani, sulla scarsa frequenza di quelli veloci e di lusso e sulla lentezza di quelli
economici, gli Omnibus. Un’altra nota pungente è inserita durante la descrizione della bellezza dei laghi
italiani (quello di Como ed il lago Maggiore) proponendo una sua teoria su quella che definisce
«l’apparente operosità dei lavoratori italiani». Descrive Genova e le caratteristiche dei genovesi. Poi,
soggiornando a Pisa, che considera la culla della vita italiana, discorre a lungo sulla scuola e sull’università.
Altri inserti sono dedicati alla donna italiana ed alle opportunità di lavoro per il giovane italiano. Le tappe
successive furono Firenze, Siena, Orvieto e Roma. A quest’ultima sono dedicate molte pagine, soprattutto
relative alle bellezze culturali e monumentali. Non dimentica di parlare del Re e della Regina d’Italia e
della famiglia Borghese. Finalmente arriva a Napoli e subito ironizza nuovamente sullo stato dei treni
italiani. L’arrivo in stazione è deludente: tutto è moderno ed ordinario. Mentre attraversa tutta la città per
cercare un albergo vicino al mare, osserva che i napoletani amano starsene al sole: alcuni vendono frutta
ed ortaggi, altri fanno altri mestieri, come i barbieri, ma tutti sempre all’aperto, differentemente da come
si fa in altri paesi. Le piacciono tanto i capelli delle donne napoletane: li trova lucidi e splendidi. Cambia
tono quando afferma che il popolo cittadino, uomini e donne insieme, è pigro, sporco e «campa alla
buona». Poi, allontanandosi dalla dimensione urbana, volge lo sguardo al panorama, e, a dispetto di tutte
le canzonette, confessa che questa vista sorpassa ogni immaginazione. La Lathrop elenca ogni cosa che
vede. Chiaramente non trascura il tema del devozionismo religioso e riporta a tal proposito le parole che
un gentiluomo napoletano le riferì in merito al miracolo di San Gennaro:
Lei sa – egli le disse - la gente crede in questo miracolo ed ha grande venerazione per il santo. Ma è assolutamente necessario
che il sangue si sciolga. Se ciò non avviene, cominciano le imprecazioni delle donne indirizzate al santo, così, per i preti, è
necessario che la liquefazione avvenga il più rapidamente possibile.
Nel riportare questo episodio, afferma che i napoletani, soprattutto i poveri, sono molto più
religiosi dei settentrionali poveri. Il tema della discriminazione delle genti del nord rispetto al quelle del
sud dell’Italia non le è indifferente; sottolinea, infatti, la cattiveria dei settentrionali nei confronti dei
napoletani, definiti sporchi, ladri, pigri, indecenti, tracotanti, violenti ed ignoranti. I settentrionali – dice
– avrebbero voluto che l’Italia si fermasse a Roma; ritengono che i napoletani non vogliono lavorare
(lavorano alla giornata) e la loro povertà ne è il frutto. I napoletani – lei osserva - rispondono a tutto ciò
scrollando le spalle e sorridendo. Ammettono di essere pigri, ma sottolineano come siano più solari e
«meravigliosamente svelti». Anch’ella, come l’anonima viaggiatrice parigina C. de la B****, inorridisce del
modo in cui vengono trattati alcuni animali, ma, diversamente da lei, parla di una Associazione che si
occupa della loro protezione, evitando che i cavalli vengano frustati e maltrattati dai tanti invisi vetturini.
Al momento della partenza, è triste e confessa che, nonostante i disagi, non dimenticherà mai Napoli e
che, prima di morire, farà di tutto per ritornarvi. Risalendo la penisola, visitò Perugia, Assisi, Bologna,
Ravenna, Padova, Venezia ed, infine, Verona.
Opere, edizioni e riedizioni di Elise Lathrop: sono state rinvenute alcune altre opere della scrittrice,
oltre al racconto di viaggio in Italia, mentre nulla pare sia stato scritto su di lei
Sunny days in Italy by Elise Lathrop, London, Werner Laurie, 19..?
Where Shakespeare set his stage by Elise Lathrop; decorations by G.W. Hood, New York, Pott & Co., 1906
Early American inns and taverns, by Elise Lathrop, New York, McBride & C., 1926
Historic houses of early America by Elise Lathrop, New York, Tudor, 1937 [c1927] e 1946
Old New England churches by Elise Lathrop, illustrated by Welsh, Rutland, The Tuttle, [1938]
Le mappe letterarie del sacro e del profano
63
CLARA ELIZABETH LAUGHLIN
Biografia
Clara Laughlin (1873-1941) nacque a New York. Si diplomò alla High School di Chicago nel 1890
e non frequentò l’università. Dall’età di diciotto anni fece la giornalista e la redattrice per alcuni giornali
sempre di Chicago; esercitò questa attività per dieci anni e fu, inoltre, autrice di ben 35 libri. Fece anche
la speaker radiofonica, la lettrice di bozze e la consulente editoriale. Con gli anni divenne una esperta
viaggiatrice e fondò la collana letteraria So You’re Going To…, una serie di guide di viaggio soprattutto
indirizzate alle donne. Anche gli spettacoli radiofonici, che teneva negli anni ’20, erano dedicati al
medesimo tema. Scrisse alcune biografie (su Sarah Bernhardt, Marshal Foch e James Whitcomb Riley),
racconti storici, romanzi e novelle. Un volume della serie You’re Going To… è dedicato all’Italia. Gino
Doria ha collezionato l’opera, ma non redatto alcuna scheda sull’autrice-viaggiatrice.
Viaggio e soggiorno a Napoli
Il racconto di viaggio, molto vicino allo stile di una guida turistica, dal titolo So you’re going to Italy!,
è presente nel Fondo Doria Edizione: londinese pubblicata da Methuen nel 1925. Il racconto è strutturato
in 4 parti: la prima relativa a Napoli e dintorni; la seconda a Roma; la terza a Firenze e la quarta a Venezia
e dintorni. La Laughlin ha compiuto il suo viaggio in Italia probabilmente nel 1924 o nel 1925.
Ad apertura del libro discorre a lungo sui vari libri turistici sull’Italia, sulla loro prolificità e sul loro
livello. Successivamente inizia l’illustrazione del suo tour.
La prima tappa del viaggio italiano è proprio Napoli; per la Laughlin, infatti, Napoli è il posto
migliore dal quale iniziare il giro dell’Italia. Ci tiene a sottolineare che, diversamente da come lei ha
organizzato il giro della penisola, molti itinerari del suo tempo propongono di partire dal nord Italia e
scendere verso Napoli. Alla nostra esperta di viaggi questo itinerario non piace per due motivi: 1) perché
ci si perde lo spettacolo dell’arrivo a Napoli via mare; 2) perché questo suo è il miglior modo di
approcciare la penisola: cominciare dal Sud per poi volgere verso il più «civilizzato» Nord. All’entrata nel
golfo, invita i lettori ad immaginare lo spettacolo di arrivare in questa baia che è stata ritratta e descritta
da tanti pittori e scrittori in due millenni, i quali hanno tentato di renderne al meglio la bellezza. Ogni
libro su Napoli – scrive - è la rappresentazione di un tale sforzo ed ogni libro aggiunge qualcosa di
ulteriore a quanto già detto. La scrittrice ci tiene a sottolineare che ella non si propone di «duplicare»
quanto già è stato stampato fino a questo momento. Invita, certo, a leggere quanto più si può su Napoli
prima di partire: libri e quadri che aiutano i «comuni mortali» a comprendere meglio ciò con cui poi
verranno a contatto. Afferma che il suo sforzo programmatico consiste nel prefigurare al
turista/viaggiatore cosa “sentirà” e non cosa “vedrà”. Non sa quanti giorni il turista-lettore abbia deciso
di stare a Napoli: teme si tratti di 3 o 4. In 4 giorni di infaticabili visite si potrà vedere la metà delle cose.
In 8 giorni si potrà avere una panoramica “frettolosa”. Napoli è, ovviamente, la città principale da vedere:
«è una città molto strana, fatta di una opulenta bellezza naturalistica accostata alla sporcizia delle sue
strade». La Laughlin sostiene che Napoli sia bella solo per grazia di Dio e che la città in sé non ha fatto e
non fa alcuno sforzo per mantenersi bella. Proprio la bellezza è stata causa di tanta sofferenza, dal
momento che la città fu nelle mire di molti conquistatori. Tuttavia – prosegue - essa «sembra non aver
amato nessuno di quelli che l’hanno conquistata (e da cui si è fatta conquistare), anzi, sembra che abbia
loro permesso di esercitare la loro crudeltà a causa del suo spirito indolente». La Laughlin sottolinea,
infatti, che, nei suoi ventisette secoli di storia, Napoli non è mai stata governata dai napoletani. Per lei ci
sono stati troppi padroni: Greci, Romani, Barbari e Bizantini, Arabi, Pirati e Normanni, Imperatori
tedeschi ed Angioini, Aragonesi ed Ungheresi, Borboni e Bonapartisti. Sebbene il soggiorno partenopeo
sia solo di quattro giorni, la Laughlin si sente stregata da questa città sconsiderata, che la fa sentire libera di
essere, di fare e di sentire. La Laughlin entra nel merito del tour. Propone due zone con alberghi: quella
di C.so V. Emanuele, in alto, e quella di via Partenope, in basso. La prima è più ariosa e silenziosa; la
seconda è un po’ più conveniente per le tasche del turista. In entrambe ci sono alberghi e pensioni
eccellenti. Per un soggiorno di una certa durata, si sceglie in genere la zona alta. La maggioranza di quelli
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
che si fermano poco, fa il contrario. Raccomanda ai turisti di non percorrere le strade di Napoli, senza
conoscere il significato dei loro nomi. Suggerisce ai futuri viaggiatori di non prendere il taxi ma la carrozza,
che è un’esperienza unica, se costoro non sono mai stati a Napoli prima. Per la nostra scrittrice, sebbene
tutte le città siano rumorose, il rumore di Napoli ha una qualità operistica, che le dà la sensazione di
lasciarsi tutto il mondo alle spalle e di entrare in una dimensione di cui non si è Spettatore ma parte
integrante. Elenca le bellezze da visitare nella città e l’ordine col quale vedere: il primo giorno va dedicato
alle chiese, al mattino, perché molte di esse sono aperte solo di mattina. Particolare attenzione volge alla
chiesa dell’Incoronata, della quale fa la storia della fondatrice, la regina Giovanna, tenendo a sottolineare
che questa storia non si trova nelle guide. La narrazione della Laughlin è molto variegata: affianca, a delle
note sintetiche e pratiche per il turista, altre più specificamente storiche ed artistiche.
Opere, edizioni e riedizioni di Clara Elizabeth Laughlin: sono state rintracciate molte opere e
riedizioni della scrittrice, soprattutto quelle della collana di viaggio. Non è stata rinvenuta nessuna
monografia su di lei.
The evolution of a girl's ideal, a little record of the ripening of the affections to the time of love's coming, New York;
Chicago; Toronto; London; Edinburgh, Fleming H. Revell Company, 1902
Divided, the story of a poem [by] Clara E. Laughlin, New York; Chicago; Toronto; London;
Edinburgh: Fleming H. Revell Company, 1904
The complete hostess, ed. by Clara E. Laughlin, New York: Appleton, 1906
Felicity, the making of a comedienne, New York, Scribner's sons, 1907
The complete home, ed. by Clara E. Laughlin, New York, Appleton, 1907
The complete dressmaker: with simple directions for home millinery ed. by Clara E. Laughlin, New York,
Appleton, 1907 e 1916
The lady in gray; a story of the steps by which we climb, New York; Chicago; Toronto; London; Edinburgh:
Fleming H. Revell Company, 1908
The death of Lincoln; the story of Booth's plot, his deed and the penalty, New York, Doubleday, Page & C.,
1909
Entertainments and games by Clara E. Laughlin, New York, The University society, 1910
Everybody's lonesome: a true fairy story by Clara E. Laughlin; illustrated by A.I. Keller, New York,
Appleton, 1907 e 1910
"Just folks," by Clara E. Laughlin..., New York, Macmillan Company, 1910
Children of to-morrow by Clara E. Laughlin, New York: Scribner's sons, 1911
The gleaners, a novelette by Clara E. Laughlin...illustrated, New York; Chicago; Toronto; London;
Edinburgh, Fleming H. Revell Company, 1911
Everybody's birthright, a vision of Jeanne d'Arc by Clara E. Laughlin..., New York; Chicago; Toronto; Lon
don; Edinburgh, Fleming H. Revell Company, 1914
The heart of Her Highness, New York and London, Putnam's sons, 1917
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
Foch the man, New York; Chicago; Toronto; London; Edinburgh, Fleming H. Revell Company,
1918
The keys of heaven by Clara E. Laughlin, New York, Doran Company, 1918
Jeanne-Marie's triumph, by Clara E. Laughlin..., New York; Chicago; Toronto; London; Edinburgh,
Fleming H. Revell Company, 1922
So you're going to Paris!, Boston; New York, Houghton Mifflin Company, 1924, 1929, 1934, 1938 e
19488 riveduta ed ampliata
Your trip to Italy … Second letter, Naples and her bay, Chicago, The Clara Laughlin Travel Services,
1924
Your trip to Italy ... Third letter: addresses and directions for Rome, Chicago, Clara Laughlin Travel Services,
1924
Your trip to Italy ... Fourth letter: Your week in Rome, Chicago, Clara Laughlin Travel Services, 1924
Your trip to Italy ... Fifth letter: between Rome and Florence, Chicago, Clara Laughlin Travel Services, 1924
So you're going to Italy! And if I were going with you these are the things I'd invite you to do, Boston and New
York, Houghton Mifflin, 1925 e 1937
So you're going to Italy by Clara E. Laughlin, London, Methuen, 1925, 1927 e 1950
Your trip to Italy ... Ninth letter: Verona and Milan, Chicago, Clara Laughlin Travel Services, 1925
The romance of travel is yours when you use the Clara Laughlin travel services, Chicago, Fine Art Building,
1926?
So you're going to France!, Boston and New York, 1927, 1933 e 1937
So you're going to England! And If I were going with you, these are the things I'd invite you to do, by Clara E.
Laughlin, Boston and New York, Houghton Mifflin, 1926, 1928 e 1935
So you're going to Italy and to Switzerland and the Tyrol and if I were going with you these are the things I'd invite
you to do by E. Laughlin, Boston; New York, s.n., 1928
So you're going to Rome by Clara E. Laughlin, London, Methuen, 1928
So you're going to Italy and to Switzerland and the Tyrol by Clara E. Laughlin, London, Methuen, 1929
So you're going to Germany and Austria! And if I were going with you these are the things I 'd invite you to do, by
Clara E. Laughlin, Boston and New York, Houghton Mifflin, 1930 e 1936
So you're going news: current travel topics for people who travel [Periodico], Chicago, 1931Clara Laughlin's Paris address book for readers of "So you're going to Paris", Chicago, Clara Laughlin Travel
Services, 1931
Le mappe letterarie del sacro e del profano
66
So you're going to Spain! And if I were going with you these are the things I'd invite you to do by Clara E. Laughlin,
Boston and New York, Houghton Mifflin, 1931
So you're going to Ireland and Scotland! And if I were going with you these are the things I'd invite you to do, New
York, Houghton Mifflin, 1932
Traveling through life; being the autobiography of Clara E. Laughlin, Boston; New York, Houghton Mifflin
Company, 1934
So you're going to the Mediterranean by Clara E. Laughlin, London, Methuen, 1935
So you're going to travel! And if you asked my advice about it, these are some of the things I might tell you, by Clara
E. Laughlin, Boston; New York, Houghton Mifflin, 1938
So you're going to Scandinavia!, Boston and New York, Houghton Mifflin, 1939 e 1948
So you're visiting New York city! By Clara E. Laughlin, Boston, Houghton Mifflin, 1939
So you're going south! To the south Atlantic states, and if I were going with you, these are some of the places I'd
suggest by Clara E. Laughlin, Boston, Little Brown, 1940
So you're seeing New England! And if I were going with you, these are some of the places I'd suggest, by Clara E.
Laughlin, Boston, Little Brown, 1940
So you're going to England! Second ed. prepared by E. Mildred Britten Austin, Boston, Houghton Mifflin,
1948
BETTINA SEIPP
Biografia
Non si sa nulla di questa scrittrice, ad eccezione della nazionalità tedesca e che visse nel pieno
Novecento. Nel 1938 fece un viaggio a Napoli ed in Sicilia, del quale resta una sorta di guida turistica.
Tale opera è stata collezionata da Gino Doria, che tuttavia non ha dedicato alla scrittrice alcuna scheda
biografica in Viaggiatori stranieri a Napoli. Della Seipp sono state rintracciate altre due opere: una dedicata
alla cultura veristica siciliana e a Giovanni Verga, l’altra ad alcuni dipinti di Michelangelo nella Cappella
Sistina.
Viaggio e soggiorno a Napoli
L’opera Neapel und Sizilien: als land der Griechen erlebt, presente nel Fondo Doria Edizione: curata da
Insel e pubblicata a Lipsia nel 1938, racconta un viaggio che la Seipp intraprese nell’Italia fascista, in
particolare nel golfo di Napoli ed in Sicilia, nei luoghi da lei definiti omerici. Fanno da corredo alla scrittura
quarantasei fotografie in bianco e nero dei posti più suggestivi. Il tour campano ebbe come tappe: Napoli;
i Campi Flegrei; l’isola di Ischia; Pompei; Ercolano; Paestum. Il tour in Sicilia passò attraverso Taormina,
Siracusa, Enna, Agrigento, Selinunte e Segesta.
L’arrivo a Napoli fu entusiasmante: la Seipp trovò questa realtà meravigliosa e sorprendente,
incomprensibile, eppure paragonabile ad una terra delle favole, quando si considerano i suoi abitanti. Lodò,
sin dal primo momento, la bellezza del territorio, chiamato per questo Campania felix, ma annotò anche
la precarietà dell’ambiente minacciato dalla presenza del Vesuvio. Nel fare alcune osservazioni generiche
sui napoletani, la viaggiatrice sottolinea come essi vivano alla giornata. Il clima meraviglioso ed i colori della
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
città le resero il soggiorno indimenticabile; percepì anche «la magia espressa dalle genti del Sud», citando
a tal proposito Nietzsche.
Nota, comunque, che la città è sovrappopolata, sporca, dalle strade strette che si allungano dal
porto alla collina. Parla di Mussolini e del fascismo ed afferma con una punta d’orgoglio che, laddove ha
impresso l’impronta del suo trionfo attraverso le nuove costruzioni nella zona di S. Lucia, lì regnano
maggior ordine e pulizia.
Oggi l’orgoglio dei napoletani – dice - sono l’edificio delle Poste Centrali ed il Porto Internazionale,
terminati in soli due anni nel 1936. A suo dire, quindi, il regime fascista ha ripulito Napoli, ha realizzato
anche l’autostrada fino a Pompei e la strada che conduce al Vesuvio molto rapidamente. Gran parte del
racconto è dedicato ad una lunga e particolareggiata ricostruzione storica della città. Poi la descrizione
del tour riprende con il Museo nazionale e le opere in esso custodite. L’ultima parte è sui Campi Flegrei:
«luogo unico, quasi non terrestre». Descrive tutti i crateri, le terme, le fonti d’acqua. Capo Miseno, Arco
Felice, il lago D’Averno, Bacoli e Baia sono le tappe conclusive prima della partenza per la Sicilia.
Opere di Bettina Siepp: sono state rintracciate tre opere della scrittrice in un’unica edizione. Non
è stata rintracciata nessuna monografia su di lei.
Michelangelo, Sibyllen und Propheten: 24 farbige Bilder nach den Fresken in der Sixtinischen Kapelle mit einem
Geleitwort von Bettina Seipp, Leipzig, Insel, 1938
Neapel und Sizilien: als land der Griechen erlebt, Leipzig, Insel, 1938
Sizilianische Geschichten Berechtige Ubertragung von Bettina Seipp, Leipzig, Insel, 1940
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Le mappe letterarie del sacro e del profano
Bibliografia
F. AMIRANTE - F. ANGELILLO - P. D’ALCONZO, Libri per vedere. Le guide storico-artistiche della città di Napoli:
fonti, testimonianze del gusto, immagini di una città, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1995
M. L. BETRI - D. MALDINI CHIARITO, “Dolce dono graditissimo”. La lettera privata dal Settecento al Novecento,
Milano, FrancoAngeli, 2003
L. BORGHI - N. LIVI BACCI - U. TREDER, Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento, Firenze,
Libreria delle donne, 1988
R. BOZZICHI, Sentimenti e documenti, in «Studi storici», (1999/40), pp. 471-486
A. BRILLI, Il viaggio in Italia: storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XIX secolo, Milano, Banca
Popolare di Milano, 1999
A. BRILLI, Viaggi in corso: aspettative, imprevisti, avventure del viaggio in Italia, Bologna, Il Mulino, 2004
G. CALVI, Innesti. Donne e genere nella storia sociale, Roma, Viella, 2004
E. CHEVALLIER - R. CHEVALLIER, Iter Italicum: les voyageurs français à la découverte de l'Italie ancienne, Genève,
Slatkine, 1984
A. CONTINI - A. SCATTINO, Carte di donne: per un censimento regionale della scrittura delle donne dal 16. al secolo
18.: atti della Giornata di studio, Firenze, Archivio di stato, 5 marzo 2001, Roma, Edizioni di storia e letteratura,
2005
A. CONTINI, La provocazione di un archivio in «Genesis», I (2002/1), pp. 225-234
C. DE SETA, L' Italia del grand tour: da Montaigne a Goethe, Napoli, Electa Napoli, 20013
C. DEMARIA, Teorie di genere: femminismo, critica postcoloniale e semiotica, Milano, Bompiani, 2003
Le donne e la storia, problemi di metodo e confronti storiografici, a cura di M. R. Pelizzari, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, 1995
Donne in viaggio. Viaggio religioso, politico, metaforico, a cura di M. L. Silvestre - A. Valerio, Roma-Bari, Laterza,
1999
G. DORIA, La città delle favole, Napoli, L’Arte tipografica, 1962
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