dispacciamento energia elettrica

 

Hai mai dato uno sguardo approfondito alle voci sulla tua bolletta energetica?

A volte può sembrare un enigma con sigle criptiche che ci lasciano perplessi, ma conoscere meglio alcuni temi che ruotano intorno al settore dell’energia può essere anche affascinante e stimolante e, non meno importante, ci permette davvero di capire come funziona l’organizzazione e la gestione dell’energia elettrica che usiamo quotidianamente.

Oggi affrontiamo uno di questi “misteri”, forse proprio uno di quelli meno conosciuti ai più, un argomento un po’ tecnico, che cercheremo di rendere chiaro e trasparente: il dispacciamento dell’energia elettrica, un processo fondamentale nel settore energetico che garantisce l’equilibrio tra la produzione e la domanda di elettricità in un determinato momento e luogo.

Dispacciamento energia elettrica: cos’è?

Partiamo subito con il significato del termine dispacciamento, ovvero il meccanismo che regola in tempo reale la quantità di energia elettrica che viene immessa nella rete elettrica nazionale.

Il suo obiettivo principale è garantire la stabilità del sistema, evitando squilibri e uno sbilanciamento tra produzione e consumo. In altre parole, si assicura che la quantità di energia generata corrisponda in modo preciso a quella richiesta dagli utenti.

Come funziona?

Il dispacciamento funziona coordinando la produzione di energia elettrica per soddisfare la domanda in tempo reale.

Le centrali elettriche, i produttori di energia rinnovabile e altri attori del settore forniscono costantemente informazioni sulla loro produzione prevista, consentendo agli operatori di sistema di bilanciare l’offerta con la domanda.

Quando si verificano squilibri tra la produzione e la domanda, il gestore della rete di trasmissione nazionale (che in Italia è Terna) attua delle operazioni di dispacciamento. Ciò può comportare l’attivazione di risorse di generazione aggiuntive, la modifica delle quote di energia fornita da fonti rinnovabili, o il coinvolgimento di altre risorse disponibili.

Questo processo è essenziale per garantire la continuità e l’affidabilità dell’approvvigionamento energetico a livello nazionale.

Chi gestisce il servizio di dispacciamento?

Terna, società quotata in Borsa, è l’ente che opera come il principale protagonista nella gestione della rete di trasmissione elettrica nazionale. La sua attività principale consiste nel pianificare, sviluppare, e gestire la rete ad alta tensione, che è responsabile del trasporto dell’energia elettrica da chi la produce (centrali elettriche) a chi la consuma (utenti finali e distributori).

Sono fondamentalmente 4 le attività principali di Terna:

  1. Monitoraggio della rete: verifica costantemente lo stato della rete di trasmissione, raccogliendo dati in tempo reale sulla produzione, il consumo e altri parametri rilevanti.
  2. Pianificazione e coordinamento delle attività di dispacciamento, stabilendo le modalità per garantire che la domanda di energia sia soddisfatta in ogni momento.
  3. Interventi di dispacciamento: Quando si verificano squilibri tra produzione e domanda, Terna attua interventi mirati, come la regolazione delle quote di produzione, l’attivazione di risorse di riserva, e altre azioni volte a mantenere l’equilibrio della rete.
  4. Sviluppo e innovazione: l’ente investe in tecnologie e infrastrutture per migliorare l’efficienza e la resilienza della rete, contribuendo così a un dispacciamento più efficace.

Il ruolo delle rinnovabili nel dispacciamento di energia elettrica

Sempre più protagoniste nel settore energetico, le fonti rinnovabili svolgono un ruolo sempre più cruciale nel dispacciamento dell’energia elettrica, contribuendo a trasformare il panorama energetico in direzione di una produzione più sostenibile e a basso impatto ambientale.

Ecco come le energie rinnovabili influenzano il dispacciamento dell’energia:

  • Variabilità della produzione: Le energie rinnovabili, come l’energia solare e eolica, sono intrinsecamente variabili, dipendendo dalle condizioni meteorologiche. Questa variabilità può influenzare la stabilità della rete elettrica, richiedendo una gestione attenta e flessibile del dispacciamento.
  • Sbilanciamento e gestione della domanda: La produzione da fonti rinnovabili può sperimentare picchi e cali improvvisi. Nel dispacciamento, è essenziale bilanciare questi sbilanciamenti, ad esempio, attraverso l’attivazione di riserve o la gestione della domanda in base alla disponibilità delle energie rinnovabili.
  • Integrazione con la rete: Le energie rinnovabili spesso richiedono un adattamento delle infrastrutture di rete per garantire una distribuzione efficiente dell’energia prodotta. Questo può includere l’implementazione di tecnologie avanzate di gestione della rete e l’aggiornamento delle linee di trasmissione.
  • Priorità nella regolamentazione: Molti sistemi di dispacciamento stanno adottando politiche che favoriscono l’integrazione delle fonti rinnovabili, offrendo incentivi per la produzione sostenibile e sviluppando meccanismi di mercato che riflettano il valore ambientale delle energie rinnovabili.
  • Riduzione delle emissioni: L’integrazione di energie rinnovabili nel dispacciamento contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e altri inquinanti atmosferici, promuovendo una transizione verso un settore energetico più pulito e sostenibile.

Il sistema di dispacciamento italiano

Il Centro Nazionale di Controllo è il cuore pulsante del sistema elettrico italiano. Qui prende forma la gestione in tempo reale del dispacciamento, attraverso oltre 100 schermi di controllo e un wallscreen di imponenti dimensioni, 40 metri quadrati, che svolgono la loro opera di sorveglianza costante. Il centro, che rappresenta un polo altamente specializzato ed è interconnesso a livello europeo, è il punto focale in cui la tecnologia si unisce alla precisione per monitorare attentamente 293 linee, cavi sottomarini e linee nazionali a 380 kV.

In Italia, questo sistema venne istituito negli anni ’70 per migliorare l’efficienza e per ottimizzare l’intero sistema elettrico su tutto il territorio.

Prezzo dispacciamento (PD): cosa è?

Il prezzo di dispacciamento (che si riconosce sulla bolletta dalla sigla PD) è una componente essenziale nella composizione delle spese energetiche e ne influenza direttamente i costi finali.

Si compone di diversi aspetti, fondamentali da conoscere per poter capire bene come si determina, chi lo paga e quali sono i corrispettivi.

  1. Il prezzo non è fisso, ma varia in base alle dinamiche del mercato e alle condizioni della rete elettrica. La sua determinazione è influenzata da diversi fattori, tra cui l’offerta e la domanda di energia, le condizioni meteorologiche e la presenza di fonti rinnovabili.
  2. Il PD si misura in euro per kilowattora (€/KWh). Questa unità di misura indica il costo associato alla produzione o al consumo di un megawattora di energia elettrica. Il suo valore può variare in base alle fluttuazioni del mercato e alle dinamiche del dispacciamento.
  3. È uno dei costi variabili sulle bollette energetiche che pagano i consumatori ed è, appunto, influenzato dagli andamenti del mercato elettrico.
  4. Il PD è suddiviso in corrispettivi fissi e variabili. I corrispettivi fissi sono elementi stabili che contribuiscono alla formazione del prezzo di base, mentre i variabili possono subire fluttuazioni in relazione a diversi fattori, come la richiesta di energia elettrica e la disponibilità di risorse.

Nell’ambito del mercato tutelato, ARERA si occupa di aggiornare ogni 3 mesi i costi della voce PD in bolletta. Per chi, invece, ha già un contratto di fornitura nel libero mercato non è prevista una quota stabilità dall’autorità e il prezzo può essere calcolato in altro modo, anche se – in linea generale – non ci sono grandi variazioni.

Quanto incide sulla bolletta?

Abbiamo iniziato questo articolo chiedendo proprio quanto i consumatori siano in grado di decifrare le voci in bolletta e ora siamo arrivati al punto.

Il dispacciamento ha un impatto diretto sulle bollette, influenzando la formazione dei prezzi dell’energia. Il costo del servizio non dipende dal tipo di offerta, bensì dai consumi effettivi. Quindi: maggiori sono i consumi, più alto sarà il prezzo di dispacciamento applicato in bolletta.

 

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