7 Agosto 2010 01:25

Quadratino: la geometria divertente di Antonio Rubino

E’ stato il primo personaggio di successo ideato nel 1910 da Antonio Rubino, uno dei maestri del fumetto italiano, a lungo ai vertici del Corriere dei Piccoli, dove lavorava fin dal primo numero, alla fine del 1908. A quell’epoca i fumetti dovevano essere didascalici ed educativi, anche se i bambini di allora si divertivano più con la strambe avventure di Happy Hooligan, Fortunello, o con Maud, la dispettosa mula Checca. Il primo personaggio italiano è stato Bilbolbul, un negretto creato da Attilio Mussino che trasformava magicamente immagini e luoghi comuni in visioni grotteche o fantastiche. Poco dopo, sul numero del 7 agosto 1910, fu affiancato da un altro singolare bambino, nato dalla fantasia poetica di Antonio Rubino. Si chiamava Quadratino, aveva la testa quadrata, era figlio di mamma Geometria, aveva una zia Algebra e una nonna Matematica. Gli capitavano sempre gli incidenti più insoliti, che trasformavano la sua testa ora in un triangolo, ora in un esagono o in trapezio o addirittura in un cerchio. Era un modo per insegnare una materia astrusa in maniera divertente. Antonio Rubino, nato a Sanremo nel 1880 e morto nel 1964, aveva una laurea in legge e l’hobby della poesia, ma era sempre attratto dal disegno e dalla pittura, per cui quando venne assunto al Corriere dei Piccoli toccò il cielo col dito, come Bilbolbul. Rubino fu un artista versatile ed eclettico, quadratinoRubino creatore di decine di personaggi, per lo più bambini secondo la moda del tempo, disegnati con un tratto elegante e floreale, che richiamava lo stile liberty e sembrava evocare la musica di famosi balletti. Tra i suoi personaggi più significativi ci sono Pino e Pina e il Caprone Barbacucco, apparsi sempre nel 1910, e poi Lola e Lalla, Luca e Gianni, Beniamino, un bimbo che suona il violino, con effetti disastrosi ovviamente, e soprattutto Italino, nato durante la grande guerra, un contadinello testa grossa e cervello fino che si diverte a fare atroci scherzi a Kartoffel Otto e alle truppe austriache. In quegli anni lavorò anche alla Tradotta, giornale per i soldati in armi, dove ridicolizzava i nemici, portando alla luce un lato oscuro della sua personalità poetica e artistica. (Articolo di Carlo Scaringi).