Adozione internazionale, Carlucci (UDC) d'accordo col bonus adozioni

Adozione internazionale. Gabriella Carlucci (UDC): “W la gratuità. Ma le donne sterili sono poco ‘accompagnate’ culturalmente verso l’adozione”

Le interviste di AiBiNews verso la prossima tornata elettorale proseguono con Gabriella Carlucci, candidata per ‘Noi con l’Italia – UCD’, che sottolinea come “l’adozione internazionale potrebbe essere uno strumento importantissimo per realizzare la genitorialità di tante coppie sposate che affrontano il dramma della sterilità“, ma che oggi sono diventate “un lusso per pochi

Per l’esponente UDC “l’infanzia deve tornare al centro dell’agenda politica se vogliamo che il nostro Paese viva ancora“: ecco perchè, se fosse Presidente della Commissione Infanzia “mi adopererei per rendere le adozioni più veloci, più economiche e più diffuse nel nostro Paese

Adozione internazionale, Carlucci (UDC) d'accordo col bonus adozioniGabriella Carlucci, il partito ‘Noi con l’Italia – UDC’ rispetto alle questioni dell’inverno demografico e della denatalità come propone di intervenire, se sarà forza di Governo?

La famiglia è stata sempre al centro delle Politiche dell’UDC e anche in questo caso non ci sottrarremo a quello che uno dei compiti più difficili della contemporaneità, non solo dal punto di vista politico ma direi antropologico. Lavorare per le politiche in favore della natalità significa avere consapevolezza che i figli stanno bene e fioriscono, dove fioriscono e godono di buona salute le famiglie che sono i loro giardini. Mi riferisco alle famiglie rappresentante da una padre e una madre che possano tirare su figli risolti e capaci di relazionarsi al mondo, diventando una risorsa per la collettività. Per portare avanti il processo di inversione della denatalità occorre strutturare politiche forti di welfare a misura di famiglia. Solo in tal modo possiamo riportare le donne alla loro femminilità e alla voglia di fare figli“.

Ma tante donne sterili vorrebbero adottare figli e non possono…

Credo che l’adozione internazionale potrebbe essere uno strumento importantissimo per realizzare la genitorialità di tante coppie sposate che affrontano il dramma della sterilità e che, se adeguatamente accompagnate, potrebbero aprirsi a questa forma di genitorialità”.

E perché secondo lei non si aprono?

Perché nei loro percorsi di vita la ricerca del figlio proprio, spesso, vengono poco accompagnati da una cultura dell’accoglienza e di promozione dell’adozione. O anche perché l’adozione è un lusso per pochi, costosa. O anche perché le coppie sono sfiduciate. Certo, un aiuto economico sostanzioso, strutturale, aiuterebbe le adozioni. Ma occorre anche un cammino culturale. Credo che questa forma di genitorialità sia davvero poco conosciuta in profondità. Se ne parla spesso o troppo male o troppo bene…occorrerebbe far uscire un sano senso di realtà dell’esperienza adottiva, che è una grande esperienza di vita“.

Sono anni che le famiglie adottive stanno chiedendo la gratuità… Perché secondo lei non è mai stata concessa?

Non è stata concessa perché le famiglie non hanno toccato la sensibilità del Governo. Ho iniziato a sentir parlare di gratuità dell’adozione internazionale nel 2008. Allora, il nostro Paese non ha ben compreso che grande opportunità, valoriale oltre che economica, può profilarsi dietro l’adozione. Oggi, credo che non se ne possa fare a meno. E se saremo al Governo mi impegnerò in questa direzione“.

Nel suo passato da Deputata è stata nominata anche nei ruoli apicali della Commissione Bicamerale Infanzia e adolescenza. Nella XIV legislatura ne è stata Presidente. Se oggi fosse la Presidente della Commissione Infanzia farebbe…

voto”Prima di tutto chiederei un’audizione del Presidente della Commissione Adozioni Internazionali e di altri soggetti addetti ai lavori, come gli Enti Autorizzati, per fare il punto della situazione. Vorrei anche ascoltare dei figli adottivi, per sentire da loro quali sono le necessità dal loro punto di vista. Dopodiché, mi adopererei per rendere le adozioni più veloci, più economiche e più diffuse nel nostro Paese. Un tempo avevamo numeri di eccellenza. Ora siamo ai minimi storici e non va bene. Non dimenticherei, contemporaneamente, tante altre questioni: penso all’affido, allo sfruttamento dei bambini, al rapporto con i media, alla povertà, alla disabilità. L’infanzia deve tornare al centro dell’agenda politica se vogliamo che il nostro Paese viva ancora“.