dal Mocca di Alessandria – Dopo che i Grigi hanno raggiunto la testa della classifica di Serie C (trasferta di Venezia ) – poi lasciata a stretto giro di posta – è già passata molta acqua sotto i punti di Tanaro e Bormida per quel che riguarda la pelota mandrogna. Per essere sinceri ho avuto alcune conferme e mi è sorto almeno un dubbio. Cominciamo dalla fine. Se fosse vero che Morero, difensore argentino con alle spalle un centinaio di partite fra A e B, e 15 presenze in C in questa stagione, lunedì scorso era “ in prova “alla Michelin, dovrei ricredermi sulle capacità professionali di certi nostri cronisti sportivi e del nostro DS. Spero quindi, giusto per non patire due delusioni in una volta sola, che Magalini non abbia fatto arrivare Morero per vederlo sgambettare sul campo e intuire così se è il giocatore che fa per noi bensì per farlo allenare in vista della trasferta di Novara perché di “provini“ a giocatori dotati di certi curricula fra i professionisti sarebbe ridicolo chiederli per gli uni e mettersi a disposizione per l’altro. Parliamo invece di conferme. La prima: Facebook e similari sono utilissimi nel mondo del calcio in quanto riescono a toglierti ogni dubbio circa l’intelligenza di certi addetti ai lavori (e spesso pure delle di lor compagne, mogli, congiunti nonché “amici del cuore”). Per cui il detto “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei“ può essere trasformato in “dimmi cosa scrivi su facebook e ti dirò quanto sei scemo“ con un margine di errore inferiore allo 0 virgola. Da quando poi ho realizzato che ad Alessandria certi giornalisti sui social ci vanno per carpire le sacrosante elucubrazioni fatte in libertà dai tifosi e spacciarle come indiscrezioni raccolte attraverso le loro fonti (normalmente dovrebbe succedere il contrario …) credo di aver capito il significato delle lenzuolate del venerdì della squittente e sculettante Penna Cadente, piene di ammiccanti “forse“, “potrebbe essere“, della serie “lo so ma non lo posso dire“, “potrebbe trattarsi di balotellate“ e via dicendo. Morale: non so se fa più danni facebook o quel modo di concepire il calcio da parte di certi pennivendoli ignoranti che da decenni aiutano i dirigenti a fare disastri a sé e alla società. Ma se poi, per miracolo, ci arriva un Di Masi, ci si aspetterebbe una regolata, che si tenti cioè di passare dal pettegolezzo alla notizia… macché, niente. Si continua a cucinare sempre la stessa zuppa così i giornali si riducono, i lettori anche, l’interesse per i Grigi rischia di rimanere un fatto esclusivo fra un gruppetto di tifosi e quattro giornalisti, sempre rigorosamente gli stessi, sempre a sostenersi reciprocamente. Il tutto sperando che un Di Masi sia disponibile a tirare fuori i soldi per far divertire qualche tifoso che gioca a fare il praticone e per consentire a Penna Cadente di continuare a esibirsi sempre più penosamente. E la vicenda Guazzo è la dimostrazione di come si possa trasformare un caso tutto sommato frequente nel mondo sportivo, in merda messa nel ventilatore. Se Guazzo, un giocatore non si è trovato e ha dato meno delle aspettative le ragioni sono sicuramente più di una e vanno analizzate da chi le situazioni le ha vissute dall’interno. Allo stesso modo il Presidente però non può stare in conferenza stampa permanente con un solo giornalista e pensare che gli altri media non si sentano autorizzati a cercarsi le notizie. E il DS e l’Addetto Stampa in questa telenovela cosa fanno, solo i testimoni? Per carità, Di Masi è padrone della società e dei suoi debiti, veri o presunti, comunque ereditati, e gestisce come meglio crede, ma se un giocatore “rompe“ con l’ambiente, deve essere proprio lui a sventolare il cartellino rosso? È chiaro che quando si muove ufficialmente il capo, i margini della riservatezza e del dubbio saltano, con quel che ne consegue. Nel frattempo non è escluso che prima o poi il solito pirla indichi in Taddei (gran giocatore e ottima persona) il responsabile della rottura fra Guazzo e l’Alessandria. Chi ha divulgato la notizia della lite senza averla verificata avrà fatto un pessimo servizio a squadra e società, visto che, tra l’altro, la voce in città girava da tempo, magari alimentata da personaggi dell’entourage di questo o di quello. Adesso parliamo di squadra e di giocatori. Con l’arrivo di Morero potrebbe crescere finalmente la capacità di questa squadra di cominciare l’azione palla a terra e manovrare con la totale partecipazione del reparto mediano. In più l’argentino potrebbe rivelarsi decisivo nel migliorare la personalità collettiva e, visto che ha giocato pure terzino destro in una difesa “a quattro“, diventa suggestiva l’ipotesi di poter adottare in determinate situazioni siffatto modulo. Adesso passiamo al capitolo punte. L’Alessandria è partita con un parco attaccanti ben definito: 2 prime punte (Guazzo e Marconi che tra l’altro tatticamente si integrano bene), 2 punte d’appoggio (Scotto e Rantier) che possono giocare in coppia con uno dei primi due e Taddei che è una mezza punta o seconda punta e, con l’intuizione di D’Angelo che lo ha reinventato mezzala destra, gioca con davanti altri due attaccanti di ruolo in un modulo che non prevede mezze punte. Se si vuol migliorare rispetto al girone d’andata si deve intervenire quindi sulla qualità dei giocatori, non certo sulla quantità. Insomma, se dovesse partire Guazzo e arrivare Mazzeo, mancherebbe sempre un giocatore che possa far coppia con il nuovo arrivato o con Scotto o con Rantier. Un elemento in grado quindi di sostituire Marconi oppure di affiancarlo, visto che un attacco formato da Mazzeo e Rantier, ad esempio, non mi pare sufficientemente attrezzato dal punto di vista dell’impatto. Altrimenti torniamo indietro di un anno quando, con “Tintoretto Menegatti DS”, abbiamo giocato il campionato con Marconi unica punta visto che il suo pupillo Morga, arrivato a gennaio, era come se non ci fosse. E vallo a spiegare a quella là!
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