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Occhi di gatto: storia e curiosità sul famoso cartone animato giapponese

Il famoso cartone animato giapponese ha abitato le case dei più piccoli a partire dagli anni '80, ma qual è la storia reale? E soprattutto come finisce? Scopri tutte le curiosità del celebre "Occhi di gatto".
di Federica Terragnoli

Il famoso cartone animato Occhi di gatto è approdato nei primi anni '80 in Italia, popolando le cucine dei più piccoli durante la merenda pomeridiana. La famosa sigla cantata da Cristina D'Avena (O-O-O, Occhi di gatto!) è stata un tormentone per decenni e possiamo dire che ancora oggi sia così. La serie animata prende le mosse da un manga giapponese e la trama vede tre sorelle, semplici bariste di giorno, ladre professioniste di notte. Scopri tutte le curiosità sul cartone animato che ha fatto il giro del mondo!

La buccia di banana è davvero così scivolosa come nei cartoni?

Occhi di gatto: la storia

Sono trascorsi 30 anni da quando Occhi di gatto è andato in onda per la prima volta in Italia, uno dei cartoni animati giapponesi più amati e seguiti di sempre. Il cartoon, prodotto originariamente tra il 1983 e il 1985, conta due stagioni con ben 73 puntate totali e dal settembre dell'85 venne trasmesso nel nostro Paese su Italia 1. Da quel momento in avanti, le tre bellissime sorelle Sheila, Kelly e Tati Tashikel sono entrate nei televisori degli italiani, rivelando la loro vera natura di "ladre abilissime", come recita la celebre sigla.
Infatti, il cartone racconta dalla prima stagione la vita delle tre sorelle, dedide al furto ma solo con la finalità di cercare la vasta collezione del loro padre scomparso, Michael Heinz, che i nazisti gli avevano sottratto. Quindi, la banda non ruba per il gusto di farlo, ma al contrario è alla ricerca delle opere d'arte di un unico artista famoso degli anni '40, che è appunto il loro padre. Ritrovando tutte le opere d'arte, il trio sperano di ricostruire il passato dell'uomo, scoprendo così anche la verità sulla sua scomparsa. Micheal Heinz, infatti, avrebbe partecipato alla Resistenza contro i nazisti, i quali devono averlo fatto scomparire.

A rendere le loro avventure più complesse ed intriganti c'era il personaggio di Matthew, con cui le tre sorelle condividevano continui confronti-scontri: si tratta di un poliziotto imbranato che dà la caccia al trio in modo ostinato, senza capire che in realtà una di loro è proprio la fidanzata Sheila. Questa è la storia in breve, ma vediamo più nello specifico il background della serie e tutte le curiosità di cui non sei a conoscenza!

Nell'anime non viene chiarito il motivo per cui le opere del padre siano sparse per il mondo, per di più camuffate sotto il nome di un altro artista. Nel manga, invece, viene chiarito come il pittore Heinz, padre delle ragazze, era insegnante di numerosi allievi, i quali, reduci dalle lezioni del maestro e dalla scomparsa di quest'ultimo, hanno deciso di trafugare le sue opere. Per nascondere nella maniera più efficiente, alla sua firma è stata sovrapposta quella di un altro pittore, Cranaff, il primo allievo traditore.

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Occhi di gatto: il manga

Quelli che in pochi sanno è che in origine il celebre cartone animato era proprio un manga, dal titolo Cat's Eye, di Tsukasa Hojo. Il fumetto fu pubblicato per la prima volte in Giappone dalla Shūeisha su Shonen Jump, a partire dal 1981 al 1985, per un totale di 18 volumi. L'opera ha riscontrato un certo successo, perciò ha potuto godere anche di numerose ristampe negli anni successivi. Solo molti anni dopo, tra il 1999 e il 2000, è approdato nel nostro Paese, pubblicato da Star Comics sul mensile Starlight. Qui sono stati mantenuti sia il titolo, sia i nomi originali dei personaggi, con l'aggiunta però del sottotitolo Occhi di gatto in copertina, per fidelizzazione con gli spettatori televisivi.
Gli episodi e la trama della prima stagione del cartoon, quindi, sono interamente tratti dal manga, mentre quelli della seconda sono originali della serie stessa.

Occhi di gatto: i veri nomi dei personaggi

Nella sua scalata al successo, Occhi di gatto non ha potuto mantenere i nomi giapponesi dei suoi personaggi, ma si è dovuto ricorrere alla loro occidentalizzazione. La serie, ambientata a Tokyo, mostra le avventure delle tre sorelle Hitomi (Occhio), Rui (Lacrime) e Ai (Amore) Kisugi, rispettivamente Sheila, Kelly e Tati. Il poliziotto fidanzato di Sheila, Matthew Hisman, si chiama invece Toshio Utsumi. L'ispettrice di polizia collega di quest'ultimo, in Italia Alice Mitsuko, in Giappone ha il nome di Mitsuko Asatani, mentre quello che nel nostro Paese viene semplicemente chiamato "Capo", in origine è Kachō. Il Signor Marlows, invece, è l'amico storico del padre, colui che si prenderà cura delle tre sorelle-ladre alla sua scomparsa: ha il nome giapponese di Sadatsugu Nagaishi. Infine, Tetsuya Kono è il nome originale del personaggio che in Italia ha il nome di Paul, il compagno di Tati.

Occhi di gatto: la censura

Quello che i novelli in materia di anime non sanno è che la censura è molto frequente. La serie, infatti, ha subito un gran numero di tagli, dal momento che la nostra televisione e in particolare Italia 1, il canale dove veniva trasmesso Occhi di gatto, ha sempre offerto un gran numero di cartoni animati per bambini. Nel caso di questo cartone giapponese, sono state eliminate parecchie scene osé o violente. Un esempio è la sequenza in cui appare Matthew che si trasferisce da Sheila e la sorella Kelly si fa sbottonare l'abito dal poliziotto, che resta turbato nel vedere la biancheria intima della cognata; o ancora, sono state censurate alcune scene in cui le sorelle appaiono nude sotto la doccia.

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Occhi di gatto: Matthew e la storia con Sheila

L'impresa delle tre sorelle-ladre non è certo semplice e lineare. Al contrario, è proprio il detective Matthew, fidanzato di Sheila, a renderla problematica. È suo compito, infatti, scoprire l'identità del trio e arrestare le sue componenti, ma l'uomo non è dotato di certo di perspicacia alcuna: nonostante si possano individuare ovunque indizi per comprendere chi siano le tre gatte (da qui il nome del cartone, che è anche il nome del bar in cui lavorano di giorno le tre ragazze), non ha idea di chi possano essere le misteriose rapinatrici. Non solo, ma riuscirà a scoprire per pura casualità che la banda è costituita da tre donne, e non da uomini. A differenza del poco sveglio Matthew, la collega Alice Mitsuko, segretamente innamorata di lui, è decisamente più intuitiva e a differenza del detective sospetta sin da subito delle tre sorella, motivo per cui si mostrerà sempre molto ostile e sospettosa nei riguardi del trio, soprattutto verso Sheila.

Occhi di gatto: relazioni e amori

La preponderanza della relazione tra Matthew e Sheila è chiara ed evidente, presente in tutti gli episodi del cartone e del manga. Al contrario, invece, si sa ben poco della vita sentimentale delle altre due sorelle. Nell'anime, infatti, sono assenti alcuni personaggi che invece compaiono nel manga nelle vesti di spasimanti per Kelly e Tati. Nel corso della storia, infatti, la piccola Tati si innamora di Paul, il compagno di classe, mentre Kelly è in una relazione reale con il pittore Michael Montgomery.

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Occhi di gatto: come finisce?

Di fronte ad una trama così avventurosa è impossibile non porsi due domande: le tre sorelle, nelle loro missioni di furto, riescono a ritrovare il padre e ricostruire la sua storia? Matthew, invece, riesce a scoprire la verità sulla fidanzata Sheila e la banda Occhi di gatto?
In entrambi i casi, non c'è una risposta definitiva, ma dobbiamo accontentarci di un "non proprio". Infatti, nell'ultimo episodio di Occhi di gatto le tre sorelle giungono in una villa, in seguito a delle ricerche effettuate attraverso le varie opere d'arte del padre ritrovate e rubate. In questo luogo si trovano di fronte un uomo, la copia del loro padre, che però non è realmente lui. Sheila, Kelly e Tati scoprono che si tratta del fratello gemello del padre, dunque dello zio. Non si tratta tuttavia certo dell'uomo che si aspetterebbero: è stato lui a tradire il padre durante la Seconda Guerra Mondiale, causandone così la scomparsa. Proprio con questa amara scoperta si conclude l'ultimo episodio e dunque il cartone animato stesso. Di conseguenza, anche le indagini del detective Matthew cessano, e la sua relazione con Sheila così come la scoperta della sua identità rimangono in un certo senso senza risposta né una conclusione reale e definitiva. Ecco perché il finale è considerato aperto e, sotto questi punti di vista, decisamente insoddisfacente.

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Nel manga, però, sappiamo qualcosa in più: se da un lato il mistero sul padre è insoddisfacente, nel rapporto tra Sheila e Matthew abbiamo qualche risposta in più. La ladra decide di rivelare la sua identità al fidanzato, per poi fuggire negli Stati Uniti. Il detective è sconvolto ma, preso dall'amore per la ragazza, che è più forte di qualsiasi altra cosa, decide di raggiungerla in America e, quando la trova, scopre che ha perso la memoria a causa di una meningite virale. Non riuscirà a recuperare la memoria ma, ascoltando una musica familiare, Sheila sembra ricordare il passato con il ragazzo, in un momento romantico. Secondo molti lettori, però, la ragazza avrebbe solo finto di perdere la memoria, per la troppa vergogna della menzogna nascosta al poliziotto.

Occhi di gatto: altre curiosità

Quello che in pochi sanno è che tra il manga e l'anime, nel novembre del 1982 l'opera è uscita in versione comica sotto forma di radiodramma su NHR Radio, in cui i doppiatori dei personaggi, ad eccezione di quello di Hitomi, cioè Sheila, sono diversi rispetto all'anime prodotto successivamente.

Per il trentesimo anniversario dell'inizio della trasmissione di Cat's Eye, la serie è stata restaurata in due DVD Blu-ray, mentre in Italia come abbiamo detto è stata trasmessa su Italia 1, ma anche nel nostro Paesi non sono mancati dapprima i VHS, poi i DVD e infine i Blu-ray del film.
Il cartone è stato trasmesso inoltre nelle Filippine, in Francia, in Germania, in Spagna e in Cina.

Per quanto riguarda la sigla, infine, la celebre apertura di Occhi di gatto, utilizzata anche in chiusura. è interpretata dalla celebre Cristina D'Avena, che canta una canzone scritta da Alessandra Valeri Manera con la musica di Ninni Carucci.