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Giugno 23, 2022

Guida alle competenze digitali per dipendenti ed HR

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Le competenze digitali – conosciute in Italia anche come digital skill – sono al centro dell’agenda dei dipartimenti HR di tutto il mondo.

Per le aziende che non si preoccuperanno di far sviluppare queste abilità alla propria forza lavoro o di assumere nuove risorse che le possiedano sarà infatti difficile restare competitive.

Le competenze digitali possono essere definite in vari modi. Ecco alcuni esempi riportati in rete:

  • Abilità necessarie per utilizzare dispositivi digitali, programmi di comunicazione e reti per accedere e gestire informazioni, dalle semplici ricerche online all’invio di email fino alla programmazione avanzata.
  • Capacità di trovare, valutare, usare, condividere e creare contenuti utilizzando dispositivi digitali come computer e smartphone.
  • La conoscenza e l’abilità necessarie per l’uso ottimale di tecnologie per l’informazione e la comunicazione. Ne fanno parte l’alfabetizzazione digitale, il lavoro collaborativo, le capacità di comunicazione, la generazione di contenuti, la sicurezza digitale e la capacità di risolvere problemi in contesti virtuali.
  • L’insieme di competenze che consentono a una persona l’uso strategico delle informazioni attraverso le tecnologie informatiche.
  • Le abilità richieste per l’uso delle tecnologie digitali.

Una definizione piuttosto esaustiva è quella dell’UNESCO:

Le competenze digitali sono una gamma di capacità che permettono di utilizzare dispositivi digitali, programmi di comunicazione e reti per accedere e gestire le informazioni. Consentono alle persone di creare e condividere contenuti digitali, comunicare e collaborare e risolvere problemi per raggiungere l’autorealizzazione nella vita, nell’apprendimento, nel lavoro e nelle attività sociali in generale.

Le skill digitali vengono comunemente suddivise in due categorie: di base e avanzate. Questa suddivisione è utilizzata anche dall’UNESCO.



Le competenze digitali di base

Le digital skill di base sono competenze che ogni persona dovrebbe possedere per confrontarsi con il mondo del lavoro moderno.

Il Dipartimento d’Educazione del Regno Unito ha, insieme ad Accenture e altre società, creato un framework che incasella le competenze digitali di base in 6 categorie ulteriori:

  • Fondamentali. Le capacità minime indispensabili per utilizzare le tecnologie digitali, come la navigazione da browser, l’accesso a Internet e l’uso delle password.
  • Per la comunicazione. L’abilità di inviare e-mail correttamente, aggiungere allegati e frequentare i social network.
  • Per la gestione di informazioni e contenuti. Le competenze per utilizzare i motori di ricerca, comprendere che non tutti i contenuti online sono attendibili e accedere ai contenuti su più dispositivi.
  • Per le transazioni. La capacità di creare account per utilizzare o acquistare beni e servizi online, di ricorrere a metodi di pagamento sicuri e di compilare moduli online.
  • Per la risoluzione dei problemi. La capacità di trovare soluzioni ai problemi utilizzando le liste di domande frequenti (FAQ), i tutorial e/o le chat, individuare soluzioni tramite software e migliorare la produttività.
  • Per la sicurezza: comprendere le migliori pratiche in materia di archiviazione/condivisione dei dati, aggiornamento e protezione delle password e precauzioni contro i virus.


Le competenze digitali avanzate

Le digital skill avanzate sono indispensabili per tutti coloro che desiderano lavorare nel settore digitale. Ognuna di esse fa tipicamente riferimento a un mestiere specifico.

Esempi tipici sono i linguaggi di programmazione, oltre a:

  • Digital Marketing
  • Social Media Marketing
  • Web Analytics
  • App Development
  • Digital Business Analysis
  • Digital Design
  • Digital Project Management
  • Data Analytics


Competenze digitali, soft e hard

Alcune teorie identificano le skill digitali come una categoria di competenze separata da quella soft (trasversale) e da quella hard (tecnica).

Altre classificazioni operano invece una distinzione tra digital soft skill e digital hard skill.

Tra le digital soft skill vengono inserite le competenze di tipo trasversale che permettono ai lavoratori di utilizzare con successo gli strumenti digitali.

Alcuni esempi sono:

  • Digital literacy: l’alfabetizzazione digitale è la capacità di accedere e gestire le informazioni tramite dispositivi digitali
  • Comunicazione virtuale. La capacità di gestire comunicazioni e relazioni senza contatto fisico.
  • Team working digitale. L’abilità di essere parte attiva di un team anche da remoto.
  • Digital problem solving. Saper risolvere problemi tramite l’utilizzo di dispositivi digitali.

Le digital hard skill sono invece competenze tecniche, acquisite durante gli studi o sul posto di lavoro, che consentono di svolgere un mestiere.

Ne fanno parte, per esempio, i linguaggi di programmazione e tutte quelle nozioni che permettono a un lavoratore di utilizzare macchinari e software per svolgere le proprie mansioni.

Si possono raggruppare in 6 categorie principali:

  • Social
  • Mobile
  • Analytics/Big Data
  • Cloud
  • IoT (Internet of Things)
  • Cybersicurezza


Origini delle competenze digitali

Visto il recente, repentino focus sulle competenze digitali si potrebbe cadere nell’errore di pensare che siano nate solo negli ultimi anni.

In realtà, le competenze digitali esistono dalla creazione dei primi computer moderni e quindi da svariati decenni. Un tempo, però, erano appannaggio di una minuscola minoranza di lavoratori.

Anno dopo anno, sono diventate fondamentali per un numero crescente di persone, fino a raggiungere il massimo della rilevanza durante la pandemia, quando il lavoro a distanza ha messo milioni di lavoratori di fronte alla necessità di comunicare, collaborare e lavorare in maniera virtuale.

Le digital hard skill, dal canto loro, sono diventate sempre più specialistiche. Se un tempo i programmatori erano esperti di svariati linguaggi, ora è naturale che si specializzino in un numero molto ristretto di codici.



La situazione in Italia e nel mondo

Non è un segreto che l’Italia non sia tra i paesi più digitalizzati al mondo.

Stando al Digital Skills Index di Salesforce, una indagine sul livello delle digital skill nel mondo del lavoro, l’86% dei lavoratori italiani sente di non possedere le competenze digitali ricercate oggi dalle aziende e l’87% non si sente preparato per i prossimi 5 anni. In contrasto con questi dati, appena il 17% di loro sta frequentando corsi di formazione per eliminare questo gap.

A livello globale i dati sono leggermente migliori, con il 73% che non si sente abbastanza competente oggi e il 76% che teme di non esserlo entro 5 anni.

Il punteggio complessivo del Salesforce Index per la preparazione digitale – che prende in considerazione preparazione, livello di abilità, accesso e aggiornamento delle competenze digitali – è 33 a livello globale, mentre l’Italia è sotto la media con un punteggio di 25.

Il Digital Skills Index di Salesforce comprende molte altre statistiche interessanti che puoi approfondire sul loro sito ufficiale.

Un altro studio affidabile è l’indice DESI (Digital Economy and Society Index), realizzato dall’Unione Europea e aggiornato al 2021, che serve a monitorare la competitività digitale degli Stati membri.

Da questa indagine risulta che in Italia soltanto il 42% delle persone tra i 16 e i 74 anni ha sviluppato competenze digitali di base, contro una media europea del 56%.

Il 22% degli italiani possiede competenze digitali avanzate contro la media europea del 31% e solo l’1,3% dei laureati italiani sceglie il settore ICT.

Puoi approfondire i risultati e la metodologia di questo studio in questo articolo.



Gli effetti del gap di competenze digitali

Se oggi si parla così tanto di competenze digitali è soprattutto per due motivi.

Il primo è che un numero sempre crescente di lavori è strettamente connesso a queste skill, spesso molto specialistiche.

Il secondo è che la mancanza di queste competenze nella popolazione hanno un impatto sempre più grande sulla produttività e quindi sull’economia.

Vediamo qualche numero recente.

  • Uno studio dell’Unione Europea pubblicato a fine 2018 prevede che in futuro 9 lavori su 10 richiederanno competenze digitali. Alla stessa conclusione giunge anche The Future of Jobs Report 2020 del World Economic Forum.
  • Secondo lo European Centre for the Development of Vocational training (Cedefop) dell’Unione Europea, in Italia a fine 2020 c’erano 135mila posti di lavoro vacanti in ambito ICT.
  • Uno studio del Boston Consulting Group stima che nel 2025 il digital mismatch ci costerà tra l’8% e l’11% del PIL mondiale.


Skill digitali e gender gap

Il fiorire di nuovi mestieri digitali potrebbe rappresentare un’opportunità per ridurre le differenze di genere nel mondo del lavoro. In Italia, purtroppo, l’effetto rischia invece di essere l’opposto.

Sussiste infatti un grosso divario tra uomini e donne sia nell’accesso ai settori che permettono di sviluppare competenze digitali avanzate (22% delle donne contro il 30% degli uomini), sia nell’impiego nel settore ICT, dove la presenza femminile ammonta appena al 15%. Fonte: digital4.biz.

Il divario è marcato anche a proposito di competenze digitali di base, possedute dal 54% delle donne contro il 58% degli uomini. In particolare, le donne possiedono meno spesso competenze digitali legate al problem solving e al software, mentre tendono a essere più esperte in comunicazione. Fonte: eige.europa.eu.

In Europa, soltanto 6 nazioni vedono le donne in vantaggio in questa particolare classifica, mentre le performance italiane sono tra le peggiori.

Perché questi dati migliorino è necessario che si verifichi una rivoluzione culturale, superando i pregiudizi che portano a considerare gli uomini maggiormente predisposti per i mestieri digitali.

Diversi studi (per esempio questo di DigitAlly) hanno infatti fatto emergere come il gap di genere si origini a partire dalle prime esperienze di lavoro, quando a causa di stereotipi ben radicati le aziende tendono a preferire per posizioni tecniche candidati uomini a donne altrettanto se non più competenti.



Le competenze digitali per i professionisti HR

La trasformazione digitale ha investito anche il mondo delle Risorse Umane, aumentando l’efficienza di tanti processi.

Il dipartimento HR della tua azienda deve quindi possedere le competenze per sfruttare appieno la tecnologia cloud e portare avanti lavoro e relazioni in un contesto digitale.

L’offerta formativa è sempre più abbondante. Master e corsi universitari dedicati alle Risorse Umane danno ampio spazio alla componente tecnologica ed esistono corsi dedicati come il Digital HR Master di Talent Garden e l’Executive Program in Digital HR della Gema Business School.

Ecco alcune competenze digitali particolarmente rilevanti oggi per lavorare nelle Risorse Umane.


Alfabetizzazione digitale

La digital literacy – una conoscenza generale degli strumenti informatici e dei nuovi media – è ormai un requisito per quasi tutti i mestieri, compreso quello dell’HR.

Per svolgere il proprio lavoro, un professionista moderno delle Risorse Umane si troverà a utilizzare molteplici software non solo su computer, ma anche su tablet e smartphone.


HR Tech

Importante è anche conoscere l’offerta di software dedicati alla gestione delle risorse umane e il loro comportamento generale. Sapere cos’è un ATS, un LMS, quali sono i vantaggi del Cloud e quali caratteristiche dovrebbe avere una buona piattaforma per la gestione delle Risorse Umane.

L’ideale, poi, sarebbe saper utilizzare una o due specifiche piattaforme nel dettaglio.


Social media

Una parte importante del lavoro di un professionista HR – soprattutto per chi si occupa di recruiting – si svolge sui social network.

Si dovrebbero quindi possedere competenze digitali legate a questo mondo, come:

  • Capacità di scrivere e condividere annunci di lavoro sui social e portare avanti campagne di employer branding.
  • Capacità di utilizzare i social network per condurre background check sui candidati e corroborare le scelte di selezione.
  • Abilità nel comunicare con utenti, candidati e dipendenti su piattaforme social.

  • Colloqui virtuali

    Una buona percentuale di colloqui si svolge oggi tramite strumenti di videoconferenza.

    Un recruiter dovrebbe quindi da un lato avere dimestichezza con questo genere di software, dall’altro sviluppare le proprie capacità comunicative e relazionali per svolgere interviste in un contesto virtuale.


    Analisi dei dati

    L’uso di strumenti digitali comporta anche la raccolta di una significativa mole di dati ben organizzati. Con le dovute conoscenze, un professionista HR può estrarre statistiche e KPI da utilizzare per prendere decisioni e migliorare i processi.


    Digital marketing

    Il marketing è ricco di strategie vincenti che possono essere applicate alla gestione delle Risorse Umane. Per esempio le teorie del funnel o quella dei touchpoint.

    Sviluppare questo tipo di competenze permette a un professionista delle Risorse Umane di modernizzare e rendere più efficienti i processi HR dell’azienda.



    Come sviluppare le competenze digitali nel personale

    Per sviluppare le competenze digitali di candidati e dipendenti occorre partire da un’analisi della situazione attuale.

    Il primo passo è quindi quello di creare una mappatura delle skill esistenti in azienda e del loro grado, in modo da identificare i gap su cui intervenire e le opportunità da cogliere.

    Le competenze importanti a livello aziendale, di ruolo e/o personali devono poi essere monitorate e valutate nel corso del tempo per verificare i progressi fatti.

    Il classico processo top-down, con una cadenza più breve di un anno, resta la modalità più efficiente per le aziende, dato che non richiede un impegno eccessivo e fornisce dati ben definiti su cui poter elaborare statistiche. Una autovalutazione da parte del dipendente permette di aggiungere un ulteriore livello di riflessione.

    I risultati delle valutazioni consentono di organizzare un piano di formazione più efficiente e mirato.

    Vista la rapidità con cui molte competenze digitali – soprattutto le digital hard skill – evolvono, è probabile che ai corsi tradizionali in presenza vadano spesso preferite modalità didattiche più moderne e dinamiche, come il microlearning.



    Sfruttare la tecnologia

    Per sviluppare le competenze digitali del personale occorre anche mettere a sua disposizione strumenti moderni e, appunto, digitali.

    A cominciare da software per la valutazione e per la formazione, che rendono questi processi molto più efficienti.

    I software in cloud come Altamira Performance e Altamira Learning offrono infatti tanti vantaggi:

    • Più engagement e autonomia per i dipendenti.
    • Maggiore partecipazione ai processi.
    • Trasparenza sui processi di valutazione e sull’offerta formativa aziendale.
    • Tracciamento automatico dei percorsi formativi svolti e dell’evoluzione delle competenze.
    • Automatismi nel calcolo dei gap di competenze, nell’assegnazione delle skill al personale ecc.
    • Possibilità di costruire report e KPI.



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