Come al solito, il Dott. Vittorino Andreoli suscita in chi lo legge ammirazione per la capacità di esprimere semplicemente concetti complessi. Nel tentativo di fare luce sul mistero della condizione umana e del dolore che l'umanità stessa si porta dietro da sempre.
La riflessione questa volta passa dal rapporto tra uomo e tecnologia, su cosa e come la seconda modifichi la nostr vita, nelle relazioni con gli altri e nella percezione di noi stessi.
Come sempre, lo stile letterario alterna serietà e rigore logico, a tratti venati di una sottile e disincantata ironia, quasi a voler sottolineare i paradossi esistenziali dell'umanità.
Il pessimismo del Dott. Andreoli nel prendere atto delle contraddizioni umane, non diviene però mai disperato, ma si carica di un affetto e di una dolcezza per la nostra condizione che suscita un grande senso di affetto per la nostra fragilità.
Un libro da leggere e rileggere, da riportare sempre al confronto diretto con il proprio vissuto.
Un testo che si amerà o che si odierà, per la franchezza con cui è scrito.
Da leggere e rileggere.
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