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Una tragedia inspiegabile e ogni parola che diventa superflua e rischia di ferire ulteriormente una famiglia già distrutta dal dolore.

Quale ingranaggio si sarà spezzato nella mente e nell’animo di una ragazza di appena 24 anni, O.I., che in un caldo pomeriggio di fine giugno ha deciso di spegnere la sua giovane vita, proveranno a capirlo gli inquirenti.

Come da prassi la Procura di Avellino e quella di Bevevento per competenza territoriale, hanno aperto un fasicolo d’indagine per provare a ricostruire le ultime ore di vita della ragazza, telefonate, sms, eventuali lettere o indizi lasciati.

Ma in fondo, come spesso accade in queste tragedie, la verità O., l’ha portata con se per sempre.

Stando a quanto si apprende dai luoghi del piccolo paese della provincia di Avellino, San Potito Ultra con le sue appena poco più di 1450 anime, la ragazza che tra qualche tempo avrebbe dovuto spegnere le sue prime 25 candeline, da poco aveva raggiunto l’ambizioso traguardo della laurea.

Di qui la merita vacanza da cui sembra che fosse tornata da poco tempo, un viaggio dei tanti fatti nella sua giovanissima età, come emerge dalle foto che amava condividure sui social.
Si definiva “Innamorata” del fratello maggiore, lunatica, pratica. E se saremo felici o saremo tristi, che importa?”, una delle frasi allegate alla foto di un viaggio.

Eppure oggi O. ha deciso di intraprendere il viaggio più lungo, quello senza ritorno.

Sarebbe stata la mamma a rientrare per prima in casa trovondosi davanti agli occhi una scena che un genitore mai dovrebbe vedere. E che cambia per sempre la vita di una famiglia.

La stessa comunità di San Potito si dice attonita e senza parole. Il sindaco Riccardo Porfido, in segno di profondo rispetto per la famiglia, preferisce non commentare l’accaduto, così come tanti suoi amici che si domandano solo perchè.

Un perchè che, come detto, probabilmente non si saprà mai.