Top 10: artisti emergenti

Top 10: artisti emergenti

Olimpia Gaia Martinelli | 19 mar 2023 12 minuti di lettura 0 commenti
 

Un artista emergente è solitamente definito come uno che si trova nelle prime fasi della sua carriera, cioè ancora alle prese con l'affinamento del proprio stile, mentre inizia a ottenere un riconoscimento critico, cercando allo stesso tempo di sviluppare un nota rappresentanza commerciale...

BLACK WOMAN (2022) Dipinto di Sabrina Seck.

Artista emergente: cosa significa?

Per artista emergente si intende di solito colui che è agli inizi della propria carriera, ovvero ancora in preda ad affinare il suo stile, mentre comincia ad ottenere qualche riconoscimento da parte della critica, cercando di sviluppare, allo stesso tempo, una nota rappresentanza commerciale. Ho espresso questo concetto basandomi sulle più superficiali ed introduttive dichiarazioni del sito web di NYFA (New York Foundations for the arts), che, dichiaratamente, e senza ripensamento alcuno, ammette quanto la suddetta definizione non sia esaustiva, in quanto il termine è soggetto a molteplici interpretazioni, che, basate su differenti parametri, variano come le correnti marine in constante circolo, seguendo approssimativamente dati riguardanti l’età, la storia espositiva e la reputazione dell’artista. Per tanto, al fine di affrontare l’intricata questione in un modo piuttosto semplificato, mi sono prodigata a raccogliere, all’interno di una Top 10, né esaustiva né posizionata in ordine di gradimento, l’operato di alcuni artisti di Artmajeur, accomunati dal fatto che il loro contribuito apportato al mondo dell’arte, rappresenta una fase preliminare e altamente promettente, che sarà da confrontarsi con una successiva, auspicabile e futura attenzione mediatica. Di conseguenza, venire a contatto con l’opera di questi artisti può essere estremamente stimolante, in quanto potreste essere proprio voi a contribuire al loro eventuale e futuro successo, proprio come se vi interessasse scovare dei tesori sepolti, i quali, da semplici reperti diverranno, un giorno, inestimabili testimonianze della civiltà da conservarsi presso le maggiori istituzioni d’arte mondiale. Pertanto, perché non tentare la sorte proprio grazie all’acquisto di un’opera “emergente”? Vi invito a non esitare ancora, per iniziare a sfogliare subito la mia Top 10! Ah, dimenticavo, prima di perdervi negli acquisti compulsivi, è importante mettere in luce come la mia classifica porti avanti il racconto di dieci artisti, seguendo un preciso criterio di suddivisione tecnica, stilistica, cromatica e tematica, all’interno del quale sono presentanti: 3 pittori, divisi per correnti artistiche di appartenenza; 3 scultori, scelti in base alle peculiarità cromatiche; 2 fotografi, intenti a riproporre alcuni dei più noti capolavori dell’arte; 2 artisti digitali, volti a indagare la figura femminile mediante le nuove tecnologie. Infine, tutte questo discorso sarà necessariamente accompagnato dal continuo dialogo con le opere della grande tradizione, che, forse un giorno, i nostri artisti emergenti andranno ad emulare nel successo! (Incrocio le dita).

I COLORI DELLA STRADA (2020) Dipinto di Val Escoubet.

RISVEGLIO DOPO UNA LUNGA NOTTE (2022) Dipinto di Péter Duhaj.

Pittori: Iperrealismo, Surrealismo ed Espressionismo

1.L'iperrealismo di Péter Duhaj

Péter Duhaj, pittore iperrealista ungherese, cita, nel suo ricco operato figurativo, il modello di artisti contemporanei del suo paese, quali Zsolt Bodoni, László Nyári, István Sándorfy, Tibor Csernus. Mediante questi esempi, egli ha sviluppato il suo personalissimo punto di vista, ambendo al raggiungimento della più fedele rappresentazione del dato reale, in cui emerge un’estrema accuratezza nei confronti della trattazione del dato cromatico, delle forme, del movimento e delle emozioni, di sovente impersonificate da personaggi femminili, che, dai corpi perfetti, irradiano una mistica carica erotica. Tale resoconto risulta essere perfetto anche per descrivere Awakening after a long night, dipinto ben rappresentato, nei suoi intenti figurativi e divulgativi, dalle stesse parole dell’artista: “L'idea di questo quadro è nata spontaneamente da un momento vissuto dopo una festa con gli amici. Il dipinto raffigura una giovane donna un po' sognante che si sveglia al mattino dopo una notte selvaggia. La sua posa, l'espressione del viso, i seni esposti provocano e stimolano l'osservatore a immaginare diverse varianti di ciò che la donna ha vissuto durante la notte, a cosa sta pensando ora, a come si sente. L'atmosfera del dipinto attira lo spettatore nella storia e ne diventa attore". A questo punto, se volessimo trovare un capolavoro del passato che ha anticipato in modo affine, seppur in maniera maggiormente casta e tradizionale, la suddetta scena, possiamo portare ad esempio Rest 2, celebre opera del noto maestro coreano Chang Hong Ahn.

EGG BOY CON CAPPELLO ROSSO (2023) Dipinto di Ta Byrne.

2. Il Surrealismo di Ta Byrne

Il surrealismo di Dalì, maestro per eccellenza del movimento, assume nuove forme e inediti messaggi, tramite l’estro artistico informale di Ta Byrne, pittrice tailandese che, al profondo e introspettivo mondo dell’inconscio del sopra menzionato artista spagnolo, ha apportato, con maggiore costanza, un punto di vista decisamente più umoristico, concretizzatosi mediante la creazione di una dimensione parallela alla nostra, in cui le figure umane vengono “stravolte” dalla presenza di elementi del quotidiano, che si posizionano semplicemente sul loro volto. Byrne attribuisce la sua modalità di ricerca figurativa ad un “automatismo” d’impianto freudiano, secondo il quale: "Più a lungo si guarda un oggetto, più astratto diventa e, ironicamente, più reale”. A questo punto vorrei testare quanto detto, al fine di sperimentare se, osservando mia madre per un paio di minuti, quando sento i brontolii della fame, riesco effettivamente a vedere la sua faccia trasformarsi in un delizioso uovo fritto, stessa prelibatezza volta a coprire le sembianze del protagonista di Egg boy in red hat. Infine, proprio l’uovo, di sovente protagonista dei ritratti surrealisti di Byrne,  è ormai a tutti gli effetti una star del mondo dell’arte, essendo stato raffigurato da Hieronymus Bosch, Jean-Baptiste Greuze, Salvador Dalí, Claes Oldenburg, Sarah Lucas, etc.

HONESTLY (2023) Dipinto di Young Park.

3. L'espressionismo di Young Park

Se proprio vogliamo associare il lavoro innovativo di Park a una standardizzata tendenza artistica, il suo particolare “Espressionismo” è dato dall’uso emozionale con cui ella dispone i colori sulla tela, supporto in cui prendono vita i volti dei suoi personaggi, realizzati mediante l’utilizzo di cromie, che seppur talvolta poco naturalistiche, risultano sicuramente intimistiche, introspettive e di grande impatto psicologico. Di fatto l’artista, nata in Corea del Sud nel 1977, esplicita senza esitazione il fatto che ella, in ogni sua figura ritratta, sia essa materiale, immateriale, maschile, femminile, etc., realizza una tappa volta a perseguire la conoscenza del suo essere, fino a riuscire a toccare con mano i suoi pensieri, i quali affermano come nella vita non ci sia una riposta effettivamente giusta. Proprio, le sue opere si limitano a catturare l’unica verità, ovvero quella del momento presente, risultato di una profonda intuizione, che si ribella all’imposizione dall’esistenza di pensiero universale. A proposito del protagonista di Honestly, egli è stato catturato quasi involontariamente, all’interno di un chiaro momento di riflessione personale, in cui le sue mille idee parrebbero prendere la forma delle soffici sfumature cromatiche poste sul suo volto, che rimandano ad un affine capolavoro della storia dell’arte, in cui la pigmentazione della protagonista ha subito un processo, seppur più drastico, alquanto analogo, ovvero: Finlandaise (Finnish Woman) (1907-1908) di Sonia Delaunay-Terk.

OMNIA VINCIT AMOR (ROSSO) (2022)Scultura di Andrea Giorgi.

Sculture e colori: rosso, nero e ocra

4.Il rosso di Andrea Giorgi

Il colore rosso è stato scelto, all’interno dell’indagine artistica di Andrea Giorgi, scultore italiano classe 1974, con ricorrenza, ma parsimonia, in quanto questa cromia si lega ad uno specifico messaggio con cui sono state concepite alcune opere, piuttosto che a un trend tonale dettato dalle più superficiali tendenze di stagione. A rendere evidenti queste dichiarazioni sono le parole espresse dall’artista a proposito della scultura Omina vincit amor, volta ad usare il suddetto colore in quanto quest’ultimo è il più adatto per esprimere il concetto dell’amore, sentimento eterno in questo caso reso tangibile dal protagonista della scultura, che è intento ad osservare una piccola figura sapientemente posizionata dentro al suo cuore di gigante, ovvero: la sua amata donna. Tale romantico messaggio viene ulteriormente rafforzato, sia dal tatuaggio riportato sul braccio del protagonista, volto a ripropone il titolo della scultura stessa, che dall’aspetto antico dell’opera, intesa come se essa fosse stata consumata proprio dall’intensità dell’amore. A proposito del racconto dell’arte, invece, anche il noto scultore contemporaneo Chen Wen Ling ha associato il rosso ad un profondo moto dell’anima, ovvero quello del riso, volto ad animare Red Memory - Smile, scultura alta circa 5 metri, recentemente acquistata dalla multinazionale cinese Alibaba Group nella sua sede di Hangzhou.

BABYFOOT 85 (2021) Scultura di Idan Zareski.

5. Il nero di Idan Zareski.

Umore nero: queste due parole sintetizzano, in parte, la scultura “dark” di Zarescki, artista israeliano classe 1968, che ha voluto immortalare un bambino un po' cresciuto e viziosamente imbronciato, mediante le tinte del suddetto colore, da interpretarsi come la più chiara resa di quegli stati d’animo nefasti e rabbiosi, che ci conducono nei meandri più oscuri e rancorosi della nostra mentre. In realtà, se pensiamo a cosa possa far scaturire l’ira di un bambino, l’opera potrebbe anche abbandonare questa “severità” tonale, in quanto, seppur le loro bizze siano fastidiose, generalmente non portano a provvedimenti nefasti. A proposito dell’artista di Artmajeur, Zareski, che vive ed opera in diversi paesi, ha accumulato dentro di sé un ricco bagaglio culturale, la cui opera ne riflette largamente le molteplici esperienze. Nonostante tale ricchezza, in cui non sarebbe difficile perdersi e andare fuori tema, l’artista mantiene una sua chiara identità figurativa, che ricorre mediante la raffigurazione di grandi piedi, volti a riflettere le origini, nonché il nostro legame, come la madre terra. Infine, per concludere questa breve disquisizione sul suddetto colore chiamerei in aiuto Fernando Botero, la cui sua nota Mano nera, scultura della città di Madrid, potrebbe essere tesa verso quella dell’imbronciato Babyfoot 85, per invitarlo ad alzarsi, sorridere e tornare a giocare.

云中君(ODE TO GALLANTRY) (2022) Scultura di 永昌 赵 (Zhao Yongchang).

6. Il giallo di Yong Chang Zhao

Da profana occidentale che non sono altro oso accostare, in modo alquanto blasfemo, Ode to gallantry di Zhao alla nota immagine di Bastien che vola a cavallo di Falkor, proposta dal popolare film del 1984, titolato La storia infinita. Al contrario, l’artista occidentale Zhao risulta essere totalmente al di fuori della realtà proposta dalla pellicola di Wolfgang Petersen, tanto che la sua più saggia e meno materialista cultura occidentale, rivela le reale interpretazione dell’opera, volta a riassumersi nelle seguenti parole dello stesso scultore: “Il ragazzo e il cavallo del drago si sentono a vicenda e si sono fusi insieme. Il ragazzo ha il potere immortale e la natura divina del cavallo drago, e il cavallo drago ha la saggezza e il coraggio del ragazzo. Sono saliti sulle nuvole e hanno viaggiato per il mondo, rendendo questo mondo più giusto e leggero”. Ne consegue, che, seppur in modalità del tutto diverse e nonostante la maggiore consapevolezza e profondità introspettiva di Zhao, gli amici della scultura e della pellicola, che insieme affrontano mille peripezie, diventano anche il simbolo della forza di due menti, che, perseguendo il bene comune, agiscono all’unisono verso la conquista dei più alti valori dell’umanità. Infine, a proposito del colore, il giallo della scultura di Zhao mi ha ricordato una tonalità di sovente usata da Medardo Rosso, al fine di dar vita alle sue molteplici teste, tra cui La portinaia, opera del 1883 realizzata in cera gialla.

L'ODALISCA DAL CULO BIANCO (2020) Fotografia di Mathilde Oscar.

Fotografia e rifacimenti

7.Mathilde Oscar e La grande Odalisca

Mathilde Oscar, artista francese classe 1980, si è appassionata prima alla pittura, poi alla Storia dell'Arte e al graphic design, scoprendo solo successivamente la sua più grande passione per la fotografia, tecnica attraverso la quale ella ha trasposto le sue idee figurative, fortemente ispirate all’operato dei grandi maestri della pittura romantica e neoclassica. Tali soggetti tratti dal passato si uniscono al racconto dei tempi moderni e tecnologici, in quanto l’artista combina i codici della pittura classica con la fotografia e la manipolazione digitale, generando una narrazione la cui sensualità, malizia ed ironia è estremamente valorizzata da un approccio luminoso, volto a ricreare l’atmosfera dei più celebri capolavori. Nell’interpretazione di quest’ultimi appare però una forte vena anacronista e anticonformista, che, collocata all’interno di in uno spazio-tempo sconosciuto, genera personaggi femminili estremamente contemporanei, in quanto orgogliosamente sensuali, ammiccanti, spavaldi e carismatici. Esempio di quanto appena affermato è la fotografia L’Odalisca con il sedere bianco, il cui titolo irriverente già ci mette in guarda della profanazione del capolavoro de La Grande Odalisca (1814) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, in cui la posa sensuale della modella era accompagnata da un pacato e timido sorriso, mentre nella versione della Oscar la fotografa ci mostra qualcosa in più a riguardo dei glutei, accompagnando tale visione da un’espressione facciale spavalda, ammiccante ed estremamente sicura di sé che pare dire: ti mostro il sedere e allora?

COLAZIONE SULL'ERBA #2. AFTER ÉDOUARD MANET (2017) Fotografia di Marta Lesniakowska.

8.Marta Lesniakowska e Colazione sull'erba.

Quando un artista contemporaneo si avvicina ad un capolavoro “classico” non sempre lo ripropone valorizzandone e cambiandone i dettagli, in quanto, ci sono volte in cui questi grandi esempi del passato vengono ammirati e riprodotti come se fossero osservati da lontano, generando un nuovo punto di vista sul soggetto, che pare, data la distanza, lasciare intatta l’aura sacra della storia, per aprire un nuovo capitolo senza “deturparla”. Questo è quello che ho pensato quando ho visto Colazione sull’erba #2, opera originariamente di Édouard Manet, riprodotta nella versione di Lasniakowska, artista, fotografa a critica d’arte, la cui indagine artistica persegue l’intento di richiamare alla mente immagini familiari, al fine di trasmetterle e interiorizzarle all’interno del contesto del XXI secolo. A proposito invece delle variazioni che Colazione sull’erba ha subito mediante il punto di vista dell’artista di Artmajeur, è indiscusso come la tonalità scura e sbiadita della fotografia abbia provocatoriamente rifiutato l’originario colore puro impressionista, al fine di rendere l’idea del tempo che passa e della memoria imperfetta, di cui il mezzo fotografico si fa indiscusso portavoce e unica traccia. Infine, l’inquadratura distante prende spunto dal romanticismo, unendo così l’opera di Manet al punto di vista di Caspar David Friedrich, nel cui operato ricorrono distese naturali aventi il fine di teatralizzare l’immagine.

ANA ISABEL (2023) Arte digitale di Carla Sá Fernandes.

Arte digitale e soggetti femminili

9. Le donne digitali di Carla Sá Fernandes

È indiscusso come il colore sia parte integrante dell’operato di Carla Sá Fernandes, in quanto, in ogni occasione, o quasi, esso è principalmente e indiscutibilmente presente, che si tratti di pittura o di pittura digitale, oppure di opere figurative, che di astrazione prevalentemente lineare e sgocciolante. In effetti, come ci rivela la biografia dell’artista la Fernandes, artista portoghese classe 1971, utilizza il mezzo pittorico per esplicitare le sue esperienze ed emozioni, proprio attraverso l’uso di spontanee e vivaci combinazioni di colori. A proposito del dipinto digitale Ana Isabel, invece, possiamo pensare a quest’opera come una grande innovazione della modernità, in quanto i grandi maestri del passato non potevano rappresentare le donne così vivacemente, infatti, possiamo pensare ad un'altra donna con i capelli rossi raffigurata, decisamente in maniera più sobria, da Degas, quale quella di Ritratto di giovane donna del 1867.

WHAT WE ARE... (2022) Arte digitale da Masa Zodros.

10. Le donne digitali di Masa Zodros.

Masa Zodros è una artista specializzata in manipolazione fotografica, tecnica nella quale dà spazio, principalmente, ai ritratti di persone di colore, soggetti che vengono colti all’interno di epoche del passato o situazioni surreali, mitologiche e culturali, eseguite mediante l’uso di un software, a partire dalla modifica di modelli osservati nel suo studio. La scopo di questo lavoro ci viene esplicitato dall’artista, la quale vorrebbe creare le versioni dell’uomo e della donna nera che sono esenti dalla nostra storia, ricca, al contrario, di drammatici eventi di dominazione, sfruttamento e alienazione. Al di là di questi tristi fatti Zodros immagina una realtà fuori dal tempo, ovvero una dimensione più giusta, in cui il suo popolo avrebbe potuto svilupparsi, raggiungendo un più equa espansione culturale, avente luogo in strutture e istituzioni a loro più somiglianti. Quest’ultimo intento artistico è alla base anche di Cosa siamo, opera all’interno della quale, la maschera della protagonista, mi riporta al soggetto di Les Fétiches (1938), capolavoro di Lois Mailou Jones, artista di colore che si è battuta per il riconoscimento della storia, della cultura e dei diritti della gente di colore. 

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