Sembra vivo! A Roma la mostra che confonde il confine tra corpi reali e sculture

L'esposizione a Palazzo Bonaparte è dedicata alla grande scultura iperrealista italiana e internazionale, con opere di grandissimi come Maurizio Cattelan, Ron Mueck e Carole Feuerman

È un’illusione dai tratti inquieti quella che Palazzo Bonaparte vuole offrire al suo pubblico con la mostra Sembra vivo!, una confusione piena di meraviglia che metterà i visitatori nella condizione di chiedersi se le opere che stanno guardando siano realtà o finzione. Questa grande mostra è tutta dedicata alla migliore scultura iperrealista internazionale, e inaugurerà il prossimo 26 maggio a Roma con 43 installazioni dettagliatissime create da alcuni dei più importanti nomi dell’arte contemporanea: Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson e tanti altri, per un totale di 29 artisti.

LA MOSTRA DI ARTHEMISIA DEDICATA ALL’ARTE IPERREALISTA

Sembra vivo! è un ritorno ai percorsi pop di Palazzo Bonaparte, e allo stesso tempo una scommessa che l’effetto wow possa tenere alta l’asticella dopo lo straordinario successo di pubblico dell’esposizione dedicata a Van Gogh e appena chiusa con oltre 580mila biglietti staccati.

Ideata dal tedesco Institut für Kulturaustausch e curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario, la mostra sarà aperta negli spazi di Piazza Venezia fino all’8 ottobre 2023. Un progetto provocatorio, quello proposto da Arthemisia a ridosso della mostra da poco aperta a Milano di Leandro Erlich, che non diversamente dal percorso milanese espone qui una serie di opere apparentemente familiari ma che se viste da vicino diventano profondamente stranianti, come una versione alterata della realtà. Ecco che compaiono opere come i piccioni dell’installazione Ghosts (presentati per la prima volta due anni fa all’Hangar Bicocca di Milano) e la celebre banana Comedian di Cattelan (da poco nuovamente “mangiata”), o l’angosciante, e gigantesca, testa Dark Place ideata da Ron Mueck, e ancora le lucenti donne di Carole Feuerman e le monocrome figure in gesso di George Segal, aspro commentario alla vita contemporanea. La mostra riunisce in un unico spazio, insomma, tutti quei nomi che negli anni hanno fatto più discutere, e che tra corpi nudi, grotteschi e sproporzionati hanno raccontato, scivolando dentro e fuori dall’assurdo, un presente a volte “troppo reale”. L’obiettivo è bissare in questo palazzo il successo della mostra precedente. E dimostrare che numeri e qualità possono andare di pari passo.

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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