Il territorio, già abitato nell’età del bronzo e in epoca etrusca,  conobbe il massimo splendore a partire dal Medioevo, grazie alla sua posizione centrale rispetto alle potenti città di Perugia, Todi, Orvieto e in epoca rinascimentale come testimoniato dagli importanti affreschi che arricchiscono le chiese dei vari borghi. Marsciano è il centro più importante della Media Valle del Tevere, ed è una cittadina dinamica, moderna e ricca di numerosi insediamenti industriali e aziendali. Il suo territorio rappresenta pienamente i tratti tipici del paesaggio umbro: fertili campagne e dolci colline disseminate di piccoli borghi dove il filo della storia si dipana con insolita continuità permettendo una variegata stratificazione di culture e stili.

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Il centro della cittadina si estende intorno alla Chiesa di San Giovanni Battista, nella quale sono conservati una “Madonna con Bambino” di scuola perugina del XVI secolo, una tela del 1831 del pittore Vincenzo Chialli raffigurante l’Incredulità di S. Tommaso ed un crocifisso ligneo del XIII secolo. La chiesa, la cui facciata è un’imitazione dello stile romanico, fu costruita nei primi anni del Novecento nell’area precedentemente occupata da una fabbrica. L’interno, in stile gotico,  è costituito da tre navate.  Di fronte alla chiesa si alza verso l’alto il campanile ottocentesco nella cui nicchia esteriore è conservata la statua di San Giovanni Battista. Di fronte alla chiesa troviamo Palazzo Pietromarchi.

Cosa vedere e Marsciano se vi piace andare per musei? Palazzo Pietromarchi è una residenza nobiliare costruita nel Trecento dalla famiglia dei conti Bulgarelli di Marsciano e dal 1980 ospita il Museo dinamico del laterizio e delle terrecotte: un percorso espositivo diffuso sull’area di tutto il comune di Marsciano ed articolato in 5 poli. Oltre al palazzo Pietromarchi ne fanno parte l’Antenna museale di Spina, l’Antenna museale di Compignano, la Fornace di Compignano e la Fornace di San Fortunato. Nel palazzo è inoltre esposta una Madonna in trono con Bambino con gli angeli, San Silvestro e San Rocco di ambito del Pinturicchio, databile intorno al 1500. Completa l’offerta artistica una selezione delle opere dello scultore marscianese Antonio Ranocchia.

Nell’antica dimora di Duccio dei Conti di Marsciano del 1703 è possibile visitare su prenotazione il Museo delle Conchiglie: oltre 3000 specie esposte provenienti da tutti i mari del mondo. Poco distante si trova il Museo del Vino e delle Etichette ed Ex Libris Tesei Carloni, che raggruppa circa 8.000 bottiglie di 85.000 etichette da tutto il mondo, oltre a circa 1.500 ex libris, di cui 800 a tema enologico e gastronomico e 700 di argomenti vari.

Dell’antico castello di Marsciano, donato ai Conti Bulgarelli dall’Imperatore Ottone II nel 975, restano oggi i bastioni e le due torri del XII secolo, Torre Bolli e la Torre Boccali, uniche due ancora esistenti delle sette che costituivano le antiche mura, inserite nello sviluppo urbanistico moderno.

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All’interno del paese, dinanzi al castello, segnaliamo il Teatro Concordia, la cui costruzione venne iniziata nel 1875. Porta Vecchia è la più antica è l’unica delle tre porte d’accesso al castello rimasta integra fino ai giorni nostri. Poco distante, in Piazza dello Statuto, in un vecchio palazzo in muratura di pietra rozzamente squadrata e stuccata, ha sede la Biblioteca comunale Luigi Salvatorelli, il grande storico e giornalista che proprio a Marsciano ebbe i suoi natali. Al suo interno sono conservate circa 3000 opere di grande valore.

La piccola Chiesa Della Madonna delle Grazie risale alla prima metà del Quattrocento ed è dedicata alla Vergine, la cui intercessione era richiesta con particolare fervore in occasione delle gravi epidemie. All’interno è possibile ammirare un affresco del 1479 raffigurante Maria che accoglie sotto il suo manto il popolo per difenderlo dal male: tipica rappresentazione pittorica che si diffuse in Umbria ad opera della bottega del Bonfigli. Le pareti laterali della piccola Chiesa riportano altri affreschi raffiguranti San Rocco, San Pietro Martire ed altri Santi.

Costeggiando le vecchie mura del castello si giunge, appena fuori dal borgo, a Villa Cruciani (ora Cavalletti). La Villa, costruita nei primi anni ’20, testimonia il passaggio in città del pittore futurista perugino Gerardo Dottori, al quale Alceste Cruciani, allora podestà di Marsciano, commissionò la decorazione murale dell’edificio.

Fra i monumenti più importanti di Marsciano c’è senza dubbio l’Abbazia di San Sigismondo. Situata in aperta campagna sulla piana del Tevere, venne fondata nel 1010 dal camaldolese San Romualdo, di proprietà del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta.

Cosa fare a Marsciano

Cosa fare a Marsciano terminata la visita degli edifici storici? Suggestivi i paesaggi nel cui contesto sono disseminati i castelli medievali della valle del fiume e che accolgono il turista ed il naturalista per passeggiate ed escursioni in un ambiente ancora incontaminato, con giochi d’acqua, pietre levigate, vegetazione spontanea. 

Per la strada detta “della collina”, lungo la quale si gode uno splendido panorama tipicamente umbro, il primo centro che si incontra è quello di Cerqueto, nella cui chiesa parrocchiale si conserva un dipinto del Perugino ed una Crocifissione di Tiberio di Assisi. In questo piccolo borgo riposa Frate Indovino, che scelse il suo paese natale come ultima dimora.

Cosa Mangiare a Marsciano

Il tratto distintivo della cucina umbra consiste nella semplicità e nell’utilizzo di ingredienti genuini che consentono di variare i menu con periodicità stagionale, secondo una maniacale selezione delle materie prime. Ma cosa mangiare a Marsciano secondo i buongustai? Le tagliatelle con le rigaglie o al tartufo, le carni alla brace e la torta al testo, i favolosi arrosti allo spiedo (polli, conigli, anatre e piccioni tutti delle campagne umbre) … tutto accompagnato dalle migliori etichette umbre!

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Il periodo di carnevale a Marsciano si arricchisce di un insolito dolce, di antiche e suggestive origini: le cialde di Carnevale all’aroma di liquore e anice, farcite con panna, così come vuole una tradizione risalente al ‘600. Allora infatti, durante il periodo carnevalesco, si raccoglievano offerte per intercedere a favore delle anime del Purgatorio e parte del ricavato veniva impiegato per la preparazione di queste cialde, distribuite alla popolazione durante la festa. I ferri in cui veniva pressato l’impasto per la cottura raffiguravano spesso stemmi nobiliari, simboli o motti.

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