Il futuro dell’urbanizzazione: città costruite per i bisogni primari dell’uomo e dell’ambiente

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Il futuro dell’urbanizzazione: città costruite per i bisogni primari dell’uomo e dell’ambiente

Il futuro dell’urbanizzazione: città costruite per i bisogni primari dell’uomo e dell’ambiente

 

Mai come nell’ultimo anno i cittadini di tutto il mondo si sono ritrovati a vivere così tanto la propria abitazione. Una “convivenza h24” che ha dato modo di conoscere pregi e difetti di ogni casa, imparando a comprenderne i punti di forza e quelli da migliorare. Un anno che ha quindi fatto maturare desideri e cambiamenti, in un certo senso definendo la direzione in cui andare per una nuova urbanizzazione.

I bisogni primari dell’uomo

Architetti e ingegneri hanno potuto constatare gli effetti della pandemia e pensare al futuro del mondo delle costruzioni e alla nascita di nuovi bisogni per l’uomo e per l’ambiente. Occorre un design più responsabile ed efficace, con nuovi abitudini, usi e tecnologie seguendo i quattro bisogni fondamentali decisi dal manifesto urbano della Carta di Atene: abitare, lavorare, ricreare e circolare. Il documento risale al 1933 e fu pubblicato da Le Corbusier e dal Congresso Internazionale d’Architettura Moderna (CIAM), e ha avuto un forte impatto sulle costruzioni post belliche. L’architetto svizzero parlò di una città funzionale con tempi di percorrenza ridotti e uno spazio urbano più a misura d’uomo. Concetti che ancora oggi restano validissimi.

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Il futuro dell’urbanizzazione

Non solo l’emergenza sanitaria in atto, ma anche i cambiamenti climatici e il degrado ambientale stanno avendo un impatto sulla qualità della vita e della salute delle persone e sul modo di vivere e lavorare. Una riflessione che interessa architetti e ingegneri che devono valutare materiali e prodotti delle nuove costruzioni edili, ma anche la rimodulazione degli spazi con case più accoglienti in funzione del surriscaldamento del pianeta (sistemi di raffrescamento e raffreddamento moderni a risparmio energetico). I nuovi progetti dovranno valutare le ripercussioni su scala globale e non solo locale: un comfort individuale ha valore solo se rafforzato da quello collettivo.

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Le nuove metropoli

Anche la crescita della popolazione mondiale e soprattutto delle grandi città porterà a dei cambiamenti nella richiesta di un miglioramento dei percorsi urbani e dei trasporti pubblici (facilità di spostarsi in città, di collegamenti tra il centro e l’hinterland), ma anche degli alloggi con spazi più ampi e modulabili, proprio per trasformare le abitazioni in luoghi funzionali a diverse esigenze. Come ad esempio la possibilità di avere uno spazio per lavorare in smart working, oppure di far convivere bambini e anziani garantendo un posto con poco inquinamento acustico, dove ognuno possa svolgere attività senza disturbare gli altri. O ancora abitazioni con una facilità di movimento per le persone diversamente abili: case, palazzi, quartieri e città senza barriere architettoniche. Un abitare inclusivo e un ambiente che influenzi in modo positivo abitudini ed emozioni tra conviventi, visto che il 90% della vita di una persona si svolge in luoghi chiusi. In futuro l’architettura dovrà considerare anche un uso più coerente e consapevole delle risorse umane e naturali.

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