Piedi ben piantati a terra ma, allo stesso tempo, la consapevolezza di poter, gradualmente, salire la scalinata verso i riferimenti internazionali del proprio sport e sognare sempre più in grande. Queste sensazioni le capti subito, ascoltando le parole di Marco Frigo, uno dei ciclisti italiani più interessanti della nuova generazione, che non vede l’ora di attaccare nuovamente il pettorale sulla schiena, in questa seconda stagione da professionista tra le file della Israel Premier Tech.
Il ragazzo, nato il 2 marzo 2000 a Bassano del Grappa, terra di vino e biciclette, ne ha fatta di strada da quell’ormai lontano 2019, in cui si laureò campione italiano under 23 facendosi conoscere al grande pubblico. Il 2023 è stato per Frigo un anno di apprendistato ma anche l’occasione per mostrare già, soprattutto al Giro d’Italia, che gambe e talento non gli mancano, e che i suoi limiti sono tutti di da scoprire. “La corsa rosa mi ha lasciato in eredità una maggiore sicurezza nei miei mezzi e la certezza che, programmando bene e affrontando le gare con la giusta serenità e sfrontatezza, si possano raggiungere sempre ottimi risultati”.
Il 21 maggio 2023, nella Seregno-Bergamo di 195 km, il veneto, con una rimonta indemoniata rischiò di beffare i più esperti Brandon McNulty (vincitore di quella tappa) e Ben Healy, chiudendo terzo e sfiorando il primo successo da pro’: ”Al di là del Giro, dove sono uscito sulla distanza nella terza settimana, la scorsa stagione mi ha insegnato a gestire meglio la gara e il dispendio di energie. Non posso negarlo che le corse a tappe mi stuzzicano molto, soprattutto guardando alle buone qualità di recupero che ho già dimostrato di avere, poi capiremo se il futuro mi riserverà un ruolo da gregario o da capitano”.
Passo dopo passo, crescendo gradualmente senza bruciare le tappe: questa la filosofia del corridore che in questo 2024 esordirà al Tour de la Provence (8-11 febbraio) dopo una preparazione invernale in cui non ha dovuto far fronte ad alcun imprevisto: “Sono soddisfatto di questi ultimi mesi di allenamenti perché ho rispettato il programma, studiato lo scorso autunno con il team, e non sono mai stato male. Ho pedalato principalmente sulle strade del mio Veneto ma con la squadra abbiamo svolto anche due raduni in Spagna, uno a dicembre e l’altro a gennaio. Ora non vedo l’ora di rompere il ghiaccio in Francia e di tornare a battagliare per raccogliere, per me e il team, il massimo bottino possibile”.
L’Israel Premier Tech, nello scorso mercato, si è rinforzata acquistando, tra gli altri, il velocista Pascal Ackermann e lo scalatore George Bennett: “A detta anche dei tecnici siamo la rosa più competitiva da quando, dieci anni fa, è nato questo progetto. Io credo, e al Tour Down Under lo si è già visto, che stiamo parlando di una formazione molto competitiva in cui gli innesti hanno portato nuovi stimoli e aggiunto importanti frecce al nostro arco”.
Stimoli che a Marco arrivano anche da un panorama italiano in cui si stanno affacciando altri talenti: “Al momento nel nostro paese non c’è un campione predestinato come Evenepoel che ti cade tra le braccia e risolve le possibili criticità di un movimento, tuttavia profili da seguire con attenzione in questa stagione ci sono”.
E la prima parte di stagione di Frigo si chiuderà con il Giro d’Italia:
“Il grande obiettivo, segnato in rosso sul calendario, è quello poi si vedrà”.