CINEFORUM / 12NS

Il senso di Woody per il Male

Con Crimini e misfatti Woody Allen comincia a confrontarsi con l’omicidio. Judah Rosenthal è un oculista benestante, con una bella famiglia, ma ha un’amante aggressiva, Dolores, che per farsi sposare è pronta a tutto. Così Judah chiede aiuto al fratello Jack, un criminale che fa uccidere Dolores da un sicario. Il meccanismo è molto simile a quello che si verifica nel film più recente di Allen, Un colpo di fortuna: stavolta siamo nel jet-set parigino, e Jean è un uomo ricco dal mestiere misterioso («Aiuto i ricchi a diventare più ricchi», dice alla giovane moglie Fanny che gli chiede informazioni). Quando Jean scopre la relazione adulterina di Fanny con il giovane scrittore Alain, non esita a ingaggiare dei sicari rumeni per far sparire l’amante. Non è la prima volta: la ricchezza di Jean si basa in buona misura sulla scomparsa, anni prima, di un socio in affari la cui fine non è mai stata chiarita. Sia Judah, sia Jean uccidono per difendere il proprio status di uomini ricchi e sposati. Nel primo caso tale status è messo in pericolo dall’amante di lui, nel secondo dall’amante della moglie. Entrambi ordinano ad altri di uccidere: sono gentiluomini, non si sporcano le mani. È interessante notare come Judah commissioni il delitto all’interno della famiglia, mentre Jean tenta di compiere un secondo (o terzo) delitto eliminando la suocera che nutre dei sospetti: la coesione morale della famiglia altoborghese viene, in entrambi i casi, distrutta. Qualcosa di simile avviene in Sogni e delitti: i due fratelli Ian e Terry sono in difficoltà finanziarie e chiedono aiuto a uno zio facoltoso che, come niente fosse, promette di risolvere i loro problemi a condizione che uccidano un uomo che potrebbe metterlo nei guai. È come se Allen, in questo caso, rifacesse una delle tracce narrative di Crimini e misfatti dal punto di vista di Jack e dei sicari. Ci sono sempre di mezzo il denaro e lo status sociale. 

Anche Chris, il tennista rampante di Match Point, uccide in ultima analisi per denaro, per completare un’ascesa sociale che la relazione con l’aspirante attrice Nola metterebbe in discussione. A differenza degli altri personaggi fin qui incontrati, Chris fa tutto da solo: inscena un “delitto perfetto” che comporta anche la morte di una persona del tutto estranea alla vicenda, uno schema che ricorda il doppio omicidio di Raskolnikov in Delitto e castigo. Infatti Chris conclude: «A volte gli innocenti sono sacrificati perchè si compia un disegno più ampio. Sei stata un danno collaterale». Fa tutto da solo anche Abe, il professore donnaiolo di Irrational Man: uccide un uomo che a stento conosce, un giudice corrotto, per salvare una donna che rischia di perdere l’affidamento dei figli. Essendo un filosofo – e chiamandosi Abe, che può stare per Abel o per Abraham… – compie a suo modo un gesto di giustizia, che però rischia di ricadere su un innocente.