Castronovo di Sicilia è un piccolo borgo situato ai piedi dell’altopiano del Kassar, al confine tra la provincia di Agrigento e quella di Palermo. Il magnifico panorama che si gode dalla parte elevata, il clima mite e alcuni siti archeologici rendono la cittadina molto apprezzata dai visitatori in qualsiasi periodo dell’anno. Nella zona è possibile acquistare direttamente dai produttori eccezionali formaggi pecorini tra cui la freschissima e profumata ricotta. Prelibate sono anche le carni di maiale e di castrato. I settori trainanti dell’economia locale rimangono comunque l’agricoltura e l’artigianato. Un’altra voce importante è costituita dal settore turistico, grazie alle notevoli potenzialità culturali e ambientali del territorio. Basti pensare all’area archeologica, alle ampie zone incontaminate che circondano il centro abitato, alle tradizioni legate alle principali feste dell’anno o alle numerose opere d’arte conservate negli edifici religiosi. Il paese vanta origini antichissime: sul piano che si estende sull’altura del monte Kassar sono state infatti trovate testimonianze archeologiche che attestano la presenza di popoli e culture diverse, alcune delle quali preistoriche, come quella che fiorì attorno all’antica città di Cristo nel VI secolo a.C. Sfruttando la strategica posizione, tra le vallate dei fiumi Platani e Torto, il territorio di Castronovo in passato costituiva una tappa obbligata nei collegamenti tra le coste meridionali e settentrionali dell’Isolo. Proprio per questo motivo, le sorti nella città furono segnate da continue distruzioni e riedificazioni, con il conseguente susseguirsi di dominazioni e civiltà. Dopo le presenze dei Sicani e dei Greci, sarà la dominazione Romana a causare la distruzione del centro, fu allora che gli abitanti si stabilirono sulla scoscesa rupe di San Vitale. La città tornò a fiorire con gli Arabi e coi Normanni.
Il sito attuale ebbe un notevole sviluppo sotto il dominio di potenti famiglie feudatarie come i Chiaramente, i Moncada, i Ventimiglia. Il castello , di cui oggi non rimangono che i ruderi, probabilmente venne edificato su un fortilizio già esistente ad opera di Manfredi III Chiaramonte. Il paese ospita anche alcune chiese che vale la pena di visitare. La chiesa Madre, di origine quattrocentesca, mostra la forma assunta nel XVII secolo e accoglie al suo interno uno splendido fonte battesimale e una statua della Madonna della Catena, della fiorente bottega del Gagini, e due tele del Buttafuoco e della scuola del Rubens. Il simulacro di fan Pietro risale all’epoca della fondazione, così come il portale sul fianco sinistro dell’edificio che si presenta ancora nella forma originale. Di pregevole fattura sono anche gli stucchi realizzati da Antonio Messina all’interno della chiesa della Madonna del Rosario e della chiesa di Santo Caterina.

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