Hai solo 10 anni di contributi, sai che puoi ricevere lo stesso una pensione?

Per tanti il futuro non sarà caratterizzato da pochi anni contributivi: cosa succede per chi ha ne solo dieci

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Pensione di dieci anni – codiciateco.it

Quello della mancanza dei contributi ai fini pensionistici è un problema che riguarda molti giovani che oggi sono alle prese con la disoccupazione o il lavoro precario. Quando sarà il momento, infatti, a differenza dei propri padri, tanti rischiano di non avere una pensione dignitosa. Con contratti che scadono anche dopo qualche settimana dall’inizio, dopo molto tempo è possibile che invece siano stati accumulati solo poche anni di contributi. Facciamo un esempio con dieci anni, è possibile avere una pensione? E se sì, che valore avrà?

Pensione con soli dieci anni di contributi: come funziona

Fondo pensionistico
Fondo pensionistico – codiciateco.it

L’anzianità contributiva di dieci anni è considerevolmente più breve rispetto ai requisiti per la pensione di vecchiaia che richiede venti anni di contributi e dunque notevolmente inferiore rispetto ai contributi necessari per ottenere il pensionamento anticipato. Per questa infatti servono quarantadue anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne), per Quota 103 se ne richiedono quarantuno con 62 anni anni di età e per Opzione Donna sono bastano trentacinque anni. Per l’Ape Sociale, il range va dai trenta ai trentasei anni di contributi.

L’unica possibilità per chi ha solo dieci anni di contributi è la pensione di vecchiaia contributiva. L’accesso a questa voce è solo per i contributivi puri, ossia chi ha accumulato contributi esclusivamente dal 1996 in poi, e richiede solo cinque anni di contributi. La variazione principale riguarda l’età anagrafica: non è più sessantasette anni ma settantuno anni.

Dunque con settantuno anni di età e almeno cinque anni di contributi versati dal 1996 in poi è possibile ottenere questa forma di pensione. Non è previsto un importo minimo garantito per l’assegno come accade per ha la pensione di vecchiaia con almeno venti anni di contributi esclusivamente maturati dal 1996 in poi.

La differenza principale tra i pensionati che scelgono le formule anticipate o hanno la pensione di “vecchiaia”, con la formula contributiva non si ha ha diritto all’integrazione al minimo. Conseguentemente l’assegno pensionistico può risultare inferiore alla soglia minima stabilita per legge, pari a 563 euro al mese.

Cosa succede invece ai lavoratori che hanno versato i contributi anche prima del 1996? Con soli dieci anni di contributi, ma anche meno, possono ottenere l’Assegno ordinario di invalidità o alla pensione di inabilità lavorativa. Entrambe le opzioni però sono legate al riconoscimento di un’invalidità superiore al 2/3 per l’Assegno ordinario di invalidità; dunque almeno il 67% di invalidità o totale per la pensione di inabilità, ossia il 100% di invalidità.

Per chi invece non raggiunge l’anzianità contributiva è possibile fare richiesta per la pensione di vecchiaia per colmare i vuoti contributivi. È consentito riscattare alcuni anni di contributi, come quelli quella laurea, i periodi di lavoro part-time o di un lavoro stagionale. Ricordiamo però che il riscatto degli anni di contributi comporta dei costi (qui vediamo quelli della laurea) e sono spesso molto elevati.

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