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La Storia di Cappelle Sul Tavo

Redazione
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La storia di Cappelle sul Tavo, è differente da qualsiasi altro paese abruzzese, non si tratta di fatti una roccaforte medioevale,  o di un centro turistico costiero, ma di un insediamento urbano cresciuto moltissimo negli ultimo 30 anni, che si sviluppa in poco più di 5 km quadrati,  e che vanta più di 4000 abitanti, con una densità quindi di 740 abitanti a km quadrato.

Sull’etimologia del nome vi sono diverse teorie, ma la più accredita è quella che vede l’origine dalla lingua araba: Cap-helle, cioè braccio separato, ovvero paese sparso.

In epoca preromana il territorio era abitato dal popolo vestino, che aveva nella città di Penne la capitale, ma non era l’unico centro abitato, diversi erano gli agglomerati nel territorio, tra i quali Angulum, attuale Città Sant’Angelo che era  a sua volta composta da diversi villaggi come le attuali Collecorvino, Moscufo, e appunto Cappelle.

Con l’avvento dei romani, infatti era certo che l’agglomerato urbano di Cappelle, risultava frazione di Angulum, questo già nel periodo del primo imperatore Augusto, vissuto dal 63 a.c. al 14 d.c. Si trattava di un centro con scarsa densità di popolazione, che basava la propria economia sull’agricoltura.

Con la caduta di Roma, anche Cappelle subì l’invasione dei popoli bizantini e longobardi. Su quest’ultimo vi è un simpatico aneddoto legato al nome della contrada Staffieri: il termine “ Staffa” indicava infatti il confine, o l’arrivo, quindi  si intuisce che già nel VII secolo quell’area segnava il confine con la vicina Moscufo.

La storia del paese è scarna di aneddoti del tempo del periodo medievale, ma vi è una leggenda che risale al 1200, che riguarda uno coltura, antica, riscoperta negli ultimi anni: parliamo del fagiolo Tondino del Tavo.

Si narra che questo fagiolo, di piccole dimensioni, simile ad un pisello, venne portato e coltivato lungo le sponde del Tavo, nientemeno che dai cavalieri templari, gli stessi che secondo la tradizione cristiana, hanno conservato il Santo Gral,  la coppa in cui ai piedi della croce fu raccolto il sangue di Gesù.

A partire dal 1500, il numero degli abitanti iniziò a crescere.  In quel periodo la penisola italica subì l’invasione turca e nel regno di Napoli giunsero nuclei familiari provenienti dai paesi Balcani come Albania e Jugoslavia. A queste famiglie fu data la possibilità di popolare feudi e borghi non altamente abitatii, e diversi si insediarono proprio a Cappelle, questi venivano chiamati volgarmente gli “ Schiavone”.  In quel tempo, Cappelle era frazione dell’Università della vicina Moscufo. Fu a partire dal 1700, “Villa Cappelle” divenne contrada del comune di Montesilvano Colle,  e restò tale fino al 1905, quando ottenne l’autonomia comunale.

Dal 1830 il paese fu controllato dal Barone Rodolfo De Landerset, la cui storia vale la pena raccontare.

Rodolfo De Landerset, nacque in Svizzera,  nel  1802, fu nobile militare dell’esercito Napoletano fino ad ottenere il grado di Capitano. Prese in sposa la Duchessa di Città Sant’Angelo e andò a vivere a Cappelle, con lo scopo di migliorare i paesaggi e accrescere la produttività contadina. Si occupò quindi dell’arginamento del fiume Tavo, migliorò il sistema irriguo rinvigorendo boschi e colture.  Come cita il necrologio dell’epoca, tratto dal libro L’ultima Dimora” di Federico Adamoli : “… Infatti per lungo volgere di anni le sue assidue occupazioni furono l'agricoltura e l'arginamento dei fiumi, coi quali con costanza impareggiabile lottò e vinse, cambiando sterili lande in Oasi ridenti e foreste rigogliose..”. Morì all’età di 85 anni, dopo una lunga malattia, il 17 agosto del 1887. A testimonianza della presenza del Barone, è ancora visibile il palazzo storico utilizzato come dimora dalla famiglia Landerset, situato poco distante dalla piazza del paese.

Come anticipato nel 1905 Cappelle ottenne la meritata autonomia comunale, grazie anche al deputato Giuseppe De Riseis, e furono annessi al comune di cappelle anche territori dei paesi limitrofi facenti prima parte a Montesilvano e Moscufo.

Il resto è storia del secolo scorso, il quale ha visto il paese di Cappelle Sul Tavo (appellativo aggiuntosi ufficialmente nel 1915), essere un punto cardine e di snodo per  le attività strategiche e commerciali dell’interland pescarese.

La coppa Acerbo, il gran premio di Formula 1 della Città di Pescara, dedicata alla memoria dell’eroe della grande guerra, di Loreto Aprutino, Tito Acerbo, si è svolta per la prima volta nel 1924. Questo gran premio aveva nelle “ curve di Cappelle”, il tratto più emozionante del tracciato. La prima edizione fu vinta niente meno che da Enzo Ferrari, alla guida di un Alfa Romeo. Negli Anni però tutti i grandi campioni della storia dell’automobilismo dell’epoca vi hanno partecipato: da Tazio Nuvolari, a Luigi Fagioli, fino al campionissimo Juan Manuel Fangio, vincitore dell’edizione del 1950. L’ultima edizione della corsa si svolse nel 1961. Oggi proprio nella parte mista del tracciato, al confine tra il Comune di Spoltore e quello di Cappelle Sul Tavo, sorge un monumento in ricordo di questa grande corsa.

Durante la seconda guerra mondiale, Cappelle Sul Tavo fu più volte bombardata, ma nonostante questo, fu tra i paesi che diede più rifugio alle popolazioni provenienti della città di Pescara e dal Comune di Montesilvano.

Lo splendore economico di Cappelle Sul Tavo,  arriva nel dopoguerra. Cappelle si afferma un importate centro del commercio, specialmente agricolo. Il mercato rionale domenicale, rappresenta per tutti i centri urbani adiacenti, non solo un importante centro legato allo scambio commerciale, ma anche sociale e culturale.  Tra i prodotti gastronomici più famosi di Cappelle vi era la Cipolla. Per qualità del terreno, il territorio capellese, era in grado di garantire cipolle dolci, uniche nel territorio. Si ricorda il motto dei contadini commercianti “donne, donne nen fa chiagne”, ovvero non fanno piangere.

La fiorente economia del paese spingono  professionisti, artigiani e contadini del territorio a fondare la banca del paese: La Cassa Rurale ed Artigiana di Cappelle Sul Tavo, divenuta negli anni la BCC Abruzzese di Cappelle Sul Tavo, ancora oggi tra i più importanti istituti bancari della nostra regione.

Il 1976 è un anno altrettanto importante per il comune di Cappelle Sul Tavo: nasce da un iniziativa dello storico Sindaco Luigi Di Marzio,  la manifestazione che originariamente era denominata festa del migrante, che oggi è conosciuta come Palio delle Pupe, giunta l’estate scorsa alla quarantudesima edizione, che può vantarsi di essere la manifestazione più antica e longeva della Provincia di Pescara.

Il resto è storia dei giorni nostri, Cappelle Sul Tavo, negli ultimi trent’anni ha vissuto una forte urbanizzazione,  fino ad arrivare a contare 4000 abitanti, in poco più di 5 km quadrati di territorio.

 

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