Descrizione
l Castello di Montanaro nel 1164 fu infeudato dall’imperatore Federico Barbarossa al marchese Guglielmo IV di Monferrato, che vi pose suoi vassalli parenti canavesani. All’inizio del XIV secolo l’intera Montanaro risultava sottoposta giurisdizionalmente agli Abati di Fruttuaria che esercitarono quasi sempre le loro competenze con umanità, equità e senso della misura. Essi permisero alla comunità montanarese di munirsi di torri, mura, fossati e ricetto (1300) per difendersi da scorrerie e saccheggi.
Il castello medievale è citato nel 1395 fra le proprietà del monastero di San Savino di Piacenza, nel 1465 un decreto dell’Abate stabiliva che nessun nobile potesse acquistare o affittare beni a Montanaro. Nel 1475 Galeazzo Sforza prese possesso del castello e rinforzò le mura. I legami fra comunità e abbazia continuarono senza turbamenti e in seguito furono rafforzati con la nomina, nel 1526, del Cardinale Bonifacio Ferrero Vescovo d’Ivrea ad Abate: egli provvide a ricostruire il castello semidistrutto nel 1515 dalle soldatesche francesi e, in una torre appositamente alzata, a installare le zecca (Torre della Zecca – XIV / XVI).
Rifatto in parte nel secolo scorso, il Castello conservava della struttura cinquecentesca le torri settentrionali, le prigioni, la torre delle zecca in cui il Cardinale coniava monete. Su una delle torri (torre del Dongione) è ancora oggi visibile lo stemma del casato Ferrero: un leone azzurro con lingua ed unghie rosse in campo d’argento, ornate dal cappello verde.
Il castello medievale è citato nel 1395 fra le proprietà del monastero di San Savino di Piacenza, nel 1465 un decreto dell’Abate stabiliva che nessun nobile potesse acquistare o affittare beni a Montanaro. Nel 1475 Galeazzo Sforza prese possesso del castello e rinforzò le mura. I legami fra comunità e abbazia continuarono senza turbamenti e in seguito furono rafforzati con la nomina, nel 1526, del Cardinale Bonifacio Ferrero Vescovo d’Ivrea ad Abate: egli provvide a ricostruire il castello semidistrutto nel 1515 dalle soldatesche francesi e, in una torre appositamente alzata, a installare le zecca (Torre della Zecca – XIV / XVI).
Rifatto in parte nel secolo scorso, il Castello conservava della struttura cinquecentesca le torri settentrionali, le prigioni, la torre delle zecca in cui il Cardinale coniava monete. Su una delle torri (torre del Dongione) è ancora oggi visibile lo stemma del casato Ferrero: un leone azzurro con lingua ed unghie rosse in campo d’argento, ornate dal cappello verde.
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
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Indirizzo | Via Mazzini |
Galleria fotografica
Modalità di accesso
Dalla Piazza L. Massa si percorre la Via G. Prono incrociando la Via G. Mazzini