30 novembre 2020 - 10:02

Incudine e zafferano, le eccellenze di Rocca Pietore sotto la Marmolada

Molti arrivano per l’artigianato e il comprensorio Dolomiti Superski a un passo. Ma c’è anche Sottoguda, frazione da fiaba che è valsa la Bandiera Arancione del TCI

di Luca Bergamin

Incudine e zafferano, le eccellenze di Rocca Pietore sotto la Marmolada
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Falegnami, fabbri, coltivatori di zafferano, contadini che coltivano e allevano lassù nelle malghe. E poi Sottoguda, una frazione in miniatura così fiabesca eppure reale che gli ha fatto meritare la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. E soprattutto la Marmolada, prima donna della Dolomiti nonché Patrimonio dell’Umanità Unesco, ai piedi della quale Rocca Pietore si inchina da sempre. Ecco le ragioni per le quali questo borgo del Bellunese rappresenta un gioiello dell’artigianato e una destinazione da annotarsi sul taccuino per chi sta decidendo di scegliere una vita più a contatto con la natura, e magari di reinventarsi un mestiere più manuale.

Sinora hanno scelto di abitarvi 1.200 persone che in un inverno normale diventano però molte migliaia di più grazie agli sportivi che salgono quassù per sciare nel comprensorio del Dolomiti Superski, sulla pista La Bellunese, lunga ben 12 km, che arriva a Malga Ciapela per poi compiere, attraverso Passo Padon, il tour del Sellaronda. Si può anche praticare il fuori pista sulle salite a Punta Penia e Punta Rocca e al Passo Forca Rossa, calzare le racchette da neve lungo il percorso delle Laste Ciaspamoon, alla valle di Franzei o a Giardogn, alle pendici del Sasso Bianco. Abituati dal periodo Longobardo ad autogovernarsi, fieri custodi e praticanti della cultura e lingua ladina, i cittadini de La Rocia, dopo quel primo conflitto bellico mondiale di cui il loro territorio è stato teatro, come si re-impara al Museo della Grande Guerra che rappresenta il più alto centro espositivo d’Europa, hanno scelto di restare genuini. E di continuare a fare quello che meglio conoscevano.

La chiave di Giovanni Paolo II

Dal 1923 alla Fosina, nome che in ladino indica il laboratorio dove si fonde il ferro, i fabbri De Biasio — adesso tocca a i fratelli Carlo e Davide — non hanno mai smesso coi loro banchi e attrezzi, usando in molti casi ancora i modelli originali dei propri avi, di forgiare e saldare oggetti minuti e minuziosi (una chiave fu donata anche a Papa Giovanni Paolo II) che destano meraviglia come le piccole farfalle che sbattono le ali dopo essersi librate in volo dai loro martelli. Questi piccoli oggetti suscitano una voglia incontenibile di possederli, specialmente adesso che si avvicinano le feste, così come le creazioni in legno naturale e cristalli Swarovski prodotti da Artigianlegno Marmolada e Deem Gioielli, finissimi intagliatori che realizzano anche minuscoli alberi natalizi, orologi dipinti a mano o che raffigurano camosci, quadri dedicati ai cervi, ovvero i simboli della fauna locale. Danilo Fersuoch ha deciso invece di scommettere sulla coltura dello zafferano ai piedi della Marmolada, come possibilità di integrazione del reddito familiare per le famiglie locali. Il marchio Zafferano Dolomiti, stando alle prime raccolte, sembra davvero promettere bene.

Formaggi & trekking

Salendo alla Malga Laste, a quota 1.868 metri, proprio sotto il Col de la Casiere, si può osservare da vicino, quando il tempo è buono, come avviene la mungitura e la lavorazione delle ricotte fresche e affumicate, dei formaggi di malga freschi e stagionati visto che «passa» da qui la ghiottona Strada dei Formaggi e dei Sapori delle Dolomiti Bellunesi. I salumi, il burro e lo yogurt sono squisiti alla Malga Ombretta che è proprio all’ombra della Marmolada, a un’altitudine di 1.904 metri in Val Ombretta. La sua architettura in legno e muratura si trova proprio in mezzo ai pascoli e salutando le mucche si può andare sino al Rifugio Falier (2.074 metri) seguendo i sentieri del CAI. Tra gli altri trekking stupendi da fare in questo paesaggio idilliaco bisogna assolutamente salire al Rifugio Padon, raggiungere il Lèch dei Giai, andare sul Monte Migogn. Tutto il territorio di Rocca Pietore, infatti, è attraversato dall’Alta Via delle Dolomiti Nr.2 e dal lungo, bellissimo tracciato di trekking Monaco-Venezia.

I canederli e quella gara da evitare

Anche in questa stagione, è piacevole andare a Masarè per camminare intorno al Lago di Alleghe, così come nelle giornate di luce non si può perdere l’occasione di prendere la funivia, attrezzata anche per i diversamente abili, e salire sino ai 3.265 metri della terrazza panoramica di Punta Rocca sulla Marmolada. Se è un peccato che i Serrai di Sottoguda siano ancora chiusi per i danni della tempesta di due anni fa e quindi non si possa accedere al canyon di pareti rocciose alte anche cento metri, così elastico da stringersi e allargasi sin quasi a sfiorarsi, per fortuna i ristoranti sono aperti (al momento per l’asporto) con possibilità di acquistare i canederli, qui chiamati balòte, con lo speck, gli spinaci e la ricotta, i casunziei, mezzelune di pasta all’uovo ripiene di spinaci e ricotta, zucca, rape rosse, per finire in dolcezza — in attesa della prossima festa in cui gustare le fortaie, dolci fritti a forma di spirale ripieni di marmellata di mirtilli rossi — tracannando le grappe aromatizzate con le erbe spontanee e i frutti di bosco. Un’avvertenza: non fate a gara con gli avventori locali, potreste prendere una sbronza colossale.

VIVERE A ROCCA PIETORE
Sottoguda è il massimo esempio di rispetto e conservazione dell’architettura rurale dolomitica (www.miamarmolada.it). Qui, infatti, i tabièi ovvero i fienili in legno massiccio eretti seguendo in ogni minimo dettaglio la tecnica dell’incastro e dell’intaglio tramandate da generazioni, hanno mantenuto le caratteristiche originali dei secoli passati. In questa piccola frazione di Rocca Pietore, anche la pietra locale è stata da sempre l’altro materiale principale per erigere queste strutture, che durante il periodo natalizio, già cominciato, ammantano questo luogo di un’atmosfera davvero incantevole. Molti abitanti del posto hanno riconvertito queste strutture in dimore dove trascorrere tutto l’anno, il loro valore immobiliare parte dai 400 mila euro. Richiedono una costante cura della sua anima in legno.

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