19 settembre 2021 - 08:52

Valsinni, tra le poesie di Isabella Morra, i calanchi e lo Ionio

La poetessa cinquecentesca è stata vittima di una mentalità che non è ancora stata sconfitta. E nel paese lucano è diventato simbolo di una nuova rinascita

Valsinni, tra le poesie di Isabella Morra, i calanchi e lo Ionio
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Il merito storico e letterario di avere riscoperto Isabella Morra e i suoi versi sarà anche stato del filosofo Benedetto Croce, però se adesso questa poetessa sfortunata è assurta a mito e Valsinni, il borgo lucano che sorge sopra il corso a serpentina del fiume Sinni, attira tanti appassionati della vicenda di questa scrittrice cinquecentesca che andò incontro a un dramma purtroppo ancora tanto attuale, è sicuramente di Rosario Mauro. Il castello appartiene alla famiglia Rinaldi, ma è lui a custodire il ricordo e salvaguardare il racconto di quanto le accadde tra quelle mura. A Valsinni, infatti, la vita scorre proprio intorno alla figura di Isabella come se fosse ancora viva, proprio perché ci sono persone come Mauro che nelle stanze del maniero assiso sopra la rupe decantano le tragiche rime di questa giovane donna che si leggono anche sulle mura medioevali lungo la salita che conduce al portone di ingresso.

Rosario, il cantore-custode che tiene il mito dentro il castello

«Isabella nel XVI secolo cercò semplicemente di affermare il proprio diritto di studiare e scrivere prima e di innamorarsi, forse, poco dopo. La sua fine ricorda quella delle donne talebane, io ci metto pathos nel racconto perché per noi che viviamo qui — dice Rosario —, gli odori dei boschi, il rumore del Sinni, seppur attutito dopo che le sue acque sono state destinate in larghissima parte alla diga di Monte Cotugno che approvvigiona Matera e la Puglia, i fiori, non sono cambiati dai tempi in cui lei cercava di affrancarsi dall’ira funesta dei fratelli, attendeva invano il ritorno del padre dall’esilio francese e sperava che il suo Diego la affrancasse dal terribile destino che stava in agguato». Tutto questo borgo, composto dalla contrada Orga più in basso, dal dedalo medievale intorno alla Chiesa Madre dedicata alla Madonna dell’Assunta e Capo Disuso che culmina nel castello, vive per ricordare la poetessa del Cinquecento. «Sino a poco fa si studiava anche a scuola, adesso ci pensiamo noi a recitarla — dice ancora Mauro —, e forse è lei, chissà, a farsi sentire attraverso quei refoli di vento che animano sempre l’albero di mandorlo entro le mura del suo castello». Un ulivo, ai piedi della scalinata, sarebbe addirittura originario proprio degli anni in cui i Morra erano i signori di Valsinni, prima che mandassero tutto in malora per la scriteriata scelta di appoggiare la Francia invece di Carlo V.

Il trekking nella Valle della Donna tra volpi e falchi

Più che la storia, a Modesta Abbruzzese e al marito Mario Olivieri, titolari de La Fontana del Borgo, interessa soprattutto vincere premi per i primi piatti, però anche il nome della loro pasta più conosciuta, le Tagliatelle di Isabella, strizza l’occhio alla poetessa Morra: «Il segreto è la ricotta, un formaggio grattugiato in vari momenti della preparazione, che si prepara da molti secoli in Basilicata —. In questo borgo, si ha il piacere di mangiare bene, passeggiare tra i vicoli che salgono e scendono, seguire i sentieri di trekking che portano sulla cima del Monte Coppolo dal quale si vede anche il mare. Io alle mie clienti del ristorante consiglio sempre di prendere la strada che porta alla Valle della Donna, sino alla freschissima fontana, perché è un modo per testimoniare la nostra vocazione di protezione e sensibilità nei confronti del sesso che più ha subìto maltrattamenti».

Dentro le case ad assaggiare la gentilezza e i peperoni cruschi

Gli abitanti del rione più settentrionale sono davvero pochi, però si mostrano tutti generosi. Concetta Martorello, ad esempio, ci tiene a condividere la sua ricetta dei peperoni cruschi, che solitamente si gustano insieme al baccalà e invita nella propria cucina per insegnare come si cuociono. «Tutti ci aiutano con la spesa collettiva, non ci sentiamo mai soli. La vista della montagna, lo scambio delle ricette, le iniziative estive legate alla poesia, la raccolta dei frutti spontanei di questo territorio, sono le attività semplici he scandiscono la vita di chi ha scelto un ritmo più lento». Non lontano, ci pensano il Mar Ionio nell’infinita spiaggia di Policoro, e i calanchi un po’ lunari tra Pisticci e Craco, a movimentare questo territorio, dal quale si parte con la speranza che nessuna donna, supportata da leggi severe e dalla diffusione massiva della cultura del rispetto, debba mai più soffrire come Isabella Morra e scrivere versi così veementi, che ancora fanno tremare: «Ma la mia adversa e dispietata stella non vuol ch’alcun conforto possa entrare nel tristo cor, ma, di pietà rubella, la calda speme in pianto fa mutare».

VIVERE A VALSINNI
Si trova in provincia di Matera, ha una popolazione di poco più di 1.400 persone, ma sono solo una cinquantina quelle che vivono nella parte più alta del paese ai piedi del castello. Molte case sono in via di restauro, la loro origine medioevale richiede opere di consolidamento, eppure scegliere di vivere qui ha come premio la quiete dei boschi, viste panoramiche spettacolari, svariati percorsi di trekking, buona cucina. Il Metaponto e la Puglia sono vicini. Il mercato immobiliare attraversa una fase favorevole.
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