5 gennaio 2021 - 17:23

L’ex rugbista azzurro Lo Cicero: «Posso ospitare io nella mia fattoria le capre di Agitu»

L’ex campione di rugby Andrea Lo Cicero ha una fattoria didattica nel viterbese e si è offerto di prendere il gregge. Gli animali dell’imprenditrice uccisa il 29 dicembre sono momentaneamente custoditi da Beatrice Zott, 20 anni, e monitorati dal Servizio veterinario di Trento

di Fausta Chiesa

L'ex rugbista azzurro Lo Cicero: «Posso ospitare io nella mia fattoria le capre di Agitu»
shadow

L’ex rugbista della nazionale italiana Andrea Lo Cicero si è offerto per occuparsi delle 82 capre di razza mochena,di Agitu Ideo Gudeta, la donna etiope che in Trentino aveva fondato l’azienda agricola «La capra felice» in valle dei Mocheni ed è stata uccisa il 29 dicembre in casa. L’omicidio è stato confessato da un suo dipendente, Adams Suleiman, 32enne ghanese. Lo Cicero oggi è un imprenditore agricolo e ha una tenuta da 13 ettari a Nepi, nel viterbese, dove produce zafferano, alleva animali da compagnia e ospita attività didattiche con le scuole. «Quella di Agitu - dice amareggiato Andrea Lo Cicero - è una storia molto triste e difficile da accettare. Ho amato il progetto di questa donna. Continuare a dare vita alle caprette sarebbe la cosa più bella. Ho già una capretta tibetana che vive in simbiosi con le mie asine nella mia azienda agricola e sarei felice di averle».

Nella sua tenuta Lo Cicero (che con gli Azzurri, ha disputato tutti i Tornei 6 Nazioni e ha partecipato a quattro Coppe del Mondo) possiede già una capra tibetana a diversi asini che sono utilizzati per la pet therapy. Già testimonial ufficiale dell’Associazione Nazionale Bambini Down, ha creato La Terra dei Bambini Onlus. L’Associazione, che ha sede nella sua casa di campagna, si occupa infatti di onoterapia.

Nel frattempo il gregge è accudito da una ragazza di poco meno di 20 anni di Pergine Valsugana (Trento), Beatrice Zott. «Sono due anni che ho deciso di fare questo lavoro – ha raccontato Beatrice al quotidiano locale L’Adige - cioè gestire gli animali in alpeggio e in stalla. Mi hanno chiamato e mi hanno chiesto se fossi stata disposta a occuparmi delle capre di Agitu: ho accettato subito perché questa vita è il mio sogno e spero diventi la mia strada». In Valle dei Mocheni, dove Agitu Gudeta aveva la sua azienda agricola, le due si conoscevano. E Beatrice apprezzava molto l’imprenditrice etiope.

Il Servizio veterinario dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha effettuato un sopralluogo presso l’allevamento di capre e secondo le verifiche effettuate, gli animali si presentano in buono stato di salute e di nutrizione. Nella struttura ci sono acqua e foraggio sufficiente per fare fronte all’alimentazione delle capre nelle prossime settimane.

La situazione continuerà a essere monitorata dal Servizio veterinario, che ha fornito al sindaco di Frassilongo, Luca Puecher, le indicazioni per una gestione corretta degli animali. «Agitu Gudeta aveva trovato nella nostra terra un luogo dove realizzare il proprio progetto di vita e aveva dimostrato come l’amore per l’agricoltura possa riempire il cuore di soddisfazione ed entusiasmo», commenta l’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, che sta seguendo la vicenda in prima persona. Del destino delle capre decideranno i familiari di Agitu, arrivati in Italia per riportare la salma della sorella in Etiopia. Il fratello e la sorella vogliono seppellire la donna nel suo Paese d’origine, dove ancora vivono la madre, tre sorelle e due fratelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT