Vai ai contenuti
vai cancel

i contrasti con il governatore della regione sicilia, lombardo, e il legame con miccichè

Una racchetta da tennis e un bicchiere di Martini
Così esce di scena il sindaco Cammarata

Le municipalizzate alle soglie del fallimento trascinano il comune al disastro finanziario. Ora un commissario

i contrasti con il governatore della regione sicilia, lombardo, e il legame con miccichè

Una racchetta da tennis e un bicchiere di Martini
Così esce di scena il sindaco Cammarata

Le municipalizzate alle soglie del fallimento trascinano il comune al disastro finanziario. Ora un commissario

L'ex sindaco di Palermo Diego CammarataL'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata
PALERMO - Le malelingue dicono che nessuno si accorgerà delle sue dimissioni. Perché per tanti suoi concittadini il volto di Diego Cammarata resta quello invisibile tratteggiato da un implacabile vignettista: una racchetta da tennis e un bicchiere di Martini sospesi per aria. A questa ingenerosa rappresentazione il sindaco voluto da Berlusconi attraverso l’allora fidato Gianfranco Micciché contrappone un violento attacco dicendo che quanto a Palermo non va è colpa del presidente della Regione Raffaele Lombardo, accusato di ignorare i problemi della città. Ma per la verità di Palermo il governatore si stava occupando, pronto a inviare un commissario per bloccare il disastro finanziario del municipio. Cifre da default. Perché, giusto per fare qualche esempio, la società dei trasporti, l’Amat, avanza più di cento milioni di euro. E l’Amia, quella della nettezza urbana, non riesce a risollevarsi dal buco di altri cento milioni. Di qui l’ispezione dei mesi scorsi e l’ipotesi commissariamento che per Cammarata avrebbe comportato una sostanziale rimozione.

GUERRE IN GAZEBO - Meglio il contropiede, avrà pensato il sindaco di una città in declino, come la squadra di calcio. Entrambe a rischio retrocessione, se si continua a perdere. Una partita tutta da giocare, sul piano politico, nel giro di tre mesi. Perché a fine aprile si vota comunque per la guida della città. Una corsa alla carica di primo cittadino che a questo punto sarà in ogni caso sorvegliata da un commissario. E a nominarlo sarà lo stesso Lombardo. Circostanza che potrebbe agevolare uno dei suoi due candidati possibili da lanciare in corsa: l’ex presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto, ingiustamente arrestato negli anni Novanta e poi risarcito, ovvero l’attuale assessore alla Salute del governo regionale Massimo Russo, il magistrato che non vuole tornare a indossare la toga. Entrambi avrebbero di fronte candidati che nessuno schieramento ha ancora scelto. Per il Pdl sono in stand by il rettore Roberto Lagalla e l’assessore regionale al Bilancio Gaetano Armao. Di fronte a loro forse Rita Borsellino che piace a Bersani ma molto meno a buona parte del Pd o a Davide Faraone, sponsorizzato da Matteo Renzi. Tutti il 26 febbraio ai gazebo per le primarie. Ma senza avere ancora capito cosa accadrà nell’Idv dove Fabrizio Ferrandelli insiste nell’autocandidatura, ostacolato dalla vera prima donna del partito, Leoluca Orlando, deciso a tornare nel Comune dove fu il “sindaco della primavera”.

IN CERCA DI AUTHORITY - C’è pure chi legge le dimissioni di Cammarata come la scelta di un uomo stanco e deluso. Soprattutto dagli amici che non sarebbero stati (finora) in grado di assicurargli una dignitosa via d’uscita con un incarico nazionale. Una authority, per esempio. E pare che il presidente del Senato Renato Schifani, suo grande sponsor, ci abbia provato. Senza risultato. Ma forse senza immaginare queste dimissioni che per il Pdl rendono tutto più difficile. Andare alle elezioni con un commissario targato Lombardo significherebbe infatti privarsi di quella macchina di promesse, contributi e assistenza che un sindaco con i suoi assessori può alimentare. Ecco perché, giusto per tornare alla vignetta irriverente, qualcuno legge la mossa come una racchettata di Cammarata ai suoi amici, forse allo stesso Schifani.

LO SKIPPER “COMUNALE” - Fatto sta che erano stati in tanti ad invocare le sue dimissioni. Non solo consiglieri di opposizione come Alberto Mangano o Antonella Monastra che hanno pure denunciato alla magistratura Lombardo per non avere ancora commissariato Palermo. A venire allo scoperto in forte polemica con Cammarata sono stati perfino il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese e il presidente di Confcommercio Roberto Helg. Un coro cresciuto via via soprattutto da quando quella inesorabile Saint Just che è Stefania Petix, l’inviata in giallo di “Striscia la notizia” con cagnolino al guinzaglio, saltò sulla barca di Cammarata scoprendo che un dipendente della società comunale Gesip lavorava per lui come skipper invece di timbrare il cartellino in ufficio.

Felice Cavallaro16 gennaio 2012 | 16:58© RIPRODUZIONE RISERVATA

[an error occurred while processing this directive]
Pubblicità
PIÙletti