10 agosto 2020 - 12:42

Perché non abbiamo bisogno del coming out di Francesca Pascale e Paola Turci

L’ex fidanzata di Silvio Berlusconi e la cantante sono state bersaglio di commenti che dimostrano come su pregiudizi e omofobia ci sia ancora molto da lavorare

di Candida Morvillo

Perché non abbiamo bisogno del coming out di Francesca Pascale e Paola Turci
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Francesca Pascale è stata per quasi nove anni con Silvio Berlusconi. La cantante Paola Turci ha avuto un marito, ha divorziato e, dopo, ha avuto un fidanzato.
La prima ha 35 anni, la seconda 55.

Lo scoop dell’estate 2020 sono loro che si baciano su uno yacht di 25 metri al largo del Cilento, travolte da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. Ma per capire quelle foto pubblicate dal settimanale Oggibisognerebbe sgombrare il campo dagli annessi di denaro e di potere. Per molti che commentano sui social, sono la prova che Pascale si era finta etero ed è stata con Berlusconi solo per i soldi. Addirittura, che la Turci, è diventata lesbica per godersi i soldi di Berlusconi. Rendiamoci conto. È evidente che, sui pregiudizi e omofobia, c’è ancora un tantino da lavorare.

Vero è che nel 2011 in cui Pascale e Berlusconi si fidanzano, lui ha 49 anni più di lei, un patrimonio da 7,8 miliardi di dollari stando ai calcoli di Forbes, una reputazione ai minimi storici causa processi vari e «cene eleganti». Francesca, ventiseienne, napoletana verace, comparirà al suo fianco a un pranzo di Natale, di bianco vestita. Lì ad Arcore, la speranza è che si stia scrivendo la parola «fine» sulla boccaccesca stagione delle olgettine, dei lettoni di Putin o, per dirla con l’espressione della moglie tradita Veronica Lario, delle «vergini che si offrono al drago». Dubbi e veleni sono immediati. Tale Dragomira Bonev, in arte Michelle Bonev, attrice e produttrice, va in Tv da Michele Santoro e accusa Francesca: «È lesbica, io sono stata con lei». Racconta che la ragazza sta alla corte di Berlusconi per «fare pulizia delle altre e diventare first lady».

Seguono querele, smentite e, per Francesca, anni vissuti lussuosamente e sfrontatamente. Lei stessa ammetterà con candore di aver inseguito Berlusconi per sei anni. Le foto in cui, ragazzina, esibisce striscioni tipo «Silvio ci manchi» e «Meno male che Silvio c’è» testimoniano la precoce infatuazione perlomeno politica. Nelle interviste ai giornali di famiglia confessa, poi, la marcatura a uomo: apoteosi nel giorno in cui, a un comizio, riesce ad allungargli il suo numero di telefono; mortificazioni negli anni in cui spasima e sgomita per far fuori le altre. Nel 2013, racconta al settimanale Chi: «Prima, mi limitavo a stargli vicino, a condividerlo, a mandare giù rospi, ma il mio amore mi ha portato all’esclusività e alla felicità di oggi. L’ho cercato, l’ho corteggiato, l’ho fatto innamorare e l’ho fatto fidanzare». Ormai, l’«operazione pulizia» è conclusa, un saldo cerchio magico gestisce con regole ferree l’accesso al corpo del capo.

Per lei, sono tempi non più sospetti e, nel 2014, appare squisitamente politica la mossa di prendere la tessera di Arcigay e GayLib con un bagno di folla in quel di Borgo Marinari a Napoli. La foto con Alessandro Cecchi Paone e magliette gemelle con logo arcobaleno sancisce semmai una discesa in campo da first lady decisa a intestarsi una sua battaglia e a prendersi una sua visibilità. Non desta interpretazioni maliziose, semmai parecchi malumori interni a Forza Italia. Cecchi Paone ricorda: «Si beccò attacchi durissimi. Daniela Santanchè e Maurizio Gasparri la accusavano di spostare il partito a sinistra». Siamo a dicembre scorso, Francesca Pascale dice all’Huffington Post: «Non amo le definizioni né le categorie. Ora amo Silvio Berlusconi, ma se domani mi innamorassi di una donna, che male ci sarebbe? In amore, tutto è possibile».

I più pensano a una frase a effetto per promuovere la battaglia per i diritti Lgbt, ma, col senno di poi, è probabile che l’amore con Silvio fosse già finito e che altri orizzonti sentimentali fossero già aperti, agli occhi della ragazza. Il comunicato che annuncia la separazione dal presidente di Forza Italia è di marzo. Le foto in cui lei bacia Paola Turci, è di fine luglio. Non giova alla causa del libero amore il fatto che, nel mezzo, sempre Oggi pubblichi i dettagli dell’accordo che pone fine alla relazione col tycoon: un’una tantum da venti milioni di euro, un milione all’anno di mantenimento e l’uso di Villa Maria, magione in Brianza con 40mila metri quadrati di parco. Sul punto, i follower di Pascale sprecano commenti del tipo: «Hai fatto il colpaccio e ora ti godi il malloppo». Insomma, il contesto da corte dei Borgia svia assai l’attenzione dal nocciolo della storia.

Come spiega Chiara Simonelli, docente di Sessuologia alla Sapienza e presidente dell’Istituto di Sessuologia Italiana di Roma, «oggi, l’orientamento sessuale è sempre più fluido, specie nella generazione dei Millenial, che fatica a incasellarsi fra omosessuali e eterosessuali. Lo dimostrano molto ricerche. C’è meno moralismo e uno, giustamente, non si fa cruccio di nascondersi». Alessandro Cecchi Paone, che in un’altra vita ebbe una moglie e il cui coming out suonò clamoroso in quel 2004 in cui era candidato alle Europee per Forza Italia, è stato vicino a Francesca nel suo impegno per la causa Lgbt dal primo momento e, ora, testimonia al Corriere: «Io l’ho sempre vista innamoratissima di Berlusconi. Non ho mai avuto dubbi sulla sua sincerità. Come insegna la scuola radicale, Francesca metteva insieme il sacrosanto principio di libertà e l’impegno di sentimenti e corpi affinché il privato fosse politico e il politico privato. Mi ha sempre detto: se capitasse a me, come è capitato a te di innamorarmi di una persona del mio sesso, non ci troverei nulla di male». Ricorda: «Mi cercò lei per riflettere sul fatto che il centrodestra non poteva essere appannaggio del mondo post clerico fascista, dei Giovanardi, dei Formigoni, delle Roccella. Da attivista di Forza Italia soprattutto in Campania, voleva tenere viva l’anima libertaria del partito. Aveva aperto i canali con Antonello Sannino dell’Arcigay e con Daniele Priori di GayLib e mi coinvolse in molti incontri, per il ruolo che ho sempre avuto nel partito e in azienda, a Mediaset, come divulgatore. Un giorno, mi trovai a pranzo da solo con lei e con Berlusconi, e lui stesso mi chiese di starle vicino e anche di aiutarla a individuare un progetto di Legge per le Unioni Civili che potesse essere accettato dal centrodestra. Poi, vollero conoscere il mio fidanzato. Ci invitarono al matrimonio della sorella di Francesca a Ravello».

Oggi, Cecchi Paone non è stupito dalla svolta di Francesca: «Non perché sia stato testimone di sue inclinazioni saffiche, ma perché abbiamo parlato tanto della sessualità che non è codificata una volta per tutte. Le ho mandato un messaggio affettuoso e mi ha ringraziato. Che viva la sua storia alla luce del sole è enormemente importante: l’accettazione dell’omosessualità maschile è passata, quella dell’omosessualità femminile no. Ci sono donne famose che fanno politica o spettacolo e ancora si nascondono».

Intanto, nessuna conferma e nessuna smentita da Francesca e Paola. Se c’è un segno dell’evoluzione del costume è che sempre meno si senta il bisogno di un coming out solenne. La nuova normalità è quella inaugurata dall’asso del volley Paola Egonu, che con semplicità buttò lì, in un’intervista al Corriere: «Dopo la partita, ho telefonato alla mia fidanzata». Ne vennero fuori, su tutti i giornali, paginate di editoriali. Tutti a scrivere della «Generazione Egonu», ma forse i Millenial convinti che l’orientamento sessuale non faccia la differenza sono solo gli apripista di un diverso spirito dei tempi.

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