14 marzo 2020 - 13:56

Coronavirus, l’attrice Federica Cifola: «Noi mamme disperate in quarantena»

La comica realizzerà una serie di video su Corriere.it per raccontare la vita delle famiglie rinchiuse in casa: «Ecco la nuova routine tra cucina, compiti virtuali e lezioni di ginnastica tra i panni stesi in terrazzo»

di Carlotta De Leo

Coronavirus, l'attrice Federica Cifola: «Noi mamme disperate in quarantena»
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«Dite la verità, mi state intervistando in qualità di esperta. Dopo i virologi, gli immunologi e gli esperti di lavaggio di mani, volete sentire me: la mamma disperata già prima del coronavirus»: impossibile non ridere al telefono con lei, Federica Cifola. Attrice comica, è la voce di «Black Out» il programma satirico di Radio2 e ora per il Corriere.it realizzerà una serie di video sulle famiglie alle prese con la quarantena. Lei che è entrata nelle chat di classe di tutta Italia con l’audio di una mamma quasi in lacrime che ripeteva «scarta la carta», il mantra ritmato di ogni festa di compleanno. «Sono diventata famosa a mia insaputa. Non sapevo nemmeno che quel pezzo girasse su whatsApp - racconta - Ora mi viene in mente che potrei farne un flashmob al tempo del virus e urlare «Scarta la carta» dal balcone di casa... Risponderebbero in tante, tutte disperate quanto me».

Addirittura?
«Ci provi lei a fare insieme il lavoro di nutrizionista, cuoca, colf, baby sitter, maestra, parrucchiera, estetista e compagnuccia di classe per giocare e insegnante di ginnastica tra i panni stesi sul terrazzo. Per non parlare del ruolo di badante per i mariti...».

Ma la quarantena non è un modo per stare tutti insieme?
«Pure troppo. Le mie figlie la vivono come una festa, io meno. Gli ho spiegato che c’è il virus e che non bisogna uscire perché può farci ammalare. Uso l’ironia per sdrammatizzare, ma in alcuni momenti è davvero difficile. E allora mi ingegno. Per esempio vado al supermercato quando c’è più fila e faccio pure passare avanti le persone perché non ho fretta. Tanto le bimbe stanno a casa col padre...».

Sta dicendo che c’è poca collaborazione?
«Dico solo che il 19 sarà la festa del papà. Avevo chiesto alle mie figlie di fare un ritratto del padre e prima loro non si ricordavano bene che faccia avesse. Adesso almeno lo possono disegnare mentre dorme sul divano».

Come è la giornata tipo?
«Abbiamo costruito una nuova routine: colazione, compiti, po’ di moto, qualche film in tv. Ho persino tirato fuori dallo sgabuzzino i vecchi giochi da tavolo. Mi fanno ridere quelli che dicono: trova il tempo per leggere Dostoevskij.Io ho un sacco di libri sul comodino e sto sempre a pagina 1».

Le sue figlie hanno 6 e 9 anni. Non teme che possano restare indietro con i programmi?
«È l’ultimo dei problemi. Le maestre ci danno esercizi così complicati che secondo me vogliono usare il virus per trasformarci tutti in scienziati. Le chat della classe ribollono di genitori disperati come me che sanno a malapena fare le divisioni».

Prima dell’epidemia aveva scritto e portato sul palco uno spettacolo «Mamma...zzo» e poi anche «Mamma..zzo e ritorno» dove raccontava le fatiche delle madri di tutti i tempi. Dica la verità aveva previsto tutto?
«Magari, purtroppo questo va oltre la mia immaginazione. Però una previsione la faccio: dopo l’epidemia quelli che guadagneranno di più saranno le ditte di ristrutturazione. Le case ne usciranno distrutte: la piccola vuole fare Tarzan e tu non gliela attacchi una liana al lampadario?».

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