17 febbraio 2021 - 22:09

Coronavirus, le varianti: quante circolano in Italia? Sono davvero più contagiose del Covid originale?

Non c’è prova che i vaccini non funzionino, per proteggersi bastano mascherina e distanziamento. Le mutazioni sono il segnale che il virus circola troppo: Il punto sulle varianti con l’epidemiologo Ciccozzi in 10 domande e risposte

di Margherita De Bac

Coronavirus, le  varianti: quante circolano in Italia? Sono davvero più contagiose del Covid originale?
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1 Quanti varianti stanno circolando in Italia?
«Almeno cinque — risponde Massimo Ciccozzi, ordinario di epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma — e quasi tutte hanno la mutazione sul gene che produce la proteina Spike usata dal virus per agganciarsi alle cellule umane. La variante cosiddetta inglese, la brasiliana, la sudafricana, una quarta sequenziata a Napoli, identificata per la prima volta in Nigeria. A Viggiù, in Lombardia, è stata sequenziata una variante scozzese. In un lavoro pubblicato su Lancet Infectious Disease, col virologo Arnaldo Caruso, abbiamo descritto un nuovo ceppo trovato a Brescia in un paziente oncologico che è poi guarito dal Covid. Questo episodio è interessante perché sarebbe la dimostrazione che il virus si è evoluto all’interno della persona infettata ed è cambiato».

2 Tutte le varianti elencate hanno un effetto sullo sviluppo dell’epidemia?
«Della variante inglese, che ha avuto origine a settembre 2020 nel Kent, di quella Brasiliana, origine in Amazzonia e della Sudafricana, sappiamo che hanno una contagiosità superiore rispetto al ceppo che ha circolato in Italia dallo scorso febbraio. Una mutazione, indicata come 501Y, facilita la capacità di infettare la cellula umana. Le varianti del Brasile e Sudafrica, dove è presente anche la mutazione 484K potrebbero essere in grado di far diminuire l’effetto degli anticorpi stimolati dal vaccino».

3 Sono più virulente?
«Non ci sono evidenze. Potremo affermarlo solo dopo aver raccolto dati certi, validati e pubblicati. Mi sembra improbabile».

4 E gli altri ceppi?
«Potrebbero non avere conseguenze sulla diffusione dell’epidemia. Trovare una nuova variante non significa che il Sars-CoV-2 si stia trasformando in qualcosa di più pericoloso. Al contrario i virus hanno tutto l’interesse a trovare forme di convivenza con l’uomo. Il loro lavoro è infettare, non uccidere».

5 Qual è il significato di questi fenomeni?
«Le varianti sono il sintomo di una circolazione troppo alta del virus. E questo significa dare all’agente patogeno che da un anno ci tiene sotto scacco l’opportunità di produrre altre mutazioni che prima o poi potrebbero compromettere il funzionamento dei vaccini. Non dobbiamo assolutamente permettere che questo accada. È una fase molto critica».

6 Come uscirne?
«Ora abbiamo i vaccini, non abbastanza dosi, ma li abbiamo e ne arriveranno sempre più. Vaccinare 24 ore al giorno, anche la notte, ovunque. Credo che volesse intendere proprio questo il premier Draghi quando nel discorso al Senato ha detto che non bisogna limitare la vaccinazione ai luoghi specifici, spesso ancora non pronti. Ha ragione. In fondo si tratta di fare una puntura intramuscolare. Anche la farmacia andrebbe bene. Usiamo tutto quello che si può nel minor tempo possibile».

7 Oltre che con i vaccini come difendersi?
«Come avremmo dovuto fare tutti e meglio in questi mesi. Mantenimento delle distanze fra individui, uso corretto della mascherina. Se si è in casa o al lavoro va bene la chirurgica. Se usciamo meglio la FFP2. Ma queste sono precauzioni che valevano anche contro i ceppi normali. Le varianti non bucano le mascherine. Smettiamo di avere paura, stiamo attenti piuttosto. Questo virus non è un mostro».

8 I vaccini funzionano?
«Che sia il contrario è tutto da dimostrare. Nella peggiore delle ipotesi, anche se avessero minore efficacia, proteggerebbero comunque dalle forme più gravi del Covid 19. Le aziende farmaceutiche si stanno già organizzando per rispondere a questa sfida».

9 Come finirà?
«Il commissario Arcuri ha annunciato che a giugno 19 milioni di italiani saranno immunizzati. L’immunità di gregge dunque è ancora lontana. Verrà raggiunta quando il 75% della popolazione sarà vaccinata. A quel punto il virus circolerà pochissimo e si adatterà ancora meglio al genere umano diventando endemico. Vuol dire che sarà come uno dei tanti coronavirus che causano i raffreddori stagionali»

10 I test antigenici sono validi?
«I test rapidi di screening non riconoscono la proteina Spike mutata ma altre due proteine del virus, la M e N, sì. Quindi la positività viene rilevata».

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