La quantità d’acqua a disposizione degli abitanti sta calando per effetto della siccità, e per ragioni dipendenti dai comportamenti dell’uomo.
Persino in Europa, che non è un continente arido, le fonti di approvvigionamento idrico rappresentano un fattore di preoccupazione per almeno metà della popolazione. In Italia preleviamo 428 litri a testa al giorno, spesso superiamo la soglia-limite del 20% di indice di sfruttamento idrico: è il rapporto tra la quantità di acqua estratta ogni anno e il totale delle risorse di acqua dolce rinnovabili a lungo termine. Vuol dire che, soprattutto d’estate, stressiamo le riserve.
Il prelievo complessivo annuo è di 9,49 miliardi di metri cubi d’acqua, il volume più alto dell’Unione europea. Poco meno della metà (47,9%) però non arriva ai rubinetti perché le reti di distribuzione sono un colabrodo. Il nostro consumo medio pro capite è di 220 litri al giorno, contro i 122 della Germania, i 128 della Francia e i 137 dell’Austria.
Oltre a scendere in piazza e manifestare come giustamente stanno facendo i giovanissimi del #FridaysForFuture, tutti noi possiamo cominciare ad adottare comportamenti più consapevoli semplicemente cambiando qualche cattiva abitudine quotidiana proprio sul consumo di acqua.
Vediamo quanta acqua buttiamo solo per lavarci i denti secondo le indicazioni del dentista, cioè 2-3 minuti di spazzolata, filo, e risciacquo. Se durante questa operazione lasciamo il rubinetto aperto, se ne vanno dai 12 ai 18 litri. Se lo teniamo chiuso, per riaprirlo solo quando è necessario, basta mezzo litro. Per una doccia di 5 minuti consumiamo in media 90 litri d’acqua. Se invece utilizziamo un soffione a risparmio idrico, ne bastano 40. Rispetto al getto tradizionale possiamo risparmiare fino al 55% (8 litri contro 18 al minuto). La vasca da bagno è molto dispendiosa: richiede dai 100 ai 160 litri. Sarebbe quindi opportuno mettersi a mollo con più parsimonia.
Le cassette di scarico del wc a doppio tasto fanno consumare 3 litri ogni volta che pigiamo il bottone. Quelle tradizionali ne utilizzano 9 per ogni scarico. Vuol dire che in una giornata – mediamente – si possono non sprecare 36 litri. Una lavastoviglie al giorno per una famiglia di 4 persone consuma 10 litri a lavaggio. L’importante è farla partire solo quando è davvero piena. Lo stesso discorso vale per la lavatrice: di classe A consuma 60 litri a lavaggio, quelle più vecchie ne utilizzano 130. Accortezza anche quando si cucina. Ad esempio lavare la frutta mettendola a mollo e poi sciacquarla, anziché lasciarla sotto al rubinetto aperto, dove se ne vanno 6 litri al minuto. In sostanza con un pò di consapevolezza possono bastare a testa al giorno circa 130 litri, al posto dei 220 che la media nazionale ci attribuisce.
Oltre alle dichiarazioni, governatori e sindaci devono, in base alla normativa del 1999 che riprende la direttiva europea, depurare e riutilizzare le acque reflue. L’Italia è in coda all’Europa: la depurazione avviene solo per il 62,5%, contro il 96,8 della Germania, l’82 della Francia e persino il 93,4 della Grecia.
Così di fatto per tirare lo sciacquone del wc usiamo solo acqua potabile. Quasi sempre acqua potabile pure per il lavaggio delle strade e l’irrigazione dei giardini. Qui addirittura si arriva al paradosso di vedere partire gli irrigatori automatici anche quando piove, o appena dopo un’abbondante pioggia. Con depuratori moderni, cisterne di stoccaggio e impianti di recupero nelle case tutto questo non succederebbe. E tantomeno dovremmo saldare le multe salate che l’Europa – giustamente – ci sta infliggendo, sia per il pessimo sistema di depurazione, che ancora lascia scoperta buona parte del Paese, che per i buchi nella rete idrica.