Alitalia, il marchio (non utilizzato) perde ogni giorno 18.600 euro di valore
di Leonard Berberi
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Il marchio Alitalia fa litigare due compagnie italiane con tanto di accuse di «plagio» del brand e richieste non solo di risarcimento, ma anche del cambio di nome e ovviamente del logo. Al centro della disputa si trovano da un lato Italia Trasporto Aereo — la società del ministero dell’Economia nata nel 2020 che gestisce Ita Airways e ha acquistato la denominazione Alitalia per 90 milioni di euro — e dall’altro Aeroitalia, vettore privato decollato nella primavera 2022.
Il marchio dell’ex aviolinea di bandiera, com’è noto, è verde-bianco-rosso, ricalcando la bandiera italiana. Sul timone di coda, inoltre, c’è una «A» stilizzata che riprende il logo. Ita per ora lo tiene nel cassetto. Anche Aeroitalia riprende il tricolore e ripete la sua «A» nella coda e ha registrato il tutto presso l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale che il 26 settembre 2022 lo ha pubblicato nel Bollettino dei marchi.
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Poco più di un anno dopo, il 19 ottobre 2023 la Società italiana brevetti — che tutela la proprietà intellettuale di Ita Airways — scrive una «contestazione» di tre pagine ad Aeroitalia sul suo brand. «Ita è l’attuale titolare del pacchetto marchi Alitalia», si legge nella comunicazione. «Tra le numerose registrazioni che proteggono i suddetti segni in relazione a diversi prodotti e servizi nel mondo citiamo, in particolare, il “disegno di timone”».
Ita, c’è scritto ancora, «ha appreso con stupore e comprensibile preoccupazione dell’uso e della registrazione, da parte della vostra società, dei marchi e in relazione ai servizi della classe 39 (servizi di trasporto aereo, ndr)». «Tali marchi, simili a quelli di Alitalia e “disegno di timone”, si pongono in contrasto con i diritti anteriori di Ita non soltanto per le evidenti somiglianze fonetiche e/o grafiche e/o concettuali, ma anche per l’utilizzo che di essi viene fatto sulle livree e sui timoni degli aerei, che richiamano in maniera evidente quegli degli aeromobili Alitalia».
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«I vostri marchi rappresentano una chiara violazione dei diritti esclusivi di Ita e traggono un ingiustificato vantaggio dalla reputazione dei marchi della stessa», accusa la Società italiana brevetti. Per questo motivo chiede: l’«immediata rinuncia alle registrazioni italiane e dell’Unione Europea» del marchio Aeroitalia, «nonché il ritiro e la rinuncia di ogni altra domanda o registrazione di cui siate titolari per i marchi in questione, o per segni uguali o simili ai marchi Alitalia e “disegno di timone”».
E ancora: Ita chiede «di cessare immediatamente ogni utilizzo dei marchi in questione», «di modificare la vostra denominazione sociale eliminando da essa il termine Aeroitalia», «di rinunciare al nome a dominio aeroitalia.it» (che però risulta inaccessibile e non attribuibile al vettore privato che ha come sito aeroitalia.com), «di prendere contatto con il nostro studio al fine di concordare una congrua somma a titolo di risarcimento danni e spese legali». Ita concede 10 giorni per il «componimento amichevole della vertenza», superati i quali «intraprendere ogni ulteriore azione».
di Leonard Berberi
La risposta di Aeroitalia non si fa attendere. L’amministratore delegato Gaetano Intrieri bolla il contenuto della lettera come «pretestuoso, infondato e tardivo». «Appare singolare che Ita si renda conto a distanza di quasi due anni dalla sua regolare registrazione, dell’esistenza del marchio e del pittogramma Aeroitalia, studiato e disegnato da società di gestione marchi altamente qualificata e nel totale rispetto dei criteri di caratterizzazione e differenziazione».
«Il marchio e il pittogramma utilizzato da Aeroitalia sono completamente differenti rispetto al “vecchio” disegno di timone della ormai non più operativa compagnia di bandiera “Alitalia”», scrive ancora Intrieri. «L’attuale livrea di Ita, nonché lo stesso marchio utilizzato da questa società, è difforme in tutto e per tutto da quello Aeroitalia». Quindi l’affondo: «Si anticipa che, qualora non ritiriate immediatamente tale pretestuosa richiesta dandocene comunicazione, ogni valutazione circa la rilevanza di tali affermazioni sotto il profilo della violenza privata sarà lasciata alle competenti autorità giudiziarie».
di Leonard Berberi
Da Ita, contattati, preferiscono non andare oltre a quanto contenuto nella lettera inviata alla Società italiana brevetti. Come ha raccontato il Corriere una delle intenzioni — quando arriverà Lufthansa ad avviare il rilancio — dovrebbe essere quello di rimettere il brand Alitalia probabilmente nel segmento dei voli intercontinentali. Dall’altra parte al telefono il ceo di Aeroitalia Intrieri non nasconde la sua irritazione. «Lo stanno facendo solo perché la nostra compagnia sta crescendo velocemente — dice —, in particolare sulle rotte verso la Sicilia Ita perde clienti che scelgono sempre più i nostri servizi: ormai dopo Ryanair, che domina, ci siamo noi che abbiamo scalzato Ita».
Secondo l’analisi del Corriere sui dati forniti dalla piattaforma specializzata Cirium Diio per l’intero 2023 sui voli nazionali domina Ryanair con oltre 19 milioni di sedili in vendita, quindi Ita Airways con più di 12 milioni. Al quinto posto c’è Aeroitalia con circa 1,6 milioni su 1,7 milioni totali offerti dal vettore, includendo anche le rotte internazionali. Nel 2022, secondo l’Ente nazionale per l’aviazione civile, Aeroitalia contava appena 66 mila passeggeri trasportati.
lberberi@corriere.it
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