Alimenti

Data di scadenza degli alimenti, la Ue verso la modifica sull’etichetta

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

Data di scadenza degli alimenti, la Ue verso la modifica sull'etichetta

La Commissione Ue ha presentato l’8 marzo agli esperti degli Stati membri una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti, con l’inserimento in etichetta della dicitura «spesso buono oltre» in aggiunta al consueto «da consumarsi preferibilmente entro». Gli alimenti scaduti finiscono spesso nella spazzatura perché la maggioranza delle persone crede che, superata la data di scadenza riportata sull’etichetta, potrebbero far male. Eppure, non sono pochi i cibi che possono essere consumati anche diversi giorni, settimane o addirittura mesi dopo la scadenza.

Un aiuto alla lotta allo spreco

E proprio per evitare sprechi inutili, Bruxelles è al lavoro sulla bozza dell’atto delegato in cui la modifica, con la nuova dicitura, è contenuta. Secondo l’Esecutivo Ue, infatti, l’aggiunta è un aiuto alla lotta allo spreco alimentare perché consente «una migliore comprensione della data di scadenza», influenzando «il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento». La richiesta di allungare la data di scadenza non è una novità. Per esempio, nel 2020, in piena emergenza pandemia, anche il gruppo Granarolo aveva chiesto di prolungare la scadenza del latte fresco.

I cibi che si possono consumare dopo la data di scadenza...

Prima di buttare del cibo ancora buono è opportuno fare sempre una distinzione tra i cibi che si possono mangiare dopo la scadenza e quelli che, invece, devono irrimediabilmente essere buttati perché pericolosi per la nostra salute. Ovviamente, è sempre bene tenere presente che anche la modalità di conservazione può influire sulla commestibilità o meno di un alimento dopo la scadenza. In linea di principio, i cibi a lunga conservazione e quelli secchi e senza acqua si conservano meglio, pertanto possono essere consumati tranquillamente anche dopo la data di scadenza (come il riso e la pasta). Le uova, invece, possono essere consumate anche entro 3 giorni dalla data di scadenza e gli yogurt fino a due settimane (l’unico problema è dal punto di vista nutritivo: dopo la scadenza aumenta l’acidità e diminuisce il numero di fermenti vivi). Per i legumi secchi e quelli in scatola i tempi si allungano, previa sempre una verifica visiva e olfattiva. Stessa cosa vale per la farina bianca, al contrario di quella integrale che può irrancidire a causa dell’elevato contenuto di fibre. Perderanno un po’ di croccantezza, ma i biscotti e i crackers possono essere mangiati molto tempo dopo la scadenza.

... E quelli che non si possono mangiare

I salumi e gli insaccati scaduti possono essere nocivi se mangiati dopo la scadenza, soprattutto se hanno un cattivo odore, poiché possono esporre al rischio di farci contrarre la listeria (in genere, però, il prosciutto conservato nelle buste in atmosfera protetta è commestibile anche oltre la data di scadenza). La carne fresca merita la giusta attenzione e, se consumata oltre la data di scadenza, rischia di causare effetti spiacevoli come la salmonella o l’escherichia coli. I latticini freschi si comportano diversamente dal yogurt: dopo la scadenza possono causare intossicazione alimentare, mentre i succhi di frutta scaduti possono contenere batteri e causare disturbi intestinali. Infine, i frutti di bosco, come fragole, lamponi e mirtilli, se consumati oltre la data di scadenza potrebbero sviluppare un parassita chiamato cyclospora e le verdure a foglia verde possono essere vettori di batteri come l’escherichia coli.

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