Il numero delle aziende familiari italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro è cresciuto di circa 350 unità (+8,1%) nell’ultimo decennio. Al loro interno i leader ultra- settantenni sono aumentati di quasi 10 punti, ma il peso del modello collegiale è raddoppiato. In circa il 40% dei casi il modello collegiale prevede un affiancamento tra membri di generazioni differenti. Convivono, insomma, nel team di vertice Ad di generazioni diverse.
Partirà proprio dai dati del Decimo Osservatorio Aub (realizzato da Aidaf, Bocconi e Unicredit) il workshop Il passaggio generazionale nelle imprese familiari, a cura di Dario Voltattorni, direttore esecutivo Aidaf, e Carlo Salvato, docente di Strategia delle imprese familiari Bocconi che si svolgerà sabato 6 aprile a Brescia (Saletta del Teosa). Lo studio, che analizza le imprese familiari italiane con fatturato che supera i 20 milioni di euro, esamina anche il numero medio di passaggi generazionali che avvengono in queste, che tipo di seniority hanno le nuove leve all’interno dell’azienda e altri dettagli.
«Il secondo momento del workshop sarà dedicato al passaggio generazionale: scandaglieremo le differenti tipologie in base al numero di figli e all’interesse di questi per l’azienda con esempi e case history concrete», spiega Voltattorni. Per esempio un passaggio generazionale che coinvolga più figli o più rami della famiglia può avere diversi sbocchi: un solo successore impegnato nella gestione, scelto dai genitori (e possibilmente con la maggioranza del capitale dell’azienda), un passaggio generazionale con più successori, e gestione dell’azienda frazionata “sostanzialmente” tra di essi oppure un passaggio generazionale con più successori, e gestione dell’azienda frazionata “formalmente” tra di essi (ma, in realtà, con un unico vero leader). La terza parte tratterà i possibili scenari dopo il passaggio generazionale: «Racconteremo come avviene l’ingresso delle nuove generazioni, con tutti i risvolti burocratici e legali».
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