Verdi, lascia la co-portavoce Evi: non intendo fare la donna marionetta. Usata la mia maternità per oscurarmi

di Cesare Zapperi

La deputata ha dato le dimissioni perché non si sente coinvolta nelle decisioni e accusa il movimento ecologista di aver imboccato una deriva paternalistica

Verdi, lascia la co-portavoce Evi: non intendo fare la donna marionetta. Usata la mia maternità per oscurarmi

«Non intendo continuare a ricoprire il ruolo di Co-portavoce femminile che, nei fatti, è ridotto a mera carica di facciata. Mi dimetto. Non sarò la marionetta del #pinkwashing». Cioè non farò la foglia di fico rosa di fronte a scelte non condivise. Parole dure e senza appello, quelle di Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, affidate ai social per annunciare che lascia l’incarico assunto nell’estate del 2021 con grandi aspettative che non si sono concretizzate. «A sorpresa, dopo le politiche 2022 qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile. I Verdi dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati. Tra questi ultimi anche la sottoscritta. Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da Co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale». E poi, ha aggiunto: «Questa cosa mi sento di dirla: in questo anno ho avuto una bambina. Ho continuato a lavorare, sono stata meno in Parlamento fisicamente, ma c’ero alle riunioni on line, ho scritto le interrogazioni, ho continuato a fare le mie battaglie. Ecco, è stata usata la mia maternità per oscurarmi ancora di più dentro il partito e questo da un partito femminista non me lo aspettavo».

Arriva all’AdnKronos la replica del co-portavoce Angelo Bonelli: «Avere divergenze politiche ci sta, è pacifico, avviene in tutti i partiti. Per esempio, noi abbiamo votato per l’alleanza europea che riconferma Avs, lei no, ma questo è un partito con parità di genere e che ha al suo interno delle donne eccezionali, come Luana Zanella, solo per citarne una». L’ex co-portavoce vi accusa di essere un partito patriarcale? «E’ un’accusa molto pesante e assolutamente falsa, siamo l’unico partito con una parità di genere».

Evi racconta la sua amara esperienza a Roma. «Quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della Direzione Nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della “famiglia verde” che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento». Il rapporto ai vertici del movimento, e in particolare con l’altro portavoce Bonelli, è andato via via logorandosi. «Idee, proposte o visioni alternative – quando non complementari! – a quelle dell’establishment del partito, infatti, generano nei suoi esponenti reazioni impreviste: ora chiusura, ora diffidenza o sospetto. Talvolta paternalistica e vuota condiscendenza. Non di rado livore, rivendicazione».

La portavoce dimissionaria affonda i colpi: «Poco importerebbe lo scavalcamento sistematico della mia figura se questo non fosse il segno e solo uno tra le numerose espressioni sintomatiche della deriva autoritaria e autarchica del partito, come accaduto quando il Consiglio Federale Nazionale, organo per Statuto dotato di poteri di indirizzo politico, è stato chiamato di fatto a ratificare scelte già prese in altre sedi e annunciate a mezzo stampa». Di qui la scelta di rassegnare le dimissioni: «Per questo rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale».

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30 novembre 2023 (modifica il 30 novembre 2023 | 16:47)