9 ottobre 2019 - 17:51

Genitori e figli, il metodo Montessori insegna il giusto mix di sì e di no

In edicola con il Corriere della Sera un nuovo titolo della collana «Gioca e impara con il metodo Montessori» che si concluderà a gennaio

di Paolo Fallai

Genitori e figli, il metodo Montessori insegna il giusto mix di sì e di no
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«Gioca e impara con il metodo Montessori» è il titolo della collana in uscita da settembre con il «Corriere della Sera», a cura di Grazia Honegger Fresco, pedagogista di fama, allieva ed erede di Maria Montessori, che proseguirà ogni settimana fino a gennaio. Da giovedì 10 ottobre è in edicola un libro fondamentale: «I sì e i no che contano. La libertà incontra la disciplina» di Sonia Coluccelli.

Il grande equivoco

Genitori e figli, il metodo Montessori insegna il giusto mix di sì e di no

Ancora oggi, nonostante decenni di esperienze in migliaia di scuole che seguono il metodo montessoriano in tutto il mondo, chi non le conosce è vittima di un pregiudizio sulla mancata disciplina che ne sarebbe alla base. In realtà il grande equivoco è proprio sul rapporto tra libertà e disciplina: «Libero e disciplinato sono due termini che fatichiamo a pensare come descrittivi di una sola persona, quasi in antitesi. Maria Montessori, in molti suoi scritti e in maniera continua in tutto il suo lavoro e la sua ricerca educativa, ci accompagna a un ribaltamento profondo di questi termini e dei giudizi che esprimiamo quando li utilizziamo, ma soprattutto a un totale stravolgimento dei criteri che usiamo per formulare quei giudizi».

La lotta tra adulti e bambini

Spesso Maria Montessori avverte i genitori del rischio di trovarsi coinvolti, seppur involontariamente, in quella che definisce una lotta tra adulto e bambino, un braccio di ferro che pone da un lato il bisogno del bambino di apprendere, esplorare, muoversi con i suoi tempi attraverso le tappe della crescita, il suo bisogno vitale di «formarsi» e dall’altro i genitori. «Non si può essere liberi se non si è indipendenti», ma allo stesso tempo il percorso dell’indipendenza è percorribile dal bambino soltanto se si trova libero dai «lacci» che sin dalla prima infanzia inibiscono le sue conquiste autonome.

La libertà autentica e la libertà fraintesa

Nel volume , ripercorrendo l’opera montessoriana, si evidenziano una serie di situazioni identificate come «libertà autentica», contrapposte a quelle che vengono definite «libertà fraintesa». Come la capacità di scelta tra opzioni praticabili (contrapposta a caos, confusione, disordine); o il riconoscimento dell’azione più utile alla realizzazione di uno scopo (contro la mancanza di rispetto per le persone) e così via. Allo stesso modo la disciplina autentica corrisponde all’autoregolamentazione e la «disciplina fraintesa» all’obbedienza imposta. Se il bambino ha consapevolezza e riconosce i principi di giusto e sbagliato, non avrà bisogno di premi e punizioni.

Il rapporto con gli educatori e «l’intelligenza emotiva»

Un capitolo di grande interesse mette in relazione il metodo montessoriano con autori contemporanei come Alfie Kohn, Danilo Dolci e Daniel Goleman. Proprio l’autore dello studio sull’intelligenza emotiva si trova profondamente in sintonia con gli approcci montessoriani. Ogni bambino, secondo Goleman, per poter apprendere in modo efficace deve aver sviluppato sette «ingredienti» fondamentali, tutti collegati all’intelligenza emotiva:
1. Fiducia. Un senso di controllo e padronanza del proprio corpo, del proprio comportamento e del proprio mondo; la sensazione, da parte del bambino, di avere maggiori probabilità di riuscire in ciò che intraprende di quante non ne abbia invece di fallire, e che comunque gli adulti lo aiuteranno.
2. Curiosità. La sensazione che la scoperta sia un’attività positiva e fonte di piacere.
3. Intenzionalità
. Il desiderio e la capacità di essere influenti e perseveranti. Questa capacità è collegata al senso di competenza, alla sensazione di essere efficaci.
4. Autocontrollo. La capacità di modulare e controllare le proprie azioni in modo consono all’età; un senso di controllo interiore.
5. Connessione. La capacità di impegnarsi con gli altri, basata sulla sensazione di essere compresi e di comprendere gli altri.
6. Capacità di comunicare. Il desiderio e la capacità di scambiare verbalmente idee, sentimenti e concetti con gli altri. Questa abilità è legata a una sensazione di fiducia negli altri e di piacere nell’impegnarsi con loro, adulti compresi.
7. Capacità di cooperare. L’abilità di equilibrare le proprie esigenze con quelle degli altri in un’attività di gruppo.

Scriviamo insieme le regole

Nella sezione del libro dedicata alla vita quotidiana, ci sono esempi concreti e un invito: Prendiamoci del tempo con i nostri figli per proporre loro di diventare, con noi, i legislatori delle regole di casa. Le regole essenziali sono davvero poche e pochi sono i divieti necessari. Eccedere con l’uso dei no può portare il bambino a pensare che «il bene coincida con l’inattività e il male con l’attività». E soprattutto applichiamo anche a noi stessi i «si può» e i «si deve» che diamo ai nostri figli.

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