14 gennaio 2019 - 11:35

Giampiero Galeazzi: «Sono stato Baudo e Ciotti messi assieme, ora ho problemi di diabete»

L’ex conduttore di 90° Minuto: «Non ho il Parkinson, ho problemi di diabete. La salute va su e giù, come sulle montagne russe. Ho sbalzi di pressione, gonfiore alle gambe»

di Redazione Spettacoli

Giampiero Galeazzi: «Sono stato Baudo e Ciotti messi assieme, ora ho problemi di diabete»
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«È stato un errore presentarmi a Domenica In sulla sedia a rotelle. Sui social mi hanno già fatto il funerale ma io sono ancora vivo, eh». Intervistato da Fuorigioco (il settimanale della Gazzetta dello Sport) Giampiero Galeazzi ha raccontato così la sua penultima apparizione a Domenica In (il 30 dicembre scorso). Domenica scorsa invece la sedia a rotella l’ha lasciata a casa, ma la commozione ha preso comunque il sopravvento sia su di lui che sulla conduttrice Mara Venier. A Fuorigioco Galeazzi ha raccontato il motivo di quella scelta: «La verità è che sono reduce da un’operazione al ginocchio sinistro, mi muovo con le stampelle. Lo studio era pieno di cavi e, per non rischiare, un assistente ha pensato bene di mettermi su una carrozzina».

La sua salute

Ha dato dettagli sulla sua salute: «Non ho il Parkinson, ho problemi di diabete. La salute va su e giù, come sulle montagne russe. Ho sbalzi di pressione, gonfiore alle gambe. Quando mi emoziono, mi tremano le mani, ma non sono messo così male. A 72 anni ho anche perso un po’ di chili». Ha ricevuto grandi manifestazioni di affetto: «Inaspettate, questo ritorno di popolarità mi aiuta. La gente non mi ha dimenticato. Ho unito due diverse tipologie di pubblico. Sono stato Pippo Baudo e Sandro Ciotti messi assieme, una bomba atomica. Mara Venier mi ha cambiato la vita. Eravamo a cena in un locale di New York con Arbore durante i Mondiali del ’94 quando mi chiese di partecipare a Domenica In. Mia moglie e i miei figli mi chiesero se ero diventato matto. Il direttore Marino Bartoletti mi ha bombardato, voleva togliermi 90°Minuto. Ma io avevo il sostegno del direttore di Rai1 Brando Giordani. Anche Mara si mise di traverso: non toccatemi Bisteccone, eh. Il soprannome che mi ha reso celebre fu inventato dal radiocronista Gilberto Evangelisti. Ero alto, massiccio, lui mi vide e disse: “Ma chi è ‘sto Bisteccone?».

Il canottaggio

Ha raccontato le telecronache di canottaggio: «Nella mia prima telecronaca debuttai con questa frase. Qui c’è molto vento, le bandiere sembrano di legno. Pensate che cazzata… Io salivo a bordo delle imbarcazioni con la voce, forse per un certo spirito di rivalsa dopo la grande ingiustizia subita nel ’68. Io e Giuliano Spingardi meritavamo di partecipare alle Olimpiadi in Messico. Invece ci esclusero. Che rabbia!. Il tennis? Stare nella “buca” del Foro Italico durante gli Internazionali d’Italia è stata una grande palestra professionale. Peccato aver saltato la trasferta in Cile in occasione della vittoria azzurra in Davis. Pietrangeli mi ha insegnato il tennis. Adriano Panatta mi ha laureato, mi ha fatto capire lo spirito di questo sport. Io nasco e muoio telecronista. Ho inventato le interviste prepartita e appena finita la gara prendevo i calciatori sotto braccio e li confessavo prima di tutti. L’idea di far intervistare a Maradona i compagni dopo la vittoria dello scudetto fu geniale. Sandro Petrucci, collega del Tg1, diceva che avevo tre anime: quella popolare degli stadi di calcio, quella aristocratica del tennis e quella romantica del canottaggio».

L’elogio a Pardo

Ha elogiato Pierluigi Pardo: «Pardo mi somiglia, ha fatto il mio stesso percorso sul piano della simpatia, poi è romano, un gaudente. Piccinini mi piaceva, ora mi sembra troppo fabbricato. Non dimentico Caressa che nel 2006 in Germania fu l’unico a stringermi la mano dicendo: “Grazie Giampiero, lei è stato quello che ha aperto una nuova strada nella telecronaca sportiva”».

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