La muscisita Ada Gentile: «Ho imparato le note prima delle parole»

La muscisita Ada Gentile: «Ho imparato le note prima delle parole»
La muscisita Ada Gentile: «Ho imparato le note prima delle parole»
di Francesca Gironelli
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Domenica 31 Marzo 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 15:58

Ultima di 10 figli, in maggioranza maschi, Ada Gentile impara in famiglia l’amore per la musica: «A tre anni ero già davanti a un pianoforte - racconta Ada, accanto ai suoi due strumenti a coda - come è accaduto ai miei sette fratelli e due sorelle. Si può dire che ho imparato a leggere prima le note delle vocali!».

L’attrazione

L’attrazione per la musica è fortissima ma Ada, all’inizio, immagina il suo futuro diversamente: «Pensavo al liceo e di studiare poi filosofia, volevo fare la giornalista - confessa Ada - ma devo ringraziare mio padre che si è dimenticato di iscrivermi perché la mia vita ha preso una direzione differente, che ha permesso di esprimere la mia vera natura di musicista».

Iniziano le lezioni e solo ad ottobre si riesce a trovare per Ada un posto alla ragioneria, dove sono già iscritti due fratelli: «Sono stati anni terribili e alla fine - scherza con un battuta Ada - quella che conosco meglio non è la partita doppia, ma la partita musicale!». Papà Ugo, tempra marsicana e severità imposta da tanti figli maschi, insieme a mamma Luigia, di origini campane e dall’indole dolce, vedono questa figlia che continua a dedicarsi alla musica ma che vive la pena di una scuola estranea da sé. Capiscono che la strada per Ada è una sola, cambia strada: «Mio padre mi disse: tu devi fare la musicista. E meno male quella dimenticanza, perché non avrei mai potuto iscrivermi al Conservatorio, come invece accadde quando avevo 15 anni». L’adolescenza immersa nella musica, quella della futura compositrice e Maestro, che si diploma in pianoforte giovanissima.

La decisione

«Ho deciso di proseguire con la composizione, ma nel frattempo a 22 anni sono diventata insegnante al Conservatorio di Trieste, dove mi ero esibita con l’associazione Agimus. Mi notarono, proponendomi l'assunzione. Non era proprio semplice e usuale diventare docente, soprattutto a quell’età». L’impegno in giovinezza di mesi e tante ore a esercitarsi, a studiare, si alternano ai rilassanti mesi delle vacanze in Abruzzo con la famiglia, da maggio a ottobre: «La musica ci accompagnava, con tante jam session in cui suonavamo insieme brani di musica leggera. Mi ricordo mio fratello che con le sue tante chitarre elettriche cantava Armstrong. Mio cugina amava Celentano e Gianni Morandi. La mia fortuna - spiega Ada, ripensando con nostalgia a questi periodi di svago - era che non perdevo la mano: anche se non mi esercitavo d’estate, poi ricominciavo a suonare come se non avessi mai smesso di studiare. Era bello stare in campagna e andare al mare». Ed è anche il periodo in cui Ada dà sfogo all’altro suo interesse: «Le macchine. Ho avuto sempre questa passione, probabilmente perché stando con i miei fratelli e i loro amici, sono stata naturalmente affascinata da questo mondo» Poi quando torna a Roma, l’adolescente si impone ritmi serrati di studio e poco divertimento. Ma l’amore è riuscito a fare breccia in questo sistema rigoroso: «Ho conosciuto mio marito per caso - racconta Ada, pensando a come Franco Mastroviti, figura determinante e amata - grazie a mio fratello che mi ha precettata per andare a una festa da ballo. Dopo, Franco ha iniziato a telefonarmi ma io non ne volevo sapere. Mi facevo negare al telefono. Un giorno - prosegue Ada - dovevo andare in conservatorio, ma la macchina aveva un guasto e non avevo chi mi accompagnasse. Mi ha chiamato Franco e stavolta ho risposto: vieni a prendermi, gli dico, così mi porti in conservatorio. Roma è grande, le distanze sono parecchie… Ma lui, che stava in ufficio, viene da una famiglia di avvocati, è partito subito ed ecco, tutto è iniziato così. Galeotto fu il guasto alla macchina, ci siamo sposati subito».

Il diploma

Ada si diploma con lode in composizione: talentuosa, tenace e disciplinata, in un contesto all’epoca di dominio maschile ma che lei non percepisce tale. Riesce a raggiungere i primi traguardi, per non fermarsi più. «Ai giovani, soprattutto ai musicisti - conclude Ada con positività - dico di scegliere l’impegno, la costanza e la serietà, per il loro successo. La musica mi ha dato tanto, anzi, mi ha ridato la vita».

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