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Perché Vernante è il Paese di Pinocchio: la storia dei murales e del legame con Mussino

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C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Così inizia Le Avventure di Pinocchio di Collodi, grande classico della letteratura italiana e internazionale. Infatti, è il quarto libro più tradotto al mondo, dopo la Bibbia, il Corano e il Piccolo Principe di Saint Exupéry. Oltre ad essere raccontate e illustrate su carta, le imprese del celebre burattino prendono vita sui muri di Vernante. Il comune si trova nella Valle Vermenagna, in provincia di Cuneo, a pochi km da Limone Piemonte, la Cortina cuneese. 

Quando ero piccola, Vernante era la meta di ogni fine settimana per andare a trovare mia nonna materna, Vernantina DOC. Mentre, da quando lei non c’è più, le gite a Vernante sono diventate meno frequenti e più malinconiche. Tuttavia, il Paese di Pinocchio è pur sempre un luogo del cuore. Qui io e la mia famiglia trascorriamo almeno una settimana (quella di Ferragosto), in occasione della festa patronale dell’Assunta.

Cristina Bertolino con sagome personaggi Pinocchio in un angolo caratteristico di Vernante

Bando ai ricordi, torniamo a noi: perché Vernante è il Paese di Pinocchio e come lo è diventato? Per scoprirlo, dedica qualche minuto del tuo tempo alla lettura del mio articolo! Ritornerai bambinə in compagnia di Pinocchio, Geppetto, il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, la Fatina dai Capelli Turchini, Lucignolo, il Mangiafoco e tanti altri ancora. Già perché la cosa più sorprendente di Vernante, e l’ho sperimentata in prima persona murales dopo murales, è riscoprire le origini della vera fiaba di Pinocchio, quella scritta da Collodi e illustrata da Attilio Mussino. Potrai infatti conoscere tutti i personaggi e le vicende che l’adattamento cinematografico di Walt Disney ha stravolto, a partire da Pinocchio stesso, o ancor peggio, condannato all’oblio. 

Vernante: il Paese di Pinocchio

Il comune di Vernante è il Paese di Pinocchio, o meglio il Paese dello zio di Pinocchio. Qui trascorse l’ultimo decennio della sua vita Attilio Mussino, il disegnatore ufficiale del burattino. Dal 1908 fino al 1911 Attilio, così firmava le sue tavole, lavorò alle illustrazioni (per la prima volta a colori) de Le Avventure di Pinocchio di Collodi. Questo incarico, affidatogli dall’editore Enrico Bemporad, gli valse il Diploma d’onore e la medaglia d’oro, una volta presentata l’opera all’Esposizione Internazionale di Torino nel 1911. Attilio infatti era originario della Capitale Sabauda. Qui si formò presso l’Accademia Albertina e visse fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. 

Il destino del disegnatore e quello di Vernante si incrociarono tardi, verso la metà degli anni Quaranta, grazie a una donna. In seguito alla morte dell’unico figlio Giorgio al fronte e della moglie poco dopo, Attilio prese quel poco che era rimasto della sua casa bombardata e si trasferì nel comune di Vernante. Seguì la sua fedele collaboratrice domestica vernantina, Margherita Martini, che diventò sua seconda moglie

Attilio Mussino: lo zio di Pinocchio a Vernante

Seppur anziano e in ristrettezze economiche, a Vernante Attilio conobbe una nuova giovinezza. Complici la sua grande generosità e voglia di mettere il proprio genio creativo al servizio della comunità, lo zio di Pinocchio conquistò ben presto il cuore degli abitanti del paese, dai più grandi ai più piccini. Di mattino chierichetto in chiesa, di sera attore di teatro, dove era solito interpretare il diavolo, Attilio era instancabile.

Basco rosso in testa e lunga mantella sulle spalle, diede lezioni gratuite di educazione artistica ai piccoli Vernantesi, oltre a realizzare nuove opere. Pur essendo più conosciuto come illustratore, Mussino fu anche un abile pittore. Infatti, realizzò numerosi dipinti di paesaggi e ritratti, e restaurò opere già esistenti di chiese e piloni votivi di Vernante. Il tutto senza mai chiedere nulla in cambio, ma al contrario regalando prestigio e notorietà al paese. Grazie al suo illustre cittadino il comune di Vernante conobbe per la prima volta le luci della ribalta.

Vernante dopo Mussino: dallo sviluppo industriale ai murales di Pinocchio

In primo piano un pannello con Pinocchio e la Volpe. Sullo sfondo ciò che rimane della vetreria di Vernante

Con la scomparsa di Attilio Mussino nel 1954, la memoria del celebre illustratore e del suo Pinocchio venne celebrato con una mostra dei suoi quadri e disegni cinque anni dopo. Poi il suo ricordo sbiadì pian piano per lasciare posto a una solida realtà: la vetreria. La sua attività scandiva le giornate frenetiche dei Vernantesi.

Rappresentò la principale fonte di reddito del paese, fino a quando la cessione agli Americani prima e l’obsolescenza degli impianti produttivi poi decretarono la chiusura dello stabilimento nel 1978

Lo stesso anno ricorreva il centenario della nascita di Attilio Mussino. In quell’occasione l’Amministrazione Comunale intitolò all’illustratore i giardini pubblici, dove venne anche eretto un monumento in memoria dell’artista. Sia a livello locale che nazionale si intensificarono le iniziative dedicate all’attività di Mussino. In questo clima di rinnovato interesse per il celebre Vernantese di adozione, un’idea geniale balenò nella mente di Bruno Carletto, in arte Carlet. All’epoca Carlet faceva il postino e nel tempo libero dipingeva.

Nell’autunno del 1988, in occasione dell’Oktoberfest, Carlet soggiornò, tra i tanti paesini della Baviera, a Mittenwand. Quel grazioso borgo lo colpì per le facciate delle case affrescate con scene che raccontano momenti di vita quotidiana, mestieri e soggetti religiosi. Da lì l’ispirazione: il suo paese avrebbe ospitato i murales di Pinocchio

Il racconto di Carlet: dagli esordi al successo dei murales di Pinocchio

Carletto Bruno, in arte Carlet con Cristina Bertolino nel giardino di casa sua con le sagome di Pinocchio
Nel giardino di casa Carletto, in compagnia di Carlet, di Pinocchio e di altri personaggi della fiaba

C’era il mio amico Meo, lui faceva l‘imbianchino e mi dava una mano quando poteva. Così è iniziata la cosa: il membro più anziano della Proloco [l’allora sindaco], che abitava dove c’è la fontana, giù dalla chiesa, al fondo, ha detto: il primo lo voglio a casa mia. Il giorno preciso era un sabato di aprile del ‘89, quando abbiamo iniziato.
I membri della Proloco [all’epoca Carlet era il Presidente] avevano dato disponibilità delle loro case. Una decina di murales sapevamo dove realizzarli. All’inizio non è stato facile! La gente diceva: “Eh, ma fanno Pinocchio, un bugiardo”.
Noi non abbiamo guardato in faccia nessuno: il sindaco era molto caldo, vedevamo una bella facciata in centro, lui andava a chiedere ed era più facile avere il permesso.
Poi nel ‘91 lui era molto amico con Gianfranco Bianco della Rai: siamo andati giù a Torino, Bianco è venuto su con Uno Mattina in diretta dalle 7.00 alle 11.30. Da lì la cosa ha cominciato a prendere piede con giornalisti dei quotidiani, televisioni italiane e straniere (dalla Rai a Mediaset fino a France 2) e visitatori da tutto il mondo: Russia, Cina, Giappone.
Siamo stati su Linea Verde, Linea Bianca e di tutto di più, ben oltre le nostre aspettative. Siamo più che soddisfatti di quello che abbiamo fatto, solo che ora bisogna mantenerlo, ritoccando i murales perché sia sempre tutto a posto per la gente in visita.

Carlet e Meo intenti a realizzare un murales a Vernante

Così Bruno Carletto e Bartolomeo Cavallera (Meo) hanno realizzato i murales di Pinocchio per oltre 30 anni, riproducendo fedelmente le illustrazioni di Attilio Mussino sulle facciate delle case di Vernante. Libro alla mano, su ponteggi a qualunque altezza, Carlet disegnava prima con i gessetti. A questi seguivano i colori acrilici, sostituiti in un secondo momento dagli smalti all’acqua, più resistenti e più lucidi.

Il lavoro dei due amici è stato realizzato gratuitamente nel tempo libero. In particolare, ha prodotto 167 murales, oltre alle sagome prima in paniforte e poi in lamiera dei vari personaggi della fiaba. Questi ultimi fanno bella mostra nel giardino della casa di Carlet, ricca di murales su ogni lato, e in alcuni angoli caratteristici del paese.

Il futuro di Pinocchio a Vernante

murales di Pinocchio a Vernante conclusione della fiaba

Ad oggi i murales di Vernante raccontano tutto ciò che poteva essere illustrato su Le Avventure di Pinocchio. Perciò, come emerge dalle parole di Carlet, più che aggiungerne di nuovi, è fondamentale trovare qualcuno che possa prendersene cura. Ciò significa restaurarli quando necessario, per via della loro esposizione alle intemperie.

C’è da augurarsi che il comune di Vernante trovi presto gli eredi di Carlet e Meo. Dopo tanti anni di onorato servizio, Carlet è intenzionato ad appendere il pennello al chiodo e Meo è purtroppo mancato alla fine di gennaio 2022. Se questo punto al momento rimane un’incognita, a cui si spera di poter dare presto una risposta, passiamo a un altro interrogativo più facile da risolvere.

La chiesa parrocchiale di Vernante

Al di là dei murales di Pinocchio, c’è altro da vedere? Certo! Per raccontare tutto ciò che Vernante offre ai propri visitatori oltre alle avventure del burattino, ci vorrebbe un altro articolo e, chissà, potrebbe essere uno dei prossimi. Ritornando però al perché Vernante è il Paese di Pinocchio con la sua storia, da Mussino ai murales, una visita al Museo di Pinocchio è piacevolmente d’obbligo.

Il Museo di Pinocchio e di Attilio Mussino

I locali del Museo di Pinocchio e di Attilio Mussino

Il Museo di Pinocchio, così viene comunemente definito, è in realtà il Museo di Attilio Mussino, e racconta la vita privata e soprattutto professionale dell’illustratore. È stato allestito nei locali della chiesa parrocchiale, adiacenti l’ex confraternita. Contiene mobili e ritratti della famiglia Mussino, come quello della prima moglie, della madre, del figlio e l’autoritratto di Attilio. Questi complementi d’arredo rappresentano le poche cose rimaste della casa torinese di Mussino e poi trasferite a Vernante. 

Di grande interesse storico e artistico, è la prima edizione de Le Avventure di Pinocchio di Collodi, illustrata da Mussino nel 1911. Sempre all’interno del museo, si può ammirare il libro con le pagine animate uscito nel 1942, oltre alle 33 tavole illustrate dell’ultima edizione apparsa sul Giornalino del 1952. Queste ultime sono accompagnate dai bozzetti che denotano uno studio molto accurato di Pinocchio, degli altri personaggi e delle ambientazioni. Tra di esse figurano anche le chiese di Vernante e il castello medievale (la Turusela).

Ai luoghi di Vernante molto cari a Mussino, il disegnatore ha dedicato anche delle opere pittoriche per catturarne la bellezza. Sono inoltre presenti altre testimonianze che svelano i lavori mussiniani durante la sua prolifica carriera. Questi spaziano dalle illustrazioni sui giornali per ragazzi come il Corriere dei Piccoli ai ritratti di personaggi celebri suoi contemporanei fino alle cartoline militari patriottiche. Le ultime sono legate alla sua esperienza al fronte durante la Prima Guerra Mondiale.

Conclusioni su Vernante, il Paese di Pinocchio

Mano agile e disinvolta, tratti decisi quasi caricaturali per la loro grande espressività, colori vividi, contorni neri ben definiti. Questi sono solo alcuni degli elementi distintivi delle opere di Mussino, e in modo particolare di Pinocchio. La sua versione del burattino è quella di maggior successo con il più grande numero di ristampe ed è stata trasferita con grande rispetto dalle pagine di un capolavoro letterario ai murales di Vernante.

Il tributo a un artista che ha lasciato un segno indelebile in una comunità di montagna si è trasformato in un’opportunità di valorizzazione e promozione turistica per un territorio in difficoltà, a un passo dallo spopolamento e dall’oblio.

Infatti, nel corso degli anni, il Pinocchio di Mussino ha accompagnato famiglie e scolaresche alla scoperta di un paese che ha tanto da offrire, al di là dei murales. Chiese, castello medievale, montagne, laghi ad alta quota, piatti tipici, feste tradizionali e fermata del Treno delle Meraviglie, Luogo del Cuore FAI 2020, di cui ho anche parlato su Rai 1 in occasione della puntata di Linea Bianca sulla montagna cuneese.

Il patrimonio vernantese ha goduto della luce riflessa di Pinocchio. Si spera continui anche in futuro, nonostante l’interruzione dei collegamenti con la vicina Francia tramite il Colle di Tenda, a causa dell’alluvione di inizio ottobre 2020. Nemmeno questi disagi hanno fermato l’organizzazione delle tante iniziative promosse dalla Proloco e dai massari e massare dell’Assunta non solo durante l’estate, e in modo particolare ad agosto, ma nel corso di tutto l’anno.

Uno dei pannelli che spiega l’iniziativa: Scopri Vernante

A questo punto, non ti rimane che organizzare una gita fuori porta a Vernante, magari in gruppo, per partecipare anche a una sorta di caccia al tesoro pinocchiesca a cielo aperto.
Potrai diventarne il protagonista, seguendo i QR associati ai principali murales, e battere i tuoi compagni, attraverso il completamento di uno dei quattro circuiti nel minor tempo possibile.
Un’altra bella iniziativa introdotta di recente per regalare ai visitatori un’esperienza di Vernante ancora più curiosa, divertente e interattiva. Prova per credere!

L’articolo si basa sull’intervista realizzata a Carletto Bruno, Carlet, sulle preziose informazioni raccolte grazie a Carolina Astegiano della Proloco di Vernante e al suo collaboratore durante una visita guidata al Museo di Pinocchio e ai murales.
Inoltre, i dati storici sono tratti dal libro a cura di Vittorio Caraglio: Attilio Mussino lo zio di Pinocchio: la vita, la figura e l’opera del grande illustratore del famoso burattino.


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7 thoughts on “Perché Vernante è il Paese di Pinocchio: la storia dei murales e del legame con Mussino

  1. Toujours très intéressant, merci pour toutes les belles photos et de m’avoir fait découvrir le vrai conte de Pinocchio que je ne connaissais pas.
    Rina

    1. Cristina Bertolino says:

      Merci à toi, Rina, d’avoir lu cet article! Mussino, le dessinateur de Pinocchio, habitait près de chez ma grand-mère: quelle coïncidence!

  2. Emanuel Lafore’ says:

    Complimenti Cristina, super affascinante questo articolo!
    Abbiamo scoperto Vernante, ahimè solo quest’anno, nonostante sia molto vicino a casa nostra!
    Ci torneremo sicuramente per visitare il Museo!!

    1. Cristina Bertolino says:

      Grazie mille, Emanuel, del commento!

      Vernante è davvero un Paese da favola, o meglio da fiaba, tutto da scoprire. Il giorno di Ferragosto, quando ci siamo incontrati, essendo una giornata molto ricca di eventi e affollata, diventa un po’ difficile da girare con calma, alla scoperta della storia dei vari murales, tratta da: “Le Avventure di Pinocchio”.

      Oltre alla visita del Museo, potreste informarvi presso la Pro Loco per fare un tour guidato dei murales, per seguire il filo logico della fiaba. Altrimenti, come vi dicevo ci sono i QR code che spiegano il significato del murales di riferimento. Su due piedi mi sono dimenticata di dirvi che questi QR code sono stati inseriti in base a 4 percorsi, illustrati nei pannelli che si trovano per Vernante😅 Scusa/scusate tanto, ma la festa mi ha dato alla testa🤪

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