Mooji, il guru giamaicano

Un riferimento in Occidente ma meno apprezzato in India, Mooji è un guru monista advaita. La sua storia è incredibile e oggi il maestro di spiritualità accoglie i suoi seguaci nella comunità da lui fondata, Monte Sahaja.

Mooji guru

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©Facebook Mooji

Guru è un termine ormai universalizzato, mutuato dal sanscrito, e significa “Maestro spirituale” ma che ha il suo etimo nella radice protoindoeuropea gr, che significa “peso” (come nel nostro gravare e
gravita’), poiché è colui che ha il peso della conoscenza sulle proprie spalle. 

 

Ma chi l’ha detto che un guru debba essere per forza indiano? Nell’ultimo secolo abbiamo osservato un grande proliferare di guru da ogni parte del mondo, ma ce n’e’ solo uno che viene dalla Giamaica, ed è Mooji, oggi residente in Portogallo, dove riceve un grande numero di discepoli e curiosi.

 

 

Le origini e il lignaggio di Mooji

Nato in Giamaica e cresciuto in Inghilterra, dopo una breve carriera come artista di strada, Mooji, all’anagrafe Anthony Paul Moo-Young, comincia la sua ricerca spirituale poco più che trentenne. 

 

Dopo una decina di anni si decise a partire pre l’India, dove incontra il suo maestro, Papaji, a sua volta allievo del più famosso Ramana Maharishi, il quale ebbe a dirgli “Non posso mostrarti Dio perché non è un oggetto quanto piuttosto un soggetto. Egli è colui che vede”. 

 

Mooji viene da un lignaggio di jnana yogi che basano la loro disciplina sul discernimento e sull’indagine mentale al proprio interno. Dopo i suoi contatti con Papaji, Mooji torna in Inghilterra vendendo oggettistica indiana per sopravvivere, ma pian piano un gruppo di discepoli si forma attorno a lui pubblicando i suoi testi in forma di libri e di CD. 

 

Mooji e i suoi inizi come guru

E’ a quel punto che comincia anche a viaggiare in giro per il mondo creando ritiri spirituali basati sul satsang. I satsang sono meeting in cui il maesto riceve domande al quale fornisce risposte sul posto, in genere di fronte a un folto pubblico. In realtà. il termine satsang significa “essere in compagnia di persone vere”, ovvero persone spirituali che si pongono l’un l’altro domande.

 

La reputazione di Mooji continua a crescere, ma quasi esclusivamente in Occidente, dove il folto gruppo di discepoli, anche centinaia, sono pronte a pagare costi abbastanza elevati per i suoi ritiri.

 

La fondazione di Monte Sahaja

Con tali soldi (anche 1000 dollari a persona) il guru ha comprato una proprietà nello stupendo sud del Portogallo, creando una comunità chiamata Monte Sahaja, dove ci sono circa una cinquantina di discepoli residenti permanentemente, mentre il resto dei discepoli vi passa solo periodi brevi, e con lo stesso Mooji che gira per il mondo.

 

 

Mooji come monista advaita

La spiritualità di Mooji si esprime tramite i satsang e si bana sul monismo advaita, la filosofia spirituale indiana non-dualistica di cui Swami Vivekananda fu il massimo esponente. Secondo questa filosofia esisterebbe un solo Sé trascendente, a rappresentare l’unica realtà, mentre il resto dei fenomeni percepiti sarebbe illusione. 

 

La liberazione si otterrebbe quindi superando l’illusione (maya) imposta dalla mente e tuffandosi nel Sé assoluto. Ma a differenza di altre filosofie che vedono nell’universo un’ilusione, l’ideale dell’advaita è divenire un jivanmukta, ovvero unirsi al Sé senza rinunciare alla vita, senza lasciare il corpo. 

 

Tutte le risposte di Mooji orbitano attorno a questo concetto, spingendo i
discepoli a chiedersi “chi sono” al di là del corpo, della mente, e di ogni dualità.

 

Come ogni guru moderno che si rispetti, anche Mooji ha il suo website ufficiale, il suo canale Youtube e la sua televisione privata, dove non solo espone i suoi satsang ma commenta dal suo punto di vista spirituale eventi di levatura mondiale, non ultimo l’arrivo della pandemia del Coronavirus

 

Sul suo sito ufficiale è possibile trovare le date dei suoi tour e i vari eventi ospitati a Monte Sahaja. 

 

La sua popolarità cala considerevolmente in India, dove la quasi totalità dei maestri non si sognerebbe mai di far pagare un partecipante ad un satsang.