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L’Esercito compie 161 anni e ringrazia Guerini per l’aumento delle spese militari

Il Capo di Stato Maggiore Serino: "Spesso le risorse per la Difesa sono vittime di aride contabilità". Cavo Dragone: "Oggi la deterrenza è connessa allo sviluppo tecnologico"

Pubblicato:04-05-2022 15:38
Ultimo aggiornamento:04-05-2022 15:38
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Di Laura Monti

ROMA – “In questo periodo segnato da due eventi inattesi e drammatici, il rapporto fra Esercito e italiani è più forte e consapevole. I cittadini sanno di poter contare su una compagine compatta: è successo durante la pandemia e succede oggi con il cambiamento di postura dell’Alleanza atlantica sul tema della difesa”. A dirlo è il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Pietro Serino, nel corso della cerimonia per il 161° anniversario della costituzione dell’Esercito italiano, tenutasi stamattina presso l’Ippodromo militare Piero Giannattasio di Roma.

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In presenza di numerosi esponenti delle istituzioni, tra cui il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e i sottosegretari di Stato alla Difesa Stefania Pucciarelli e Giorgio Mulé, il generale Serino ha sottolineato che “la capacità professionale dell’Esercito si basa sull’addestramento e l’addestramento richiede risorse finanziarie, spesso vittime di aride norme di contabilità che hanno obbligato chi mi ha preceduto a scelte difficili”.

Per questo, ha proseguito, “l’Esercito sostiene l’impegno del ministro Guerini, per essersi fatto carico in prima persona della necessità di incrementare la spesa militare, che sappiamo richiedere scelte criticate”. La risposta alle critiche sull’aumento delle spese militari è, per il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, “che l’Esercito ha un solo compito: difendere la Nazione dal sopruso e dalla prepotenza“. E sui poligoni militari, “sempre più piccoli”, ha osservsato il generale Pietro Serino, “auspichiamo norme chiare che prevedano obblighi che possano essere assolti con un bilanciamento tra la salvaguardia dell’ambiente e l’efficienza dei reparti“.

“La Difesa deve avere un posto centrale”, gli ha fatto eco il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone. “La deterrenza è sempre più connessa allo sviluppo tecnologico – ha sottolineato l’Ammiraglio – Non si tratta più di deterrenza basata sul monopolio della minaccia nucleare, ma su sistemi di difesa così efficaci da scoraggiare l’avvio di operazioni militari tradizionali“. La Difesa deve dunque avere “un posto centrale nella gestione delle arene cyber e spazio, domini che assumono urgenza, priorità e centralità assoluta”.

L’importanza dello sviluppo tecnologico è testimoniata anche dalla crisi ucraina, “un conflitto apparentemente tradizionale, ma che mostra l’ampio coinvolgimento dei tre domini tradizionali (terrestre, marittimo e aereo), sfruttando tutte le potenzialità che provengono dalla padronanza del dominio spaziale. In questo conflitto abbiamo visto l’esteso impiego del dominio cyber, messo in campo fin dalle fasi preparatorie riuscendo da solo, con le reti e l’etere, a sopprimere e rendere inefficaci i sistemi di difesa opponenti”, ha spiegato Cavo Dragone. In aggiunta, c’è poi il “dominio cognitivo, con le armi della propaganda, della disinformazione e delle fake news volte a interferire sui sentimenti e le opinioni del pubblico”.

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E del conflitto in Ucraina ha parlato anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ribadendo la vicinanza “al popolo ucraino in una battaglia di resistenza per difendere la propria sovranità. Siamo stati chiamati a decisioni difficili in nome di una responsabilità verso un popolo aggredito. La nostra responsabilità è favorire il rispetto del diritto internazionale e promuovere l’impegno per la cessazione del conflitto con l’iniziativa diplomatica, la fermezza delle sanzioni e ogni possibile aiuto, per giungere presto a una pace equa e giusta, ristabilendo prima possibile la sovranità dell’Ucraina”. “Il nostro impegno – ha concluso il ministro – è sostenere Kiev anche con il supporto alle sue Forze armate. Il nostro aiuto alla resistenza ucraina va inquadrato assieme alle sanzioni economiche alla Russia e al rafforzamento della presenza sul Fianco Est e nel Mediterraneo orientale come deterrenza ad ulteriori escalation militari”.

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